
Un trattato scritto per serbare la custodia del cuore e proteggerlo dai furti del pensiero". "
Pagina biblica e lettura origeniana si sviluppano quasi in dialogo fra loro.
Per Eucherio, vissuto tra il IV e il V secolo, il deserto e il luogo della philosophia e della libertas, dell'incontro con Dio e dell'inizio della beatitudine.
Composta di sette capitoli, l'opera illustra l'ordine sacro della Chiesa, corrispondente all'ordine angelico.
Di origine britannica, nato all'inizio del V secolo, Fausto fu monaco e poi abate di Lérins, e successivamente vescovo di Riez. Personaggio in vista presso l'aristocrazia gallica, fu autore di diverse opere, delle quali ci sono pervenute il "De spiritu sancto" e il "De gratia", oltre ad alcune lettere. Il "De gratia" offre un contributo importante nella polemica sul rapporto fra grazia e libero arbitrio; scritta dopo il concilio di Artes del 473 che aveva condannato l'errore della predestinazione, l'opera, suddivisa in due libri, si propone di fornire un resoconto delle decisioni prese nel concilio, arricchendosi in seguito di ulteriori precisazioni stabilite nel corso del sinodo di Lione... Lo stile fluido, il pensiero organizzato con rigore e accuratezza, la ricerca costante di un equilibrio che vuole accantonare gli aspetti piùradicali della questione esaminata, fanno del "De gratia" un interessante documento linguistico e dottrinale della tarda antichità.
Il volume raccoglie le relazioni presentate in occasione del convegno tenuto tra Latina e Fossanova nel quadro del triennio di anniversari di San Tommaso D'Aquino. In esse si fa il punto sulla ricerca in corso nell'orizzonte culturale contemporaneo. Da qui l'Aquinate si caratterizza soprattutto come "maestro di dialogo". Gli interventi, dei maggiori specialisti del Dottore Angelico, presentano approfondimenti di grande spessore su prospettive integrate da cui emerge una visione d'insieme dell'attualità dell'Aquinate. Particolare attenzione è rivolta al confronto con l'etica odierna, alla teologia della vita secondo lo spirito e al dialogo con Dio.
Un classico della letteratura patristica sulla vita monastica. La biografia di S. Antonio - monaco nativo di Alessandria d'Egitto, vissuto tra il III e il IV secolo - è il best-seller della letteratura cristiana; è infatti una lunga lettera scritta (IV sec.) in greco dal vescovo Atanasio ai monaci d'Occidente al fine di indicare loro nella figura di Antonio Abate l'ideale monastico puro. La Vita, qui presentata nella prima vera traduzione italiana, è interessante per l'attualità del messaggio, mentre l'introduzione evidenzia l'importanza della trasmissione e della diffusione di idee anche in ambiti apparentemente molto lontani fra loro (ascetismo cristiano e yoga). Note di commento, ricche e puntuali, sotto vari aspetti - filologico, storico, esegetico e storico-religioso - accrescono il valore di questo volume.
Il testo contiene la traduzione italiana, con introduzione e note di commento, della lettera-trattato “De videndo Deo” di Agostino di Ippona (la n. 147 dell’epistolario). La traduzione è condotta sul testo dell’edizione critica di riferimento, curata da Alois Goldbacher nella collana del Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum (vol. 44, pp. 274-331). I temi principali affrontati nel testo di Agostino sono: la diversa autorità delle Scritture, dei vescovi e dei teologi; la differenza tra credere e vedere e il rapporto di entrambi questi atti con il sapere; il confronto tra la visione angelica di Dio, la visione dei beati nella vita futura e le apparizioni di Dio ai patriarchi; la superiorità della vista mentale su quella fisica.
Con Bernardo di Chiaravalle la spiritualità monastica medioevale conosce il culmine. I suoi scritti rivelano il suo mondo interiore e il dovere di amare Dio rappresenta una sintesi della sua esperienza mistica. In esso Bernardo racconta della propria necessità di obbedire all'urgenza della comunione con Dio. Il volume, con un'ampia introduzione e note di A.M. Piazzoni, offre al lettore la gioiosa testimonianza di una persona che racconta se stessa e il proprio percorso alla felicità.
L'interrogativo sull'uomo e sulla sua natura è tra i più affascinanti ma anche tra quelli di più difficile soluzione che i Padri della Chiesa hanno affrontato. Questa antologia, curata da A.G. Hamman, segue le tappe salienti del viaggio intorno all'uomo, dalla Scrittura a Leone Magno, nel consolidarsi di una tradizione alla quale ha fatto riferimento anche il Concilio Vaticano II.
Un manoscritto recuperato per caso nel XV secolo, e poi distrutto nell'Ottocento, ha fatto conoscere questo enigmatico e affascinante scritto cristiano del II o III secolo. Il suo ignoto autore propone a un colto interlocutore di scoprire il cristianesimo, presentato come l'unica religione veramente rivelata da Dio.
Il Salmi e S. Paolo costituiscono la fonte pressoché unica a cui si alimenta il pensiero dei Padri sulla speranza: Ma il percorso non è così semplice e lineare. Ai Padri, infatti, si deve arrivare attraverso due grandi collettori, il mondo greco ellenistico e quello biblico giudaico. Dal primo i cristiani mutuano il termine con cui designano la speranza (elpís), dal secondo ne ereditano i tratti teologici fondamentali e la struttura storico-salvifica. Ma da una parte elpís avrà in ambito pagano un significato commisurato all'uomo greco, mentre dall'altra il mondo biblico affida l'idea di speranza a un lessico suo proprio, che solo parzialmente, e non univocamente, si interseca con l'area semantica dell'elpís. Non si dà dunque immediata corrispondenza tra l'elpís dei greci, la "speranza" dei giudei e quella dei cristiani. Il presente volume intende pertanto privilegiare, in una prima parte, ciò che precede, prepara, fa capire i Padri, in modo da rendere immediatamente perspicua, nella seconda parte, la diretta lettura dei testi patristici.