
La ricchezza di quest'opera sta nella grande varietà dei temi affrontati da uno studioso, Helmut Koester, che nella sua ormai più che cinquantennale carriera di esegeta si è distinto per aver praticato con successo ambiti di ricerca assai dissimili, come potrebbero esserlo l'archeologia e la critica del testo. Dedicato interamente a Paolo, questo volume affronta argomenti quanto mai interessanti, ad esempio quello della giustizia di Dio, del servo sofferente e del messia regale, dell'uomo divino, del culto dell'eroe e della corrispondente centralità di Roma per il mondo cristiano, e oggi anche estremamente scottanti, ad esempio quello della legge di natura, tema al quale è dedicato uno dei saggi più corposi e più avvincenti (e dell'autore è la voce physis nel Grande Lessico del Nuovo Testamento del Kittel). Ma ciò che fa l'originalità degli scritti di H. Koester è la capacità certo non comune di far agire nozioni, concetti, indirizzi architettonici, pratiche religiose, testi letterari ed epigrafici nell'ambiente vivo del mondo storico e culturale del Mediterraneo ellenistico, in particolare nelle regioni dell'Asia Minore che furono il fervido teatro dell'attività apostolica di Paolo. Helmut Koester è professore di teologia e di storia della chiesa all'Università di Harvard. Autore di voci fondamentali del Grande Lessico del Nuovo Testamento, ha pubblicato una celebre e fortunata Introduzione al Nuovo Testamento in due volumi, oltre ad opere dedicate alla letteratura protocristiana anche apocrifa. Tra i suoi lavori più recenti spiccano tre studi dedicati alle città di Paolo, Efeso in particolare, ma anche Pergamo.
il vangelo di paolo e`attraente per ogni lettore. Qui e`studiato e analizzato attentamente: se ne estrapolano gli elementi storici, narrativi, e`analizzato il contesto culturale, la radice ebraica; si esamina il contributo di paolo alla predicazione e diffusione del messaggio di gesu. Un esame attento e meticoloso di tutte le parti e dei vari componenti del vangelo di paolo. Il trattato e`un saggio scientifico nell'impostazione e p er gli strumenti di indagine che utilizza, ma trasmette l'o riginalita e la purezza della predicazione e del trasporto umano di coloro che vissero al tempo di gesu. Un documento valido da tutti i punti di vista
Il fascino che la figura di Paolo ha esercitato sui cristiani di ogni tempo è indubitabile. Sono altresì note, tuttavia, le difficoltà che ancora oggi la lettura delle lettere di Paolo incontra nella vita delle nostre comunità cristiane. Gran parte della predicazione, della spiritualità e della catechesi generalmente non riescono a presentare in modo ampio la ricchezza teologica e spirituale dell’Apostolo delle genti.
Il presente libro vorrebbe rispondere a queste difficoltà, dando informazioni sulla vita di Paolo e ricollocando in modo organico gli stessi scritti paolini nel contesto storico-culturale nel quale sono nati. Non si tratta dunque solo di una introduzione biblico-teologica a san Paolo, né di un puro teso di esegesi, né di una semplice biografia dell’Apostolo. Questo libro, che nasce dalla scuola e si indirizza alla scuola, illustra complessivamente il vangelo di Paolo: perché il suo attualissimo messaggio possa entrare sempre di più nei percorsi formativi delle comunità cristiane, ad ogni livello.
L'opera di John Howard Schütz tratta una serie di temi che continuano ad avere grande rilevanza. Quali erano, per Paolo e per il cristianesimo nascente, i significati, le funzioni e le interazioni fra vangelo e tradizione, autorità e potere - in relazione sia alla persona dell'apostolo sia alla comunità? Nell'analisi di Schütz, per Paolo l'autorità dell'apostolo è un'interpretazione del potere, il potere del vangelo. A questo vangelo, che nella morte e risurrezione di Gesù opera il grande scambio tra potenza e debolezza, l'apostolo resta sempre subordinato e lo incarna nella sua vita e la sua persona. Poiché il vangelo è attivo ed efficace nel mondo, plasmando e continuando a formare comunità di fede, per la sua autorità l'apostolo non è separato né messo al di sopra della comunità. L'introduzione di Wayne A. Meeks illustra come "Paolo e l'anatomia dell'autorità apostolica" resti una pietra miliare della storia della ricerca biblica.
Come possiamo oggi fare delle esperienze simili a quelle dell’Apostolo delle genti e che cosa ha ancora da dirci la sua teologia? Può Paolo aiutarci a vivere da cristiani nel mondo d’oggi? In quali esperienze vorrebbe introdurci? E qual è per lui l’essenza del cristianesimo? Un approccio “esperienziale”, nello stile concreto e affascinante di Anselm Grün.
