
Per Richard D. Nelson la parziale storicità dei Libri dei Re - confermata da alcune scoperte archeologiche - è oggi assai meno interessante dei suoi aspetti letterari.
Spesso in chiave religiosa, con Dio come protagonista, la narrazione delle vicende del popolo ebraico di I e II Re - dalla morte di Davide alla distruzione di Gerusalemme e alla deportazione a Babilonia - è infatti assai lontana da una moderna concezione della storia e della storiogafia.
Invitando a leggere i due libri biblici come un esempio di letteratura teologica, Nelson considera così gli avvenimenti raccontati in termini di trama drammatica funzionale all'annuncio della Parola di Dio.
Per il lettore contemporaneo, il significato del testo viene quindi alla luce proprio nella diretta interazione - letterariamente efficace - fra il testo e la sua singolarità.
ll commentario di Thomas C. Oden alle epistole a Timoteo e Tito si fonda sulla tradizione interpretativa classica: esegeti quali Atanasio, Giovanni Cristostomo, sant'Agostino, san Girolamo, nonché Lutero, Calvino e Wesley, ne sono per l'Autore i migliori interpreti, non solo perché più vicini nel tempo, ma per il minore debito verso le teorie speculative e la maggiore attenzione alla tradizione condivisa.
Un libro sui “fallimenti” di Gesù? Già la semplice enunciazione del tema potrebbe suscitare in qualcuno un po’ di imbarazzo e suonare come una provocazione. Eppure, per chi legge senza prevenzione i Vangeli, la prima sorpresa sarà la costatazione che questi fallimenti sembrano essere numerosi: solo per citare gli episodi più clamorosi, Gesù delude la gente che si aspetta un Messia diverso, come ben documentato nell’episodio della fredda accoglienza dei suoi concittadini quando ritorna a Nazaret; il giovane ricco è il simbolo dell’insuccesso della chiamata al discepolato; il Maestro non è capito dai suoi discepoli, litigiosi per stabilire chi sia il più importante, irriverenti come Pietro che gli intima di non compiere la volontà del Padre e lo rinnega, estremisti come Giuda che lo tradisce; la croce è infine il punto più alto dell’apparente fallimento di Gesù. Rileggendo questi “scomodi” episodi evangelici, don Orsatti concentra l’attenzione sul comportamento di Gesù, vero Maestro capace di insegnarci come affrontare le difficoltà a volte insuperabili, frutto del nostro errore o delle circostanze avverse, che intersecano la vita di ogni giorno.
Biografia dell'autore
Mauro Orsatti, nato a Brescia nel 1949, prete diocesano, è dottore in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma, con soggiorni di studio a Gerusalemme e Monaco di Baviera. È professore emerito di esegesi del Nuovo Testamento alla Facoltà di Teologia di Lugano (Svizzera) e allo Studio Teologico Paolo VI di Brescia. Autore di oltre una trentina di libri, cerca sempre di coniugare rigore scientifico e chiara comunicazione.
Un fallimento “biblico” diventa occasione di successo
Lot patriarca mancato, Sansone giudice fallito, Saul re rovinato, Giona il profeta fallito, Giuda l’apostolo traditore. Cinque esperienze che hanno un ruolo importante nella Bibbia e che potrebbero averlo anche nella nostra vita. Cinque storie tristi, cinque vite rovinate, cinque persone fallite. La Bibbia non racconta solo vite riuscite ma anche percorsi fallimentari. In questo caso i soggetti sono niente meno che un patriarca, un giudice, un re, un profeta e un apostolo. Cosa possiamo imparare da loro? I racconti che li riguardano ci invitano ad evitare i fallimenti e a lottare per fare dell’esistenza una storia vincente. Ci fanno, inoltre, assumere coscienza della responsabilità che abbiamo nel rendere la vita degli altri un successo o un fallimento.
Walter Vogels è professore emerito di Antico Testamento alla Saint Paul University di Ottawa, in Canada. Docente noto in patria e nel mondo, è autore di numerosi articoli e libri, tra cui Words of Wisdom (Novalis 2000) e Becoming Fully Human: Living the Bible with God, Each Other and the Environment (Novalis 2004). Di Walter Vogels, le Edizioni San Paolo hanno pubblicato in Italia: Abraham. L’inizio della fede: Genesi 12,1–25,11 (1999) e Giobbe. L’uomo che ha parlato bene di Dio (2001).
Il volume presenta i risultati delle ricerche di un team internazionale di studiosi - tra cui ebrei, protestanti e cattolici - sui farisei, dei quali spesso si parla ma che rimangono poco conosciuti. Dopo un significativo intervento di papa Francesco sono presentati studi distinti sul nome, le origini e tutte le fonti antiche (Qumran, scoperte archeologiche, Flavio Giuseppe, Nuovo Testamento, letteratura rabbinica). Viene poi valutato il modo in cui la figura dei farisei è stata recepita e rielaborata dai padri della chiesa, nella letteratura ebraica medievale, negli scritti dei Riformatori, nell'arte cristiana, nella Passione di Oberammergau, nel cinema, nelle discussioni tra storici e teologi ebrei e cristiani e, infine, nei testi scolastici e nella predicazione. Nel corso dell'opera sono inoltre evidenziati gli stereotipi che hanno portato a pregiudizi anti-ebraici e i modi per superarli. Con il discorso rivolto da papa Francesco ai partecipanti al Convegno.
