
Anziché privilegiare un più classico approccio storico, in questo commentario Mark A. Throntveit affronta una lettura teologica di "Esdra e Neemia" e ne enfatizza il carattere di racconto. "Esdra e Neemia" si rivolge a una comunità che, dopo i terribili eventi del 587 a.C. - la fine della monarchia davidica, la distruzione del Tempio di Gerusalemme e l'esilio a Babilonia -, vede riaccesa la speranza che le antiche promesse fatte ad Abramo e Davide possano ancora realizzarsi. Raccontando l'impegno di Zorobabele, "Esdra e Neemia" per la ricostruzione del Tempio e delle mura di Gerusalemme, il testo biblico afferma così con forza che la comunità post-esilica è in stretta continuità con gli antenati pre-esilici.
Tutti avvertiamo il bisogno di "istruzioni per l'uso" nella nostra vita. Molti cercano modelli nella televisione, sui social, qualcuno nei libri... Marco Tibaldi propone come modello proprio un libro, o meglio il Libro, mostrando come la Bibbia, molto tempo prima dei reality, si sia occupata delle questioni fondamentali dell'esistenza. I due "pensionati" Abramo e Sara, il "truffatore" Esaù, Mosè il liberatore e Naaman "il barbaro" sono alcuni dei personaggi messi in scena. Le storie prendono vita e parlano ai lettori, che scoprono da una parte l'intensa e continua decisione di Dio di non dimenticarsi mai dell'uomo, di chiamare, insistere, forzare la mano per farsi notare. E dall'altra, la cocciutaggine di uomini, donne e popoli interi che sembrano determinati a sfuggire per non farsi prendere ma che, in modo inesorabile, si ritrovano sempre davanti a una cruciale decisione che cambierà il loro destino. E questo - sembra dire Tibaldi con il suo modo leggero, ironico, comico e tragico insieme - accade ancora oggi.
Tutti avvertiamo talvolta il bisogno di "istruzioni per l'uso" nella nostra vita. Molti cercano modelli nella televisione, sui social, qualcuno nei libri... Marco Tibaldi propone come modello proprio un libro, o meglio il Libro, mostrando come la Bibbia, molto prima dei reality, si sia occupata delle questioni fondamentali dell'esistenza. I due "pensionati" Abramo e Sara, il "truffatore" Giacobbe, Mosè il liberatore e Naaman "il barbaro" sono alcuni dei personaggi messi in scena. Le storie prendono vita e parlano ai lettori, che scoprono l'intensa e continua decisione di Dio di non dimenticarsi mai dell'uomo. Le più belle storie della Bibbia rilette in chiave contemporanea. Perché il Libro parla ancora oggi a tutti noi, e ha ancora molto da dire.
Le donne appaiono nella trama biblica in luoghi e ruoli chiave. Nell'AT troviamo Eva in Eden; le matriarche Sara, Rebecca e Lea e Rachele; al tempo dei giudici Debora e Rut; la profetessa Cula al tempo della riforma di Giosia; la donna virtuosa di Proverbi e quella sensuale del Cantico dei Cantici. Nei Vangeli molte donne sono coinvolte nella vicenda terrena di Gesù, non ultime Maria sua madre e le prime testimoni della risurrezione. Nel libro degli Atti troviamo Lidia e Priscilla, l'indomita insegnante. Entrambi i Testamenti contemplano svariati insegnamento sulla vita e e sul ministero femminile nella preghiera, nel culto, nel matrimonio e nella leadership. Derek and Dianne Tidball, consapevoli della complessità dei dati, delle sfide e delle controversie cercano un approccio umile e integro al testo biblico nel mentre si confrontano con un tema molto caldo, anche per il cristianesimo contemporaneo. Derek Tidball, è Visiting Scholar, presso lo Spurgeon College, di Londra; Dianne Tidball è Regional Minister (Team Leader), della East Midlands Baptist Association.
Un commento all'Apocalisse visto, prima di ogni altra cosa, come libro profondamente cristologico. Il volume presenta nelle pagine di sinistra l'intero testo nella versione Cei. Nelle pagine di destra viene proposta una lettura attenta capace di rivelare, al di là dei simboli, dei numeri, degli animali fantastici e delle scene strabilianti, l'esistenza di un tema centrale: la gloria di Gesù.
Il volume analizza la natura e l'origine della fraternita di Gesu cosi come viene posta ed affermata nel Vangelo di Marco (3,31-35). Il nucleo centrale della sezione analizzata del Vangelo di Marco e l'affermazione-costituzione della nuova fraternita, della nuova famiglia di Gesu. E' con la parola efficace che Gesu proclama e costituisce la sua nuova fraternita-famiglia. Egli non si autodefinisce fratello, anche se lo afferma implicitamente, riconoscendo suoi" madre e fratello coloro che gli stanno intorno, e "suo" fratello, sorella e madre chi fa la volonta di Dio. "
Questo libro ha il solo scopo di riabilitare Eva, vergognosamente infangata fin dalla creazione del mondo. Prefazione di Brigitte Bardot.
