
A diciotto anni dalla prima pubblicazione e a poco più di vent'anni dalla morte di don Giovanni Buzzoni, vengono riproposte le omelie da lui tenute come canonico teologo durante la messa di mezzogiorno nel duomo di Ravenna. Si tratta di testi di ispirazione patristica che l'autore propone alla comunità cristiana, seguendo il percorso dei quattro Vangeli e secondo le letture che scandiscono l'anno liturgico. Riflessioni rivolte all'uomo di oggi, formulate con taglio sapienziale. "In ogni pagina che don Buzzoni scrive emerge il coinvolgimento tra il messaggio evangelico e la coscienza che responsabilizza ogni uomo nell'amore verso Dio e il prossimo. Questa è saggezza, ciò che nell'antica tradizione dei Padri viene chiamata 'sapienza'" (dall'Introduzione di p. Benedetto Calati)
In una straordinaria opera di rivelazione letteraria, Lady Norrington getta nuova luce su un importante personaggio storico: la seconda moglie di Thomas More. Sebbene per più di quattro secoli sia rimasta sullo sfondo come una figura sconosciuta e molto oscura, durante i ventiquattro anni di matrimonio con Thomas More seguì con consumata abilità una delle più considerevoli famiglie in Europa. Riuscì a far ridere il marito dopo tutti questi anni di vita comune, e continuò a farlo ridere durante i giorni bui e pericolosi dei suoi mesi nella torre di Londra: un risultato indubbiamente raro e un trionfo di coraggio e di risolutezza. Questa originale ricerca rivela inoltre che Lady Alice non fu, come molti hanno suggerito, una persona di rango inferiore che More elevò al suo status sociale. Al contrario, troviamo una ricca signora di buona famiglia con il sangue dei re nelle sue vene, che mediante il matrimonio di suo cugino era diventata parente di Enrico VII e di Enrico VIII. La sua famiglia era grande amica dei Tudor molto tempo prima del matrimonio con Moro. Una scoperta ancora più considerevole è che mentre i discendenti di Moro furono per la gran parte proprietari terrieri, preti e monache, i discendenti di Alice, attraverso l'unico figlio sopravvissuto dal suo primo matrimonio si trovano inseriti in alcune delle più aristocratiche famiglie d'Inghilterra, quali Alington, Bray, Savage, Spencer, Stanhope e Strathmore. Si arriva, percorrendo questa strada genealogica, alla discendente più famosa, la Regina Madre, Elizabeth di Glamis e a sua figlia la Regina Elisabetta II.
Sul finire del Settecento, un libro sulle api, sul modo di governarle e sulla loro utilità, scritto dal pugliese Antonio Maria Tannoja (1727-1808), riscosse un notevole successo e meritò all'autore l'iscrizione a socio della famosa Accademia fiorentina dei Georgofili. Dopo più di duecento anni, la scoperta di quel testo ha spinto Angelomichele De Spirito ad illustrarne il contenuto, che è quasi una "summa" e un'esposizione critica dell'apidologia del tempo. E, poiché l'autore, oltre ad essere uno tra i migliori entomologi del Settecento, era anche un discepolo di sant'Alfonso de Liguori, e meglio noto come suo primo biografo, De Spirito ne ricostruisce la storia di vita nel contesto socio-religioso del suo istituto e dell'ambiente circostante. Ne risulta un sorprendente spaccato di storia culturale, in cui Tannoja e le sue api, coltivate e osservate per quasi mezzo secolo, appaiono concretamente coinvolti in quel progetto di riforma e di diffusione di un nuovo approccio scientifico, tecnico ed economico, inculcato da pensatori come Ludovico A. Muratori e Antonio Genovesi nel secolo dei Lumi.
È universalmente riconosciuta l'incidenza della cultura contemporanea nell'esistenza intima e profonda di tutti, credenti e non credenti. Discernere, dunque, questa cultura nei suoi aspetti positivi o problematici, è un compito che non può essere lasciato al caso, poiché ne va di mezzo la qualità della vita credente e anche di coloro che dicono di non credere. Di fatto, il rapporto tra Cristianesimo e cultura è stata una delle più feconde intuizioni del concilio Vaticano II che ha tentato e promosso il dialogo tra queste due realtà, senza sconti o compromessi con il perenne deposito della fede, anche con il suo linguaggio esortativo e aperto agli uomini di buona volontà. Il cristiano di questo tempo di transizione non può disinteressarsi della cultura in cui vive e che per certi aspetti lo condiziona se vuole vivere proprio la qualità della sua fede.
Caratterizzato da biografie diversissime - c'è chi vive in coppia e chi solo, chi ha figli e nipoti e chi non ne ha, chi cerca nuovi sbocchi professionali e chi comincia a pensare di lasciare il lavoro -, il cinquantesimo compleanno è per quasi tutti una vera e propria cesura. Segnata da cambiamenti radicali, la metà simbolica della vita può diventare occasione per una pausa di riflessione particolare, cui le pagine della teologa Margot Kässmann forniscono preziosi spunti in direzione della (ri)scoperta della gioia di vivere e della saggezza di "celebrare il tempo che si ha davanti, rimanendo aperti al futuro in attesa di nuovi eventi e nuove clamorose esperienze". Nel mezzo del cammin di nostra vita: riflessioni sull'essere a metà della vita, oggi.
I vari contributi presentano la riflessione che i mistici e Dottori carmelitani hanno elaborato sulla vita spirituale proprio con i simboli che strutturano l'esperienza dell'amore coniugale e dei legami familiari.

