
Il silenzio si presenta come fenomeno culturale complesso che può essere, oggi come nell'antichità, interpretato dai punti di vista più disparati e definito nei modi più diversi. Nel suo studio Francesco Zanella si sofferma sugli aspetti principali della riflessione filosofica e teologica riguardo al silenzio nell'antichità tarda, in particolar modo nelle fonti letterarie del mondo classico, del cristianesimo, dello gnosticismo e dell'ebraismo. Intento del saggio è di fare emergere le relazioni, anche conflittuali, fra i diversi ambiti culturali, religiosi e letterari investigati, così da far luce su dinamiche al centro della storia delle idee nel mondo antico e tardoantico, della loro trasmissione e circolazione.
L'opera raccoglie i contributi che colleghi ed ex allievi hanno dedicato a Giovanni Garbini in due giornate tra la fine del 2019 e gli inizi del 2020, l'una all'Accademia Nazionale dei Lincei, la seconda all'Università «La Sapienza» di Roma. I diversi saggi ripercorrono i filoni di ricerca principali dell'eminente semitista e grande innovatore dello studio della Bibbia e dell'Israele antico, e fanno emergere la visione stimolante e spesso coraggiosa dello studioso e del maestro. A questa i ricordi personali aggiungono l'immagine di una personalità coinvolgente che coniugava la dedizione alla ricerca con doti umane particolarmente vive, doti imprescindibili di una figura indimenticabile.
In quanto potenza politica egemonica, Roma incideva in grande misura sugli sviluppi culturali e religiosi nel suo impero, tanto più che nella visuale della religione propria dei romani la loro dominazione si doveva alla benevolenza degli dei. Anche per tali ragioni in questo libro si presta particolare attenzione alla politica religiosa dei romani e ai suoi rapporti con le posizioni religiose adottata dalle comunità giudaiche e da quelle cristiane della prima ora. In questa prospettiva, da una parte non si è trascurata alcuna delle problematiche fondamentali e della letteratura corrispondente; dall'altra si è mirato a formulare e documentare in termini chiari una problematica che è di primaria importanza anche per la questione della cosiddetta «separazione» delle strade.
Che cosa dice veramente il racconto su Adamo, Eva, il serpente e il frutto proibito? Per secoli è stato una pietra angolare per la dottrina cristiana del "peccato originale". Negli ultimi anni molti studiosi hanno però contestato questa interpretazione abituale, perché in Genesi 3 non si parla di peccato, trasgressione, disobbedienza o punizione, ma si delineano i tratti della condizione umana - nel bene e nel male. Eppure il quadro è troppo complesso e strutturato per essere liquidato in maniera così semplice. Smith analizza magistralmente sia il racconto biblico che la storia della sua ricezione; esamina il controverso concetto di "caduta", presente nella tradizione ebraica e sviluppato nei primi secoli dal cristianesimo; dimostra che il racconto del "paradiso terrestre" costituisce un'esplorazione del desiderio e della bontà, del peccato e del male negli esseri umani, posti in relazione a Dio. Sicché lo specialista americano stimola a comprendere il concetto di peccato originale a partire dalla Bibbia, andando oltre le interpretazioni tradizionali o quelle moderne. E da una lettura attenta e ben informata deduce che è meglio parlare di "ricaduta", piuttosto che di "caduta". «Questo libro suscita più domande di quanto non dia risposte; e non potrebbe essere altrimenti. Ma a coloro che sono interessati a ulteriori esplorazioni, esso offre anche una enorme ricchezza di risorse» (Christopher B. Hays). Un'analisi esegetica stimolante, proposta con una scrittura fluida e incisiva.
Su Gesù esiste un'INFINITà di libri. Molti però puntano sul sensazionalismo o si limitano a sollevare questioni di interesse meramente storico. La vera sfida risiede invece nel dramma religioso creato dalla vita, morte e risurrezione di Gesù di Nazaret: e per decodificarlo occorre ricostruire il messaggio del Nazareno, andando a riscoprire le sue motivazioni, i suoi stati d'animo, il suo vissuto.
