
Il IX Volume delle Omelie del Mattino di Papa Francesco raccoglie omelie tenute nella Cappella della Domus Sanctae Marthae dal 9 dicembre 2016 fino al 30 maggio 2017. L'insieme di questi pensieri offerti dal Santo Padre formano delle vere e proprie catechesi e contribuiscono all'educazione del popolo di Dio attraverso gli insegnamenti della Parola che grazie a lui diventa semplice e fruibile a tutti proprio perché contestualizzata nella vita di tutti i giorni.
L’Anno Liturgico viene concepito dalla Chiesa come un cammino durante il quale il credente segue Gesù nel corso della Sua vita e della Sua attività pubblica. Generalmente nella lettura di questo cammino si tende a privilegiare i grandi avvenimenti della salvezza (l’incarnazione, il mistero pasquale, la Pentecoste) a scapito delle domeniche del tempo ordinario. Nella consapevolezza che invece è proprio in ogni tappa della vita di Gesù che si rivelano le grandi verità della salvezza e la Sua rivoluzionaria visione dell’uomo, l’Autore, nel commentare il Vangelo di Matteo, intende invece valorizzare il vangelo del tempo ordinario. Presentando di volta in volta i misteri della fede nella loro essenza e come realtà da tradurre nella vita quotidiana, il commento diventa strumento di catechesi viva e globale, fonte di una più alta comprensione e unione con Dio.
Un commento al Vangelo di Marco domenicale e festivo in stile colloquiale, dalla rara capacità divulgativa adatto a tutti, in particolare ai giovani. Il regno di Dio è "come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura". (Mc 4, 26-29) La frase, posta in esergo dall'autore a tale commento, è un invito appassionato a vivere la Parola di Dio nella quotidianità affinché porti frutto in noi e attorno a noi. I testi che accompagnano i vangeli domenicali e festivi del Vangelo di Marco intendono essere uno stimolo alla preghiera e meditazione personale e uno spunto di riflessione per aiutarci a scoprire il mistero dell'Incarnazione e il messaggio d'amore di Dio per ogni uomo. Uno strumento utile anche per la preparazione delle omelie domenicali.
Lo scopo del libro è offrire l'attuale visione del culto dell'Eucaristia "fuori della Messa", frutto del cammino segnato dai documenti del magistero e della riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II. Identifica quindi le nuove coordinate capaci di fondare una visione rinnovata del culto eucaristico e delle sue forme, alla luce della ricca visione dell'Eucaristia della Chiesa post-conciliare.
Questo libro nasce dall'esperienza pastorale. Le cinquantatré proposte di omelie per le esequie offrono spunti di riflessione sia per le celebrazioni eucaristiche sia per i momenti di preghiera in occasione di un decesso. Molte delle riflessioni sono «generali», altre sono mirate a particolari situazioni: la morte di un bambino o di un giovane, di una vittima della strada o del lavoro, di un omicidio o un suicidio... Si tratta di uno strumento, in prospettiva omiletica, sugli atteggiamenti che caratterizzano il cristiano di fronte alla morte: per aiutare a dare senso all'umano soffrire e morire e, al contempo, aprire alla speranza che non delude. Non è mai un discorso scontato né mondano adattamento, ma umile ricerca che invoca dalla Parola, ascoltata e accolta, un orientamento per la vita eterna.
Il testo, ricco di spunti, riflessioni, proposte e suggerimenti pratici, si pone come un manuale da consultare in maniera completa e scorrevole; è indirizzato agli organisti di chiesa che, pur con semplici nozioni musicali, si pongono a servizio delle parrocchie offrendo un prezioso contributo. Ma è un valido testo anche per l'organista che, in possesso di titolo accademico, non è conoscitore esperto dell'arte del celebrare. Oggi più che mai, si chiede all'organista che accompagna la liturgia di acquisire, oltre alla formazione musicale, la specifica preparazione liturgica perché offrire le proprie competenze in ambito ecclesiastico è un munus, un ministero a tutti gli effetti. Prefazione di Antonio Parisi.
Un'analisi delle omelie di Giuseppe Dossetti, e delle linee di fondo della singolare “ars praedicandi” del monaco emiliano che la rendono di grande interesse ancora oggi.
I luoghi della liturgia cristiana dovrebbero essere spazi ricchi di senso, perché ospitano l'incontro della comunità dei credenti con Gesù. Non sono spazi meramente funzionali: è lì che si dà luogo alla grazia, mediante azioni e spazi compatibili alla densità simbolica e al peso spirituale della liturgia. Spesso però gli spazi liturgici paiono irrilevanti, o perché semplicemente brutti o, viceversa, per l'incapacità di coglierne il significato. Giuliano Zanchi, sacerdote, teologo ed esperto di estetica, ha creato così una piccola guida per illuminare il senso dei diversi ambiti in cui il rito si dispiega, nel loro alterno configurarsi lungo la storia cristiana: lo spazio dell'assemblea, l'ambone dove la parola di Dio viene proclamata, l'altare, la soglia tra l'interno e l'esterno della chiesa, il battistero, le luci, ecc.
Il corpus di omelie di Romano Guardini costituisce una parte tutt'oggi inesplorata della sua produzione. Il volume presenta per la prima volta in italiano le prediche giovanili di Guardini: dodici omelie tenute nel 1915 ed una tredicesima datata l'anno seguente. Di particolare interesse poiché mostrano gli esordi di una feconda attività di predicazione. Il filo rosso che percorre queste omelie è il desiderio di unire la fede della Chiesa alla vita del singolo uomo: la fede illumina il quotidiano e la reale esistenza umana, non quella ideale o sognata. In tale contesto si comprendono le sue esortazioni sulla possibilità della preghiera e dell'affidamento al Signore in ogni condizione e momento. Una insistenza più che mai necessaria negli anni della Grande Guerra, che lo portano a riflettere con particolare attenzione sull'importanza della famiglia e sul ruolo fondamentale della madre.
«Perché tempi e feste dell'anno liturgico possano divenire momenti di vita cristiana e ritmi dell'azione ecclesiale non è più possibile affidarsi alla meccanicità del calendario: le feste bisogna viverle dal di dentro e i tempi bisogna renderli formativi negli elementi che li costituiscono».

