
Terzo volume, indice analitico dell'Opera Omnia di Sant'Agostino, (lettere g-o).
L'opera più celebre di Giovanni della Croce commenta i versi intitolati "En una noche oscura", che il carmelitano ha composto durante i nove mesi trascorsi nel carcere del convento di Toledo. È qui che Giovanni della Croce matura l'esperienza della notte. Notte dei sensi e dello spirito, momento di travaglio, sofferenza, dubbio, senso di solitudine e d'abbandono da parte di Dio, questa "oscurità" è voluta da Lui per purificare l'anima dall'ignoranza e liberarla dagli attaccamenti ad affetti, persone e cose, che le impediscono lo slancio verso l'alto e l'unione amorosa con Lui. "Viaggio" nell'anima e nella spiritualità di Giovanni della Croce, capolavoro senza tempo della letteratura mistica, "Notte oscura" è un classico della spiritualità tradotto in modo da renderlo quanto più possibile vicino alla sensibilità del lettore odierno.
Se volere, nella prospettiva di Tommaso, è volere il bene e il bene è tale buono - perché determina il movimento di una volontà, come può la volontà, in quanto inclinatio boni, volere il male? Può darsi la possibilità di una libera umana malvagità? Bernhard Welte, prendendo le mosse dal fatto indubitabile del male attestatoci dall'esperienza, individua nella tensione, scoperta da Tommaso, tra l'essenza e il modo d'essere della volontà umana la radice del male morale. Un male reso possibile dalla tentazione diabolica dell'uomo di considerarsi come qualcosa di infinito, dimenticando la sua natura creaturale e la destinazione ultima - destinazione che pertiene alla Grazia. È un paradosso: "proprio questo assoluto volere il bene è un male, poiché è realizzato assolutamente nella separazione dall'Assoluto, da Dio". Un'innovativa interpre-tazione di Tommaso che, al di là della ripetitività di tanta Scolastica, è un modello di ermeneutica in grado di far interloquire l'Aquinate con Schelling e Kierkegaard.
DESCRIZIONE: È divertente giocare agli anagrammi, soprattutto se si tratta di esprimere il carattere di una persona. Che fortuna allora se è l’eroe stesso del gioco a incaricarsi della trasposizione del suo nome: c’è da scommettere che l’anagramma servirà a rivelarlo nell’intimo! È ciò che è successo a Francesco di Sales. Si divertì, un giorno, a creare il suo anagramma ed eccone il risultato: “FOI SANS DESCALER”, cioè fede integrale. Si sarebbe potuto scrivere questa frase come sottotitolo a questa opera. Ciò in cui credeva Francesco di Sales? Sì, ma molto semplicemente ciò che Cristo ha affidato alla sua Chiesa.
Per osare scrivere questo libro, bisognerebbe avere familiarità con la vita e il pensiero di Francesco di Sales e averne colto le più sottili sfumature. È il caso di André Ravier. Il suo Saint François de Sales (Édit. du Châlet) risale al 1962. Nel 1969 pubblica in «la Pléiade», le tre opere maggiori del «Dottore dell’Amore» dedicandogli una importante prefazione. Nel 1971, in «Bibliothèque de l’Académie Salésienne», Saint François de Sales et ses faussaires. Nel 1980, in «Bibliothèque européenne» (DDB), Lettres d’amitié spirituelle de saint François de Sales [S. Francesco di Sales, Lettere di amicizia spirituale, a cura di André Ravier, s.j. – Paoline, Roma 1984]. Infine, nel 1985, Éditions Nouvelle Cité, Un sage et un saint François de Sales [André Ravier, Francesco di Sales. Un dotto e un santo – Jaca Book, Milano 1986].
Il libro che presentiamo è il frutto di queste ricerche e di questo assiduo lavoro: vi si sente battere, vivo, il cuore di Francesco di Sales.
ANDRE RAVIER (1905-1999), bacelliere in filosofia nel 1922, entra nella Compagnia di Gesù e consegue la Licenza in Lettere a Grenoble. Dopo un anno di filosofia a Jersey viene licenziato in Filosofia dal P. Andrè Brèmont. Durante il servizio militare a Grenoble segue all’Università i corsi di J. Chevalier. Discute la tesi in Filosofia nel 1940.
Nel 1941 è Prefetto Generale del collegio di Lione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale è nominato Provinciale dei gesuiti di Lione; è vicino a De Lubac e accoglie Teilhard de Chardin. Terminato l’incarico si dedica allo studio e a scrivere: s. Ignazio di Loyola, Claudio de la Colombière, s. Bruno, s. Francesco di Sales, s. Curato d’Ars, s. Colette ecc. La sua bibliografia conta almeno settanta titoli oltre ad articoli.
COMMENTO: La biografia spirituale di San Francesco di Sales e l'attualità del suo messaggio religioso per credenti e non.
