
Una Miscellanea che traccia il profilo intellettuale di Monsignor Vincenzo Rimedio, vescovo di Lamezia Terme dal 1982 al 2004. Una accurata raccolta di studi, saggi, contributi e testimonianze di oltre 16 figure del mondo della cultura: vescovi, giornalisti, teologi, prelati, religiosi, professori, ... magistralmente coordinati dal Prof. Filippo D'Andrea, ricercatore e delegato per la Calabria dell'Istituto di Storia del Cristianesimo della Sezione San Luigi Gonzaga della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli.
Il libro che Benedetto XVI ha voluto fosse pubblicato dopo la sua scomparsa. Negli anni immediatamente successivi al Concilio Vaticano II, il volume "Introduzione al cristianesimo" faceva conoscere al grande pubblico un giovane teologo tedesco. Oggi, a conclusione della sua vita e in veste di papa emerito, Benedetto XVI affida in eredità quest'opera agli uomini tutti per condividere le sue ultime riflessioni su alcuni temi fondamentali della religione cristiana. Al centro vi è la misericordia di Dio, che nasce da una passione d'amore verso ogni creatura. Al servizio di Dio sono i sacerdoti, chiamati a stare alla sua presenza e a essere testimoni del suo amore. Vi sono poi i temi del dialogo con le altre religioni, con gli ebrei, il popolo della promessa, con le confessioni cristiane, con il mondo. Questo dialogo, tuttavia, non può prescindere dai contenuti centrali del credo: l'incarnazione del Figlio di Dio, la fede nella morte e resurrezione di Gesù, la presenza eucaristica, la comunione fraterna nella Chiesa, i temi centrali della morale cristiana. Come recita il sottotitolo, il volume è quasi un testamento spirituale, dettato dalla sapienza del cuore di un maestro sempre attento alle attese e alle speranze dei fedeli. Negli anni trascorsi nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano la sua presenza discreta e la sua preghiera sono state un sostegno importante per la vita della Chiesa. Da lì osservava benevolo la natura, specchio dell'amore di Dio creatore, dal quale proveniamo e verso il quale siamo diretti. Da lì guardava al suo paese d'origine, la Germania, all'Italia ove trascorse buona parte della sua vita, alla Francia che lo accolse nella sua Académie, all'intera Europa. A questi paesi il papa emerito affida, con voce flebile ma appassionata, la sua richiesta di non rinunciare all'eredità cristiana, che è un patrimonio prezioso per l'intera umanità. In vita, Benedetto XVI non sempre è stato compreso. Nessuno, tuttavia, ha potuto negare la lucidità del suo pensiero e la forza delle sue argomentazioni, che quest'ultima opera egregiamente raccoglie.
Quest'anno per la prima volta l'Editrice Shalom cura la stampa e la diffusione del sussidio liturgico-pastorale, che annualmente il Dicastero per l'Evangelizzazione prepara per vivere appieno la Domenica della Parola di Dio. Il 22 gennaio 2023 si celebra infatti questo importante appuntamento che ha come tema: «Vi annunziamo ciò che abbiamo veduto» (1Gv 1,3). Nel cammino che papa Francesco chiede a tutta la Chiesa di compiere verso il Giubileo del 2025, questa diventa una tappa decisiva. Le proposte pastorali presenti nel sussidio sono rivolte alla preparazione, alla celebrazione e all'approfondimento di un appuntamento con la Parola che segna la vita di ogni credente.
Il volume esamina le pratiche di lettura e di esegesi dei testi degli autori cristiani tra secondo e terzo secolo, in particolare Ireneo di Lione, Tertulliano, Giustino, Clemente Alessandrino e Origene. L'indagine è svolta in una prospettiva comparativa, volta a favorire il confronto con gli autori non cristiani contemporanei, Plinio il Giovane, Aulo Gellio ed Elio Aristide tra gli altri, per individuare gli aspetti condivisi e quelli specifici dell'ambito cristiano. Il riferimento comune è lo schema della grammatica tradizionale greco-romana, elaborato da Dionisio Trace e successivamente codificato da Quintiliano e Apollonio Discolo. A partire dal concreto atto della lettura, prima e fondativa parte della ????? grammaticale, il volume approfondisce il ruolo degli strumenti grammaticali ai fini dell'ermeneutica delle Scritture, un aspetto decisivo dell'esegesi cristiana dei primi secoli. La lettura costituisce la base su cui si fonda l'interpretazione e quest'ultima a sua volta determina il modo in cui il testo biblico viene concretamente letto. Le modalità di lettura così delineate gettano nuova luce sul processo di costituzione del canone cristiano delle Scritture e sulle dinamiche dell'autodefinizione religiosa e intellettuale delle prime comunità cristiane nel variegato panorama culturale e sociale dell'epoca.
Spesso l'umiltà è stata considerata in maniera sbagliata come debolezza, svilimento del carattere e mancanza di coraggio. Sulla scorta di San Benedetto da Norcia e Santa Teresa d'Avila, questo libro invece definisce l'umiltà "virile": solo le persone autentiche e vere sanno riconoscere i propri limiti e sanno collaborare, suscitando empatia e fiducia nel prossimo. È questa umiltà che permette di rialzarsi dopo un fallimento, perché impedisce all'uomo di pensarsi Dio e sprofondare nell'idolatria del proprio io. Il senso e il valore della stessa umiltà stanno infatti nell'esempio che ci è stato dato da Gesù Cristo, crocifisso dalla violenza degli uomini: spetta a noi riconoscere questa forza dolce e nobile che ci guida al Cielo. Prefazione di Gianni Ambrosio.
