
Negli ultimissimi anni, le continue fratture internazionali e le persistenti minacce facilitano il riemergere del significato più profondo del vocabolo "pace". D'altra parte, se anche oggi riscontriamo una "deficienza strutturale" nell'ordine internazionale e nella sua governance, non possiamo credere di poterla colmare con costruzioni artificiose. Gli autori che hanno contributo al volume hanno accettato una sfida importante. Ciascuno ha accolto l'invito di fare fino in fondo il proprio mestiere, lasciandosi interpellare dai tentativi di soluzione delle situazioni problematiche portati in dote dai propri interlocutori. L'economista, il sociologo, il politologo, il giurista e il teologo non hanno avanzato la pretesa di invadere il campo altrui, né tanto meno si sono chiusi nel proprio labirinto disciplinare. Hanno accettato la sfida del confronto critico, tipico dell'approccio transdisciplinare. Un approccio che non giustappone in modo asettico le questioni etiche a quelle socio-politiche né sostituisce, confondendole, le une alle altre. Quanto, piuttosto, un approccio tipicamente sturziano alle questioni socio-politiche che attraversa le singole discipline, nel loro oggetto comune, l'homo agens, e lega tra loro le questioni ritenute rilevanti sulla base di una prospettiva antropologica dichiarata: la centralità ontologica, metodologica e morale della persona.
"il denaro deve servire, non governare". Con una delle sue sintesi omiletiche che ormai abbiamo ben imparato a conoscere e ad apprezzare, Papa Francesco non ha fatto che ribadire, in fondo, il primato dell'umana creatura su tutto quanto è stato creato per essere posto a suo servizio. In che direzione dobbiamo cercare, allora, la forma buona dell'uso del denaro? O, detto altrimenti, che relazione debbono avere l'economia e i sistemi economici in rapporto agli altri poteri e alle altre forze che determinano i sistemi sociali e la vita dei popoli? Quale dovrà essere il contributo specifico dei cristiani nella governance dei processi economici? Che ruolo, in particolare, deve occupare la politica, che così spesso ci appare succube e ancillare rispetto alle leggi del mercato e alle decisioni che esse le impongono? Sono queste alcune delle domande e delle tematiche oggetto dei lavori del Colloquio e alle quali ci si è accostati con un approccio interdisciplinare.
Ad un anno dalla promulgazione della Caritas in veritate, Benedetto XVI ribadisce che "Il bene comune è la finalità che dà senso al progresso e allo sviluppo" e che "La politica deve avere il primato sulla finanza e l'etica deve orientare ogni attività". Dunque, alla politica non si chiede di orientare le attività economiche, ma di assicurare con metodo democratico il funzionamento delle istituzioni che possano promuovere le condizioni per il perseguimento del bene comune anche sul piano economico. Il primato della politica si traduce nella capacità di dar vita ad istituzioni nel rispetto dei principi di “poliarchia” e di “sussidiarietà”.
Flavio Felice
è professore di “Dottrine Economiche e Politiche” alla Pontificia Università Lateranense. È visiting professor all’Università Cattolica di Argentina di Buenos Aires e all’Università Sedes Sapientiae di Lima (Perù). È presidente del Centro Studi Tocqueville-Acton. È autore di diversi libri, tra i quali ricordiamo: L’economia sociale di mercato (Rubbettino 2008), Appunti di dottrina sociale della Chiesa (Rubbettino 2008), insieme a Paolo Asolan, Economia e persona (LUP 2009). È No-Resident Research Fellow del Faith & Reason Institute e Adjunct Scholar all’American Enterprise Institute, entrambi di Washington DC.