Frutto di una profonda erudizione e al tempo stesso accessibile a tutti, ecco un libro mai scontato o banale, scritto da un eminente biblista e teologo sistematico.
Dalla quarta di copertina:
Molto di ciò che si vede o legge a proposito di GeSù è deliberatamente sensazionalistico o evasivo. Produttori e scrittori sollevano questioni di interesse meramente storico, mettono in evidenza questioni banali o dichiarano che la reale verità è stata insabbiata per secoli. Sono disposti a tutto, tranne che ad affrontare la sfida contenuta nel fondamentale dramma religioso creato dalla vita, morte e risurrezione di Gesù di Nazaret (Gerald O'Collins sj).
Esistono molti libri su Gesù. Ma pochi tentano di raccontarci come egli era in realtà. Raramente i vangeli menzionano le sue motivazioni o i suoi stati d'animo. Eppure, oltre a consentirci di ricostruire gran parte del messaggio e dell'impatto di Gesù, ce ne lasciano intravedere di tanto in tanto i sentimenti e le intenzioni.
In questo libro il tema va affrontato da un eminente biblista e teologo sistematico.
Un ritratto di Gesù che è allo stesso tempo accessibile e frutto di una profonda erudizione. Il tocco di O'Collins è sicuro. Leggere Gesù: un ritratto è una delizia (Timothy Radcliffe, autore de Il punto focale del cristianesimo).
Gerald O'Collins è uno di quei rari teologi cristiani che sono in grado di unire alla profonda erudizione un linguaggio accessibile e l'esperienza personale (Lord Carey, arcivescovo emerito di Canterbury).
Esiste un "umorismo" da parte di Gesù? Certo: il Nazareno vi ricorre in modo mirato per accentuare il suo messaggio in modo memorabile. Assurdità, provocazioni, contrasti, esagerazioni, contraddizioni, sproporzioni, scherno divengono strumento di critica profetica: se Gesù esagera, è perché si possa riconoscere la verità; se distorce le cose, è perché si impari a vedere bene; se inverte grande e piccolo, è per indicare le giuste priorità. Attendo osservatore della vita di ogni giorno, Gesù avrà senz'altro riso (ne parlano i vangeli apocrifi), ma soprattutto ha indotto gli altri al riso, per trarli in salvo dal labirinto in cui si erano smarriti. da questa risata liberatoria deriva per Berger un approccio speciale e straordinario a Gesù. Il suo umorismo stimola l'immaginazione e mostra benevolenza verso gli animali; a volte è grottesco, ma mai offensivo, a volte è beffardo, ma non irrispettoso; sempre risulta illuminante. Perché lo humor è la fonte di tutta la saggezza di Gesù. Berger ritorna su Gesù: il Gesù che rivela le nostre contraddizioni, smaschera la nostra ipocrisia e svela le proporzioni del regno di Dio. Perché, in ultima analisi, la religione non è pericolosa, in sé; pericolosa lo è solo la religione senza umorismo.
In questo libro sono collezionate venti domande su personaggi strani e situazioni enigmatiche che compaiono nei racconti biblici. Ariel Álvarez Valdés, studioso argentino già noto in Italia, scandaglia il materiale con competenza, aiutando non tanto ad analizzare il Libro dei libri, quanto ad approfondire quelle storie sorprendenti perché siano meno ermetiche. E ne svela, così, il lato più appassionante. Chi era Lilit? Com'è nato il racconto dell'esodo? Perché la Bibbia narra tre morti del re Saul? Qual è il libro più triste dell'Antico Testamento? Gesù predicava in parabole o con allegorie? Quando è stato scritto l'episodio dell'adultera? Gesù è entrato a Gerusalemme acclamato dalla folla? La Vergine Maria stava presso la croce di Gesù? Perché Marco ha abbandonato Paolo nel suo primo viaggio missionario? Giuda ha scritto uno dei libri della Bibbia? Chi è l'unica profetessa ad avere guidato un esercito in battaglia? Il re Davide era omosessuale? Chi è stato il primo falso profeta? Qual è il salmo più triste della Bibbia? Il Magnificat è stato composto da Maria? Perché Gesù non è stato accompagnato da sua madre durante la vita pubblica? Che senso ha la parabola del seminatore? Che cosa è veramente accaduto durante la trasfigurazione? La croce di Gesù era sormontata da un cartello scritto in tre lingue? Che fine ha fatto la lettera scritta da Paolo «tra molte lacrime»?
