
Terza fra le "Critiche" kantiane, la "Critica del giudizio " svolge un tema che, destinato ad acquisire un fondamentale rilievo nel dibattito idealistico ottocentesco, percorre l'intera vicenda della storia della filosofia: come si concilia la necessità delle leggi naturali con la libertà del volere umano? L'opera kantiana , in generale, è stata studiata nei suoi singoli aspetti piuttosto che nel suo disegno complessivo. Si sono, volta a volta, privilegiati particolari argomenti quali la natura dei giudizi di gusto, le caratteristiche del bello e del sublime, l'analisi della facoltà di giudicare e del principio della finalità, il rapporto tra arte e morale e tra teleologia e teologia. Questo libro intende restituire invece il senso unitario dell'opera kantiana, colmando cosi una lacuna della letteratura sull'argomento.
Nella tradizione occidentale l'indagine sulla morale affonda le sue radici nella riflessione socratica, in particolare nella domanda che il filosofo ateniese poneva ai suoi concittadini: come si dovrebbe vivere? Nel corso dei secoli il dibattito si è polarizzato intorno all'alternativa tra "bella vita" e "buona vita", dicotomia incarnata dal mito di Èrcole e dalla scelta che l'eroe deve compiere tra Piacere e Dovere. Ma tale antitesi, secondo A.C. Grayling, è solo apparente, frutto di una distorsione alimentata dalla fede religiosa, soprattutto dal cristianesimo, e più in generale dall'approccio morale coercitivo che mortifica l'individuo. In realtà una buona vita, quella che ciascuno di noi auspica per sé, non può e non deve fuggire la bellezza, il piacere e l'appagamento. Si tratta allora, secondo Grayling, di adottare un approccio laico e umanistico che consenta a ogni individuo di costruire la propria buona vita, nel duplice significato di "vita preziosa (che ha un valore reale per chi la vive) e vita piacevole (caratterizzata da affetto, risate, conquiste e bellezza)". E tuttavia non si può vivere al meglio senza un appropriato contesto sociale e politico. Di qui, l'esigenza di affrontare anche temi e problemi centrali nel mondo contemporaneo: il sesso, la famiglia, l'educazione, il ruolo della scienza, la malattia e la "buona morte", così come i rapporti internazionali, la guerra e i suoi crimini, i limiti della tolleranza.
Composti in un periodo che va dal 1937 a tutto il 1939, questi scritti contengono il punto di vista di Wittgenstein su temi da lui appena marginalmente sfiorati nei testi più celebri della cosiddetta 'seconda fase' della sua attività di pensiero: la causalità e il libero arbitrio. In una diversa prospettiva, Wittgenstein riprende e modifica qui l'atteggiamento che aveva avuto su questi temi ai tempi del Tractatus logico-philosophicus. Per il Wittgenstein maturo, anche la causalità e la libertà sono da ultimo questioni di grammatica; anticipando idee che verranno sviluppate in Della certezza, Wittgenstein ci dice qui che sono le scelte grammaticali a fare da sfondo alle nostre certezze immediate, in particolare sulle relazioni causali.
Questo libro è il primo e l'unico basato interamente sugli scritti di Gustavo Adolfo Rol: "l'uomo più sconcertante che io abbia mai conosciuto", come lo definiva Federico Fellini. Il volume raccoglie infatti gran parte dei suoi diari, delle sue lettere, pensieri e poesie, illustrati da fotografie di famiglia e riproduzioni delle sue pagine manoscritte; un corpus di testi fino ad oggi inediti, che sono stati trascritti e curati da Catterina Ferrari. "Egli amava definirsi 'la grondaia' che convoglia l'acqua che cade sul tetto, cioè una forza di cui riteneva di essere soltanto il canale. La gamma multiforme di "possibilità" di cui era dotato, gli ha permesso di spaziare in ogni campo, di poter fare esperimenti di ogni genere, compresi viaggi nel passato e nel futuro, sempre per il bene del prossimo e per uno scopo altamente morale".
Un classico del pensiero filosofico contemporaneo, sia per il significato epocale degli interrogativi estetici, religiosi e filosofici che pone, sia per il suo originale carattere teoretico. Bloch affronta in queste pagine la dimensione utopica del pensiero, delineando una "ontologia del non ancora" segnata dal marxismo e dalle avanguardie artistiche del Novecento. Dall'incontro con il sé al valore dell'ornamento, dalla filosofia della musica alla forma "incostruibile" dei problemi, si sviluppa una sorprendente concezione della storia contemporanea. E chiamando a raccolta gli antichi maestri, da Kant a Marx, da Schelling a Hòlderlin, individua nella forza della tradizione una possibilità ancora tutta da realizzare.
