
Rivolto soprattutto a ricercatori e studenti di comunicazione, ma anche a operatori che vogliano approfondire il quadro scientifico di riferimento, il testo si apre con un capitolo che disegna una mappa della comunicazione religiosa online e della ricerca accademica in merito. I capitoli due, tre e quattro offrono altrettanti approfondimenti su aspetti specifici della comunicazione online della Chiesa cattolica, affrontando il tema dei siti web diocesani, della percezione che i giornalisti hanno rispetto a tale comunicazione e dell'uso che gli ordini religiosi fanno delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e di internet in particolare. Il testo offre poi una ricca sezioni di casi - sedici in tutto - scritti nella quasi totalità dai responsabili delle diverse attività comunicative. Si possono dunque trovare informazioni e dati - mai finora pubblicati - sui visitatori e sull'organizzazione interna del sito del Vaticano, della Congregazione per il Clero e della Riial, così come di diocesi, dell'Opus Dei e di Comunione e Liberazione, di Zenit e così via. In breve, un testo di cui si sentiva il bisogno per avere un orientamento in un settore molto recente e insieme di estremo interesse; un ambito della comunicazione della Chiesa reso ancora più attuale e importante dal recente Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XLIV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Questo volume raccoglie l'esperienza di circa quaranta esperti di comunicazione. Sono contributi che riflettono il carattere internazionale, interdisciplinare e multiculturale del seminario, così come la finalità pratica volta al miglioramento della professionalità nella comunicazione delle istituzioni della Chiesa. Nel lavoro degli uffici di comunicazione della Chiesa ci si confronta spesso con temi controversi: il finanziamento economico della Chiesa, la difesa della vita fin dal suo concepimento, la partecipazione dei cattolici alla vita pubblica, e tanti altri ancora. Queste controversie sono l'argomento della sesta edizione del Seminario Professionale sugli Uffici di Comunicazione della Chiesa, organizzato dalla Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce, nell'aprile 2008.
Sessant'anni anni dopo la promulgazione del Decreto del Concilio Vaticano II sugli strumenti di comunicazione sociale Inter Mirifica, tre università pontificie decidono di approfondirne la storicità, la pastoralità e l'attualità. Da questa riflessione condivisa nasce la presente miscellanea, con contributi di vari professori correlati alle tre istituzioni accademiche coinvolte: la Facoltà di Comunicazione Istituzionale dell'Università della Santa Croce, l'Istituto Pastorale Redemptor Hominis dell'Università Lateranense e la Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Salesiana. Il volume intende proporsi come un'opportunità per approfondire un documento che ha segnato una svolta decisiva nella riflessione della Chiesa universale sulla comunicazione. Nello stesso tempo, rappresenta un valido strumento scientifico e bibliografico destinato a docenti, studenti, operatori dei media, per approfondire l’articolato legame tra realtà ecclesiali e società. Il libro è suddiviso in tre parti, ad ognuna delle quali corrisponde un focus specifico: la dimensione storico-istituzionale, la prospettiva socio-pastorale e le pratiche e i formati della cultura digitale.
Mentre la Chiesa continua ad essere un oggetto essenziale all'attenzione dei mass media, essa è in posizione di divenire un soggetto di comunicazione più attivo per estendere il proprio messaggio attraverso Internet. Questo libro offre una analisi pratica di quanto i siti delle diocesi cattoliche dicono e come sono organizzati. Questo non vuole proporre un ideale sito diocesano, ma offrire strumenti utili per analizzare quanto è attualmente esistente e, da questa analisi, proporre delle linee guida per la pianificazione, creazione e gestione di altri siti cattolici.
