
Inteso in tutta la sua concretezza e assolutezza e nella forza conferitagli dalla sua incontrovertibilità, il Principio di Creazione è il Significato, è cioè il principio d'ordine dell'intera filosofia nella sua dignità di scienza. E' un'"invenzione razionale" e, come tale, deve essere sempre riscoperta e fatta valere in tutte le sue potenzialità filosofiche. Nel contesto filosofico debole e travagliato del nostro tempo, Cortese intende svelare e manifestare la condizione non trascendibile, sempre nuova e sempre identica, nella quale come uomini ci troviamo gioiosamente immersi: la nostra creaturalità.
Perché la religione? Nel tempo dell’indifferenza religiosa e del fondamentalismo è ancora più urgente porsi con serietà questa domanda. La filosofia, che da sempre è il luogo delle domande fondamentali dell’esistenza, è chiamata ad approfondire senza sconti l’interrogativo e a ricercarne in profondità la risposta. Il libro rintraccia nella religiosità costitutiva dell’uomo la ragione che rende possibile la religione, ma rivendica la rivelazione come fondamento specifico della religione in quanto tale. Senza il primo aspetto la religione si ridurrebbe a una sovrastruttura, senza il secondo sarebbe un umano prolungamento e non l’evento di Dio. Doppia fedeltà, all’uomo e a Dio, in un attento confronto con il problema interreligioso e interculturale, oggi assolutamente imprescindibile.
Destinatari
In particolare studenti di teologia e filosofia.
Autore
Valerio BORTOLIN (Valdobbiadene, Treviso 1954 – San Gregorio nelle Alpi, Belluno 2017), presbitero della diocesi di Padova, ha insegnato filosofia della religione e storia della filosofia contemporanea presso la Facoltà teologica del Triveneto e antropologia filosofica presso l’Istituto superiore di scienze religiose di Padova dove è stato docente stabile per la cattedra di filosofia. Gaudenzio ZAMBON è docente stabile per la cattedra di teologia nell’Istituto superiore di scienze religiose di Padova e segretario generale della Facoltà teologica del Triveneto.
Il volume contiene il testo completo delle lezioni tenute da Husserl nel 1906/07 a Gottinga sul tema "Einleitung in die Logik und Erkenntnistheorie": le prime che il filosofo tiene in qualità di professore ordinario. Le lezioni si collocano esattamente a metà del periodo di 'silenzio' intercorso tra la pubblicazione delle Ricerche logiche e l'uscita del primo volume delle Idee. La loro importanza decisiva risiede nel fatto che Husserl presenta qui per la prima volta in modo esplicito il metodo dell'epoche e della riduzione fenomenologia in funzione critico-conoscitiva. Pertanto, la traduzione di queste lezioni costituisce un tassello fondamentale per la ricostruzione della genesi del metodo fenomenologia e per la chiarificazione della teoria husserliana della conoscenza nei suoi rapporti con la logica e con la matura elaborazione fenomenologica.
Edmund Husserl (1859-1938), tra i più importanti filosofi del Novecento, è stato il fondatore della tradizione fenomenologica. In questa stessa collana ricordiamo: Lezioni sulla sintesi passiva (2016); Meditazioni cartesiane e Lezioni parigine (2017).
Questo caposaldo, rimasto enigmaticamente incompiuto, è il testo che più di ogni altro ha influenzato la cultura filosofica del Novecento. Fin dal suo primo apparire nel 1927 e poi, a ondate successive nel 1946, negli anni Sessanta, il fascino e l'influenza esercitati da quest'opera hanno alimentato la riflessione e le polemiche di quanti si sono occupati di Heidegger. Tutto ciò che è accaduto dopo nella cultura occidentale è in qualche modo il risultato dell'esplosione filosofica determinata da questo libro.
Un libro affascinante di filosofia e di dialogo in prima traduzione italiana.
Magister regens di teologia a Parigi dal 1305, Giovanni Duns Scoto (1265/66-1308) si impegna nell'elaborazione di una terza versione del suo Commento alle Sentenze, nota con il titolo di Ordinatio. Il Prologo a quest'opera è una ricca introduzione alla complessità del pensiero scotiano. Come viene evidenziato da un confronto con i Prologhi delle due precedenti versioni, la Lectura e i Reportala Parhiensìa, in queste pagine Scoto condensa e puntualizza molti temi nodali della sua speculazione (il rapporto tra teologia e filosofia, il carattere scientifico-pratico del sapere teologico, la conoscibilità di Dio), con un approccio chiarificatore che testimonia l'avvenuta maturazione del suo pensiero. In quanto scienza pratica, la teologia estende le proprie competenze fino a includere la determinabilità dei contingenti da parte della volontà divina. I limiti dell'intelletto umano impongono però, rispetto alla maggiore apertura razionalistica documentabile nei Reportata, una subordinazione radicale della conoscenza teologica alla adesione per fede ai contenuti della rivelazione scritturale. Solo l'apertura alla dimensione soprannaturale del sapere consente di evitare lo scacco delle argomentazioni razionali e apre per l'intelligenza la possibilità dell'accesso a una visione estatica del vero, che per Scoto costituisce il massimo grado di certezza possibile. V.Ordinatio ha goduto di ampia fortuna presso le successive generazioni di teologi, in special modo per l'accento posto sui temi dell'accesso conoscitivo dell'homo viator al soprannaturale e per la valorizzazione della teologia come scienza pratica. Le novità del pensiero scotiano condizionarono infatti il successivo dibattito speculativo, non solo a Parigi (a partire dal commento sentenziarlo di Enrico di Harclay) ma anche a Oxford (da Guglielmo di Alnwick a Giovanni di Reading, a Guglielmo d'Ockham e i suoi seguaci).
