
"Secondo l'esempio del beatissimo padre Francesco, anch'io, peccatore indegno in tutto, che viene dopo di lui come settimo ministro generale dei frati, mi affannavo nell'inseguire questa pace. Così, a trentatré anni dalla sua scomparsa, mi ritirai, per volere di Dio, sul monte della Verna, un luogo di quiete dove desideravo cercare la pace dello spirito. Là, riflettendo su alcune ascensioni della mente in Dio, tra gli altri casi mi si presentò alla memoria il miracolo che si era manifestato al beato Francesco in quello stesso luogo, cioè la visione del serafino alato in forma di Crocifisso. Meditando su quella visione, mi sembrò subito che essa rivelasse l'innalzamento in croce, durante la contemplazione, del nostro padre Francesco e la via per raggiungerlo." Inizia così, il celebre "Itinerario della mente in Dio" di Bonaventura da Bagnoregio. Un trattato esemplarmente breve di teologia mistica che costituisce una guida per mostrare come l'uomo possa innalzarsi fino a conoscere veramente Dio: e anzi a Dio possa unirsi. Ispirandosi a Dionigi pseudo-Areopagita e ad Agostino, e soprattutto alla vita e all'esperienza mistica di Francesco d'Assisi, e alla Passione di Cristo, Bonaventura disegna nel suo libro la perfezione cristiana: come un cammino attraverso sei illuminazioni che con Francesco e il serafino si aprono e si chiudono, e che alle sei ali di quell'essere celeste corrispondono. Commento di Daniele Solvi.
«Rendere pieno d’incanto il tempo dell’umanità in cui sono incastonate le meravigliose vite dei santi».
La Legendaaurea, modellata dall’ideologia cristiana e dalla straordinaria personalità di uno dei più interessanti personaggi di quell’epoca fondamentale della storia europea che è il Medioevo, è l’opera che meglio ha espresso in tutta la sua ricchezza e complessità l’originalità di una componente insostituibile della società umana, il tempo.
La Legenda aurea è la raccolta delle vite dei santi che, con i suoi racconti e i suoi curiosi aneddoti, ha alimentato per secoli l’immaginario del cristianesimo popolare. Ma – dice Le Goff – l’opera scritta dal domenicano Iacopo da Varazze alla fine del XIII secolo è molto di più. È una vera e propria summa sul tempo. La sua grande originalità sta nell’offrirci una concezione complessiva del tempo, tema centrale in tutte le civiltà e in tutte le religioni, attraverso tre dimensioni del calendario cristiano: il tempo ciclico della liturgia cristiana, il tempo lineare scandito dalla successione delle vite dei santi, il tempo del cammino dell’umanità cristiana fino al giudizio finale.
«Il nostro domenicano vuole mostrare come solo il cristianesimo abbia saputo strutturare e sacralizzare il tempo della vita umana e accompagnare l’umanità verso la salvezza; in effetti, il tempo della Legenda aurea non è un tempo astratto, bensì un tempo umano, voluto da Dio e santificato dal cristianesimo».
Il più grande storico del Medioevo rilegge un’opera straordinaria, sia per il contenuto, sia per il formidabile successo avuto nel corso della storia europea, che l’ha reso il libro più letto dopo la Bibbia.
Da uno dei massimi neotomisti del secolo scorso una breve esposizione dei pilastri della sintesi filosofico-teologica di San Tommaso d'Aquino. Spesso regna parecchia confusione nel mondo filosofico e teologico riguardo quali siano i principi reggitori dell'impianto tomista. Questa riedizione, completamente revisionata e ripristinata, si impone come una guida sicura, elaborata dal genio di un indiscusso maestro quale padre Reginald Garrigou-Lagrange, alla scoperta dei pilastri della sintesi filosofico-teologica di san Tommaso d'Aquino, qui condensati nella diade atto-potenza e nel concetto ontologico di essenza.
