
Di città e città... un titolo ampio ed evocativo per indicare la gioia del cammino, l'urgenza di un messaggio da portare, l'universalità dei suoi orizzonti, nuovi spazi in cui rivelare che il Messia ha un volto, che Gesù è risorto. Ecco la "lettura orante" degli Atti degli Apostoli, proposta nel sussidio biblico pastorale della diocesi di Modena-Nonantola, incentrata sul testo che più di ogni altro mostra come la storia di Gesù continua nella storia della Chiesa.
Fare provvista di gioia attingendo alle piccole scintille che ci illuminano ogni giorno, alle briciole che possiamo raccogliere tra le molte difficoltà, che pur ci sono. Questo è l'intento dell'Autore che si affida al Vangelo di Luca e più precisamente alle molte figure femminili in esso presenti.
Il titolo fa riferimento all'episodio del Vangelo di Giovanni in cui Gesù e i discepoli vanno "al di là del Cedron" (un torrente che scorre d'inverno a est di Gerusalemme) per entrare in quel luogo emblematico che è l'Orto degli Ulivi. Di là dal Cedron c'è dunque una dimensione dello spirito, un luogo della fede, il posto dell'intimità e della confidenza, dell'ascolto e della confessione. E come "confessioni" si presentano le 12 lectio: si raccontano i discepoli in prima persona, si ricreano colori, profumi, emozioni, stati d'animo, le lotte spirituali in questo luogo dove si ritiravano spesso nel silenzio per conoscere Gesù e stare con Lui. Rivolto innanzitutto ai giovani e a quanti vogliono mantenersi "giovani" nutrendosi della Parola. Dodici acquarelli di Anna Mino, riprodotti a colori, riprendono in modo evocativo i temi delle lectio.
L'intuizione da cui nascono queste pagine è: se uno di noi è Dio, anche noi siamo Dio. La nostra comune vocazione è essere Cristo, più che cristiani. L'autore rilegge, commenta e prega: l'infanzia del Figlio di Dio secondo Luca; la vita pubblica del Messia secondo Marco; la morte e la risurrezione del Figlio dell'uomo secondo Matteo; il pensiero del Maestro secondo Giovanni. In ogni pagina: alcuni brani dal Vangelo e da altri libri delle Scritture, una meditazione e una preghiera.
Originale l'intuizione di Valentino Salvoldi: se uno di noi é Dio, anche noi siamo Dio. Nostra comune vocazione é essere Cristo, più che cristiani. Ideale che diventa realtà se noi, sulle orme del maestro, viviamo alla luce del vangelo che in queste pagine viene proposto e attualizzato attraverso brevi racconti, immagini, intense preghiere.
Don Fabio, in queste pagine, si pone accanto al lettore, sostando sui brani del Vangelo che il Lezionario propone nel ciclo liturgico dell'anno B, fondamentalmente centrato sul Vangelo secondo Marco. Leggere il Vangelo richiede la giusta prospettiva: non lo leggiamo come una cronaca; dopo centinaia di anni di metabolizzazione culturale e spirituale, dopo che la croce e la risurrezione di Cristo hanno inondato la vita umana di mille prospettive diverse, e dopo una raffinata e distruttiva reazione culturale umana, noi stiamo di fronte ai testi evangelici con una serie di bias cognitivi composti di sovraletture di tutti i tipi: psicologiche, filosofiche, teologiche e perfino politiche, fuor-vianti e mistificanti. Come fare dunque? I testi vanno riportati nel loro alveo di lettura originario. E il nido originario dei testi della Bibbia è la proclamazione liturgica! Con un linguaggio schietto e profondo, don Fabio permette a ogni domenica e solennità di sprigionare quella forza luminosa che essa racchiude in sé.
«Di questi tempi» oppure «al giorno d'oggi» sono espressioni che indicano sempre qualcosa di negativo, che si parli dei giovani come della politica, della famiglia, del lavoro. Sempre più spesso si avverte in giro un rimpianto per i «bei tempi» andati, per un passato che è sempre più felice del presente, e che non ritornerà più, come la moda e le canzoni di una volta. Ma Alberto Maggi, con la sua contagiosa gioia di vivere, ci dimostra che questa nostalgia non ha ragion d'essere, e che invece si può e si deve vivere serenamente il presente e andare incontro fiduciosi al futuro. Perché infinite sono le piccole e grandi bellezze che costantemente costellano la nostra esistenza, e che troppo spesso ci ostiniamo a trascurare. L'importante è avere la voglia e la capacità di aprire gli occhi e il cuore, e grazie alle riflessioni sul mondo raccolte in questo libro, sarà più facile per tutti vivere le novità sempre come opportunità e mai come un pericolo.
La Bibbia è la fonte primaria di riferimento per la fede degli ebrei e dei cristiani e una delle radici essenziali della cultura dell’Occidente. Coloro che si dicono credenti religiosi e quanti seguono altre strade, sempre alla ricerca del senso della propria vita, possono trovare nei testi biblici un’ispirazione decisiva per le scelte fondamentali dell’esistenza e per i propri comportamenti quotidiani.
