
Una riflessione "poetica" sugli avvenimenti di Maria prendendo spunto dal verbo "megalumei" del Magnificat. Annunciazione, nozze di Cana, crocifissione sono gli episodi principali nei quali l'atteggiamento di Maria "fa grande" il Signore. Piero Coda, professore di teologia sistematica presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, membro delle commissioni centrali per il progetto culturale e per la celebrazione del Giubileo. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo: Evento pasquale (1984); Il negativo e la Trinità (1987); Dio tra gli uomini (1991); L'agape come grazia e libertà (1994); Uno in Cristo Gesù (1996); Teo-Logia (1997); L'altro di Dio (1998)
Un libro strenna di trasparente bellezza, tra letteratura e spiritualità, che parla di Maria nel suo disegno e nel suo esistere storico.
«L’anima mia fa grande Dio» … Dio fa grande Maria. Partendo dalle parole del Magnificat, Piero Coda canta Maria. Il suo cammino in Dio, «intessuto di luci e ombre, di attese, di sconcerto, di brevi gioie, di dolorosi presentimenti, di certezze, di speranze, di interrogativi, di distacchi, di tragedie». L’insondabile mistero di Maria in un dialogo a tu per tu con lei, denso e ricco di sapienza.
Nel corso della sua esistenza Maria avrà certamente parlato tante volte, ma i vangeli canonici riferiscono solo sei circostanze in cui ha preso la parola. Il dato non è senza significato. È nota la tradizione cristiana cresciuta attorno alle «sette parole» che Gesù ha pronunciato sulla croce. Sono infatti numerosi gli scrittori ecclesiastici che lungo i secoli le hanno meditate, elaborando una ricchissima dottrina teologica e spirituale, mistica e ascetica. Le «parole di Maria», invece, non pare abbiano ricevuto alcuna specifica attenzione. E ciò sorprende, tanto più se si considera il fatto che esse risultano essere proprio sei, un numero simbolico, e pertanto, come tale, da «scavare» nel suo significato più profondo.
L'autore auspica che questo libretto possa aiutare coloro che hanno l'umiltà, ma anche il coraggio, di esercitare il ministero della liberazione e della guarigione, e ricorda le parole di Papa Giovanni Paolo II a Puebla il 28 gennaio 1979: "La Chiesa ha il dovere di proclamare la liberazione nel suo significato integrale, profondo, come Gesù l'ha annunciata e realizzata: soprattutto la liberazione dal peccato e dal maligno, nella gioia di conoscere Dio e di essere conosciuto da Lui. Liberazione fatta di riconciliazione e e di perdono. Liberazione che deriva da questa realtà, che noi siamo figli di Dio: il cuore può essere trasformato dalla misericordia di Dio".
Cinque proposte di preghiere mariane del Rosario curate dalle Clarisse Urbaniste del Monastero “Santa Speranza” di San Benedetto del Tronto. Con questo testo le Clarisse mandano un chiaro invito a rinnovare le forme di devozione popolare per suscitare una ancor più gioiosa attesa del Signore Gesù durante il periodo di Avvento.
La lectio divina e il rosario sembrano appartenere a mondi spirituali diversi, incarnare forme e stili di preghiera disparati. Eppure l’esperienza insegna che queste due pratiche sono del tutto complementari, che possono essere di grande aiuto l’una per l’altra.
L’antico metodo della lectio divina ha il pregio di ricondurre alla fonte: la Scrittura. Porta a soffermarsi sulla consistenza biblica di quei “misteri” della vita del Signore che vengono ripercorsi dalla “corona” del rosario, salvandoli così dal logorio del quotidiano.
Il rosario, dal canto suo, favorisce una contemplazione orante del mistero enunciato. Grazie a uno sguardo prolungato, grazie al clima che crea, ne agevola l’assimilazione. Il mistero viene avvicinato facendo proprio l’atteggiamento stesso di Maria: Colei che, più di chiunque altro, ha vissuto con sorpresa e amore le vicende del Figlio suo.
Ecco allora due pratiche che si rinsaldano, si completano a vicenda: per unire la Parola con la vita, il conoscere con il gustare, la domanda con la risposta, la riflessione della mente con lo slancio del cuore.
Novena in preparazione alla solennità di Maria Immacolata con testi, riflessioni e preghiere di Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Roma, 15 ottobre 2011, manifestazione degli "indignati": la sequenza choc della statua della Madonna fatta a pezzi e calpestata fa il giro del mondo. Lo sdegno e la rabbia per il gesto iconoclasta lasciano spazio alla volontà di ricostruire, non solo materialmente. La statua della Madonna spezzata, all'incrocio tra via Labicana e via Merulana, indica il punto da cui ripartire per mettersi in cammino a viso scoperto. Rinunciando alla facile tentazione di spaccare tutto, e accettando di spalancare le porte a una salvezza più grande e più vera.
“Il filo conduttore di questa storia è una piccola statua di legno attribuita a Luca l’evangelista. La statuetta, però, rappresenta solo un pretesto, una strada da seguire. Durante il viaggio, ogni tanto ci si ferma, si dà un’occhiata in giro, come in un’area di servizio di un’autostrada moderna oppure, meglio ancora, in una stazione della Via Crucis. Si entra, si guarda l’avvenimento proposto e ci si accorge che, a ogni sosta, è sempre presente uno stesso personaggio, come se facesse anche lui il nostro viaggio e avesse deciso di concedersi ogni tanto, come noi, delle soste: è la madre di Gesù.
Il personaggio principale di questa storia è proprio Lei. Come se non si fosse mai allontanata dagli avvenimenti degli uomini, Ella è costantemente presente accanto a coloro che più soffrono e che più hanno bisogno di conforto. Ma forse questo personaggio è sempre esistito: tutti gli attributi delle antiche dee, madri di dei e di uomini, sono, in fondo, attribuibili a Maria. Io, però, non sono un teologo. Agli esperti di teologia sta il compito di capire quale rapporto ci sia tra la Theotokos, la Madre di Dio, e le antiche madri venerate prima della nascita di Cristo. A me è dato di vestire i panni del divulgatore e di raccontare ciò che ho appreso”.
Attraverso la Consacrazione a Maria, a Gesù e con Loro a Dio Padre, anche noi possiamo mettere in pratica il culmine della Rivelazione che ci chiama a diventare perfetti come lo è Dio Padre e a contribuire, sull’esempio di Gesù e Maria, alla salvezza di tutti gli uomini.
La Madonna chiede al mondo la Consacrazione al suo Cuore Immacolato per farci, a sua imitazione, santi. È Lei stessa che vive in colui che a Lei si consacra e gli trasmette la Vita e la Santità di Dio.