
Il cammino del popolo di Israele dalla schiavitù alla libertà nelle parole del Papa. Attraverso l'esperienza dell'Esodo e dell'Alleanza, il Signore ha chiamato il Suo popolo alla libertà dei figli di Dio, la libertà di amare e di scegliere il bene. Al centro dell'Esodo ci sono le Dieci Parole, e al cuore delle Dieci Parole c'è la libertà. Sono proprio le Dieci Parole a sbarrare la strada che riporta in Egitto, alla schiavitù, e ad aprire alla libertà che va celebrata facendoci liberatori a nostra volta; un richiamo a vivere tutti l'esodo che conduce dalla liberazione alla libertà del servizio.
La preghiera dei Salmi nelle parole del Papa. Se Dio parla all’uomo, anche l’uomo parla a Dio e il Salterio raccoglie preziose preghiere che riflettono gioia, dolore, scoraggiamento, fiducia, abbandono, supplica, ringraziamento… l’intera Storia dell’uomo.
La visione della Sapienza di Dio nelle parole del Papa. Colei che è stata assistente, compagna e consigliera di Dio nella Creazione, diviene compagna degli uomini dopo di essa. Se dunque la Creazione è l'opera che Dio ha realizzato con la Sapienza, essa continua a essere donata all'uomo per guidarlo nella vita come aiuto, fortezza e sostegno. In questi libri biblici è illustrata l'esperienza critica della vita, un'esperienza che nasce dalla fede e la mette in discussione. Attraversando il quotidiano, con le sue gioie e i suoi dolori, l'uomo è chiamato a leggere la propria vita e le proprie vicende scoprendo in esse la Sapienza che è stata riversata in ogni creatura, fino a giungere al punto di vedere il mondo con gli occhi di Dio.
Leggere il Vangelo insieme al papa. Il Vangelo di Marco, il secondo dei sinottici nell'ordine canonico, commentato da papa Francesco, passo dopo passo, ripercorrendo gran parte dei momenti della vita e della predicazione di Gesù. Il commento del Papa mette in luce il significato dei brani evangelici per gli uomini del nostro tempo, alla luce del messaggio di misericordia e di apertura alle periferie sociali ed esistenziali portato avanti dal Papa. Il Vangelo diviene così concreto strumento di ausilio per la pratica della lectio divina, guida quotidiana per i momenti bui, dono di gioia per gli attimi più lieti, e soprattutto sentiero per quella santità della vita quotidiana dischiusa dall'ascolto della Parola.
"Ascoltare la Parola di Dio è leggere e dire: Ma a me questo che dice, al mio cuore? Dio cosa sta dicendo a me, con questa parola? E la nostra vita cambia". Papa Francesco ha ripetuto spesso questa esortazione nel corso della sua predicazione, fino a farne uno degli assi portanti della sua azione pastorale: essere cristiani vuol dire mettere il Vangelo al centro della propria vita quotidiana, non come studio astratto, ma come concreto confronto e dialogo giornaliero con Gesù, con il suo insegnamento e con il suo esempio. Ecco allora tutto il testo del Vangelo di Luca, intervallato dalle meditazioni e dalle omelie che, a Santa Marta, a San Pietro e in altre occasioni, papa Francesco ha dedicato a questo Vangelo.
Il vangelo di Giovanni, da molti considerato il più bello, da altri il più complesso e profondo, letto, spiegato e commentato passo dopo passo da papa Francesco. Cos'è, cosa rappresenta per noi la Luce che viene nel mondo, che scende a rischiarare le tenebre? Come dobbiamo fare per riconoscere ogni giorno il Verbo negli altri uomini, negli ultimi, in tutta la creazione? Francesco riflette sul grande mistero che sta al cuore della fede e, con semplicità, ne attualizza il significato per le nostre vite, in un'epoca in cui è apparentemente difficile trovare le tracce del divino nel mondo. Il papa esorta a mettere le Scritture, e in primo luogo la Parola di Gesù, al centro del cammino spirituale di ogni cristiano e le propone alla ricerca del senso di una società in crisi, esortando ognuno a non scoraggiarsi e a cercare, con gioia, lo spirito di Dio in tutte le cose.
Leggere il vangelo insieme al papa. Il vangelo di Matteo, il primo dei sinottici nell'ordine canonico, commentato da papa Francesco, passo dopo passo, ripercorrendo gran parte dei momenti della vita e della predicazione di Gesù. Il commento del papa fa emergere il significato dei brani evangelici per gli uomini del nostro tempo, alla luce del messaggio di misericordia e di apertura alle periferie sociali ed esistenziali che caratterizza questo pontificato. Il vangelo diviene così concreto strumento di ausilio per la pratica della lectio divina, guida quotidiana per i momenti bui, dono di gioia per gli attimi più lieti, e soprattutto sentiero per quella santità della vita quotidiana dischiusa dall'ascolto della Parola. Con la curatela dell'esegeta, esperto del vangelo di Matteo, professor don Santi Grasso. Selezione dei testi a cura di Alessandra Peri.
