
Sentiamo ripetere: «Siamo in una situazione di crisi» e «La crisi non accenna a finire». Sembra che in crisi sia la struttura stessa della società. Ma forse la crisi esiste fin dall'origine. Già Esiodo rimpiangeva l'età dell'oro, deplorando la stirpe del ferro della sua epoca. Tuttavia, la nostra crisi presenta tratti nuovi ed estremi che la fanno somigliare a uno stadio terminale in cui l'umano è minacciato di sterminio sotto almeno tre aspetti: tecnologico, ecologico e teocratico. È solo quando qualcosa è sul punto di sparire che ci si rivela nei suoi contorni singolari e con la sua presenza insostituibile. E allora, vale ancora la pena di dare la vita a un mortale? Su tali questioni decisive si muove la riflessione felicemente paradossale di Fabrice Hadjadj: la sua risposta è per un'alleanza di tradizione e modernità, di escatologia e cultura, di lucidità davanti alla morte ed educazione aperta alla vita.
Uno studio in profondità alla riscoperta dell'opera di un grande filosofo: Carlos Cardona.
Il libro indaga su una delle tracce fondamentali seguite dalla riflessione del filosofo Carlos Cardona che è quella della metafisica dell'etica. L'obiettivo prioritario della ricerca cardoniana è quello del recupero di una metafisica che consente di affermare che l'uomo è per se stesso libero fino ad affermare che la libertà è una caratteristica trascendentale dell'uomo. Il metodo di lavoro utilizzato da Cardona è quello dell'atto filosofico originario inteso come la meraviglia che si avverte nel momento dell'impatto con la realtà e da cui dipende ogni pensare. Per questo si può dire che la sua filosofia è sapienziale ed ha un'origine contemplativa.
L'autore di questo saggio ribadisce più volte la sua convinzione che non è possibile trovare la soluzione ai problemi del Welfare State negli scritti di Tommaso. Nel contempo, però, ha cercato di mostrare il valore e l'attualità della filosofia politica dell'Aquinate. Sostiene, infatti, che le opere politiche di Tommaso ammettono un tipo di "lettura" da cui emergono alcuni principi di giustizia politico-giuridica a partire dai quali l'interprete attuale può sviluppare una riflessione in grado di superare a testa alta il confronto dialettico con le proposte politiche moderne e postmoderne, nonché di contribuire positivamente alla soluzione dei problemi del Welfare State e alla costruzione di una società politica più giusta.
Il primo libro italiano di uno dei maggiori protagonisti del dibattito filosofico e teologico internazionale attuale. In esso viene presentata l'originale proposta dell'autore per affrontare le sfide teoriche e pratiche poste dalla globalizzazione delle culture e delle teologie. Un contributo di particolare rilevanza per comprendere i modi attraverso i quali ridefinire la filosofia e la teologia in prospettiva interculturale.
Storie della ragione: astuzie, splendori e miserie, sentimenti e risentimenti di un "personaggio" che ha accompagnato, e determinato, il cammino della civiltà occidentale. Dai presocratici a Parmenide, da Socrate a Platone, attraverso i Sofisti, Aristotele e Galilei fino alle sue più recenti realizzazioni, l'autore ne racconta la lenta ma inarrestabile ascesa e le accorte strategie con cui ha imposto le sue pretese e raggiunto i suoi fini trasformando un mondo ricco, concreto e pulsante in un universo povero, astratto e desolato.
Il saggio ripropone la teoria del libero cittadino e del libero Stato e ricostruisce il contesto politico e intellettuale che ne rese possibile la nascita e ne determinò il declino. Rispetto all'edizione inglese, quella italiana è arricchita da due saggi: "L'ideale repubblicano di libertà politica" e "Teoria antiliberale della libertà in Thomas Hobbes".
L'infanzia è la sede della verità e il tempo è un processo di decadimento. Ma all'immagine dell'infanzia innocente se ne è sempre contrapposta un'altra: il bambino come essere ambiguo, potenzialmente malvagio, comunque misterioso. Dopo i bambini, i sogni: prima di essere interpretati dagli psicoanalisti come messaggi provenienti dal mondo interiore, per alcuni millenni sono stati letti come messaggi degli dei e dei demoni. Infine i furori, che sono stati variamente presentati come eroici, come bestiali, come collettivi. "Mandati dagli dei": questa espressione è stata usata molte volte, in epoche diverse, sia a proposito di bambini, sia a proposito di sogni, sia facendo riferimento ai furori.
Nell'anno del giubileo, dove il sacro si offre anche alla dissacrazione, l'autore si domanda che cosa sia rimasto di autenticamente religioso nel nostro tempo che più di altri registra un boom della spiritualità, dove però un Dio plurinvocato in molte lingue, in molti riti e nelle forme più svariate della religiosità, sembra si sia definitivamente congedato dal mondo per lasciare null'altro che un desiderio infinito di protezione, conforto, rassicurazione: desideri umani, insomma, troppo umani.
Questo volume ricostruisce la vasta discussione sull'io sviluppatasi entro un arco storico che va dalla tarda modernità ai giorni nostri. Il punto d'origine è individuato in Cartesio; a partire da lui l'autore affronta partitamente i diversi aspetti che la riflessione filosofica ha identificato e discusso. Le diverse teorie di ciò che noi siamo costituiscono una complessa problematica, che il volume mette a fuoco in riferimento a una serie di temi cruciali, relativi alla conoscenza di sé, all'identità personale, alla formazione storica della nostra concezione dell'io, al rapporto io/altri e a quello io/mondo, al ruolo fondamentale del corpo.
Il libro ripercorre la storia del concetto di essere da Kant sino alle più recenti discussioni nell'ambito della filosofia analitica. Dopo aver analizzato il contributo kantiano, l'autrice prende in esame i caratteri assunti dalla questione dell'essere entro il clima romantico per giungere alle posizioni antihegeliane di Trendelenburg e di Feuerbach e all'intreccio di essere, nulla e nichilismo che caratterizza le posizioni di Schopenhauer e Nietzsche. Il tema è poi seguito nelle riflessioni di Herbart, di Lotze e nello spiritualismo, nell'originale ripresa di temi aristotelici da parte di Brentano, nella posizione di Heidegger, nell'esistenzialismo di Sartre e nei contributi di Gadamer e Derrida.