Il pluralismo che contrassegna il nostro tempo pone in discussione l’unicità e l’universalità della mediazione salvifica di Cristo e, conseguentemente, la stessa funzione mediatrice della Chiesa. Emblematica è la comprensione del tradizionale assioma extra Ecclesiam nulla salus,che sinteticamente esprime la necessaria relazione tra Cristo e la Chiesa nell’ottica della salvezza. Molti infatti oggi lo interpretano in maniera tanto pregiudiziale da alterarne il senso. Nella prospettiva dello sviluppo e dell’interpretazione della dottrina dogmatica e dei modelli ecclesiologici, lo studio – basato sulle fonti e su una correlata bibliografia ad hoc – individua le radici dell’assioma risalendo al pensiero di importanti autori cristiani dei primi secoli. Emergono e si precisano così significative coordinate di fondo che puntualizzano progressivamente la natura e la missione della Chiesa. Di non poco conto è soprattutto la rilevanza del contesto ecclesiale, che incide anche sul pensiero degli autori di riferimento riguardante la Chiesa e la sua mediazione salvifica.
Traduzione italiana del Secondo Libro dell'opera di Saint-Jure dal titolo 'De la connaissance et de l'amour du Fils de Die Notre Seigneur Jesus-Christ'. La spiritualita' di Saint-Jure a 350 anni dalla morte.
Vita di santa Teresa d'Avila (al secolo Teresa de Cepeda y Ahumada, 1515-1582). Benché donna, e donna del secolo XVI, "monaca inquieta e vagabonda", ruppe le costrizioni sociali ed ecclesiastiche: riformò l'Ordine del Carmelo femminile (fondando in vent'anni sedici monasteri) e l'Ordine maschile. Fu donna dai grandi desideri, audace, imprevedibile. È considerata tra le massime figure della mistica cattolica di tutti i tempi. Le sue opere contengono una dottrina che abbraccia tutta la vita dell'anima. Nel 1970 papa Paolo VI la proclamò "Dottore della Chiesa".
I due volumi dei "Trattati d'amore" cristiani offrono al pubblico una raccolta di testi che indagano il problema dell'amore nel pensiero cristiano del XII secolo. Il XII è infatti, in Europa, il secolo dell'amore: i trovatori celebrano l'amor cortese, i romanzi narrano la passione di Tristano e Isotta o di Lancillotto, Abelardo ed Eloisa vivono un'infuocata relazione. I religiosi non sono da meno: elaborano, impiegando un linguaggio appassionato e immagini meravigliose, affascinanti teorie sull'amore mistico. Se Dio, come proclama il Vangelo di Giovanni, è carità, cioè amore, l'uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, è dominato da quello stesso sentimento e al suo Creatore deve rivolgerlo per poter raggiungere l'unione con Dio. È il momento che Dante celebrerà al termine del Paradiso, quando l'"amor che move il sole e l'altre stelle" volge la sua volontà e il suo desiderio "sì come rota ch'igualmente è mossa".
"Questo cammino (di Giovanni della Croce) nel segno dello svuotamento, dell'abbandonare tutto e del vedere il 'nulla' degli oggetti ai quali tendiamo ad attaccarci è altresì il cammino della meditazione di vipassana (chiara visione) del buddismo Theravada". Così, con questa affermazione semplice e coraggiosa, Mary Jo Meadow, la principale dei tre autori del nostro volume apre il libro. Libro - ci affrettiamo ad aggiungere - particolarmente curato e ben fondato. Basti pensare che il volume è, insieme, revisione, arricchimento e approfondimento di una prima edizione del 1994, Purifying the Heart: Buddhist Meditation far Christians, edizione che ha incontrato molto successo.
I saggi raccolti in questo volume, presentati per la prima volta al lettore italiano, sono stati scritti lungo tutto l'arco del Novecento da grandi studiosi di tre generazioni ed appartenenti a differenti ambiti di ricerca, ma ugualmente legati a dibattiti molto attuali. Tutti affrontano, da diverse angolazioni, il problema storiografico del "distacco" del cristianesimo dalle strutture portanti dell'ebraismo, culla entro la quale era nato. Il volume è suddiviso in tre parti: nella prima vengono raggruppali i contributi relativi all'uomo Gesù e al contesto storico, ideologico e politico nel quale si trovò a vivere ed agire in quanto ebreo. La seconda parte raccoglie invece interventi tipicamente esegetici, dedicati alla figura e alla delicata opera missionaria di S. Paolo, primo grande diffusore, interprete e teologo del pensiero cristiano. La terza parte unisce testi dedicati alla travagliata nascita di questa nuova religione da un contesto culturale e antropologico in cui il disfacimento dell'ellenismo e l'incombenza della religione imperiale romana, da un lato, nonché l'influenza reciproca di alcune opzioni "ereticali" e settarie (quali il giudeocristianesimo, lo gnosticismo e il marcionismo), dall'altro, giocarono un ruolo essenziale nello sviluppo, appunto, del cristianesimo e della prima Chiesa e di una cristologia compiutamente "cristiana".