Diversi fattori contribuiscono alla ricchezza della lingua dantesca, che richiamano l'ambito filosofico, estetico, morale e teologico. La parola, per il Poeta, immessa nel circolo comunicativo, è portatrice della profondità emotiva dell'agente linguistico. Se tale profondità si trova in contrasto con il Sommo Bene, la parola stessa può diventare un "seme di operazione" distruttivo. Nella Commedia, tale concezione è espressa da un'immagine polisemica, dal forte valore religioso: la lingua di fuoco. La lingua come il fuoco brucia, distrugge o illumina e riscalda diventa il mezzo della rivelazione dello spirito e può essere causa di un'azione moralmente positiva o negativa.
L'affermazione di fondo è che la bellezza non valga da elemento accidentale, accessorio, che non resti soltanto fatto dell'arte, ma sia essa vista come un carattere dell'opera o come un carattere della cosa stessa cui l'opera d'arte rinvia. La bellezza dice comunque, a monte di questa distinzione, qualcosa dell'essere. Alla questione del bello inerisce dunque la questione ontologica. Nella convinzione che il bello sia tema di interesse metafisico, che sia anzi tema esso stesso metafisico, il lavoro intrapreso cerca di rintracciare la prospettiva secondo la quale la «contemplazione» - termine con cui si preferisce indicare la riflessione speculativa - possa cogliersi come «opera della bellezza».
Il 3 febbraio 1917, la giovane Edith Stein scrive a Roman Ingarden: «Una passeggiata filosofica fatta recentemente insieme [con E. Husserl], mi ha dato nuova fiducia. In seguito a questa è avvenuto in me tra l'altro un nuovo passaggio: cioè credo di sapere un po' che cosa è costituzione, ma in rottura con l'idealismo. Le premesse perché si costituisca una natura evidente mi sembrano da un lato una natura fisica assolutamente esistente e dall'altro una soggettività con determinate strutture. . .». Con queste parole è già delineato il programma di ricerca di E. Stein che si esplicita in modo esemplare in questo testo. Esso è contemporaneamente introduttivo, per chi voglia accostarsi ai grandi temi filosofici analizzati con metodo fenomenologico, e conclusivo, in quanto contiene la sintesi dell'itinerario speculativo compiuto dall' Autrice sotto l'influsso del maestro Husserl e portato a termine agli inizi degli anni Trenta. L'Introduzione alla filosofia - pubblicazione del più antico manoscritto della Stein in nostro possesso - venne alla luce immediatamente dopo la dissertazione di laurea dell' Autrice, Zum Problem der Einfühlung, pubblicata nel 1917. Edith Stein non aveva previsto di editare questi fogli, che avrebbero piuttosto costituito il fondamento per studi successivi. Rimasti allo stato di manoscritto, erano così cari all' Autrice che, durante la sua fuga in Olanda, il 31 dicembre 1938, volle portarli con sé, quasi accompagnatore e consigliere silenzioso, e li custodì nella sua cella del Carmelo di Echt.
Come siamo arrivati ad avere una mente? Anche se la nostra comprensione dei meccanismi interni delle proteine, dei neuroni e del DNAsi è approfondita in misura notevole, la questione dell'origine della mente è ancora in gran parte un mistero. La situazione sta cambiando, afferma Daniel Dennett. In Dai batteri a Bach, la sua esplorazione finora più esauriente del pensiero evoluzionistico, sviluppa idee dell'informatica e della biologia per mostrare come una mente capace di comprendere possa effettivamente essere emersa dai processi non intenzionali della selezione naturale. In parte thriller filosofico e in parte audace congettura scientifica, questa pietra miliare amplia temi che hanno sostenuto la leggendaria carriera di Dennett in posizione di primo piano nel pensiero filosofico.
Scritti a margine di un'intensa produzione filosofica e storiografica, i sei saggi qui raccolti ruotano intorno al tema di biografia, autobiografia e storia. L'indagine sullo statuto dei tre generi letterari lascia emergere la difficoltà, in ciascuno, di poter conseguire la pienezza del risultato, svelando tra di essi una irresistibile contaminazione. La riflessione di Gennaro Sasso incontra opere e autori attraverso i quali emerge in primo piano il tema della crisi dell'Europa sulla via del tramonto, tra le due guerre che nel corso del Novecento ne hanno segnato il destino: Croce e Gentile, e la presunta "egemonia" delle filosofie idealistiche; il "provincialismo" degli studi; il Thomas Mann del Doctor Faustus; il Diario di Piero Calamandrei; e ancora Carlo Dionisotti e Arnaldo Momigliano. Nello sfilare di questi saggi, nei quali la dimensione critica e storiografica è percorsa da altrettanta profondità psicologica per i personaggi e le situazioni che vi sono affrontati, al lettore accade di percepire l'eco di un mondo assai vasto della cultura.