Milano, febbraio 313. Gli imperatori Costantino e Licinio emanano un "Editto di tolleranza" che - dopo secoli di persecuzioni - equipara il Cristianesimo alle altre religioni professate nell'impero romano: l'Editto diventerà il simbolo di una svolta decisiva per la storia dell'Europa. In realtà l'atteggiamento di Costantino verso il Cristianesimo fu complesso e ambiguo. Da qui le tante leggende sorte nei secoli (come quella della "donazione" dell'Europa occidentale al Papa) e i problemi ancora attuali sulle relazioni tra potere politico e fede religiosa. Dalla visione prima della decisiva battaglia del ponte Milvio alla fondazione di Costantinopoli, dal rinvenimento della vera croce da parte della madre Elena al battesimo avvenuto solo sul letto di morte: la vicenda dell'ultimo grande imperatore romano viene narrata con un linguaggio semplice e accessibile a tutti, ma sempre con assoluto rigore storico.
«Quello di Tommaso è un vero umanesimo "simbolico e integrale che permette di concludere che "il modo di esistere che comporta la persona umana è più degno di tutti»
Gianfranco Ravasi
Prefazione di Massimo Cacciari e postfazione di Inos Biffi.
Riccardo di San Vittore, discepolo di Ugo di San Vittore, si presenta come l’autore che incarna con particolare chiarezza e ricchezza di pensiero l’originalità di quella riflessione che si sviluppò nel corso del XII secolo all’interno dell’abbazia vittorina. Essa si configura come una vivace visione teologica, secondo la quale lo studio e la speculazione costituiscono una parte essenziale del cammino di conoscenza e di amore che l’uomo intraprende per ritornare a Dio.
Il Beniamino minore, opera molto nota e diffusa nei secoli, si sviluppa intorno all’esegesi dei capitoli 29-35 del libro della Genesi, riguardanti la vicenda di Lia e Rachele e la nascita dei dodici figli di Giacobbe. Attraverso l’interpretazione spirituale della Scrittura, l’autore si propone di elaborare una rappresentazione della vita interiore in grado di aiutare tutti, ma soprattutto chi muove i primi passi, a orientare il proprio cammino verso Dio, indicandone condizioni, possibilità e difficoltà. L’esegesi proposta da Riccardo tratteggia così un percorso in cui l’affettività e la razionalità, non alternative ma cooperanti nell’animo umano, fondano una vita virtuosa che prepari l’anima alla contemplazione di Dio.
L’introduzione, strutturata secondo i criteri della collana, presenta l’opera all’interno della produzione dell’autore e del particolare percorso teologico e speculativo sviluppatosi a San Vittore nel XII secolo, e ne ripercorre i tratti ascetici, articolando il cammino dell’uomo che va dalla dissomiglianza alla somiglianza con Dio, procedendo dall’amore e dalla conoscenza verso la contemplazione.
Punti Forti
• Offre una lettura attenta e approfondita di quello che fu un periodo di straordinaria ricchezza spirituale nel periodo medievale.
• L’opera, molto nota e letta nei corso dei secoli, viene restituita anche al lettore odierno ricca di freschezza spirituale.
• L’esegesi si presenta anche al lettore odierno come stimolante prospettiva di accostamento alla Sacra Scrittura, specialmente a una riflessione spirituale sull’Antico Testamento.
Autore
Riccardo di san Vittore (ca. 1110-1173). Di origini inglesi, entrò a far parte dell’abbazia di San Vittore (la prima data sicura della sua presenza è il 1159). Erede e continuatore della speculazione mistica di Ugo di San Vittore, si distinse come magister più conosciuto della scuola teologica vittorina. La sua vasta produzione abbraccia opere che spaziano dall’esegesi alla riflessione ascetica e mistica, fino a scritti teologici veri e propri, tra i quali un importante trattato sullaTrinità.
Il Curatore
Mary Melone è religiosa nella Congregazione delle Suore Francescane Angeline. Oltre alla laurea in psicologia, ha conseguito il dottorato di teologia dogmatica all’Antonianum, con una tesi su Lo Spirito Santo nel “De Trinitate” di Riccardo di San Vittore, pubblicata nel 2001. Docente di teologia trinitaria e pneumatologia, preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (2002-2008) e membro del comitato scientifico della Società Italiana per la Ricerca Teologica (2004-2010), ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tra cui, per la nostra collana, una raccolta di sermoni di Antonio da Padova, intitolata Camminare nella luce. Sermoni scelti per l’anno liturgico (2009).
Il Commento al Credo di san Tommaso d’Aquino è stato un vero best-seller del Medioevo, visto che a noi sono arrivati quasi 150 testimoni di manoscritti, cifra notevole. Eccelle per semplicità e sobrietà: non si perde in questioni oziose, non usa termini strani, ma illustra le verità fondamentali della fede in modo sintetico e con esempi e vocaboli efficaci, avendo a cuore l’intelligenza di chi vuole credere.
