
Siamo davvero liberi? La domanda attraversa la storia del pensiero e, lungi dall'essere esaurita, continua ancora oggi a inquietare filosofi, scienziati e pensatori contemporanei. Il presente volume raccoglie dodici contributi nati all'interno delle attività promosse dalla SISRI, con l'intento di esplorare il tema della libertà in una prospettiva autenticamente interdisciplinare, affrontando il problema nei suoi snodi teorici e nelle sue implicazioni applicative. Muovendosi tra filosofia, neuroscienze, psicologia e antropologia, il volume restituisce la complessità di una nozione che, pur essendo familiare, si rivela sfuggente e polisemica. Ogni contributo esplora un volto diverso della libertà, intesa non come mera astrazione ma come esperienza concreta e vitale, e sprona il lettore a interrogarsi senza pregiudizi, alla ricerca di un senso condiviso e incarnato della libertà, tra fini dati e fini scelti, tra necessità e possibilità.
Il volume ricostruisce la storia dell'etica da Kant sino alle tendenze attuali della metaetica. Un percorso ambizioso, percorrendo il quale l'autore si cimenta con i grandi della filosofia mondiale degli ultimi due secoli e mezzo, da Kant a Marx e Bentham; da Kierkegaard a Nietzsche; da Croce a Bergson; da Sartre a Freud; da Piaget a Moore.
Sono solo le azioni irrazionali, sostiene Searle, a essere causate da credenze e desideri: per esempio le azioni di una persona determinate dall'uso di sostanze stupefacenti. In genere, nelle azioni razionali c'è un divario tra il desiderio motivante e l'effettiva decisione presa. Il nome tradizionalmente attribuito a questo divario è "libero arbitrio". Secondo Searle, qualsiasi attività razionale presuppone il libero arbitrio, per cui la razionalità è possibile solo dove è possibile una scelta tra diverse opzioni, sia razionali sia irrazionali.
Il tema del dimenticare e del suo contrario è più che mai un tema d'attualità in una civiltà smemorata e pur avida di memoria come la nostra. La storia degli individui come delle società procede in un intreccio di memoria e oblio dove l'una non sta senza l'altro. Ma se la memoria è oggetto di riflessioni e studi, lo stesso non può dirsi dell'oblio. Con questo libro Weinrich ha inteso presentare una storia culturale dell'oblio, un'ambiziosa panoramica dall'alba della civiltà, ai giorni nostri.
"Non rubare", "non superare il limite dei 90 chilometri l'ora", "vietato fumare", "non parlare con la bocca piena". La nostra esistenza è intessuta da una fitta trama di regole, di modelli di comportamento più o meno coercitivi. Ma che cos'è una regola? E in che modo le regole determinano le nostre decisioni? La tesi dell'autore consiste in una difesa di principio delle decisioni basate su regole in opposizione ai tradizionali richiami a morale, giustizia e equità.

