
La profezia non è riservata agli uomini, ma coinvolge pienamente anche le donne. La trasmissione del volere divino nell'Antico Israele non era solo affidata a profeti uomini, ma anche a donne, le cui voci troppo spesso sono state messe a tacere o confinate in posizioni marginali. Il volume intende restituire la centralità riconosciuta al volto femminile della profezia biblica.
Per chi ha interesse alla storia letteraria dei tre testi qui commentati (1 e 2 a Timoteo, a Tito) la novità maggiore di questa lettura consiste nell'accettazione e riproposizione dell'ipotesi già nota che il "corpus pastorale" sia stato composto da teologi, fedeli discepoli di Paolo, in occasione di un'edizione del "corpus paolinum" già costituito dalle lettere autentiche (Rm, 1-2Cor, Gal, Fil, Flm, 1 Tes) e da quelle pesudonime o "deuteropaoline" (2Tes, Ef, Col), come sintesi della sua teologia e sua attuazione in una diversa situazione storica della Chiesa. Per un teologo la sua novità è in una più rigorosa definizione del rapporto tra "traditio apostolica" e "successo apostolica", dove appare evidente che solo la fedeltà alla dottrina tramandata da prima è garanzia di validità della seconda, e non viceversa, perché quest'ultima dipende da mutevole contingenza storica. Per tutti coloro che accedono al "servizio ecclesiastico" le tre lettere sono un reale "vademecum" o "Direttorio", affinché i pastori sappiano come comportarsi per dirigere e amministrare "la casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, sostegno e supporto della verità"(1Tm 3,14-15).
L'ampio sviluppo fa perno su quattro concetti, che il primo racconto di Genesi espone narrando, ma il cui senso porta a fondere in uno: il principio, che è Dio, e con la Parola crea. Tanti commenti negano che questo racconto abbia una valenza filosofica, ma è solo facendo filosofia che possono negarla; si distraggono infatti dalla Parola, che chiama all'esistenza le creature col semplice dirne il nome, e ricorrono a un linguaggio che privilegia la volontà, variamente modulata prima come comando, poi come divieto, poi come processo sentenza e condanna, per riparare infine, nei commenti meno spinti, in bonaria misericordia. Il volontarismo è comune a tutte le civiltà, però è d'ordine prettamente culturale: non gode infatti del supporto di alcuna analisi di intraprendenze che siano genuinamente umane, che siano cioè responsabilmente assunte e coerentemente vissute l'uomo vive e lavora nel consenso a un progetto, non nell'obbedienza a un divieto.
"A mio giudizio, il punto d'incontro tra il canonico e l'immaginativo è esattamente il luogo in cui avviene l'interpretazione più fedele e responsabile. Mi aspetto che questo sia l'approccio interpretativo di quanti considerano la Bibbia come norma e parola viva di Dio". Questa la filosofia dietro all'opera in cui Brueggemann - uno dei massimi esperti di esegesi veterotestamentaria - introduce i lettori all'ampio contesto teologico e cronologico dell'Antico Testamento. Brueggemann illustra, senza inutili tecnicismi, le principali tematiche e metodi dell'esegesi veterotestamentaria contemporanea offrendo indicazioni per una lettura responsabile sul piano teologico e documentata dal punto di vista critico.
Un saggio e un manuale su autori, testi, visioni del mondo e teologie
L'evento fondante della morte e risurrezione di Gesù
Le affermazioni del NT su salvezza, condizione umana, politica, vita dopo la morte
L'intento di questo volume è quello di rendere conto delle affermazioni essenziali del Nuovo Testamento.
Vouga si sforza cosí di interpretare i grandi temi biblici, di mostrarne il significato per la comprensione dell'esistenza umana e di sottolinearne l'attualità.
Tralasciando qualsiasi tentativo di armonizzare la diversità teologica degli scritti neotestamentari, la sua presentazione parte viceversa dalla constatazione della pluralità delle interpretazioni sulla vita, la morte e la risurrezione di Gesù, cosí come risultano dall'essenza stessa dell'evangelo.
Gli scritti del Nuovo Testamento, infatti, trasmettono una visione dell'essere umano che, affermandone il riconoscimento incondizionato a prescindere dalle qualità, fonda un universalismo pluralista che vede nella diversità un elemento costitutivo dell'unità.
Nell’esordio del Commento a Giovanni il termine ἀπαρχή (‘primizia’) è il fil rouge del testo. Nelle Scritture la Legge di Mosè è il ‘primo frutto’, al quale seguono tutti i frutti dei profeti e infine è germogliato il Logos perfetto che è la ‘primizia’. Il termine ‘primizia’, riferito in generale ai vangeli, conviene soprattutto al vangelo secondo Giovanni: in effetti da Giovanni abbiamo appreso «il Logos che era in principio, il Logos Dio (cfr. Jo 1, 1)». Per comprendere la relazione che unisce il Logos a Dio (Jo 1, 18: «L’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, lui ce l’ha rivelato») è necessario identificarsi con Giovanni (Jo 13, 23: «Uno dei discepoli […] era appoggiato al seno di Gesù»), che a sua volta si è identificato con Gesù (CIo 1, 4, 23: «colui che sarà un altro Giovanni diventi tale da essere indicato da Gesù come Giovanni che è Gesù»).
