
Paul Ricoeur (1913-2005) è uno dei classici del pensiero novecentesco. La sua riflessione ha attraversato la seconda metà del secolo e ha contribuito alla diffusione presso il grande pubblico della filosofia ermeneutica. Partendo dal problema del peccato e della "volontà impedita", Ricoeur ha costruito una vera e propria mappa simbolica dell'esistenza umana: lo scopo della sua analisi è mostrare in che modo il linguaggio si trasforma e si carica di nuovi significati, quando deve rappresentare esperienze il cui senso immediato appare enigmatico. In questo lavoro, Alberto Martinengo fa un bilancio del percorso filosofico di Paul Ricoeur, mostrando la sua evoluzione e i punti di arrivo.
Quella del commentatore e teologo bizantino Eustrazio di Nicea (ca. 1050-1120) è una figura affascinante e misteriosa al tempo stesso. Assai apprezzato nel Medioevo latino per i suoi commenti all'Etica Nicomachea di Aristotele, Eustrazio è un autore ancora poco noto ai bizantinisti e in generale ai medievisti in virtù di una biografia a tratti oscura e per l'assenza di studi specifici sulla vita e sulla sua opera. Questo volume intende colmare tale lacuna ricostruendo in maniera precisa e dettagliata i dati relativi alla vita di Eustrazio e analizzandone per la prima volta l'opera filosofica nel suo complesso. Il ritratto che emerge da questo studio è quello di un appassionato lettore dell'opera del neoplatonico Proclo. Tuttavia, in Eustrazio i testi di Proclo si trovano ad essere riletti in maniera intrigante attraverso il filtro della letteratura monastica bizantina. Eustrazio ci impone dunque di rivedere le griglie tradizionali con cui si è soliti leggere la storia della cultura e della società bizantina di questo periodo. Da un lato, i toni ascetici nell'opera del metropolita di Nicea lo allontanano non di poco dal modello di intellettuale delineato da Michele Psello nel secolo XI; dall'altro, l'incontenibile predilezione per il neoplatonico Proclo che emerge nei commenti filosofici di questo autore lo rende assai particolare, se non unico, nel panorama degli autori ecclesiastici di questo stesso periodo.
Jay Heinrichs insegna a districarsi tra i trabocchetti della comunicazione non verbale e a fare propri con semplicità i cardini della retorica classica, svelando che politici, autori, personaggi televisivi e star del cinema o della musica se ne sono sempre serviti per ottenere il più antico degli scopi: fare di testa propria. Così si scoprirà che fanno parte degli omerismi (non di Omero ma di Homer Simpson) l'anamnesi, l'antitesi o l'aporia, si imparerà a parlare come Bush, a sedurre in tre minuti un poliziotto per non farsi fare la multa e a litigare con il fidanzato ispirandosi a Cats e Macbeth...
E' quasi due secoli che l'esperienza familiare è oggetto di aspre contestazioni. Esasperando una lettura individualistica e non relazionale dell'uomo, i critici della famiglia giungono frettolosamente a concludere che della famiglia sia doveroso allentare i vincoli costitutivi, per giungere a rimuoverli del tutto. Ma come pensare di poter rinunciare alla famiglia, se è proprio dal fatto che l'uomo è un animale familiare che dipende l'identità del genere umano, cioè l'identità di ciascuno di noi?
Introduzione alla lettura di Del Noce, questo volume si segnala per una rigorosa ricerca critica, sostanziata dallo studio diretto dell'intero complesso della pur sterminata produzione delnociana ed insieme da una sagace capacità di valorizzazione di tutto il complesso, anch'esso vastissimo della letteratura su Del Noce.
Gli scritti raccolti in questo volume, larga parte dei quali tradotti in italiano per la prima volta, o proposti in una traduzione aggiornata, mettono in luce il tentativo d'insieme compiuto da Lorenz di costruire un modello di conoscenza perfettamente in linea con gli indirizzi della filosofia della scienza contemporanea. Tenendo ben saldo il legame con la teoria dell'evoluzione, Lorenz ribadisce la necessità di considerare la cultura come vincolata alla base biologica, di cui ne riproduce in forma simbolica e ritualizzata processi e tappe. Per questi motivi tanto i conflitti generazionali e parentali, quanto le più severe questioni metodologiche della scienza e della storia possono essere meglio compresi se ricondotti alla domanda fondamentale della biologia "A cosa servono?", piuttosto che chiedersi, più scontatamente, perché esistano.
Responsabilità è ciò che la gente chiede alla gente. Senso generatore di senso. Un senso che sembra esser perso nel tempo corrente. Una parola che sembra esser desueta e, così, non più collegata a Valore, Morale e Libertà. Fors'anche perché sostituita da sicurezza. Condizione, questa, che ci è posta come la soluzione alla vita non buona che viviamo. E spesso quello che sviluppiamo per arginarne il dilagare altro non è che resistenza. Ma la resistenza è logorante e deve far i conti con quella caratteristica umana che è la sofferenza. Occorre capacità di cura. Una cura che parta dal sé di ognuno ma non si esaurisca nello stesso. E dal sé di ognuno potrà estendersi verso il prossimo altro, a partire dal figlio. Una Responsabilità forte del vaglio operato dal dubbio, dal timore e dalla speranza. Responsabilità è ciò che connota la strada verso il miglioramento della propria umana Umanità allontanandoci dalla condizione di soggetti e spingendoci verso quella di Persone. Consci a sé di sé stessi all'interno delle formazioni sociali in cui ci esprimiamo. Ecco che la Responsabilità Personale si connota di Sociale. E quando è capace di contribuire a ciò che accade traccia con l'avvenire il futuro che sarà. E se la Politica non è l'amministrazione del presente bensì la progettazione di un futuro a cui tendere, dato da prosperità, libertà e democrazia, la Responsabilità di ogni Persona è anche Politica. Presentazione di Claudio Bonvecchio.
