
Chi è Teresa di Gesù recita autorevolmente il titolo di questo volumetto. Perché leggere Teresa di Gesù sotto la guida di Tomás Álvarez è avere la certezza di acquisire, anche in un breve percorso, una conoscenza sicura sulla santa di Avila; perché lo scopo ultimo del libro è proprio quello di garantire, attraverso un insieme di generalità e spigolature, il ritratto sostanziale della protagonista.
Santa Veronica Giuliani, vissuta tra il Sei e il Settecento a Città di Castello, in Umbria, è probabilmente l'esponente più rilevante della mistica barocca in Italia. La sua vita spirituale è stata contrassegnata dalla contemplazione amorosa e dall'esperienza della passione di Cristo, dal mistero della croce, dal desiderio incoercibile dell'immolazione e della sofferenza espiatrice. Fenomeni straordinari, eroicamente chiesti e vissuti nel triplice aspetto compassivo, espiativo e redentivo sono solo il segno esteriore di ciò che la santa visse interiormente. La fedeltà nello stare in croce, l'offrirsi vittima, la sua missione diretta e personale, rappresentano le scelte concrete di una donna totalmente dedicata alla sua vocazione. Le pagine del volume rendono ragione di questo singolare compito, vissuto nella più radicale povertà e umiltà, attraverso la presentazione della sua missione espiatrice ("essere mezzana", stare in mezzo). Nella prima parte, la ricerca tratta della vita e della spiritualità di Veronica Giuliani alla luce dei suoi scritti, considerando il contesto spirituale del XVII e XVIII secolo. La seconda parte studia il Diario della santa e propone una rigorosa indagine lessicale proprio sul significato del termine "mezzana".
La Summa Theologiae è l’opera più celebre di san Tommaso ed anche la più utile. Lo scopo della Somma Teologica, nell’intenzione dichiarata dell’Autore, è di esporre ai principianti la sacra doctrina (termine con cui Egli indica la teologia che parte dalla rivelazione, in opposizione alla teologia filosofica), con chiarezza e brevità: il che richiede di procedere in modo ordinato, evitando ciò che è inutile e ripetitivo.
Il Volume 3 corrisponde alla Seconda Parte, Seconda Sezione (II-II) dell’Opera e tratta delle virtù. Prima delle virtù teologali, cioè fede, speranza e carità; poi delle virtù cardinali, cioè prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. L’analisi è approfondita ed è punto di riferimento costante per la riflessione etica.
Testo latino critico dell'Edizione Leonina, traduzione italiana e Introduzione
Introduzione di Giuseppe Barzaghi
Traduzione di Tito Sante Centi, Roberto Coggi, Giuseppe Barzaghi e Giorgio Carbone
La Summa Theologiae è l’opera più celebre di san Tommaso ed anche la più utile. Lo scopo della Somma Teologica, nell’intenzione dichiarata dell’Autore, è di esporre ai principianti la sacra doctrina (termine con cui Egli indica la teologia che parte dalla rivelazione, in opposizione alla teologia filosofica), con chiarezza e brevità: il che richiede di procedere in modo ordinato, evitando ciò che è inutile e ripetitivo.
Il Volume 4 corrisponde alla Terza Parte (III) dell’Opera. È l’ultimo di questa edizione. Tratta di Gesù Cristo, della sua incarnazione e della sua opera di salvezza, della sua vita terrena e dei sacramenti, in generale e in particolare. L’Opera si interrompe bruscamente alla questione 90, che tratta del sacramento della penitenza (confessione) perché Tommaso decide di non scrivere più e dopo qualche mese muore.I trattati di questo volume sono un punto di riferimento costante per la teologia cristiana.
Testo latino critico dell'Edizione Leonina, traduzione italiana e Introduzione
Introduzione di Giuseppe Barzaghi
Traduzione di Tito Sante Centi, Roberto Coggi, Giuseppe Barzaghi e Giorgio Carbone
"Non lasciamoci rubare la speranza!". Questa è l'esortazione che da inizio pontificato papa Francesco continua a lanciare. È un monito incalzante. Un ammonimento che dice ammaestramento, esortazione, consiglio. Ma anche così lapidario, da istituirsi immediatamente come un monumento, cioè al servizio della memoria. E il trattato sulla speranza teologale di san Tommaso d'Aquino, offerto in queste pagine, si pone proprio in questa linea. Occorre ridestare nel nostro cuore il senso prezioso di una virtù divina che rianima l'umano.
Questo libro, dice l'autore nella sua Introduzione, è un omaggio affettuoso e riconoscente al grande Aquinate, di cui abbiamo voluto mettere in risalto soprattutto il suo magistero dottrinale, sollecitati in questo da alcune affinità: il condividere lo stesso ideale di vita religiosa (l'ordine domenicano) che ha come programma apostolico la predicazione della verità; il fatto di svolgere la stessa attività di docenza e di ricerca teologica di cui egli è esemplare e sommo maestro; il trovare in lui una consonanza di metodo, di princìpi, di dottrina vivamente raccomandati dalla Chiesa, maestra di verità (p. 7).
Il tema del male non cessa di tormentarci, poiché il male sembra farla da padrone nel mondo, oggi come ieri. La psicologia spiega il male a partire dalla storia personale: cerca le cause del male guardando indietro, osservando ed elaborando le ferite del passato. I monaci antichi, invece, descrivono il male come qualcosa di presente, opera dei demoni; cercano di comprenderne strutture e modi di agire, per poterlo poi affrontare con successo nel momento presente. Le loro esperienze e i loro insegnamenti possono costituire uno stimolo ad affrontare la sfida del male, a osare la lotta ora senza ripiegarsi sul passato.