Dalla quarta di copertina:
«Non essendo io un esegeta, non sono nelle condizioni di chiarire le discussioni specialistiche su Paolo o di esporre in maniera completa la sua teologia. In questo libro mi limiterò a descrivere le esperienze che stanno alle spalle della sua teologia. E mi domanderò di continuo come oggi possiamo fare delle esperienze simili alle sue e che cosa oggi la sua teologia ha da dirci. Ci aiuta oggi a vivere da cristiani? In quali esperienze Paolo vorrebbe introdurci? E qual è per lui l’essenza del cristianesimo? Egli entrò allora in un mondo ricco di svariate concezioni religiose. Anche oggi noi viviamo in una società multireligiosa. Guardando a Paolo, come possiamo rendere comprensibili le realtà centrali della nostra fede? E, come cristiani, che cosa distingue l’esperienza della nostra fede dall’esperienza religiosa di altri?» (dall’Introduzione).
Recensioni:
Il noto teologo benedettino Anselm Grün ci regala, con questo testo su San Paolo, una ricostruzione dell'esperienza religiosa del grande apostolo che ripercorre e chiarisce in modo esauriente i momenti e i temi fondamentali del suggestivo e potente cammino di fede da lui compiuto. Il proposito di Grün è non solo quello di descrivere le esperienze che stanno alla base della teologia paolina, ma anche di indicare ai credenti i modi attraverso i quali porsi nel solco da essi tracciato per comprendere quale sia l'essenza del cristianesimo. [...] Da queste pagine il lettore potrà ricavare elementi di grande interesse e di forte suggestività per approfondire il proprio cammino di fede.
Maurizio Schoepflin, in Avvenire 28 maggio 2008
Un esegeta e un filosofo si confrontano su una delle figure che hanno dato un contributo determinante alla formazione della cultura occidentale. Paolo di Tarso: un ebreo "intriso" di cultura greca, folgorato sulla via di Damasco, che abbraccia la fede cristiana e percorre le strade dell'Impero romano per predicare Cristo crocifisso. La sua figura e la sua storia sono emblematiche delle radici della cultura europea. È stato cruciale il suo apporto per lo sviluppo del Cristianesimo e la sua diffusione. Meno noto, ma altrettanto fondamentale il suo contributo alla storia del pensiero occidentale dalla Grecità ai giorni nostri. L'esegeta Gèrard Rossé e il filosofo Vincenzo Vitiello rivelano questo aspetto meno conosciuto dell'Apostolo delle genti. Il volume offre in primo luogo una lettura storico-esegetica, puntuale, aggiornata ed innovativa dell'eredità di Paolo, che ci restituisce il personaggio nella cultura del suo tempo; segue quindi una lettura filosofica, che coglie il nucleo essenziale del pensiero paolino, fondamentale per comprendere in profondità lo spirito dell'Europa.
Tra gli autori del Nuovo Testamento, Paolo è sicuramente colui che offre una riflessione più complessa e accurata della teologia della misericordia divina. La sua trattazione spazia dall'ambito personale, al motivo della salvezza d'Israele e delle genti, fino a toccare la dimensione etica della vita del credente e delle comunità cristiane.
Nel corso del tempo si è considerata la giustificazione per la sola fede come il nucleo della teologia di Paolo. Antonio Pitta, uno dei massimi paolinisti, rimette al centro un tema che percorre tutte le lettere paoline: la speranza. Ne segue il nascere e il plasmarsi, dai primi scritti (1 Tessalonicesi) fino al testamento postumo (2 Timoteo). L'analisi per ordine cronologico permette di cogliere il passaggio dal Dio della speranza a Cristo nostra speranza, fino alla speranza nella vita eterna; dalla parusia di Cristo (lettere autografe) alla sua epifania (lettere pastorali). Non dove si andrà, ma con chi si sarà, oltre la morte, è l'essenza della speranza: essere «in Cristo» per essere sempre «con il Signore». Mai riportata negli elenchi delle virtù, come invece l'amore e la fede, la speranza è evento, dono e condizione. In tale dinamica si conferma l'importanza dello Spirito: esso è la fonte della giustificazione sperata. Il volume si chiude riflettendo su quali conseguenze trarre dalla centralità della speranza nel pensiero e nella mistica di Paolo e come possa contribuire a una moderna teologia della speranza.