INDICE
INTRODUZIONE
Il Commento a Giovanni
Filosofia, esegesi, culto, religione
Dal desiderio incompiuto alla perfezione della carità
PARTE PRIMA. IL COMMENTO A GIOVANNI DI ORIGENE
TRADIZIONE MANOSCRITTA, EDIZIONI, DATAZIONE
Le testimonianze antiche
La tradizione diretta e indiretta
Le edizioni
La datazione
LA STRUTTURA DEL COMMENTO A GIOVANNI
La ‘casa’, il ‘tempio’, la ‘torre’
Le fondazioni
L’elevato
PARTE SECONDA. FILOSOFIA, ESEGESI, CULTO, RELIGIONE
FILOSOFIA
Parte prima
Cristo demiurgo: la conformazione
Il Logos: la comunicazione
La verità e la giustizia: la partecipazione
Parte seconda
Lo spirito
Il mondo materiale e il mondo immateriale: l’elevazione
Il seme e il figlio: la nascita
ESEGESI
Parte prima
Primizia della primizia
Dal modo di dire al contenuto
Dai molti libri all’unico libro
Parte seconda
Dal significato sensibile a quello intelligibile
Dalla Scrittura a ciò che è «oltre quello che sta scritto» (1 Cor 4, 6)
CULTO
L’offerta della primizia
L’offerta del sacrificio perpetuo
La pasqua
Il tempio
L’ascesa al tempio
RELIGIONE
Parte prima
Le epinoiai
Parte seconda
L’inizio, il progresso, la perfezione
Un confronto con Prin 1, 2, 1-13
PARTE TERZA. DAL DESIDERIO INCOMPIUTO ALLA PERFEZIONE DELLA CARITÀ
IL DESIDERIO CHE RIMANE INCOMPIUTO
«Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia» (Jo 1, 16)
Ascoltare, osservare, comprendere la parola
IL DESIDERIO CHE CERCA COMPIMENTO
Il pozzo e la sorgente
Le Scritture e il Logos
IL DESIDERIO CHE HA COMPIMENTO
Figli del diavolo e figli di Dio
«Voi avete per padre il diavolo» (Jo 8, 44)
«Volete fare i desideri del padre vostro» (Jo 8, 44)
LA PERFEZIONE DELLA CARITÀ
La cena e la lavanda dei piedi
Il traditore
Il discepolo amato
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
INDICE DELLE FONTI ANTICHE
Il libro raccoglie gli articoli e i contributi per convegni e miscellanee più significativi che l’autore ha prodotto lungo gli anni della sua carriera accademica. Il filo conduttore della raccolta è il profetismo biblico nella sua qualità di operazione letteraria originale, in particolare di quella che gli studiosi chiamano l’attività redazionale del deuteronomismo. Il movimento o scuola scribale che ha creato una gran parte della letteratura biblica, sia quella storica che quella propriamente profetica, è la testimonianza della razionalità del genio ebraico che medita sulla sua storia: una solida fede dall’anima etica rivestita dell’armatura della ragione.
L'esegesi recente sui Profeti Minori si è concentrata nello studio del loro processo compositivo in quanto collezione di opere distinte e interconnesse. In sintonia con questa prospettiva di lavoro la tesi intende accostare le similitudini a livello linguistico, espressivo, strutturale e tematico fra i libri di Gioele e Amos con particolare attenzione per le sezioni introduttorie e conclusive. La dissertazione studia le predette "somiglianze" per comprovare la loro origine redazionale e comprenderne le motivazioni. Si rileva in questo modo l'esistenza di un'ampia opera di redazione, orientata alla connessione degli scritti e alla sinergia delle rispettive predicazioni. La tesi approccia poi i libri in prospettiva tematica, accertando su quali fronti di contenuto si costruisca tale sinergia. Vengono ravvisate due tematiche (il Giorno di JHWH, il rapporto Israele-nazioni), in relazione alle quali gli scritti precisamente entrano "in dialogo". La connessione redazionale delle opere conduce così all'"integrazione" delle rispettive teologie. Il .dialogo. emergente consente in ultima istanza di evidenziare la differente attitudine di Israele in relazione alla predicazione di ciascun profeta. Mostrando le modalità antitetiche, secondo cui la libertà può disporsi di fronte al progetto di Dio, questa sezione della collezione illustra le possibilità straordinarie e terribili, insite nel libero disporsi dell'uomo.
Pietro, Paolo e Gesù: vite parallele? Da decenni gli interpreti di Luca-Atti individuano parallelismi tra Pietro e Paolo e tra i due apostoli e il Gesù del terzo vangelo. Tale fenomeno attesta la familiarità di Luca con la synkrisis, tecnica di modellizzazione letteraria finalizzata alla comparazione dei personaggi e consacrata da Plutarco nelle Vite Parallele. Il presente saggio considera le sezioni terminali delle narrazioni relative ai due maggiori personaggi degli Atti - cioè il racconto della liberazione di Pietro dal carcere (12,1-23) e la narrazione del viaggio di Paolo prigioniero verso Roma (27,1-28,16) - ed evidenzia le corrispondenze con l'epilogo delle vicende cristologiche riportate nel terzo vangelo (Lc 22-24). In ragione della propria collocazione, tali testi costituiscono il vertice della suddetta synkrisis, definendone l'estensione e il funzionamento. In un'epoca in cui cominciavano a "piovere" critiche nei confronti del movimento cristiano, Luca ha difeso l'affidabilità dell'Evangelo (cf. Lc 1,4), mostrando non solo che Gesù fu fedele alla religione dei padri e alle Sante Scritture, portandole a compimento, ma che anche i suoi discepoli furono fedeli, con l'insegnamento e con la vita, al loro Maestro (cf. Lc 6,40): sia i testimoni oculari della prima generazione, come Pietro, sia quelli della seconda, come Paolo, figura esemplare per il lettore di ogni tempo.
Primo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Al presente volume hanno collaborato, in particolare: Alfredo Sabato Toaff (Genesi), Dario Disegni (Esodo), Menachem Emanuele Artom (Levitico), Ermanno Friedenthal (Numeri), Elio Toaff (Deuteronomio), Elia Samuele Artom (Haftaroth), Alfredo Ravenna (Indici).