"I luoghi fanno le cose. Non è solo uno slogan pubblicitario, ma il senso di una pubblicazione che celebra l'incontro di una comunità cristiana con il metropolita ambrosiano, l'arcivescovo di Milano Mario Enrico Delpini. L'occasione delle celebrazioni centenarie per la consacrazione della nuova chiesa di Calino, avvenuta a metà del XVIII secolo come recita la lapide nella bella parrocchiale di San Michele Arcangelo, ha permesso di ripercorrere la vicenda millenaria della fede in terra lombarda, senza tuttavia distogliere lo sguardo sull'attualità. E non poteva essere altrimenti perché la storia - grande o piccola che sia, locale o generale, comune o straordinaria - è sempre intrecciata con la vita delle persone che la interpretano: quando accade, quando la si interroga, quando la si ricostruisce. La visita di mons. Delpini si è trasformata così in un dialogo aperto, che ha varcato i confini delle colline della Franciacorta in cui si è tenuta per il messaggio di speranza che ha lasciato, per il tono familiare e spontaneo con cui è avvenuta, per la diretta social che ha registrato livelli di ascolto davvero rilevanti, nonostante le limitazioni sanitarie in atto." (F. Anelli, Prefazione)
DESCRIZIONE:
Prefazione
Prete o parroco? Arcivescovo o cardinale? Porporato o monsignore? Tante volte noi giornalisti, di fronte ad “affari di Chiesa”, ci siamo trovati nel dubbio sui termini da usare, tante volte abbiamo utilizzato a sproposito quelli che sembravano sinonimi e che tali non erano. Sì, perché un parroco è necessariamente un prete ma un prete non è necessariamente un parroco. E un arcivescovo non è necessariamente un cardinale, il quale però, da parte sua, è l’unico a poter essere definito porporato, come indica chiaramente il colore (rosso porpora) della berretta. E via di questo passo, ricordando – tanto per capirci – che c’è (la) mitra e (il) mitra e che una è ben diversa dall’altro. Questo libretto, senza pretese scientifiche, è nato proprio per cercare di aiutare a usare nel modo più corretto possibile la terminologia religiosa, in particolare quella della Chiesa ambrosiana. È nato da uno dei tanti confronti fra don Davide Milani, responsabile dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Milano, e il sottoscritto, fino a qualche mese fa alla guida della sede Ansa della Lombardia: confronti su quelli che, di primo acchito, potevano sembrare semplici esercitazioni linguistiche e che invece si rivelavano particolari importanti. Una delle ultime volte, su una vicenda fonte anche di polemiche, riguardante certe prese di posizione di quello che molti giornali avevano denelfinito parroco e che tale non era, trattandosi di un semplice prete, è venuta fuori una considerazione: ci vorrebbe un piccolo dizionario (anche se può sembrare una parola grossa) per dare modo ai giornalisti di raccapezzarsi fra i tanti termini religiosi, di uso più o meno comune. Ecco qui il frutto di un lavoro che è pesato soprattutto sulle spalle di Federica Vernò, si è avvalso della consulenza e della revisione di mons. Marco Navoni, dottore ordinario della Biblioteca Ambrosiana, del supporto di “Imagina” e ha un’unica pretesa: essere d’aiuto a fugare dubbi. Se poi consentirà di evitare anche un solo errore o una perdita di tempo, avrà raggiunto il suo scopo.
Gabriele Tacchini
A conclusione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi è stato elaborato il Documento finale “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”, che l'Arcidiocesi di Milano propone nella sua versione integrale, corredata dalle riflessioni dell'arcivescovo Mario Delpini, di Maria Ignazia Angelini, Mario Antonelli ed Erica Tossani.
Questo volume vuole accompagnare il cammino di coloro che si apprestano a studiare e fare propri i contenuti del Documento, per una Chiesa davvero sinodale.
Vivendo il processo sinodale abbiamo preso nuova coscienza che la salvezza da ricevere e da annunciare passa attraverso le relazioni. Camminando in stile sinodale, nell’intreccio delle nostre vocazioni, carismi e ministeri, e andando incontro a tutti per portare la gioia del Vangelo, possiamo vivere la comunione che salva: con Dio, con l’umanità intera e con tutta la creazione. In questo modo, grazie alla condivisione, inizieremo già adesso a sperimentare il banchetto di vita che Dio offre a tutti i popoli.