Che cosa significa "tornare all'Ortodossia"? L'autore di questo diario spirituale ce lo dice in presa diretta e partecipata, mostrando come, nella sua ricerca spirituale, a un certo momento si sia trovato di casa nell'Oriente cristiano. Una grande sorpresa, forse, prima di tutti per lui che a lungo è stato un esponente di spicco del "tradizionalismo cattolico". Ma la vita e la Provvidenza ci pongono spesso davanti a strade che mai avremmo potuto vedere con occhi solamente umani. E allora si tratta di scegliere tra la fedeltà alla propria immagine di sé e la docilità allo Spirito. L'autore ha scelto la docilità a Dio e qui ci racconta senza nascondersi che cosa è avvenuto nella sua vita, fino alla pacificazione del cuore.
È possibile rappresentare Dio? Racchiuderlo in un'immagine? Questa è la domanda che si trova alla base dell'iconografia, l'arte di rappresentare l'ineffabile divino. La risposta a questa domanda ha suscitato nei secoli le posizioni più diverse, fino a sfociare in vere e proprie lotte tra iconoclasti, contrari, e iconoduli, fautori delle sacre rappresentazioni. In questo secondo volume ci si sofferma in modo specifico sull'esperienza occidentale che, pur nascendo da quella orientale, ha seguito vie e raggiunto risultati piuttosto diversi. A partire da antichi testi non soltanto teologici, ma anche storici e normativi la riflessione si sviluppa alla ricerca del valore più profondo dell'arte sacra occidentale.
«Il vigoroso incremento che da molt’anni ormai hanno preso gli studi francescani, conforta non soltanto gli eruditi, ma tutti quanti, nella gran famiglia umana, tendono ad elevarsi ognor più nelle regioni del bene. Perché san Francesco d’Assisi nella storia è pur uno di quei rari “spiriti magni”, come Socrate, Mosè, il Buddha, Confucio, – e Gesù Cristo a tutti incomparabile, – che hanno edificata, rinnovata, redenta l’umanità, con i loro insegnamenti e più con l’esempio della vita…
Il san Francesco di san Bonaventura non è punto il san Francesco di fra Leone, e nessuno dei due si accorderà con l’altro di Tommaso da Celano. Non occorre dimostrare, come per noi rimanga di capitale importanza il ritrarre con precisione la vita e lo spirito dell’Assisiate, da cui l’età moderna attende nuova forza psichica, per raggiungere gli eterni ideali della civiltà cristiana».
Il dono della vita consacrata è la chiamata a vivere più da vicino e a rendere presente la «forma di vita che il Figlio di Dio assunse entrando nel mondo» (LG 44). La vita consacrata è un innamoramento nei confronti dell'umanità di Cristo povero, obbediente e vergine. Lungi dall'essere una rinuncia, viene abbracciata come dono incomparabile, in quanto è una testimonianza di totale appartenenza, donazione e obbedienza al disegno di Dio. Coloro che consegnano loro stessi a Dio hanno la certezza che nessuna gioia è paragonabile alla felicità di far brillare la luce di Cristo. La vita consacrata, da una parte, ha la missione di rendere presente Cristo in modo tale che tutti possano toccare il suo amore in un mondo disincantato; dall'altra, vuole rivolgere una particolare testimonianza ai giovani che oggi vivono indifferenti, assenti e immersi nel mondo virtuale.
Il desiderio di conoscere degli esseri umani trova dispiegata davanti a sé l'immensa ricchezza del mondo, che, opportunamente interrogata, lascia apparire aspetti straordinari. Questo libro nasce per rispondere a una domanda del cardinale Camillo Ruini: "Quanta intelligenza c'è nel mondo? Come, a quali condizioni è possibile che nella natura, in concreto nei viventi, vi sia conoscenza, più precisamente come è possibile che vi siano oggettivate delle conoscenze?". Un gruppo di studiosi si è riunito per rispondere a questa domanda, ciascuno portando le acquisizioni e gli orientamenti più innovativi della propria disciplina. Il lavoro comune accompagna il passaggio articolato e argomentato dalle scienze alla filosofia fino alla teologia e conduce a una visione del mondo umano e naturale in cui l'intelligenza soggettiva degli esseri umani riflette e risuona cognitivamente con l'immensa intelligenza che organizza il mondo. A chiusura di questa splendida avventura intellettuale il cardinale Ruini espone le sue considerazioni filosofico-teologiche.
Papa Francesco, in questa lettera apostolica, si sofferma sulla esemplare figura di Francesco di Sales e sui suoi insegnamenti, a quattrocento anni dalla morte del santo vescovo. Dalle sue riflessioni sull'amore di Dio, il Papa trae spunto per sollecitare atteggiamenti di rinnovamento nella Chiesa e porre nuovi interrogativi, che l'arcivescovo Mario Delpini raccoglie nella sua Prefazione.
Scrive papa Francesco: «È quanto ci attende come compito essenziale anche per questo nostro passaggio d'epoca: una Chiesa non autoreferenziale, libera da ogni mondanità ma capace di abitare il mondo, di condividere la vita della gente, di camminare insieme, di ascoltare e accogliere. È quello che Francesco di Sales ha compiuto, leggendo, con l'aiuto della grazia, la sua epoca. Perciò egli ci invita a uscire da una preoccupazione eccessiva per noi stessi, per le strutture, per l'immagine sociale e a chiederci piuttosto quali sono i bisogni concreti e le attese spirituali del nostro popolo. È importante, dunque, anche per l'oggi, rileggere alcune sue scelte cruciali, per abitare il cambiamento con saggezza evangelica».