
Una filosofa di fronte a Cristo. Questo libro contiene le "investigazioni filosofiche e spirituali" della grande scrittrice e mistica sul Vangelo. Una giovane donna attraversa un'epoca di guerre e totalitarismi armata della sua fragilità, della sua intelligenza luminosa, della sua febbrile passione per l'amicizia, la fraternità e la trascendenza. In ognuna di queste pagine vibra una profonda universalità, fondata sulla certezza che il comandamento dell'amore può trasformare gli individui, l'umanità e il mondo. In Simone Weil la fede cristiana fu una tentazione perenne, ma anche una lacerazione interiore, ansia protesa verso una verità superiore raggiungibile soltanto con la generosità, il distacco, la passione per tutto ciò che è povero, debole e folle.
Ci sono domande che ti fanno compagnia per tutta la vita. Forse perché vivere è, in ultima analisi, nutrirsi delle relative risposte, che vanno a costituire l'orizzonte di senso nel quale si alimentano e si esprimono emozioni, idee, scelte. Sono gli interrogativi sul mistero della vita. Il libro presenta un viaggio immaginario che - attraverso i sentieri dell'Utile, del Bello e dell'Amore - conduce alla scoperta delle soluzioni più significative, qui immaginate come "terre" o "dimore" dove, di volta in volta, è stato collocato il senso del vivere. L'intento è di conoscerle, ma anche di verificarne la corrispondenza ai desideri più profondi dell'animo umano; valutare cioè se sono conformi e proporzionate alle esigenze dell'"uomo nascosto in fondo al cuore" (1Pt 3,4), ovvero dell'uomo contemplato nella sua verità costitutiva. La narrazione viene affidata a varie forme espressive (racconti, soprattutto dialoghi, citazioni, simbologie ....) al fine di rendere vivace e godibile l'esposizione dei temi via via trattati.
I discorsi raccolti in questo volume mirano a lasciare una porta aperta sul dialogo, così che l'incontro con l'altro non diventi motivo di scontro, ma al contrario occasione di confronto. Infatti, chi si pone dalla parte della fede può incorrere nel rischio di ritenersi depositario di una verità che non può mai essere messa in discussione. Ma in tal caso che senso avrebbe il dialogo? Risulterebbe superfluo ed inefficace. Certamente per un cristiano la verità è Gesù Cristo, ma il cammino per giungervi non è dato una volta per tutte. L'approccio alla verità non può che essere graduale: «Veritas indaganda est».
Il disprezzo sembra avvolgere le relazioni della nostra società dove si esperiscono forme di rifiuto, emarginazione e sintomi gravi di razzismo che conducono a chiusura e inumanità. È possibile far crescere un atteggiamento differente rispetto a questo? Qui si desidera prospettare una sorta di viaggio nel disprezzo per orientarsi verso gli altri e incontrarli senza alcun senso di rifiuto, per scardinare forme di chiusura che lasciano spazio solo alla paura e avviliscono ciò che ogni persona da sempre cerca: la bellezza immensa dell'amore radicata nel rispetto personale e dei diritti umani.
Il libro, grazie alla pubblicazione in India della Collection Work of Mahatma Gandhi, compie un'analisi dei testi di Gandhi per ricavare i concetti-chiave di un nuovo tipo di economia e di società, disseminati in numerosi e regolari interventi su riviste e giornali. Successivamente, una lettura critica individua le linee-guida di una proposta che non resti legata a quel particolare periodo, ma si concretizzi nell'attuale contesto storico. Oggi è richiesta con urgenza la responsabilità di un impegno personale quotidiano, "dal basso", per una politica che intenda uscire dalla logica economicistica.