Cosa provoca quella particolare forma di violenza politica denominata "terrorismo"? E cosa hanno a che fare con questo atteggiamento radicalmente bellicoso le fedi e le religioni? Perché i conflitti più cruenti e sanguinosi si collegano in modo così diretto al fanatismo religioso e tendono ad assumere la veste di guerre sante? A partire da questi interrogativi, oggi più che mai attuali, e ponendosi in un filone di ricerca che sembra procedere controcorrente, queste pagine riflettono sulla violenza politica e sui principali fenomeni rivoluzionari prodotti dall'Occidente rintracciando un lungo filo rosso per cui in molti momenti topici la visione del mondo propria dell'escatologia apocalittico-millenaristica è venuta alla luce risultando presente e attiva in tutte le culture e ideologie politiche (anche quelle apparentemente "secolari") influenzate dalle tre grandi religioni del ceppo abramitico.
Non è utopia ritenere che i cittadini possano interagire con le amministrazioni pubbliche nella cura dei beni comuni. Non lo è perché di fatto già accade, grazie a tutti coloro che in vario modo mettono a disposizione della comunità tempo ed energie. Ma non lo è anche perché nella nostra Costituzione vige ormai un principio che legittima i cittadini a passare dal ruolo di utenti a quello di cittadini attivi, responsabili e solidali. È il principio di sussidiarietà orizzontale, che considera i cittadini come potenziali alleati delle istituzioni, disposti ad introdurre nella sfera pubblica il valore aggiunto rappresentato dalle loro competenze, idee ed esperienze. In tempi di crisi questa è una prospettiva che apre alla speranza perché non si limita, come fanno alcuni interpreti della sussidiarietà, ad ipotizzare interventi sostitutivi dei soggetti pubblici da parte di attori non-profit, bensì mobilita quantità crescenti di persone nella produzione, cura e sviluppo di beni comuni. I saggi contenuti in questo libro analizzano le idee e le esperienze pratiche che sorreggono questa prospettiva di nuova cittadinanza, fornendo ai potenziali cittadini attivi gli strumenti per mobilitarsi ed a chi opera nel sociale e nella politica una visione credibile di cambiamento basata sulla Costituzione.
Il venticinquesimo anno della celebrazione della Giornata Mondiale del Malato è l’occasione giusta per una riflessione su chi sta male, la malattia e sul cammino di sofferenza; una riflessione che deve però esser utile e costruttiva non solo per il malato, ma per tutte le persone che gli gravitano intorno: dai familiari ai medici, agli operatori sanitari e a quanti, laici o cristiani, decidono di dare il loro supporto al “paziente”. Questo volume raccoglie le testimonianze di chi conosce
da vicino l’esperienza della malattia; si tratta di persone che vivono ogni giorno il prezioso ministero della consolazione, pur in forme e modalità diverse. Il libro si propone di illuminare quanti ancora oggi accolgono il mandato di Gesù di predicare il Vangelo e curare gli infermi.
La "devozione mariana - scriveva Paolo VI nella Marialis Cultus - viene inserita nell'alveo dell'unico culto che a buon diritto è chiamato cristiano, perché da Cristo trae origine ed efficacia, in Cristo trova compiuta espressione e per mezzo di Cristo, nello Spirito, conduce al Padre". È un desiderio degno di lode quello delle persone devote a Maria di voler conoscere meglio la loro beata Madre. Vogliono andare più a fondo nel meditare sul fondamento della venerazione mariana. Questo libro costituisce un tentativo di assecondare questo desiderio. Il Cardinale Arinze fornisce adeguate risposte basate sulla Sacra Scrittura, sulla Tradizione della Chiesa e sulla solida dottrina cattolica.