
In questo libro don Lorenzo Zani esplora la Parola di Dio domenicale e festiva, andando verso il cuore del messaggio che è sempre più semplice, più immediato e più ricco di quanto talvolta si pensa. L'autore ci rivolge parole che riscaldano il cuore, rendono attenti e pensosi, ci liberano dalla superficialità o dalla sfiducia.
Ci accompagna di domenica in domenica nella conversione alla misericordia e alla paternità di Dio, aiutandoci a leggere e ad amare la nostra vita e il nostro tempo, accettandone la fragilità e la grandezza.
"Io amo la scuola, l'ho amata da alunno, da studente e da insegnante. E poi da vescovo."
In diverse circostanza papa Francesco si è rivolto a insegnanti e studenti ricordando la prima maestra avuta a sei anni e gli incontri con la realtà scolastica a Buenos Aires, l'esperienza di don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana e il proverbio africano secondo cui "per educare un figlio ci vuole un villaggio".
Occasione di apertura alla realtà, luogo di incontro e non parcheggio, tappa fondamentale nell'età della crescita come complemento alla famiglia, la scuola deve educare al vero, al bene e al bello. L'educazione, secondo il papa, non può essere neutra e non deve mai separare le tre lingue che vanno usate insieme: quella della mente, quella del cuore e quella delle mani. Perché a scuola si possono e si devono imparare contenuti e assumere valori.
Terminata l'Apocalypsis nova, la seconda parte dell'opera è interamente occupata dai Sermoni o Rivelazioni Spirituali, vera e propria appendice mistica dell'opera. Tali rivelazioni si caratterizzano per lunghi discorsi, che seppur non direttamente afferenti l'aspetto principale della rivelazione, completano, secondo la volontà del veggente, la fonte evangelica con alcuni episodi esclusi dal Sacro Compendio Cattolico.
La sua storia ha commosso l'Italia con attestazioni di affetto e vicinanza tra cui anche l'inaspettata telefonata di papa Francesco che, alla vigilia dell'ordinazione sacerdotale, lo chiamò per rincuorarlo e chiedergli la sua prima benedizione da presbitero. Nel 2014, all'età di 37 anni, a Salvatore fu diagnosticata una neoplasia all'esofago con una prognosi infausta, ed era al suo terzo anno di formazione verso il sacerdozio ministeriale. Iniziava un doloroso calvario, ma si sentiva portato sulle spalle di Cristo. E così chiese di essere ordinato sacerdote perché lo stato della malattia diventava ormai sempre più ingravescente. Fu ordinato il 16 aprile 2015. Don Salvatore muore il 29 giugno, dopo 74 giorni di servizio ministeriale, lasciandoci come eredità spirituale 41 omelie. Rappresentano una grande occasione per meditare il "tesoro della parola di Dio che custodiva nel cuore come Maria, la madre del Signore Gesù e nostra". In un tempo in cui la libertà umana si è ammalata e il buio è la notizia quotidiana, questo libro vuole proporre una figura luminosa come cifra di una radicale libertà interiore foriera di grandi scelte apportatrici di frutti per una civiltà dell'amore.
Il VII Volume delle Omelie del Mattino di Papa Francesco raccoglie le parole pronunciate dal Pontefice tra il 10 dicembre 2015 al 31 maggio 2016 nel corso delle messe mattutine da lui presiedute nella Cappella della Domus Sanctae Marthae. I temi trattati sono molteplici: la famiglia; il valore dei nonni; le opere di misericordia; l'importanza del perdono; la forza della preghiera; la fede; la remissione dei peccati; la corruzione; la differenza tra dire di essere cristiani ed esserlo; l'importanza delle piccole cose; la testimonianza dei martiri; il rilievo della memoria della fede di Dio e molto altro ancora. L'insieme di questi pensieri offerti dal Santo Padre formano delle vere e proprie catechesi e contribuiscono all'educazione del popolo di Dio attraverso gli insegnamenti della Parola che grazie a lui diventa semplice e fruibile a tutti proprio perché contestualizzata nella vita di tutti i giorni.
È possibile costruire con gli attuali mezzi di comunicazione una fitta rete di buoni rapporti spirituali, segnati dalla qualità dell'affetto e dalla radicalità della fede? Oppure l'esperienza di questo nostro mondo, segnato dalla facile rapidità delle mails, sms, tweets e blogs, è destinata a renderci tutti un po' più tristi, con un pugno di mosche in mano? Vittime del miraggio di un insolito benessere, quello della solitudine iperconnessa nel cuore della comunità virtuale? La pratica comunicativa di cui è protagonista Dario Cornati, autore del presente volume, si inscrive nel mondo dei social network. A darle forma e forza sono i testi evangelici della domenica mattina, che all'alba e fedelmente, si trasformano in semplici messaggi inviati a più di mille amici, con la semplice intenzione di rimanere in contatto con la loro vita e le loro passioni più vere. La caratteristica del colloquio personale che Cornati intrattiene con la sua comunità magmatica, fluida e dai contorni aperti, è indice della qualità delle relazioni che negli anni ha stabilito e della cura di Parola che da sempre assapora, lasciando trasparire la densità di una storia personale. L'originale volume rappresenta così una sorta di avvio di una discorsività aperta e insieme, per i credenti, radicata nel testo più esigente possibile.
