
Il culto, più che un settore della vita, è la vita stessa del fedele; impegnarsi poi ad attuare nella pratica ciò che si è celebrato, è essenziale quanto la celebrazione stessa! Anzi, il vivere dovrebbe diventare l'eccedenza dell'agire liturgico (cf. RLI, 24).
Perciò nessuna liturgia può permettersi il lusso di restare fuori dai problemi della storia se non vogliamo che Amos, profeta tempestoso, ci colpisca con il ruggito del leone e la sua invettiva:
"Io detesto, respingo le vostre feste solenni e non gradisco le vostre riunioni sacre; anche se voi mi offrite olocausti, io non gradisco le vostre offerte, e le vittime grasse come pacificazione io non le guardo. Lontano da me il frastuono delle vostre arpe non posso sentirlo! Piuttosto come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne" (5,21-24).
La denunzia del profeta altro scopo non ha se non quella di farci ritrovare l'unità tra esteriorità e fede, tra mani e cuore, impedendo al culto di diventare farsa o magia.
«Suo Padre uscì a supplicarlo» (Lc 15,38), citazione tratta dalla parabola evangelica del figlio prodigo, dà il titolo a questo libro perché esplicita l’intento degli Autori: dire ai “fratelli maggiori”, che si considerano buoni e giudiziosi, di lasciar andare l’alterigia e la prosopopea da primi della classe e di accogliere le suppliche di questo Genitore che sogna che i nostri cuori emigrino definitivamente verso le acque calde della compassione e dell’accoglienza.
Sergio Messina è un assistente religioso ospedaliero di Torino. Da oltre vent’anni è presidente dell’associazione «L’Accoglienza», che segue a domicilio i malati terminali e che ha in programma, per il 2008, l’apertura e la gestione di un hospice che è in fase di realizzazione nel comune di Caselle Torinese. Don Messina tiene inoltre corsi e dibattiti sul tema «Vivere il morire», suscitando ovunque interesse e coinvolgimento. Presso la nostra casa editrice ha già pubblicato Vivere il morire, Senza rancori, rimpianti e rimorsi. Riflessioni per «vivere il morire» e, con Pierfortunato Raimondo, Abbiate sale in voi stessi. Commento al Vangelo dell’anno B; Avvenga secondo la vostra fede. Commento al Vangelo dell’anno A
Pierfortunato Raimondo, ex bancario, è insegnante di religione in una scuola secondaria della provincia di Torino. Si è occupato di animazione, formazione degli educatori e politiche giovanili a livello ecclesiale, associazionistico e comunale.
"Io sono la resurrezione e la vita" (Gv 11,25): queste parole sono il centro focale di ogni riflessione del cristiano. "Credi tu questo?" (Gv 11,26): è una domanda fondamentale che tocca il cuore della nostra vita. Il Vangelo offre un messaggio di fede capace di mettere in crisi abitudini e mentalità comunemente accettate e di suggerire orientamenti provocatori per gli uomini d'oggi. Attraverso le meditazioni sulle letture della messa per l'anno liturgico A, l'Autore ci aiuta ad aprire gli occhi e il cuore su ciò che ha valore e su ciò che non ha valore agli occhi di Dio, affinché la fede trasformi la nostra vita a cominciare dalle scelte che ogni giorno dobbiamo operare.
"I commenti al Vangelo di don Mario Colavita ci aiutano a cogliere, attraverso l'ascolto della parola, il significato vero dell'attesa dell'incontro con il Signore. Come la donna di Samaria, tutti noi abbiamo tra le mani un'anfora vuota; ci troviamo nei pressi di un pozzo e siamo in attesa: abbiamo desiderio, speranza di trovare una risposta vera, la sola che può dare senso e significato pieno alla nostra vita. A volte, la nostra è una ricerca affannosa, confusa. La nostra anfora ci pesa, è fatica tenerla vuota; è ancora più faticoso, per alcuni versi, riempirla con l'acqua del pozzo. La donna, l'anfora, il pozzo: è fatto di persone, oggetti, luoghi, il nostro pellegrinaggio terreno verso la Gerusalemme celeste. Ripercorrere i tempi liturgici, nei commenti al Vangelo, è ascoltare la parola di Dio per assumere il suo pensiero e rispondere all'amore con cui per primo ci ha amati; è ritrovare quell'incontro che non inganna, che non delude. È ritrovare il luogo di un appuntamento che cambia la vita, un volto che illumina la strada, una parola che riempie di acqua pura la nostra anfora." (Dalla Presentazione di Fabio Zavattaro)
«Nessun sacramento negli ultimi decenni è andato così in crisi come quello della penitenza. Per questo mi sembra indispensabile una riflessione sulla riconciliazione come unità di sacramento e di vita». Queste parole del cardinal Ratzinger hanno fatto da filo conduttore agli interventi qui raccolti, nati da incontri di formazione del clero milanese. La riconciliazione è presentata dal punto di vista biblico, teologico-spirituale, morale, pastorale e liturgico. Le riflessioni, ancorate ai principi e attente alla pratica pastorale, offrono spunti originali e certamente utili a ridare vita al quarto sacramento.