Questo libro aspira ad essere un punto di partenza di un viaggio arduo ed entusiasmante, alla scoperta del mondo biblico e dei contenuti di bontà e di bellezza propri delle Sacre Scritture ebraiche e cristiane. Ciò significa spesso iniziare confrontandosi con un modo di ragionare, di emozionarsi, di agire, insomma di vivere che è, ad un tempo, felice e consapevole, appassionato e responsabile, dunque degno di individui intensamente umani.
Ernesto Borghi, nato a Milano nel 1964, sposato con Maria Teresa e padre di Davide e Michelangelo, ha studiato all’Università degli Studi di Milano e all’Università di Fribourg, conseguendo la laurea in lettere classiche (1988), la licenza in scienze religiose (1993) e il dottorato in teologia (1996). Dal 1992 è biblista professionista a livello universitario. Attualmente insegna esegesi biblica alla Facoltà di Teologia dell’Ateneo Salesiano a Torino, all’ISSR «Duns Scoto» di Nola, al Corso Superiore di Scienze Religiose a Trento e all’ISSR di Bolzano. Presiede l’Associazione Biblica della Svizzera Italiana e coordina la formazione biblica nella diocesi di Lugano. È anche docente di didattica della religione al DFA-SUPSI di Locarno. Ha al suo attivo decine di pubblicazioni scientifiche o divulgative nei campi dell’esegesi biblica e della cultura umanistica.
La Bibbia è la fonte primaria di riferimento per la fede degli ebrei e dei cristiani e una delle radici essenziali della cultura dell’Occidente. Coloro che si dicono credenti religiosi e quanti seguono altre strade, sempre alla ricerca del senso della propria vita, possono trovare nei testi biblici un’ispirazione decisiva per le scelte fondamentali dell’esistenza e per i propri comportamenti quotidiani. Questo libro è la seconda edizione aggiornata ed ampliata di un testo che è stato, per molte persone, un punto di partenza alla scoperta del mondo biblico e dei contenuti di bontà e di bellezza propri delle Scritture primo e neo-testamentarie. In questa seconda edizione si è prestata particolare attenzione alle radici culturali ebraiche anche dei testi neo-testamentari e si sono proposte delle angolature diverse, ebraiche e cristiane, da cui leggere i testi biblici.
Custodito da millenni nel cuore della Bibbia, il libro del profeta Isaia è un esercizio prezioso per cominciare o ricominciare a sperare dopo le distruzioni, le rovine, i lutti e le false consolazioni. Per affrancarsi dai sacrifici inutili e sciocchi, per sgomberare il campo dall’idea errata di un Dio affamato di sacrifici, che agisce dentro la logica economica del dare e dell’avere.
Tutti i profeti sono potatura, concime, sarchiatura, mietitura, raccolto, vendemmia, dello spirito e quindi della vita. Non sono equilibrati, né tantomeno politicamente corretti e prudenti. Sono sempre di parte, esagerati, eccessivi.
L’unico modo che essi hanno di amare il loro popolo è non attenuare la forza radicale ed eccessiva della parola. Il buon senso e la moderazione sono virtù delle istituzioni, non dei profeti. Ma senza l’eccesso e l’imprudenza dei profeti, le istituzioni e l’economia diventano tristi uffici di burocrati, il potere solo sopruso, i poveri non si vedono più e restano abbandonati nelle periferie. Con la loro voce, i profeti fanno vedere ciò che i potenti non riescono, o non vogliono, più guardare.
SOMMARIO
Introduzione. Il non-idolo di Dio. I suoni e i colori delle parole. Come lanterne nell’attesa. Custodi del buon seme. Il nome del bambino. L’abbaglio dei fuochi fatui. È la fine che ci salva. Il giorno dei figli. La fraternità del Sabato santo. La profezia della focaccia d’uva. I dialoghi della notte e dell’aurora. La sofferenza degli occhi impotenti. Chi crede saprà aspettare. La maledizione dei profeti ruffiani. La Laudato sii del profeta. La libertà delle mani scosse. La sovranità perfetta dell’idolo. L’abbraccio dell’angelo terrestre. Le consolazioni della profezia. Il segno di Adamo. La maledizione delle risorse. La vocazione del secondo giorno. Le ferite feconde del nuovo parto. Il necessario è troppo poco. Quel fiore del male che salva. Altri angeli sulla stessa grotta. La benedizione dell’acino salvato. Perché la notte non è infinita. Bibliografia.
Un ebreo cristiano parla degli ebrei, di come intendono se stessi, di come la Chiesa li ha intesi, di quali siano i rapporti attuali tra cattolici ed ebrei, del valore della terra per gli uni e per gli altri, di Israele oggi, di chi siano gli ebrei messianici, dei rapporti tra messianici e cattolici. Il dialogo iniziato con il Concilio tra cattolici ed ebrei ora continua.