«La prima cosa necessaria a ogni cristiano è la fede, senza di essa nessuno può dirsi fedele cristiano. La fede, inoltre, produce quattro beni. Il primo è unire l’uomo a Dio, perché mediante la fede l’anima contrae con Dio una specie di matrimonio, come è scritto in Osea: Ti farò mia sposa per sempre... ti fidanzerò con me nella fedeltà (Os 2,21-22). Il secondo è introdurci alla vita eterna. La vita eterna, infatti, non è altro che conoscere Dio, come disse lo stesso Signore: Questa è la vita eterna: che conoscano Te, l’unico vero Dio (Gv 17,3). Questa conoscenza di Dio inizia ora per mezzo della fede, ma diventerà perfetta nella vita futura ... Il terzo bene è che la fede ci è guida nella vita presente. Infatti, perché l’uomo possa vivere rettamente è necessario che conosca le regole fondamentali della rettitudine. Ma se dovesse apprenderle tutte con lo studio, o non ci riuscirebbe mai o solo dopo molto tempo. La fede, invece, insegna tutto quello che è necessario sapere per vivere in modo buono ... E ciò trova conferma nel fatto che prima della venuta di Cristo nessun sapiente, nonostante tutti i suoi sforzi, riuscì mai a conoscere di Dio e delle cose necessarie per conseguire la vita eterna tanto quanto dopo la venuta di Cristo una semplice vecchierella sa mediante la fede. Perciò si dice in Isaia che la saggezza del Signore riempirà il paese (Is 11,9). Il quarto bene è che la fede è il mezzo per vincere le tentazioni ... Dice infatti san Pietro: Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede (1 Pt 5,8-9). ... Appare così evidente quanto sia utile la fede». Si tratta di un ottimo libro per introdurci all’Anno della fede.
Il presente volume contiene l’opera di Tommaso d’Aquino, il cui titolo latino tradizionale è: Collationes (expositio) in Symbolum Apostolorum. La traduzione è stata condotta sul testo critico messo a punto da Nicholas Ayo nel 1988.
Introduzione di Giorgio Maria Carbone O. P.
Traduzione di Pietro Lippini O. P.
Il 7 ottobre il Papa Benedetto XVI proclamerà "Dottore della Chiesa universale", San Giovanni D'Avila il prete "maestro di grandi Santi", già proclamato Santo il 31 maggio 1970 dal Papa Paolo VI. Il suo insegnamento eccelle per la qualità degli scritti, per l'altezza e la profondità della dottrina, per la matura sintesi sapienziale raggiunta. Una serie di manoscritti inediti impreziosiscono il testo.
Una rilettura attualizzante alla luce dei più recenti studi dell'opera agostiniana.
Il dialogo De magistro può considerarsi ed è la testimonianza più preziosa sul tema centrale del linguaggio di tutto il progresso della filosofia antica, dal Cratilo platonico fino al IV-V secolo d.C. Nel presente stato di avvilimento della parola, la quaestio fondamentale del 'De magistro' appare in tutta la sua cruciale attualità. Il dialogo agostiniano non mira esclusivamente a restituire al linguaggio tutta la sua più autentica dignità umana, ma è anche il richiamo all'interiorità, all'ascolto e al silenzio; se la parola non vuole mostrare" solo se stessa, allora è il momento del pensiero, della meditazione su che cosa vale la pena dire... "
Un testo sul sacerdozio - Sacrificio nella Bibbia. Piano generale dell'opera: - Gesù, Sommo Sacerdote, ha offerto la vita in sacrificio per noi (S.A. Panimolle); - Sacrificio e sacerdozio nell'Antico Testamento e negli scritti giudaici (G. Deiana); - Sacerdozio e sacrificio nel Nuovo Testamento (C. Marcheselli-Casale).
Le lettere, le conferenze e i documenti relativi alle sue opere costituiscono la testimonianza del generarsi del carisma vincenziano della carità. Il piano dell'opera prevede la pubblicazione nella traduzione italiana dei 12 volumi dell'opera omnia pubblicata negli anni 1920-1921 da Pierre Coste.