È la comune esperienza della conversione ad avvicinare John Henry Newman a Paolo di Tarso, a cui il religioso anglicano dedica i quattro sermoni qui raccolti. La conversione di san Paolo risale al 1831, quando Newman è ancora attivo nel Movimento di
Oxford; lo schema su san Paolo missionario è del 1851, mentre Il dono caratteristico di san Paolo e Il dono della simpatia di san Paolo sono tenuti a Dublino nel 1857. L’appassionata riflessione di Newman sul rapporto fra la natura umana e la grazia divina che alimenta la santità è ancora più significativa oggi, quando egli stesso è destinato ad essere proclamato Santo.
John Henry Newman
(Londra, 1801 – Birmingham, 1890) Scrittore molto prolifico in teologia, filosofia, storia, ma anche predicatore affascinante, poeta e romanziere raffinato, polemista arguto, Newman fu figura prestigiosa dell’Università di Oxford e della Chiesa Anglicana, prima di essere ricevuto nella Chiesa Cattolica (1845), all’interno della quale sarà sacerdote (1847) e cardinale (1879), oltre che padre invisibile del Concilio Vaticano II. Tra le sue opere vanno ricordati gli studi sulle origini del Cristianesimo; i Sermoni Universitari (1843); i discorsi e le conferenze che accompagnarono la nascita dell’Università Cattolica in Irlanda; l’autobiografia spirituale Apologia pro vita sua (1864); e soprattutto la Grammatica dell’assenso (1870), vera e propria fenomenologia dell’atto di fede come esercizio della ragione, e la Lettera al Duca di Norfolk (1875), che fa di Newman il “Dottore della coscienza”.
«Il mondo intero non è degno del giorno in cui il Cantico dei cantici fu donato a Israele». Rabbi Achivà commentava così l'eccezionalità di un poema difficilmente situabile, che oggi appartiene non solo al canone biblico ma alla letteratura universale. Poema erotico-pastorale che celebra l'amore umano? Dialogo d'amore tra Dio e il suo popolo? Colloquio intimo tra il Signore e ciascun essere umano? Chi sono l'amante e l'amata che fremono, palpitano e si toccano, e poi si rincorrono, si cercano, si perdono e si ritrovano? Verso dopo verso, sondando i segreti delle parole ebraiche originali, Teresa Forcades ci invita a un'apertura ermeneutica audace e arrischiata. Mentre ci restituisce il contesto storico e scandaglia le diverse traduzioni e le infinite letture offerte nel corso dei secoli, l'autrice commenta il testo in un'analisi tanto rigorosa quanto appassionata, e coglie nella ricerca d'amore che il Cantico mette in scena una sensibilità specificamente femminile, un nuovo posto per la donna e l'assoluta centralità del corpo e del desiderio, tanto umano quanto divino.
Quali sono i legami dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli con l'ambiente ebraico d'origine? È possibile rintracciare, attraverso il greco della koiné, le parole e le espressioni che consentono di risalire al contesto culturale e spirituale dell'ebraismo in cui viveva Yeshua ben Yosef (Gesù)? Yeshua, infatti, non parlava né in greco né in latino, ma in ebraico e in aramaico. Questo libro affronta con estremo rigore la sfida di rispondere a tali interrogativi, permettendoci così di scoprire - grazie a una nuova traduzione dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli - l'universo religioso e culturale in cui si è formato Yeshua. Poiché l'antigiudaismo ha avuto, e continua ad avere, un ruolo rilevante nella storia degli ebrei, abbiamo un motivo essenziale per studiare i testi cristiani: come è possibile che esso tragga origine e si alimenti dell'insegnamento di un giudeo come Yeshua? Piuttosto che declamare solenni e retoriche condanne dell'antisemitismo, i curatori del volume sono convinti che occorra un paziente lavoro di studio dei testi per scoprire le modalità attraverso le quali l'antigiudaismo si è inserito in scritti originariamente giudaici.
Il valore politico e (inter)religioso del primo viaggio apostolico del papa in un Paese a maggioranza sciita: l'Iraq.
Le Lettere cattoliche, la Didachè, la Lettera agli Ebrei e l'Apocalisse vengono qui lette nel quadro del loro contesto storico, profondamente segnato dall'oppressione roana e poi dalla distruzione di Gerusalemme e del Tempio. Le Lettere costituiscono un prezioso documento della vita delle prime Comunità messianiche, quando ancora non esisteva frattura tra ebraismo e cristianesimo. Nella stessa linea si interpreta anche l'Apocalisse, affasciante per la ricchezza del suo simbolismo, ma anche ancorata molto concretamente alla drammatica situazione storica, un'opera che non invita a una fuga dalla realtà o a un compromesso con il potere, ma, al contrario, esorta a restare in attesa della Venuta.