
Otto Kaiser, scomparso di recente, è stato professore di Antico Testamento all'Università di Marburg; insegnante di grande passione e carisma, ha influenzato generazioni di studenti e docenti. Nell'ultimo ventennio della sua carriera si è dedicato soprattutto alla letteratura ebraica e giudaica sapienziale, da Giobbe, Qohelet e Proverbi ai libri del Siracide, di Tobia e della Sapienza. Quello della felicità dell'uomo e della giustizia di Dio è un nodo problematico che il giudaismo ellenistico riprende dalla filosofia coeva e che al seguito di questa inquadra tra le questioni fondamentali della libertà dell'uomo, della provvidenza divina, dell'armonia del mondo di fronte alla malvagità e al male, e della superiorità della libertà dell'uomo rispetto al fato. Nelle pagine di Otto Kaiser il Siracide e Filone di Alessandria assurgono a figure emblematiche di come nel giudaismo a cavallo dell'era cristiana si consideri necessario riesaminare di continuo qualsiasi elemento che confermi o ampli le convinzioni della propria fede. Studiati da vicino, i numerosi testi presi in esame mostrano d'essere interessanti non solo come documenti del passato, ma anche e forse soprattutto per il loro valore intrinseco e paradigmatico: alle domande fondamentali inerenti alla vita e alla morte, che sono anche le nostre, non si dà un numero infinito di risposte, e quelle degli antichi meritano ancor oggi d'essere ascoltate.
In genere il lettore moderno apre il libro di Isaia per appren­dervi qualcosa sull'azio­ne e la predicazione del profe­ta vissuto nell'VIII secolo, e il commento di Otto Kaiser non trascura questo aspet­to, sforzandosi di determinare il patrimonio originariamente profetico trasmesso in parti­colare nei capp. 28-31.
Fra l'aspettativa moderna e l'inten­zione dei redattori ai quali si deve il libro d'Isaia nella sua forma tradizionale, tut­ta­via, la distanza è radicale, per­ché i redattori del libro bi­blico non intesero conserva­re le parole profetiche nel­la loro possibile integrità. Né per essi la parola pronunciata un tempo da Jahvé si era esaurita con il suo av­verarsi nella grande catastrofe giudaica del 587, ma mirava al sopravvenien­te giudizio ultimo sul popolo e sulla cit­tà santa.
Il commento di Otto Kaiser for­nisce una spiegazione delle parole at­tribuite al profeta Isaia non soltanto nella loro cornice temporale, ma an­che, e necessariamente, in relazione al con­testo escatologico tramandato, do­man­dandosi di volta in volta se vi sia an­cora un fondo isaiano e in quale mi­su­ra le parole siano state raccolte dalla bocca del profeta, in quale altra siano state registrate soltanto dopo una fase di tradizione orale. Con questo nuovo vo­lume, il commento a Isaia nell'An­ti­co Testamento è completo.
"La mia preghiera è che ogni lettore che prenderà in mano questo libro possa essere incoraggiato a entrare per la prima volta (o a rientrare) nelle acque meravigliosamente affascinanti, ma altrettanto impegnative, della profezia biblica. Il soggetto è troppo importante per essere trascurato; le Scritture hanno così tanto da dire in proposito che tralasciare questo argomento significherebbe non ubbidire pienamente a tutto il consiglio di Dio. È tempo, quindi, di immergerci in questo tema come in tutto il resto delle verità bibliche."
Negli ultimi anni la lingua ebraica è uscita dal mondo accademico e ha raggiunto pubblici diversi: cristiani che vogliono conoscere le proprie radici religiose, storici, politologi e sociologi interessati allo studio del contributo ebraico nella formazione della società occidentale, persone affascinate dalla Bibbia come testo di riferimento costante per molta letteratura in diverse lingue. La sfida contenuta nel presente manuale è invitare gli studenti a lavorare su testi di epoche e stili diversi, all'insegna del metodo esegetico dei maestri, ovvero per analogia e confronto. La pubblicazione si rivolge a chi studia ebraico e ha già nozioni di grammatica, ma anche a chi desidera avvicinarsi alla conoscenza dell'ebraismo ed è ancora «in principio». A questo proposito sono riportate anche le traduzioni in italiano e, in appendice, un supplemento grammaticale.
Il volume indaga l’atteggiamento verso i popoli pagani nel Salterio della Settanta (LXX) attraverso un confronto con il testo masoretico. La ricerca considera il Salterio greco non solo come traduzione letterale, ma anche come interpretazione di quello ebraico e tenta in questo modo di evidenziarne l’apertura universalistica. In questo contesto il termine «universalismo» si riferisce in modo specifico a un atteggiamento favorevole, più aperto, nei confronti di popoli diversi da quello ebraico, coinvolti in qualche modo nel rapporto fra Dio e Israele. A questo scopo vengono esaminati quattordici testi in cui si riscontrano significative divergenze tra il testo ebraico e quello greco.
Essere madre è meraviglioso, ma può anche essere una cosa terribilmente difficile. La Bibbia parla di donne senza figli che desiderano averne e di madri che si trovano in situazioni difficili. A cominciare dalla madre di Mosè che espone il figlio, fino a Maria che diventa madre in circostanze difficili, i racconti della Bibbia ci parlano di madri snaturate, di madri che partoriscono in tarda età, di madri prolifiche, ambiziose, abbandonate, adottive... Margot Kässmann ce ne parla in questo libro e fa delle loro storie una provocazione di grande attualità.