Questo testo fondamentale per la comprensione della filosofia di Gadamer è incentrato sull’interpretazione di Heidegger. Attraverso una serie di saggi (il primo dei quali del 1960) Gadamer procede lungo i sentieri di Heidegger e si pone nella condizione di dialogare con il suo pensiero filosofico restituendo al maestro un profilo quasi vivente e a tutto tondo. Nel costante e paziente dialogo con Heidegger, Gadamer valorizza una precisa ipotesi secondo la quale «il comprendere […] ha intorno a sé uno spazio libero che esso riempie rispondendo costantemente alla parola che lo interpella, senza tuttavia esaurirlo».
Sommario
Nota introduttiva (R. Cristin). Prefazione all’edizione italiana. Prefazione. Avvertenza. 1. Esistenzialismo e filosofia dell’esistenza. 2. I 75 anni di Martin Heidegger. 3. La teologia di Marburgo. 4. «Che cos’è metafisica?». 5. Kant e la svolta ermeneutica. 6. Il pensatore Martin Heidegger. 7. Il linguaggio della metafisica. 8. Platone. 9. La verità dell’opera d’arte. 10. Gli 85 anni di Martin Heidegger. 11. Il sentiero verso la svolta. 12. I Greci. 13. La storia della filosofia. 14. La dimensione religiosa. 15. Essere, Spirito, Dio.
Note sull'autore
Hans-Georg Gadamer (1900-2002), filosofo tedesco, è stato allievo di Paul Natorp prima e di Martin Heidegger poi, e professore di Filosofia a Lipsia, Francoforte e Heidelberg. È tra i maggiori esponenti dell’ermeneutica filosofica. Nel catalogo Marietti 1820 sono disponibili i volumi: L’attualità del bello, Interpretazioni di poeti 1, Studi platonici (in due volumi), La dialettica di Hegel.
Chiamati al difficile compito di definire la nostra identità, realizzando in noi, nel tempo che ci è concesso, "qualcosa che sia unico e al tempo stesso possa valere, per chiunque lo osservi, come un buon esempio di un'esistenza umana riuscita", spesso volgiamo i nostri occhi alla morale. Questa, però, non può essere una cappa asfittica che rattrappisca le nostre aspettative personali, ma deve nascere dal riferimento a un principio alto, capace di essere stimolo e guida in questo difficile compito. "Solo in questo modo l'etica rimane una ricerca personale, una sfida e un luogo di formazione di sé, invece di divenire una scusa per non pensare, per obbedire a un comando o per confondersi nel conformismo di una tradizione o di una moda". Nella prospettiva morale che Roberto Mordacci propone, a un tempo personalista e critica, al centro dell'etica vi sono le persone, la loro complessità e la loro fragilità, la loro libertà e la loro responsabilità verso l'esistenza propria e altrui. Il tutto a partire da un'intuizione fondamentale: l'etica è per le persone e non viceversa, così come, nel Nuovo Testamento, si dice che "il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato" (Marco 2, 27)"..
Interiorità: un tema dal sapore antico e dalla profondissima attualità.
Perché la filosofia? Cosa cercare in questa disciplina? Quale impatto può sortire sull’esistenza di quante o quanti la praticano? Questo libro affascinante, cesellato, originale, ci immerge nella grande avventura del pensiero filosofico e ne attraversa la storia in modo limpido e avvincente, andando alla ricerca delle sue funzioni principali. Chiarire, liberare, conoscersi, trasmettere, prospettare, trasformare e gioire: ecco le sette operazioni filosofiche che per Chabot sono le più importanti, i sette stadi di quegli strani giochi in cui si confrontano e si rivelano la vita e la teoria.
Questo libro si propone come invito a una lettura critica e attiva di Kant. Il suo intento non è tanto quello di offrire un'esposizione completa degli scritti del filosofo, quanto piuttosto di proporre un percorso possibile, attraverso le sue opere principali, senza negare la problematicità e la complessità del suo pensiero. L'idea che lo anima è quella di provare a presentare la filosofia kantiana non come un porto sicuro, nel quale trovare un approdo tranquillo o, peggio, come un relitto del passato, ma come un'avventura del pensiero, un pensiero ancora vivo, vivo anche perché fa riflettere. È innegabile che Kant abbia segnato una svolta fondamentale nella storia del pensiero, ma questo non vuol dire che dobbiamo farne un monumento, tutt'altro, e neppure che dobbiamo accettare in blocco le sue soluzioni; perché, come dice giustamente Wilhelm Windelband, capire Kant vuol dire andare oltre Kant . Però bisogna fare la fatica di capirlo e di studiarlo a fondo. Se la lettura di questo testo facesse sorgere il desiderio di leggere direttamente le opere di Kant, avrebbe ottenuto pienamente il suo scopo.