Per la prima volta, a vent'anni esatti dal martirio dei monaci di Tibhirine, giungono in Italia le omelie di padre de Chergé, conosciuto da noi soprattutto per il "Testamento" e l'atto di perdono nei confronti dei suoi assassini. Sono omelie impregnate di Vangelo, in cui i passi biblici scandiscono la meditazione personale e offerta ai confratelli. Sono anche un formidabile esercizio di lectio divina e, soprattutto, sono la testimonianza di un cammino interiore di dialogo, di carità e di misericordia che conduce il protagonista alla piena conformazione al Vangelo. Chi legge queste pagine si emozionerà per la profondità della comprensione e trasmissione del messaggio cristiano. Il libro contiene 35 omelie, tra le centinaia di padre Christian, ordinate secondo cronologia, oltre a un ampio apparato di note e alla prefazione di Andrea Riccardi.
Antioco della Laura di San Saba è un monaco greco bizantino vissuto tra il VI e il VII secolo d. C. nel deserto di Gerusalemme. La sua opera ci offre uno spaccato spirituale e culturale del monachesimo orientale fedele ancora all'ortodossia romana prima della divisione tra ortodossi e latini.
Dopo la notevole diffusione della collana «Lectio divina per ogni giorno dell'anno» (in diciassette volumi), questa nuova sezione della collana «Lectio brevis» intende mettere a disposizione di un pubblico più vasto le ricchezze della Lectio divina, tenendo presente specialmente chi, pur desiderandolo, fatica a trovare nella sua giornata un tempo prolungato per il confronto con la Parola, "Pane quotidiano" del cristiano. Fra i testi proposti dalla liturgia del giorno, viene privilegiata una pericope o viene scelto un solo versetto e, per ogni giorno, si offre un tema unitario approfondito in due momenti: il primo biblico sapienziale (per la meditazione) e il secondo di attualizzazione (per la lettura spirituale). Anche il formato tascabile intende favorire una facile utilizzazione del sussidio in qualsiasi momento libero della giornata.
In questo volume l'Autore presenta un commento spirituale e pastorale delle letture della Sacra Scrittura che la liturgia propone per le celebrazioni eucaristiche delle domeniche e delle solennità, durante il terzo anno del ciclo triennale. Scritto in uno stile chiaro e semplice, il commento fa penetrare nelle ricchezze spirituali della Parola di Dio, Antico e Nuovo Testamento.La caratteristica principale dell'anno C è il ricorso al Vangelo di Luca, Vangelo più attento alle relazioni personali intrecciate da Gesù con ogni categoria di persone: discepoli, donne, malati, peccatori.Questo volume vorrebbe contribuire a far meglio gustare la Parola di Dio nella meditazione personale, nonché a presentarla meglio nella predicazione.
Questo curioso sermone è stato pronunciato in data imprecisata e pubblicato nel 1776 dallo scrittore e poeta irlandese Jonathan Swift (1667-1745), che fu anche pastore anglicano e decano della cattedrale di St. Patrick a Dublino, universalmente noto per i Viaggi di Gulliver, il suo capolavoro.
Si tratta di un insolito testo in cui l'autore affronta il tema della predicazione lanciando, in primo luogo, un aspro e polemico atto d'accusa nei confronti della diffusa indifferenza per il culto e la religiosità del suo tempo.
Swift se la prende con quanti accampano ogni genere di scuse - dai malanni immaginari all'aria malsana delle chiese - per non andare a messa, o antepongono la cura degli affari a quella dell'anima; e con quanti preferiscono restare a casa la domenica, non solo per pigrizia o per abbandonarsi all'ingordigia e all'ozio, ma per un radicale disprezzo nei confronti della religione. Siamo di fronte allo sfogo di un prete anglicano evidentemente deluso per la vita del suo tempo e deciso a rivolgere un attacco diretto alle prediche soporifere.
Vi consegno in queste pagine come un piccolo vademecum del primo tratto di cammino che si apre davanti a noi. Queste pagine, che contengono le prime parole del vostro vescovo, i primi discorsi e le prime omelie alla diletta Chiesa panormitana. Parole che grazie alla unzione che abbiamo ricevuto sono state capaci di 'farci appartenere', di farci percepire sentimenti comuni, di farci convergere verso una unanimità di sentimenti e di prospettive ecclesiali essenziali, che insieme dobbiamo chiedere la grazia al Signore di assimilare.