Il problema dei fratelli e delle sorelle di Gesù è stato molto spesso tema di discussione non solo nella polemica interconfessionale ma anche in dialoghi ecumenici. Anche nell’ambito della chiesa cattolica esso è oggetto di nuova attenzione da quando è stata introdotta la festa di san Giuseppe artigiano, nel vangelo del quale si parla di fratelli e sorelle di Gesù. In questo studio Josef Blinzler mira a fornire una valutazione critica delle tesi sostenute nell’antichità e in epoca odierna, per giungere alla conclusione che, secondo il Nuovo Testamento e la tradizione antica, i cosiddetti fratelli e sorelle di Gesù erano suoi cugini e cugine.
Descrizione dell'opera
Una nuova tessera si aggiunge al complesso mosaico della vita terrena dei 'genitori' di Gesù. Attraverso un rigoroso studio delle fonti - l'Antico Testamento, la Mishna, i Vangeli canonici e apocrifi, Filone di Alessandria d'Egitto, Ireneo, Eusebio, Epifanio, Girolamo e Giuseppe Flavio - il libro prende in esame le figure di Maria, Giuseppe, Giacomo 'fratello' di Gesù e si sofferma sul presepio e sui magi, indagando ulteriori aspetti storici dei Vangeli dell'infanzia.
I Magi non erano né astronomi, né astrologi, ma chiaroveggenti, i quali in visione profetica hanno visto il preannunciato segno del Messia-re d'Israele, identificato con il bambino insieme a Maria, la regina madre. Che cosa videro esattamente i Magi di cui parla il Vangelo di Matteo? Non lo sappiamo, ma certamente fecero l'esperienza profonda di aver trovato «la stella spuntata da Giacobbe».
Sommario
Prefazione. Introduzione. «I genitori» di Gesù (Lc 2,27.41.43; 2,33.48; Mt 13,55; Gv 6,42). I. Gli evangelisti Matteo e Luca. II. Maria, la madre di Gesù, di stirpe levitica sacerdotale. III. Giacomo «fratello» di Gesù. IV. Giuseppe, discendente di Davide, sposo di Maria. V. Riflessioni sul «presepio». I pastori e i magi. Bibliografia selezionata. Indice degli autori.
Note sull'autrice
MARIA-LUISA RIGATO, nata nel 1934 a Breslau, ha conseguito la licenza in teologia biblica alla Pontificia Università S. Tommaso, la licenza in scienze bibliche al Pontificio Istituto Biblico, il dottorato di ricerca in teologia biblica alla Pontificia Università Gregoriana con il volume Il Titolo della Croce di Gesù. Confronto tra i Vangeli e la Tavoletta-reliquia della Basilica Eleniana a Roma, PUG, Roma 22005. Ha diretto i seminari di esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia Università Gregoriana (1984-2004) e continua tale attività presso la cattedra «Donna e cristianesimo» annessa alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum. È consulente e membro del Comitato scientifico per le reliquie della basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Ha pubblicato presso le EDB Giovanni: l'enigma il Presbitero il culto il Tempio la cristologia (2007), I.N.R.I. Il titolo della Croce (2010) e Discepole di Gesù (2011).
L'autore di quest'opera assai originale guida il lettore a vedere e interpretare i gesti di Gesù, gesti rivelatori, spesso più eloquenti delle parole.
«Scrittori di Scrittura» è un progetto che presenta al pubblico le opere di alcuni autori che si sono cimentati nella riscrittura di un brano biblico secondo la propria sensibilità. Ogni volume è corredato della breve introduzione esegetica di un biblista e della traduzione del testo originale dall'ebraico o dal greco. Elena Varvello ripropone la vicenda di Giobbe trasfigurata nella storia di un uomo di oggi. «Ci sono cose che non potremo mai capire, anche se ne parliamo fino a sfinirci e diventiamo furiosi se non ci riusciamo» disse. «Cose che sembrano orribili, e che lo sono, quando ci succedono, l'ho provato sulla mia pelle, è capitato a me. Che cosa è giusto e cosa non lo è. Quello che ci spetta davvero. È una misura diversa, voglio dire». Risposi che certo, lo sapevo bene. Stavo mentendo: non sapevo niente, e volevo capire sempre tutto.
Giuseppe, Ester, Tobia, Sara, Sansone, Caino, Abele sono solo alcuni dei giovani di cui parla l'Antico Testamento.
Le loro storie ci indicano una strada. Vissuti in epoche e luoghi diversi, i giovani della Bibbia non sono tutti modelli di vita a cui ispirarsi e da cui prendere esempio, eppure Dio li ama: proprio per questo la loro storia può essere spunto di riflessione per tanti adolescenti di oggi.
I "Gruppi di Gesù" non sono un movimento o un'associazione, ma un'esperienza di rinnovamento evangelico individuale e comunitario che si sta diffondendo in molte parti del mondo. La loro nascita è frutto della convinzione che il rinnovamento della Chiesa dipenda in gran parte dallo sviluppo di piccole realtà che si propongono di recuperare l'essenziale del Vangelo al fine di rigenerare la vita delle parrocchie. Il sistema ideato dall'autore si basa sulla semplicità: gruppi aperti che coinvolgono nella riflessione e nella preghiera, in un percorso di più anni, anche credenti più o meno praticanti e non credenti.