Introdursi nella dottrina sociale della Chiesa significa introdursi a uno studio semplice e complesso. Semplice, perché l'oggetto di cui essa tratta è la vita sociale dell'uomo e ogni uomo ne fa esperienza e la vive, e dunque può riconoscere che si tratta di lui e dei suoi rapporti con il mondo in cui vive. Complesso, perché la vita sociale è in se stessa strutturata in forma complessa, secondo un intreccio di sistemi che hanno ciascuno interessi e obiettivi diversi, a seconda che abbiano a che fare con la politica, con l'economia, con lo Stato, con il lavoro o con la famiglia, e anche perché - in quanto disciplina scientifica - la Dottrina sociale della Chiesa patisce ancora obiezioni e critiche, specialmente di natura epistemologica. Lo scopo del nostro lavoro - offrire un primo approccio alla dottrina sociale della Chiesa - ne fissa anche i limiti: non risponderemo direttamente a tutte quelle obiezioni in modo specialistico, ma ugualmente - dalla posizione che esprimeremo - sarà possibile ricostruire una via di uscita dalle secche nelle quali la dottrina sociale della Chiesa rischia di impantanarsi. (Prefazione di Ettore Gotti Tedeschi)
La nostra Repubblica è fondata sul lavoro. E proprio nel lavoro le diverse culture politiche hanno trovato il punto di caduta più simbolico della Costituzione. Questo riferimento a un laburismo di ispirazione cattolica conserva tutta la sua attualità perché continua a essere il fondamento di una cultura politica popolare, di una comunità internazionale ispirata ai valori dell'interdipendenza e della solidarietà, nella quale sia impossibile il ricorso alla guerra in quanto strumento impraticabile e anacronistico. Un lavoro plurale e dalle conclusioni aperte, caratterizzato dalla consapevolezza che un contrasto fra idee non è mai un dramma, bensì un'opportunità.
“Vogliamo focalizzare la nostra attenzione su tematiche importanti - e tanto più impegnative, quando si considera l’emergenza di questo particolare momento storico -: tematiche come la cooperazione e i regimi internazionali; la crisi globale ed etica; le regole della governance internazionale e della giustizia sociale; nonché il ruolo della sussidiarietà, della solidarietà e delle istituzioni democratiche. Lo faremo, avendo sempre come punto di riferimento quell’ideale di civitas delineato dal papa Benedetto XVI nella sua più recente enciclica. Di fatto, sempre di più la Caritas in veritate viene proposta come una grande pista per elaborare “la terza via”, o meglio una via nuova, che articoli un rapporto più umano e umanizzante tra i cittadini e le istituzioni…”
(dalla prefazione di S.E. Mons. Enrico dal Covolo)
Biografia
Flavio Felice è Professore ordinario di Dottrine economiche e politiche alla Pontificia Università Lateranense e presidente del Centro Studi Tocqueville-Acton. È autore di diversi libri. Con la Lateran University Press ha pubblicato: Persona, impresa e mercato. L’economia sociale di mercato nella prospettiva del pensiero sociale cattolico (2010); Economia e persona. L’economia civile nel contesto teorico dell’economia sociale di mercato (2009).
Johann Spitzer è Professore a contratto di Globalizzazione e sviluppo dei paesi poveri presso la Pontificia Università Lateranense. È stato Chairman dell’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) per la Piccola e Media Azienda. Inoltre, è stato direttore generale dell’industria e consigliere di ministri in Perù, dove ha svolto diverse attività nel campo dello sviluppo economico e delle negoziazioni di trattati di commercio internazionale. Ha lavorato a progetti di sviluppo con la Banca Mondiale, CAF, BID, ONUDI e agenzie di cooperazione.
Il bene comune nella Dottrina sociale della Chiesa. Il testo raccoglie i contributi della giornata di studio Giustizia sociale e giustizia contributiva organizzata dall'istituto Redemptor Hominis della Pontificia Universita' Lateranense. Il libro raccoglie le diverse relazioni che ripercorrono la plurisecolare storia del bene comune" o "giustizia sociale", a partire dalla considerazione del grande abuso concettuale di questo termine, ma anche del valore fondamentale di tale principio. Punto di riferimento principale per gli autori e' la dottrina sociale della Chiesa che, piu' volte, si e' soffermata sul tema del bene comune o della giustizia sociale. "
Il testo consiste in un breve racconto che ripercorre in forma narrativa i temi dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco sulla cura della casa comune, il creato.