La divina liturgia è il "cuore pulsante" del corpo mistico di Gesù Cristo. Il rito bizantino-greco fa dell'incenso un simbolo ricco di significati che comprende e richiama ogni ambito dell'esistenza umana; da qui il titolo del libro: "un simbolo 'in-vita'. L'incenso". Di fronte alle tremende sfide che il mondo oggi presenta: società liquida, globalizzazione, dominio del "mercato" con la riduzione a esso di ogni antropologica istanza di "homo oeconomicus", i cristiani devono ritrovare il coraggio della testimonianza unitaria al Vangelo della vita. La forte, a volte disperata, richiesta di "salvezza" dell'umanità attuale, non può trovare risposta valida nel riproporre l'adesione stantia a un'etica normativa e a una ritualità precettistica. I Padri ci hanno lasciato una tradizione da riscoprire la cui radice è la forza del "Kerigma" apostolico: l'annuncio di salvezza integrale di uomo e cosmo in Gesù Cristo nella sua Chiesa. La fede per essere nutrita va ricondotta sul binario della mistagogia e del simbolo.
Il legame tra musica e preghiera è antico, profondo e fecondissimo. L’Autrice lo indaga in un percorso che parte dalla Creazione e giunge fino a oggi, attraverso una rilettura dei fondamenti biblici, patristici, magisteriali e alla luce della sua lunga esperienza nel Rinnovamento nello Spirito. Il libro prova a descrivere l’infinito potenziale della musica quando essa è unita alla lode, alla preghiera, alla Parola che si fa ispirazione e annuncio.
Questo secondo volume del Messale quotidiano ambrosiano”, relativo al Mistero della Pasqua del Signore, offre ai fedeli e ai diversi animatori liturgici per l’esercizio del loro ministero quanto serve ad una piena partecipazione alla messa festiva e feriale in Quaresima, nella Settimana Autentica e nel Tempo Pasquale.”
L'entrata in vigore del nuovo Lezionario Ambrosiano (2008) ha comportato una serie di novità sia nella scelta dei brani biblici che vengono proclamati durante la liturgia eucaristica, sia nella struttura stessa dell'anno liturgico ambrosiano. Il presente volume, insieme ad una sintetica presentazione del nuovo Lezionario nella sua struttura e nelle sue peculiarità, propone anche una serie di cinquantadue commenti liturgici, storici e spirituali sui vari periodi dell'anno liturgico ambrosiano e sulla principali feste del Signore, della beata vergine Maria e dei Santi.
Utile non soltanto per la preparazione dell'omelia domenicale e festiva, ma anche per avere spunti di catechesi e di riflessione nell'animare gruppi di adolescenti e giovani. Nella Presentazione l'Autore riporta un pensiero che e, insieme la legittimazione e la chiave di volta di questo libro: Un commento al Vangelo non si deve scrivere ma vivere. E ci sono molti piu commenti viventi al Vangelo di quanto possa sembrare a prima vista". Fedele a questo assunto l'Autore e andato alla ricerca di personaggi, figure, episodi, volti, esempi, narrazioni.. Che del Vangelo - o di una frase, una pagina di esso - rimandano un luminoso e vibrante riflesso. Un Vangelo reso vicino alle persone non e un Vangelo piu facile, ma senz'altro e un Vangelo che si puo amare e cercare di rendere vero nella vita. "
Riflessioni sulla Liturgia della Parola, per l'anno A. Un commento alla Parola di Dio che certamente si sottrae all'accusa - peraltro spesso giustificata - di noia, vuota retorica, e pedanteria, che da piu' parti, fuori e dentro la Chiesa, a volte si sentono a proposito delle prediche e dei predicatori delal Messa domenicale. Capita spesso che le prediche che piu' hanno la possibilita' di avvicinare a Dio sono quelle intessute di silenzio. E' altrettanto vero che la predica migliore non e' fatta solo di parole (le nostre parole umane), ma essenzialmente e' fatta di ascolto della Parola di Dio. Sulla base di queste premesse l'Autore e' andato a ricercare brevi frasi, persone, episodi, volti... Insomma, quei commenti viventi che meglio sanno esprimere la Parola di Dio, proprio perche' nutriti di Vangelo". "