L'obiettivo principale di una introduzione alla Sacra Scrittura consiste nel favorire l'acquisizione di categorie concettuali solide, in ordine alle problematiche maggiori che soggiacciono alla lettura del testo sacro. Al tempo stesso, tale disciplina intende offrire criteri di discernimento atti a rendere più consapevole e critica la pratica interpretativa, in modo da evitare il rischio di una esegesi sganciata dalla riflessione ermeneutica. Il volume affronta le questioni fondamentali della rivelazione e dell'ispirazione, al fine di porre le basi per una comprensione della relazione in atto tra Dio e i suoi profeti all'interno della Bibbia. In seguito, viene analizzata L'interpretazione della Sacra Scrittura da parte dei lettori di ieri e di oggi, sicuramente la tematica più discussa all'interno dell'attuale contesto culturale. Una particolare attenzione è rivolta al rapporto tra Scrittura e Tradizione, al Canone, alle questioni centrali della verità biblica, ai sensi della Scrittura ispirata.
Che cosa è un testo sacro? Quali sono i criteri che definiscono un testo come "sacro"? Come si è formato il concetto di "canone" in riferimento ad un testo sacro e come viene interpretato nei diversi contesti religiosi? Che differenza esiste tra "demitizzazione" e "demitologizzazione? E quale ruolo assume il testo sacro nello sviluppo della vita religiosa e sociale dei credenti? Sono queste solo alcune delle questioni affrontate nel volume, con il contributo di specialisti delle varie discipline, in una prospettiva interdisciplinare volta all'esame non solo dell'ambiente giudaico-cristiano e islamico ma anche delle forme religiose arcaiche che paiono oggi scomparse. I temi legati all'origine del testo sacro, alla sua recezione, canonizzazione e interpretazione, nonché all'influsso che esercita tuttora sulla vita dei credenti sono quanto mai attuali e complessi. Ad essi è stato dedicato un importante convegno di studi, da cui il volume trae origine, che si è tenuto presso l'Università di Roma Tre (26-27 nov. 2004), promosso ed organizzato dai docenti di varie Università (Roma Tre, La Sapienza, Tor Vergata, Pontificia Università Urbaniana, Facoltà Valdese di Teologia, pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica)
Discendente di una famiglia di rabbini, Taubes esordisce govanissimo con un importante libro sulle concezioni apocalittiche ed escatologiche della storia, da Giovanni a Gioacchino da Fiore fino a Marx e Kierkegaard, cui seguono lunghi anni di silenzio durante i quali egli si impone come un autorevole "maestro orale": è intorno al suo istituto a Berlino che, sul finire degli anni Sessanta, si raccolgono i leader della rivolta studentesca. E a lui fanno capo numerose iniziative di grande rilievo.
Questo libro racconta una storia che comincia prima di Adamo e finisce dopo di noi, attraversando la Bibbia da capo a fondo, come un mondo a sé. Dove un uomo, che si chiamava Saul, può diventare il primo re di un popolo perché il padre lo aveva mandato a cercare certe asine smarrite. Dove la regina di un remoto regno africano guida per tre anni una carovana foltissima, composta da giovani e giovanette vestiti di porpora, nonché da animali e spezie in quantità, per rispondere all'invito del re di Gerusalemme e porgli alcune domande. E dove un altro uomo, che si chiamava Abramo, udì queste parole da una voce divina: «Va' via dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre verso il paese che ti mostrerò». Parole che rintoccano in tutta la Bibbia, storia di un distacco e di una promessa, seguiti da altri distacchi e nuove promesse. Il succedersi dei nomi e dei fatti è turbinoso, spesso sconvolgente. E ogni volta la grazia e la colpa, l'elezione e la condanna appaiono intessute nelle vite dei singoli e della loro stirpe.