I due protagonisti sono Andrea e Ilaria, due fratellini di 8 e 4 anni, i quali vivono alcune situazioni che li portano a capire la bellezza e l’importanza del creato, un dono da conoscere e rispettare. Con i genitori, con i nonni, con le insegnanti vengono a contatto nella vita quotidiana con vari paesaggi (città, campagna, collina) e scoprono l’importanza e le caratteristiche degli elementi naturali presenti: l’acqua, il sole, il cielo, le stelle, la terra, gli insetti, i fiori, i campi e l’aratura, l’alternarsi delle stagioni... Vengono anche sollecitati ad acquisire comportamenti corretti contro l’inquinamento: andare a piedi e in bici anziché in macchina, tenere pulito l’ambiente dove si vive, non sprecare l’acqua o le altre risorse naturali,fare la raccolta differenziata. E infine imparano a vivere in una dimensione di solidarietà con tutti, compiendo piccoli gesti. Ogni capitolo si conclude con il saluto-ringraziamento dell’elemento naturale trattato, considerato come un bene prezioso sullo stile di san Francesco, da qui il titolo.
L’AUTORE
Luigi Ferraresso, già insegnante nella scuola primaria e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Padova, è ideatore del Concorso Internazionale d’illustrazione Scarpetta d’oro e coideatore della mostra I colori del sacro. Ha collaborato con diverse case editrici come autore, curatore e direttore di collana. Con Paoline ha pubblicato diversi libri per adulti e bambini; l’ultimo è Raccontami tutto di Gesù nella collana «Chicchi di grano» (2015).
L'autore, condividendo con il lettore l'esperienza di corrispondente in diretta dai lavori, ci fa rivivere le sequenze di giornate intense e imprevedibili - non sempre entusiasmanti, spesso illuminate dagli interventi di Papa Francesco - dei due Sinodi dedicati alla famiglia, quello straordinario del 2014 e quello ordinario del 2015. Il lavoro di Franco Ferrari - scrive Andrea Grillo nell'Introduzione - ci permette di ricostruire un cammino; già oggi, infatti, noi rischieremmo di dimenticare "come si è arrivati" al testo di Amoris Laetitia. Utile risulta, per questo, il ritornare ai singoli passi che l'hanno preparata, ostacolata, accompagnata e purificata. Un cammino nel quale i Vescovi stessi si sono sentiti "cambiati" dagli scambi sinodali. Appare chiaro il valore di questo "diario" che, con i dati della cronaca dà un contributo originale e prezioso, attestando non solo l'atto di un Pontefice, ma il non facile assenso di una Assemblea episcopale; non solo la paro la di un capo, ma il dialogo di un corpo; non solo la grande dottrina della giustizia, ma anche la più grande sapienza della misericordia.
L’anno giubilare è un termine che ricorre più volte nelle Scritture ebraico-cristiane. Una sorta di reset offerto per grazia da Dio alla società e al singolo fedele. In tal senso ogni Anno Santo cristiano è sempre «l’anno della misericordia». Ma perché il Giubileo del 2015-2016 è stato voluto da papa Francesco come straordinario? Per ricordare a tutti che la svolta della Chiesa conciliare fu proprio quella indicate nel 1962 dal santo papa Giovanni XXIII: «Ora la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore».
Un saggio puntuale e ben documentato che aiuta a rivisitare un testo conciliare qualificante e decisivo del Vaticano II, a quarant'anni dalla sua promulgazione.
Le domande sul Concilio rivolte ai teologi cattolici presenti a Roma
I problemi dogmatici di fondo della teologia barthiana
Il carteggio tra Paolo VI e Karl Barth
Nel settembre 1966, Karl Barth si reca a Roma per discutere con teologi cattolici ed esponenti della Curia gli esiti del Concilio Vaticano II, conclusosi l'anno precedente. Per l'anziano teologo protestante si tratta di un incontro sorprendente e fresco con un cattolicesimo romano che egli vede impegnato in un profondo processo di evoluzione.
Il volume qui presentato raccoglie i documenti relativi a questo episodio della teologia del xx secolo: insieme a testi pubblicati dallo stesso Barth sotto il titolo Ad limina apostolorum, un importante articolo scritto dal teologo svizzero durante il Concilio, un suo scambio epistolare con Paolo VI e diverse altre lettere relative al soggiorno romano