
In ogni celebrazione eucaristica, prima di rinnovare la "Cena del Signore" e di porgere ai fedeli il pane sacratentale, corpo di Cristo, la Chiesa ha cura di offrire loro il Pane della Parola di Dio. Non è possibile, infatti, nutrirsi bene del "Pane della vita" (Gv 6,35.48) senza aver accolto prima le "parole di vita eterna" (Gv 6,68). Per favorire l'assimilazione gustosa di tali parola, questo volume presenta brevi commenti alle letture bibliche per le settimane XVIII-XXXIV del Tempo ordinario. Non si tratta di commenti scientifici, ma di riflessioni utili alla vita spirituale, che aiutano a gustare la Parola ispirata e a esserne illuminati, confortati e trasformati. "Nei Libri Sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli e dialoga con essi" (Dei Verbum, n. 21).
LA STRUTTURA DEL SALMI E LE FORME VOCALI E MUSICALI NELLE VARIE SITUAZIONI LITURGICHE O DI PREGHIERA. SGUARDO STORICO E SUGGERIMENTI PER L ATTUALITA. L'opera e`una preziosa ed int eressante introduzione al salterio, la preghiera musicata per eccellenza. L'autore, dopo aver esaminato la forma e la struttura letteraria del salterio, volge lo sguardo sulla pratica dei salmi nella preghiera cristiana lungo i secoli. Egli mette poi in luce, a partire dal dettato della riforma liturgica, sia delle indicazioni per una puntuale celebrazione assembleare delle ore, sia delle stimolazioni per un rinnovato statuto della pieta popolare. Infine, avanza delle proposte utili per un'animazione il piu`possibile pertinente a
Il libro pubblica gli Atti della 65ª Settimana Liturgica Nazionale tenutasi a Orvieto, dal 25 al 28 agosto 2014. Ogni Eucaristia rinnova continuamente in noi il gesto di Cristo che ci nutre per la vita eterna, che alimenta con la sua Grazia la nostra miseria, che trasfigura con il suo amore le nostre debolezze. L'assemblea eucaristica, pertanto, è chiamata a riscoprirsi sempre più quale immagine e profezia della Chiesa misericordiosa, scuola di accoglienza, di comunione nella diversità e nella fragilità, luogo in cui si plasmano relazioni nuove di comprensione e compassione. Dalla celebrazione del Mistero pasquale, centro e sorgente della vita cristiana, riparte sempre nuova l'evangelizzazione, capace di individuare atteggiamenti e gesti che sappiano incontrare l'umana fragilità per testimoniare e offrire la misericordia di Dio. Così l'Eucaristia, ispirazione e forza dell'umanesimo cristiano, continua ad accompagnare il cammino del popolo fedele di Dio e ad animare la vita e la testimonianza dei discepoli missionari.
"L'evangelizzazione gioiosa si fa bellezza nella Liturgia in mezzo all'esigenza quotidiana di far progredire il bene. La Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della Liturgia" (Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii Gaudium). La liturgia è una realtà viva capace di guidarci dinanzi al mistero della Divina Bellezza, al più bello dei figli dell'uomo presente nell'oggi del culto. Dopo un'indagine preliminare che determina quando un santo segno è bello, lo studio prende in esame i testi di varie celebrazioni dell'anno liturgico per scoprire come, dalla contemplazione delle cose grandi che si celebrano, si sia condotti ogni volta a sperimentare l'estasi dell'incontro meraviglioso con la Divina Bellezza che ci coinvolge in una rinnovata Trasfigurazione beatificante.
Una teologa scrive centosessantuno brevi racconti sulla scoperta della vita, dall'annunciazione perinatale della sua prossimità, allo stupore che desta l'innocenza di un bimbo, alla crescita, alle monellerie del ragazzo, al suo senso del dovere, alle curiose stravaganze, agli incontri, alla sua predestinazione a essere altro nel mondo. Chi mai? Alla sua arroganza mansueta di considerarsi diverso, più umano, meno umano, uomo e altro, fino alla prigione, al disconoscimento degli amici, alla morte, al ritorno... Sono i racconti della vita di Gesù, lungo i tre anni del tempo liturgico della Chiesa, centosessantuno piccoli racconti di grazia e di stupore, dove la penna vibra in modo particolare quando una donna incontra Gesù.
L'autrice
Maria Caterina Jacobelli, allieva di padre Häring, è dottore in teologia morale. Collaboratrice della rivista di area cattolico-sociale «Adista», ha pubblicato fra l'altro: Il risus paschalis ed il fondamento teologico del piacere sessuale e Onestà verso Maria.
“L’ars celebrandi è un’arte della celebrazione, per ottenere una partecipazione adeguata da parte dell’assemblea a ciò che si celebra: actuosa participatio, ‘partecipazione attiva’ di tutti i credenti, che nell’ecclesia devono mostrare di mettere in atto la qualità di popolo scelto, chiamato da Dio quale sacerdozio regale e gente santa... Vari sono i registri della comunicazione, che devono coinvolgere il credente in tutte le sue dimensioni e farlo uscire dalla sua individualità, per condurlo ad aprirsi all’identità comunitaria dell’intero corpo di Cristo, di cui egli è membro” (Enzo Bianchi).
Il presente volume vuole essere una vera e propria guida per l’“arte di celebrare”, in cui il lettore può trovare indicazioni e suggerimenti per mettere in buon ordine tutti gli elementi che compongono le celebrazioni liturgiche: gesti, parole, canti, atteggiamenti, posture. L’“arte di celebrare” consiste nel celebrare con arte, l’arte di mettere in opera con una “nobile semplicità”, secondo la terminologia del concilio Vaticano II, quel tesoro che la chiesa ci offre e la cui finalità è la celebrazione del mistero pasquale di Cristo.
Per riscoprire, grazie alla riforma conciliare, la più antica tradizione della chiesa nella celebrazione della messa.La riforma liturgica intrapresa da Paolo VI restituisce l?eucaristia a tutto il popolo di Dio: ritornando all?antica celebrazione dei primi secoli, oltre le interpretazioni del medioevo, essa ci ridona la ?messa di sempre? nella semplicità delle sue origini.
Il significato profondo del segno di croce
Il segno della croce, che è già in sé una preghiera, accomuna cristiani d’oriente e d’occidente, pur nelle diverse tradizioni. A partire dalla propria esperienza personale e lontano da ogni genere di pietismo, l’autore risale alle radici di questo gesto semplice e abituale, e ne sottolinea in particolare la dimensione liturgica e simbolica: con esso riconosciamo che il nostro corpo e il nostro intero io possono diventare dimora dello Spirito di Dio. Simbolo di una spiritualità cosmica, il segno della croce rinvia all’opera di salvezza e di guarigione operata da Cristo: con esso noi mettiamo la nostra fiducia e la nostra speranza nel Cristo cosmico, per mezzo del quale l’intero universo è stato creato.
Andreas Andreopoulos (1966) ha conseguito il dottorato di ricerca in teologia presso l’Università di Durham e ha insegnato a Toronto, Montreal e Philadelphia. I suoi interessi spaziano dalla patristica greca alla teologia ortodossa, dall’iconologia all’arte sacra. Attualmente è docente di teologia presso l’Università di Winchester.