
Quando guardiamo al cosmo, quando pensiamo al mondo, siamo immediatamente proiettati all’interno di una serie infinita di tensioni polari: tra singolare e plurale, tra particolare e universale, tra me e l’altro, tra noi e gli altri, tra una cosa e un’altra.
Alla luce di questa percezione di unità e varietà nel mondo, questo ottavo volume della collana Scritture esamina sei coppie polari, di cui l’alterità è la nota comune.
Il tema uomo/donna, che ci riporta al momento della creazione di Dio narrato in Gen 1,26-28; 2,7.22-24, si avvale dei contributi di Gioietta Casella, Nuria Calduch-Benages, Daniella Iannotta, Leila Karami, Fausto Tardelli e Ilaria Vietina.
L’indagine attorno al rapporto umano/divino, a partire dal testo di Gv 1,1-5.14.16-18, si avvale dei contributi di Piergiorgio Paolini, elio Andriuoli, Gian- franco Calabrese, Franco Cardini, Krzysztof Zanussi e Severino Dianich.
Il terzo tema, quello che considera il confronto singolo/comunità sullo sfondo del racconto di Es 18,13-27, è stato trattato da Bernardo Gianluigi Boschi, dalle Sorelle Clarisse di Cortona, Mauro Magatti, Yahya SergioYahe Pallavicini, Raffaele Savigni e Teresa Benedetta Di Muro. Il racconto biblico di Gen 11,1-9, che introduce il tema umanità/natura, è commentato da Federico Giuntoli, Giorgio Bonaccorso, Lodovico Galleni, Marco Ivaldo, Bruto Dario Pomodoro e Alessandro Sesti.
La tematica del rapporto ricco/povero, dischiusa dalle Beatitudini di Lc 6,20-26, è approfondita da Salvatore M.Sessa, Luciano Boggio, Giorgio Campanini, Giuseppe Conoscenti, Debora Pioli e Arturo Paoli.
Infine, Marcello Milani, Ornella Ciccone, Ignazio R. Marino, Carlo Giraldi, Riccarda Lazzari e Ilaria Meoli si confrontano sul tema sano/malato, illuminato dal brano evangelico di Gv 9,1-7.39-41.
Destinatari
Larghissimo pubblico.
Curatori
Piero Ciardella, Maurizio Gronchi.
Lo sguardo di Gesù sa cogliere i particolari, sa vedere oltre, in profondità. Questo atteggiamento dona la capacità di leggere nel cuore, cogliere aspetti della vita che ad altri sfuggono. L’autore propone la lettura e la meditazione di alcune scene del Vangelo ove si coglie uno «sguardo» particolare di Gesù e offre, come commento di attualizzazione, pagine tratte dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco, che invita a «dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione, ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana».
Il libro è una riscrittura narrativa del libro biblico di Rut. Donna pronta a mettersi in cammino in cerca di qualcosa che ancora non conosce, Rut è la straniera: da Moab giunge a Betlemme insieme alla suocera Noemi. Qui trova la forza di reagire a un passato difficile; lavora nei campi di grano, uno spazio in cui mettere a frutto le proprie qualità. Trasforma il piano di Noemi che poco le conviene in qualcosa che le permetta di rimanere fedele a sé stessa. Poi si fa da parte e lascia fare, aspettando che la vita si dispieghi. Al racconto seguono diverse annotazioni che mettono in luce alcune caratteristiche della storia, permettendo di approfondire la riflessione.
12 studi biblici individuali o di gruppo con suggerimenti per i moderatori.
Da quasi due millenni Giuda è l'emblema stesso del tradimento e della perfidia. Ai tratti negativi disseminati nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli si sono assommate nel corso dei secoli caratteristiche altrettanto infelici tramite i commenti e le rappresentazioni artistiche. In una chiave ermeneutica segnata da una crescente demonizzazione, Giuda è stato identificato come il rappresentante per eccellenza del popolo ebraico, il popolo "deicida". D'altra parte nei testi più antichi - le Lettere apostoliche, le lettere di Shaul/Paolo, l'Apocalisse - non compare nessun riferimento all'apostolo che avrebbe svolto un ruolo così decisivo nella storia della Redenzione. A partire dalla constatazione che il verbo greco paradídomi non significa 'tradire' ma 'consegnare', gli autori propongono una nuova interpretazione della figura di Giuda e dei motivi che lo avrebbero indotto a consegnare Yeshua/Gesù alle autorità templari.
Gli scritti religiosi di Newton sono databili tra il 1660 e il 1680. Tenuti nascosti per secoli, ora tornano finalmente alla luce. Considerati come opera senile, se non minore, il reale motivo di tale colpevole dimenticanza è certamente il fatto "sconcertante" che Newton assegnasse alle Scritture un valore conoscitivo non dissimile da quello scientifico e che applicasse in questa lettura dell'Apocalisse e dei libri profetici lo stesso metodo deduttivo che ha trionfato nella sua opera fondamentale, i Principia Mathematica. Le Scritture diventano così strumento di dimostrazione e di conoscenza razionale delle verità ultime. Trascritta direttamente dai manoscritti originali, corredata da un'ampia introduzione e dal testo inglese a fronte, quest'opera si propone come un importante contributo alla conoscenza del grande Newton.