Giona è uno strano tipo di profeta, un uomo in fuga dal proprio compito e dal proprio destino, refrattario alle richieste del suo Dio. La sua storia mette in scena, in quattro brevissimi capitoli, un'esperienza universale: per ciascuno di noi esiste una chiamata e affrontarla è una delle sfide più importanti della nostra vita.
José Tolentino Mendonça, tra i massimi esponenti della cultura portoghese, rilegge in maniera sorprendente l'episodio della peccatrice raccontato da Luca (7,36-50). Il testo nasce dall'incontro con il libro Vita di Gesù di Shusaku Endo. Comune ai due autori è la convinzione che la vicenda della peccatrice sia un momento centrale nel Vangelo di Luca, più efficace di molti altri nel trasmettere Gesù, anche più delle storie di miracoli, perché dà di Lui un'immagine viva, sorprendente e reale. Si tratta di uno degli episodi dei Vangeli di più difficile interpretazione, ma al tempo stesso è impossibile non ammirarne i personaggi, l'architettura narrativa, la vivacità. Un brano che illumina in modo inatteso la figura di Gesù, recuperando e gettando nuovamente i fili della sua identità, svelando e al tempo stesso addensando il mistero. Il saggio di José Tolentino Mendonça permette al lettore di approcciarsi al brano da un punto di vista innovativo e di cogliere appieno la sua bellezza e la grande misericordia di Cristo.
Pur essendo il suo nome conosciuto da tutti, Paolo di Tarso difficilmente viene immaginato come figura rilevante al di là del recinto confessionale. Eppure, è sua una delle operazioni teologiche più creative e complesse di sempre: la traduzione culturale del messaggio cristiano, con l'avvento di una nuova coscienza di sé e un'appartenenza non più di sangue o etnica, ma spirituale, egualitaria, universale. A partire dalla prima metamorfosi, quella di Paolo stesso di fronte alla luce accecante che lo disarciona da sé sulla strada di Damasco, niente sarà più come prima. Nelle sue azioni e nelle sue parole, il tessuto sociale e politico, i paradigmi etici, le idee teologiche del tempo subiscono una cesura, un'interruzione, e si impone la necessità di mettersi in cammino per reinventare il modo di vivere, di pensare, di agire, accogliendo idee e linguaggi nuovi, sconcertanti e illuminanti. E non vale allora la pena di conoscerlo meglio questo ebreo-romano catturato dal Cristo, questo inventore della letteratura cristiana, questo infaticabile pellegrino costruttore di comunità? José Tolentino Mendonça ci dice di sì, tracciando un ritratto efficace di Paolo e del suo pensiero plastico, capace di adottare e adattare modelli e idee con lo sguardo sempre fisso sulla novità di Gesù Cristo. Un esempio e uno stimolo per ripensarci anche oggi, nella stagione che stiamo vivendo come cristiani e come Chiesa, e non solo. Per aprire la breccia di una metamorfosi necessaria a partire dalla quale riformulare una grammatica del credere senza automatismi, in costruzione continua; dar vita a una comunione di fede concreta, mai astratta, sinodale nella molteplicità dei doni e dei carismi; essere sempre, come dice Tolentino, «in stato di ripartenza», non semplici testimoni, ma documenti del futuro.
Valorizzare il tutto senza dimenticare il frammento, salutare i giorni senza tralasciare le ore, narrare il viaggio ma testimoniare anche il contributo del singolo passo, amare il pane ma gustare anche il sapore delle briciole. Il cardinale poeta José Tolentino Mendonça ci mette di fronte alle piccole, decisive esperienze che ognuno di noi può trovare nel cerchio quotidiano della sua vita. Perché non è, come spesso pensiamo, una questione di quantità. La 'briciola' (un inaspettato gesto gentile o un pizzico di follia nell'ordinario, un pezzetto d'eternità nei colori dell'autunno o una preziosa pausa di pace tra le ferite dei giorni...) non rappresenta affatto un resto minimo, qualcosa di cui dobbiamo accontentarci con l'amaro in bocca della grande occasione mancata. La 'briciola' è piuttosto un trampolino, un'opportunità per realizzare una scommessa fondamentale. Non una riduzione che ci viene inflitta, ma una pienezza che ci viene rivelata. È un repertorio profondamente umano quello che troviamo in questa raccolta di brevi testi di prosa poetica: vissuti anche faticosi, perfino dolorosi, e movimenti imprecisi, magari goffi, ma tutti coraggiosi, per i quali serve un vero allenamento del cuore. E infine anche un sorriso di gratitudine nello scoprire il miracolo del «vangelo delle briciole».