Paolo e la Chiesa di Roma ha come filo conduttore la vita della Chiesa delle origini, alla quale la chiesa romana contribuisce con problematiche specifiche che consentono riflessioni più generali, anche se nelle lettere di Paolo non s'incontrano affermazioni esplicite sulla Chiesa. Nel quadro complessivo del pensiero dell'apostolo la dimensione ecclesiale cristiana acquista un suo proprio spessore solo sulla base dell'evangelo e della fede in Cristo, oltre che sull'azione viva dello Spirito, in una prospettiva inconfondibilmente escatologica.
Da sempre,anche fra i suoi stessi contemporanei,Paolo ha avuto dei nemici, oltre che molti discepoli e ammiratori. Qui, in quattro capitoli, se ne esamina il percorso circa la questione femminile. Nei secoli passati è stato messo sotto accusa soprattutto per il suo atteggiamento nei confronti della legge e della circoncisione e, quindi, per motivi di storia delle religioni.Mentre nel nostro tempoa lui si rimprovera la sua vera o presunta ostilità nei confronti della donna.I testi incriminati (fra quelli scritti da lui e non sotto suo nome da qualche discepolo) sono due.Il primo è in 1Cor 11 e ha come tema «l’uomo che prega o profetizza e la donna che prega o profetizza» (vv.4-5).Come dice il suono delle parole,che sono identiche per uomo e donna,questo testo di Paolo non è in alcun modo antifemminista. L’altro testo è quello di 1Cor 14,33-35, che senza ombra di dubbio impone il silenzio alle donne nelle assemblee, ma non è facilmente attribuibile a Paolo,in quanto contrasta con altri testi paolini,fra i quali anche 1Cor 11,5 (versetto del testo precedente).Di fatto,l’imposizione del silenzio alle donne di 1Cor 14,33-35 può avere altre due o tre attribuzioni.Potrebbe essere una glossa di un copista, entrata poi nel testo della lettera, oppure potrebbe riprendere le parole di un gruppo di maschilisti corinzi contro cui reagisce (o reagirebbe) nel v.36 di 1Cor 14. «Paolo, nella sua prassi, per la fondazione e la conduzione delle Chiese si è avvalso di collaboratrici, alle quali di certo non ha chiesto di tacere nelle assemblee delle Chiese, in cui erano attive e responsabili». (Giancarlo Biguzzi)
AUTORE
Giancarlo Biguzzi, nato a San Vittore di Cesena (FC) nel 1941,è sacerdote della diocesi di Cesena-Sarsina.Ha conseguito la licenza in Teologia all’Università Lateranense,la licenza in Scrittura al Pontificio Istituto Biblico e il dottorato in Teologia biblica all’Università Urbaniana.Attualmente è professore ordinario all’Urbaniana per la cattedra di Nuovo Testamento ed è docente al Pontificio Istituto Biblico. Ha prodotto pubblicazioni sui vangeli sinottici, sulla letteratura giovannea e paolina, ma soprattutto sull’Apocalisse. In particolare, con Paoline Editoriale Libri ha pubblicato un commentario maggiore, Apocalisse. Nuova versione, introduzione e commento(Milano 2005) e uno divulgativo, Gli splendori di Patmos. Commento breve di Apocalisse (Milano 2007). Inoltre, collabora a riviste nazionali e internazionali.
Preceduto da uno studio edito nel 2015 intitolato "Paolo e il dono", pietra miliare negli studi sull'apostolo e la sua teologia, questo nuovo lavoro di John Barclay riprende i temi principali dell'opera maggiore e al tempo stesso aggiunge, in un discorso non specialistico e più esplicitamente rapportato al mondo contemporaneo, ulteriori analisi della nozione del dono nell'antichità e delle dinamiche della grazia nelle lettere paoline. Affrontare Paolo dalla prospettiva del dono, dell'economia della grazia, concorre a far guardare il complesso della teologia paolina con occhi nuovi, risolve alcuni dilemmi di lunga data negli studi paolini e mostra come per molte dimensioni la concezione che Paolo ha della grazia non manchi d'interessare il mondo d'oggi.
Un esegeta irlandese e due famose teologhe italiane analizzano alcuni testi paolini per svelare la posizione dell'apostolo Paolo nei confronti delle donne nelle sue comunita. I ruoli che svolgevano le donne nelle comunita paoline sono paragonabili a quelli che possono svolgere nella Chiesa cattolica attuale? E' quanto viene investigato da uno dei maggiori conoscitori di Paolo, l'esegeta irlandese Jerome Murphy-O'Connor. Con lui entra in dialogo la teologa Cettina Militello che offre la prospettiva femminista in un testo vibrante. Infine, il saggio di Maria Luisa Rigato esamina il passo piu controverso che Paolo abbia scritto sulle donne. Questo volume aprira al lettore non esperto sorprendenti vie per comprendere testi il cui senso si direbbe scontato.