La spiritualità di colei che viene affettuosamente chiamata "santa Teresina" non è riducibile a una pratica o a una virtù particolare. Consiste piuttosto in un atteggiamento interiore che si manifesta attraverso un'apertura fiduciosa del cuore all'azione di Dio e un desiderio bruciante di "vivere d'amore". Per Teresa, l'amore ha sempre l'ultima parola. In questa esperienza centrata sulla persona di Gesù, l'autore individua dieci atteggiamenti interiori che sono altrettanti inviti a vivere "l'avventura della santità": 1) desiderare amare Gesù; 2) sopportare con dolcezza le proprie imperfezioni; 3) sperare nella misericordia divina; 4) crescere in piccolezza; 5) scegliere la piccola via della santità; 6) ritornare costantemente al Vangelo; 7) fare tutto per amore; 8) abbandonarsi a Dio nella preghiera; 9) estinguere la sete di Gesù; 10) unirsi a Gesù nella sofferenza. Ne emerge un ritratto appassionato, intessuto di numerose citazioni dalle opere di Teresa, che esorta ciascuno a fare proprio quell'amore ardente che animava la santa.
Gregorio di Nissa, con queste omelie sul Padre nostro (nella versione di Matteo), rivela l'intensità e la profondità di pensiero di uno dei più grandi Padri orientali. L'opera è strutturata in cinque parti (omelie): la prima, di carattere introduttivo, parla della necessità della preghiera e del modo di pregare. Le altre sono dedicate alle meditazioni sulle varie parti dell'orazione del Signore: "Padre nostro che sei nei cieli" (Omelia 2), "Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno" (Omelia 3); sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il pane quotidiano" (Omelia 4) e l'ultima parte (Rimetti a noi i nostri debiti ecc.) nell'Omelia 5. L'interpretazione allegorica e quella letterale si intersecano a seconda che rispondono al fine ascetico-morale dell'autore. Le omelie sul Padre nostro, nella loro relativa brevità, sono ricche di spunti speculativi, teologici, mistici e morali che rivelano in Gregorio l'uomo di pensiero, il filosofo, ma soprattutto l'asceta con la mente e il cuore fissi al cielo.
Il volume raccoglie i diciannove sermoni del ciclo natalizio con cui Leone Magno celebra le solennità del Natale e dell'Epifania facendo emergere l'intimo nesso fra teologia e liturgia. Di fronte alle rovinose tendenze che inquinavano e stravolgevano il mistero e la realtà dell'incarnazione l'eresia ariana, il nestorianesimo, il monofisismo eutichiano, l'apollinarismo e il sabellianismo - il grande pontefice spiega all'assemblea dei fedeli, con solenne ed elegante chiarezza, gli aspetti essenziali di quel mistero: la reale compresenza delle due nature - umana e divina - nell'unica persona del Verbo. Altro tema caro al pensiero dei padri e suggestivo nell'insegnamento di Leone è l'inscindibile connessione fra cristologia e antropologia. L'incarnazione del Verbo congiunge, tenendole mirabilmente distinte, la natura divina e quella umana coinvolgendo, in questo modo, l'intera umanità.
Il XVI secolo, che segna l'emancipazione della cultura dalla tutela del clero, offre nel campo della spiritualità un'impressionante abbondanza di materiale scritto, favorita anche dall'invenzione della stampa. Accanto alla frattura protestante e alla reazione cattolica, la Chiesa assiste in questo periodo anche a una riforma dall'interno suscitata da un gran numero di "santi" impegnati a fare rifiorire una religiosità più autentica. Senza uscire dall'istituzione che talvolta li avversa o li frena e che costituisce il bersaglio della loro contestazione implicita, i grandi spiriti religiosi ritengono possibile un vero rinnovamento e un'autentica pratica cristiana nella Chiesa vivendo in prima persona le esigenze del vangelo. Tre di queste grandi figure segnano il "secolo d'oro" della spiritualità spagnola: Ignazio di Lojola (1491-1556), Teresa d'Avila (1515-1582) e Giovanni della Croce (1542-1591), protagonisti, assieme alle loro scuole, del volume.
Composto tra la fine del 428 e l'inizio dell'anno successivo, il "De laude" eremi di Eucherio è un documento di grande rilievo nella storia del cenobio fondato da Onorato agli inizi del V secolo su un'isola dell'arcipelago di Lérins, nella Francia meridionale. L'operetta, redatta in forma di epistola, trae lo spunto da un preciso episodio. Chiamato alla cattedra episcopale di Arles, Onorato si era fatto accompagnare dal suo discepolo e parente Ilario, il quale aveva presto ceduto al richiamo della vita solitaria e aveva fatto ritorno al monastero. Tuttavia, qualche mese dopo aveva nuovamente raggiunto Arles e alla morte di Onorato gli era succeduto dando inizio a un ventennale episcopato, denso di memorabili eventi. Nel temporaneo ritorno di Ilario all'isola, Eucherio trova l'occasione per predicare l'abbandono del secolo ed esaltare la solitudine dell'eremo, che si apre ad accogliere coloro che cercano un rifugio dai travagli e dalle tentazioni del mondo come il porto si apre al naufrago scampato al mare tempestoso. Il filo conduttore dello scritto è dato dalla lettura della Bibbia, della quale l'autore seleziona in fitta successione pagine ed episodi. Muovendo dalla Genesi e dalla migrazione di Abramo, il testo ripercorre i libri dell'Antico Testamento - in particolare l'Esodo, il Deuteronomio e i Salmi - i Vangeli, in particolare Matteo e Giovanni, e le Lettere di Paolo.