
L'enfasi posta da Giacomo sulla necessità di mettere in pratica la Parola è importante. Le chiese del terzo mondo stanno germogliando, "l'evangelismo" americano continua ad attirare attenzione e il cristianesimo europeo sta sperimentando un rinnovamento e molti sforzi evangelistici. Eppure, le trasformazioni personali e sociali che dovrebbero accompagnare tali rinnovamenti molto spesso sono tristemente mancanti. Perché? Una delle principali ragioni è che il semplice appello di Giacomo «siate facitori della Parola» non è stato recepito.
La lettera di Giacomo, la seconda lettera di Pietro e la lettera di Giuda fanno parte di quegli scritti che la tradizione ecclesiale ha denominato lettere cattoliche. Esse sono state chiamate così perché sembrano missive inviate non a comunità particolari, ma testi circolari indirizzati a molte o a tutte le chiese. Oggi si è del parere che la mancata menzione esplicita dei destinatari voglia dire che i nomi di queste chiese sono stati perduti oppure non erano stati indicati nel testo originale. Sembra infatti che in queste epistole si trattino questioni particolari che hanno interessato e coinvolto credenti che hanno vissuto la loro esperienza di fede in Gesù Cristo non in chiese allo stato nascente, ma in comunità della seconda e terza generazione cristiana.
Destinatari
Chi pratica la lectio divina, in gruppi o comunità o in forma individuale. Il volume risulterà utile anche per lo studio e l'approfondimento del testo biblico.
Autore
SANTI GRASSO, nato a Udine nel 1961, è presbitero della diocesi di Gorizia. Ha conseguito il dottorato in Sacra Scrittura presso il Pontificio istituto biblico nel 1991 ed è professore di esegesi del Nuovo Testamento nel Seminario interdiocesano di Gorizia-Trieste-Udine, nell'Istituto superiore di scienze religiose di Gorizia e di Udine e presso la Pontifica università della Santa Croce a Roma. È autore di diverse pubblicazioni. Presso le Edizioni Messaggero ha pubblicato Lectio divina delle parabole di Gesù (Padova 1998). Collabora anche a diverse riviste con articoli e contributi scientifici.
La Lettera di Giacomo è la prima delle "lettere cattoliche" o "apostoliche", i sette scritti distinti dall'epistolario paolino, perché indirizzati a più comunità, trattano tematiche generali e hanno carattere discorsivo o di trattato. Nel prescritto si trova il nome di Giacomo che la tradizione, non senza esitazione, ha identificato con il personaggio omonimo detto anche "fratello del Signore" e capo della comunità di Gerusalemme noto sia dalla tradizione paolina (Gal 1-2) sia dagli Atti degli apostoli (At 15). Ma autore, destinatari, scopo, luogo e data di composizione, genere letterario e struttura sono oggetto di discussione fra gli studiosi sia antichi sia contemporanei. Il testo si presenta come discorso di esortazione e ammonizione, "in forma di lettera", su diversi aspetti della vita cristiana considerati sotto la dimensione del comportamento personale e comunitario. L'unitarietà risulta dal tema dominante, che è la coerenza tra il credere e il fare. Giacomo evoca diverse situazioni in forma di casi etici per mostrare la non coerenza tra il dire e il fare. Introduzione e commento di Giovanni Claudio Bottini.
Annotazioni e commento sono scanditi secondo due livelli:
Il primo, filologico-testuale-lessicografico, offre puntualizzazioni legate alla critica testuale (riprendendo le varianti testuali più significative), approfondisce il significato di alcuni termini, tenendo conto dell’influsso del contesto su di essi.
Il secondo, esegetico-teologico, tiene presenti le unità letterarie del testo biblici. Fornisce la struttura delle parti, per poi procedere al commento delle sezioni che le compongono e dei brani in cui queste ultime sono articolate. Il testo viene commentato evidenziandone gli aspetti teologici e mettendo in evidenza, la dove lo si ritiene opportuno, il nesso tra Antico e Nuovo Testamento, rispettandone però la reciprocità.