Betsabea, Elisabetta,Anna, Salomè e naturalMente Maria, sono soltanto alcune delle Madri presenti nella Bibbia. Questo libro narra le loro vicende e dischiude prospettive sorprendenti e stimolanti anche per il diBattito contemporaneo.
destinatari
l Un ampio pubblico, in particolare femminile, di laici e religiosi.
l’autore Margot Kässmann, laureata in teologia, è nata nel 1958 e dal 1999 è vescovo della chiesa evangelica luterana regionale di Hannover. Le sue tappe precedenti l’hanno vista pastore, direttrice degli studi, segretaria generale del Kirchentag evangelico tedesco. Numerose le pubblicazioni coronate da successo. È madre di quattro figlie.
L'interesse degli studi biblici per gli aspetti geografici del Medio Oriente non è mai venuto meno da quando si è capito che "la terra" è l'elemento naturale dove sono state ambientate le narrazioni bibliche. Questo principio ermeneutico vale per i libri ispirati, ma anche per le moltissime testimonianze extra-bibliche. Il confronto puntuale con le informazioni extra-bibliche fa vedere come gli autori sacri fossero ben consapevoli delle conoscenze geografiche dei popoli vicini (...)
Questo volume viene incontro all'esigenza di presentare agli studiosi e agli appassionati di Geografia Biblica un testo che sia insieme agile e documentato. Lo scopo è quello di iniziare gli studenti alla terminologia e alla metodologia storico-geografica.
La materia trattata inizia con i concetti extra-biblici (Canaan, Amurru) per continuare con i temi specifici della Geografia Biblica (generi letterari e aspetti fisici delle terre bibliche). Alcuni testi (Nm 34, 2-6; Gs 13-19; Gs 15, 1-4; 1Re 4,7-19) sono esposti in maniera più approfondita, perché trattano gli argomenti fondamentali della Geografia Biblica. La seconda parte della ricerca riflette sui mutamenti della geografia storica del periodo post-esilico, e raggiunge la nuova geografia storica di epoca romano-bizantina.
"Fra i materiali lasciati in eredità dal prof. Pietro Kaswalder, ofm, ho rinvenuto un file dedicato alle escursioni biblico-archeologiche in Giudea e Neghev. Il materiale è suddiviso in nove escursioni che coprono per intero la regione centro-meridionale di Israele ed è disposto secondo l'ordine sperimentato per decenni allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e seguito dallo stesso P. Kaswalder. È quindi una memoria storica che ho ritenuto opportuno conservare e completare. Non si tratta di una guida per pellegrini e neppure di un sussidio per chi visita la Terra Santa per la prima volta. Il nucleo della composizione consiste in riferimenti biblici, archeologici, storici e topografici. Si tratta perciò di un approfondimento destinato a cultori dell'ambiente biblico, la disciplina che P. Kaswalder insegnava. L'autore era anche docente di esegesi dell'Antico Testamento, ragion per cui affiorano spesso problematiche bibliche inerenti, in particolare, ai libri storici. I biblisti e le guide ai siti biblico-archeologici sapranno trarre il giusto giovamento dalla lettura di queste pagine." (Dalla prefazione di Massimo Pazzini).
Se la rivelazione di Dio si compie nell'incarnazione, il mistero di Dio e il mistero dell'uomo saranno per sempre intrecciati. In questo intreccio emergono, nel Vangelo di Luca, tre grandi temi (il battesimo, il dono e il perdono), su cui si confrontano i due autori, ciascuno attraverso il suo specifico campo di ricerca. La lettura dello psicanalista trova i fondamenti di un'antropologia che non si chiude nell'autoreferenzialità del Sé e si spalanca al mistero dell'altro e dell'Altro. Il teologo propone una visione dell'identità del credente e del popolo di Dio offerta attraverso i lembi di quella ferita che la Rivelazione cristiana provoca nella apparente regolarità dell'esistenza umana.
Gianni Kaufman, analista junghiano, vive e lavora a Milano. È socio ordinario del Centro Italiano di Psicologia Analitica con funzioni di seconda analisi e di supervisione.
È docente della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia e del Corso per Psicologi Analisti del Cipa, nonché membro del Consiglio dei Docenti del Cipa, Per dodici anni giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, è stato redattore della rivista La Pratica Analitica. Oltre alla pubblicazione di numerosi articoli, ha curato il libro Fra Cristo e il Si. Saggi su Psicologia Analitica e Cristianesimo (2009) e ha collaborato ai volumi collettanei La coppia, incontri e scontri. Percorsi e conflitti nella relazione d'amore (2016) e Metafore del Si (2017).
Roberto Maier, sacerdote milanese, è docente di Teologia all'Università Cattolica del Sacro Cuore e al Centro Studi di Spiritualità della Facolt~t Teologica dell'Italia Settentrionale. Il suo lavoro di ricerca si colloca al confine tra la teologia fondamentale e altre discipline umanistiche. Oltre a diversi contributi in opere collettanee, ha pubblicato The Game of Sophia. Economy Ecology and Human Dwelling (2016) e Il turbante azzurro (2016). Ha curato la traduzione di J-L. Nancy, La custodia del senso. Necessità e resistenza della poesia (2018). Di prossima pubblicazione è Il fondo delle parole.
Poesia ed esperienza spirituale (2019).