"Minima moralia" è un libro fondamentale per la ricostruzione del dibattito filosofico e culturale del Novecento. I suoi aforismi hanno alimentato appassionate discussioni nel mondo accademico, politico e sociale. Adorno li scrisse prevalentemente durante gli anni del suo esilio americano condensando in costellazioni concettuali i principali nuclei tematici del suo pensiero: la messa in discussione della razionalità moderna e occidentale, la critica del fascismo e della personalità autoritaria, lo smascheramento della cultura di massa e delle sue fascinazioni, la possibilità di pensare filosoficamente e teologicamente l'utopia. "Minima moralia" parla con sorprendente freschezza alla teologia contemporanea e può essere giustamente considerato un grande libro della tradizione cristiana. I "classici" infatti prospettano all'interno di una tradizione culturale o religiosa nuovi stili di riflessione e inediti orizzonti di ricerca, hanno inoltre il potere di avvicinare e convocare persone diverse per formazione, sensibilità e cultura. Nei singoli aforismi è all'opera un pensiero "in uscita" che non teme di riconoscere i propri limiti e non ha paura della propria incompletezza, un pensiero che rimanda costantemente ad "altro da sé" scegliendo la via dell'abbassamento, mostrando la rilevanza degli scarti e dei frammenti.
Cos’è il male? Come opera? Si può arrivare a sconfiggerlo?
Il secolo scorso ha fatto emergere forme sistematiche e globali di dominio, di menzogna, di violenza, tanto da diffondere la credenza che esso sia invincibile. Eppure è possibile pensare a un cammino di liberazione per uscire sia dalla rassegnazione sia dalla complicità.
L’opera propone un percorso a partire dalle teorie critiche della società e della condizione umana che, nel corso del Novecento, hanno lavorato a un’analisi organica del male storicamente prodotto: dalla Scuola di Francoforte a Freud, da René Girard a Michel Foucault, da Hannah Arendt a Martin Buber. L’originalità del testo è nella ricerca di un dialogo tra prospettive diverse in vista di una visione integrata e, comunque, aperta, che invece di cedere alla tentazione di arrivare a un’unica teoria definitiva rimanda piuttosto alla responsabilità personale come chiave della risposta al male.
Emerge l’umanità, nella sua forza e nella sua fragilità, capace di trovare nuove strade per non lasciare al male l’ultima parola: lucidità del pensiero, intelligenza della speranza, coraggio di agire con la creatività della nonviolenza.
Indice
Introduzione
1. L’idea di teoria critica
1. L’esperienza del male
2. Il risveglio della ragione
3. Un pensiero fedele
2. Il male nella natura: Sigmund Freud e la pulsione di morte
1. Guardare nel buio
2. Il dominio delle pulsioni
3. Ambiguità e inutilità dell’amore
4. La forza culturale della pulsione di morte
3. Il male nella razionalità: la Scuola di Francoforte e la critica
del dominio
1. L’autocritica dell’illuminismo
2. Nella luce della redenzione
3. La rinuncia alla felicità
4. Il compimento del sistema di dominio
4. Il male nella cultura: René Girard e la violenza civilizzatrice
1. In principio era la violenza
2. Il male come linguaggio
3. La vittima rivelatrice
5. Il male nel potere: Michel Foucault e i regimi della verità
1. Il discorso del potere
2. Dalla sragione alla follia
3. Le istituzioni totali
4. Liberalismo e biopolitica
6. Il male alla fine della coscienza: Hannah Arendt e il totalitarismo
che verrà
1. Vita e morte del pensiero
2. La disintegrazione come patologia moderna
3. La società dei morenti
7. Il male nell’anima: Martin Buber e l’autotentazione umana
1. L’esperienza dell’anima
2. Come ha inizio il male
3. L’enigma della scelta perversa
8. Verso una teoria critica integrata
1. Sulla conoscibilità del male
2. I criteri di compatibilità
3. Integrazione e fondazione
4. Progetti di ricerca
9. Teoria critica e rinascita etica
1. Il sistema di disintegrazione
2. L’etica come relazione maieutica
3. Un movimento per la giustizia intera
Conclusione
Il libro
I quattro saggi raccolti nel volume cercano di delineare per il lettore il profilo intellettuale e la ricchezza di riflessione di Heller. Il percorso si svela nella sua interna unità e coerenza se letto nei termini di una progressiva "scoperta dell'alterità" in cui il rapporto con l'altro, mediato al suo apparire dal tema dei bisogni, viene ad acquistare una connotazione sempre più specificatamente morale. Dal "bisogno" inteso come luogo del dispiegarsi dell'individualità, nella sua ricchezza, al tema della "rappresentazione" dell'altro. Vengono poste le basi per delineare di un rapporto con l'alterità all'insegna della responsabilità. E dal recupero della tesi socratica per la quale "è meglio subire un torto che commetterlo" si giunge progressivamente a quel legame fra etica ed estetica che si incarna nella bellezza della "persona buona".
L'autore
Ágnes Heller (1929-), allieva di Lukács ed esponente di maggior rilievo della Scuola di Budapest, ha offerto una significativa rilettura del pensiero di Marx incentrata sul tema dei bisogni e della rivoluzione della vita quotidiana. Nella prospettiva teorica emerge il tema della consapevolezza della contingenza cifra della condizione umana: l'orizzonte della riflessione morale che troverà un significativo approdo nell'etica della personalità. Fra le sue opere più significative: Sociologia della vita quotidiana, La teoria dei bisogni in Marx, La filosofia radicale, Teoria della storia, La dittatura sui bisogni, Oltre la giustizia, La condizione politica postmoderna, Un'etica della personalità