L’introduzione segue una precisa articolazione: a) il titolo, l’importanza e il posto del libro nel canone; b) la struttura e gli aspetti letterari del libro (stile, generi...); c) le linee teologiche fondamentali; d) gli aspetti maggiormente legati alla diacronia (data, autore, storia della composizione, versioni testuali, trasmissione).
Destinatari
Studiosi, ricercatori,sacerdoti, gruppi di lettura biblici.
Autore
Marida Nicolaci ha conseguito la Licenza in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Bibilco e il dottorato in Teologia biblica presso la Facoltà Teologica di Sicilia dove insegna esegesi del Nuovo Testamento. La sua ricerca si concentra in modo particolare sugli scritti giovannei. Per i tipi della Città Nuova ha pubblicato nel 2007: Egli diceva loro il Padre. I discorsi con i Giudei a Gerusalemme in Giovanni 5-12. È membro dell’Associazione Biblica Italiana e collabora con varie riviste scientifiche
La Lettera di Yaaqov/Giacomo, compresa nel Nuovo Testamento fra le sette lettere definite "cattoliche" per la loro destinazione ad un pubblico più vasto di quello a cui si rivolgeva l'epistolario paolino, è stata sin dai tempi più antichi oggetto di dispute circa la sua datazione e la sua paternità. Più recenti studi e nuove scoperte rafforzano le tesi volte ad affermare l'antichità e l'attribuzione a colui che viene espressamente indicato come l?Autore.
"Confesso che questo commento alla Lettera di Giacomo, iniziato con difficoltà e non senza resistenze, mi ha poi via via affascinato. Ho intravisto sempre più chiaramente la sorprendente attualità di questo scritto, breve, umile e trascurato. Trattandosi di un testo semplice e persino povero, sono stato costretto a indugiare sulle singole parole, le espressioni, le immagini, le risonanze, i riferimenti biblici espliciti e impliciti? Le frasi di Giacomo, e soprattutto le sue immagini, sono come certe sculture antiche le quali, proprio perché non rifinite nei particolari, guadagnano in efficacia. Ma occorre osservarle più volte e abituarsi al loro stile." (Dalla Prefazione)
Dai dubbi di alcuni studiosi sulle origini del testo, alla attualità pregnante del messaggio.
"Questo è il deserto. Qui ho bussato per tutta la notte contro la sottile parete che mi separa dal divino." Solo di fronte alla missione che lo attende, nel deserto in cui si ritira quaranta giorni prima di iniziare la sua predicazione, Gesù ripercorre in una lettera autobiografica tutta la sua infanzia e giovinezza, un periodo che non ha lasciato traccia nei Vangeli ma che qui trascende ogni dibattito storico-teologico per porre al centro l'uomo, il suo eterno interrogarsi sul bene e il male, sulle responsabilità individuali e collettive. Gesù è un bambino dalla capacità di sentire quel legame profondo che unisce tutto il creato, è un adolescente così aperto al mondo e innamorato della vita che il cugino Giovanni, severo predicatore, riconosce in lui il vero portatore di una nuova comunione tra gli uomini. Ma è anche un rivoluzionario che vede il suo popolo martoriato dalla dominazione romana, oppresso dal fanatismo della Legge del tempio e tradito dai sacerdoti corrotti. La ricerca di una nuova salvezza per i "cortili della fame" lo porta ad avvicinarsi alla guerriglia armata degli zeloti, ai "Messia" visionari che battono le strade della Palestina promettendo l'oblio dell'estasi, prima di rivelargli quel nuovo cammino di liberazione che lo condannerà alla solitudine, perché "chi si è liberato è un abominio agli occhi dell'oppresso", finché l'uomo non capirà che "siamo noi stessi il regno che deve venire". Un romanzo che ripercorre le tappe della formazione di Gesù, in una prospettiva umana.