Il Convegno Democrazia, verità, pluralismo, tenuto a Roma, dall'(A.D.I.F.) Associazione Docenti Italiani di Filosofia ha trattato il lavoro che ora presentiamo, le ricerche e le discussioni intorno alla tematica sopraindicata vuole essere una raccolta di spunti per ulteriori approfondimenti. Interventi di: Aniceto Molinaro; Paolo Nepi; Stefano Semplici; Claudio Sartea; Paolo Savarese; Francesco Saverio Trinca; Ester Monteleone; Roberto Cipriani; Giovanni Chimirri; Lorella Cedroni. Parte dei lavori presentati e discussi nel corso del Convegno compongono questa pubblicazione. Ciascuno dei firmatari è responsabile in toto del proprio scritto qui presentato. La nostra intenzione è di consegnare al lettore un materiale utile per approfondire la tematica sopra indicata che riteniamo necessiti ulteriore riflessione e approfondimento.
L'uomo vive come in una scatola e ha due interessi: sapere se le cose dentro la scatola hanno un ordine e se fuori della scatola c'è qualcosa d'Altro. È a partire da questa metafora e facendosi guidare da due massime - nessuno si dà ciò che non ha; un errore all'inizio è grande nella conclusione - che viene intrecciata questa breve storia della filosofia che, con linguaggio semplice, spiega i nodi della filosofia e perché essi debbano essere sciolti tramite il buon senso e il realismo. Ad alimentare la fabbrica degli scettici e dei disperati ci pensano infatti già i professori di filosofia! Una storia della filosofia semplice è possibile perché la filosofia è per i semplici e parla il linguaggio delle cose. Fare semplicemente filosofia è possibile.
Che cos’è la legge naturale, concetto oggi molto dibattuto e addirittura messo in discussione? Non è di certo un dogma di fede, bensì un principio di ordine morale scritto nel cuore dell’uomo e riconoscibile dalla sola ragione. Oggi, cancellato l’orizzonte metafisico che trova in Dio la sua origine, tutto è lecito sotto il profilo morale e nella prospettiva giuridica: ecco quindi la promulgazione di leggi che sanciscono la liceità di aborto, contraccezione, matrimonio omosessuale ed eutanasia. L’unica cosa importante è perseguire la soddisfazione di carattere materiale, edonistico e utilitaristico, in nome della “civiltà”, della libertà e del sentire comune. Siamo di fronte a una nuova antropologia, al tentativo di costruire un uomo nuovo, diverso da quello disegnato dalla legge naturale e destinato alla dissoluzione del concetto di persona.
Tradizione integrale, magia e politica. C'è un filo rosso, un interrogativo, che fa da sfondo all'intera opera di Julius Evola: nell'età moderna o, per dirla con le stesse parole del barone romano, nel Kali Yuga, l'età oscura, come può l'uomo accedere alla realizzazione spirituale? Tutte le sfaccettature del personaggio evoliano, dal pittore dada al teorico dell'individuo assoluto, dallo studioso della spiritualità originaria al filosofo della contestazione, sono il tentativo di rispondere a tale quesito. Il pensatore Evola ha sempre riposto nel soggetto, nell'"Io", il cardine della propria ricerca ideale. Dagli anni giovanili, segnati dalla personalissima ricezione dell'idealismo tedesco, che ha portato alla stesura della "Teoria e fenomenologia dell'individuo assoluto"; fino all'elaborazione del profilo "dell'individuo differenziato" di Cavalcare la Tigre. In questo percorso la speculazione evoliana è stata arricchita dallo studio di alcune delle grandi correnti dell'esoterismo tradizionale che ne hanno influenzato il pensiero. Un viaggio metafisico tra Oriente e Occidente.
Alcuni dei più importanti filosofi viventi discutono di un problema cruciale del nostro tempo: qual è il ruolo che la religione ricopre nelle nostre vite? Judith Butler, Jürgen Habermas, Charles Taylor e Cornel West discutono di secolarizzazione e sfera pubblica, fanatismo e tolleranza, disobbedienza civile e tradizioni profetiche. Nei loro capitoli così come nei loro intensi e sinceri dialoghi, i quattro filosofi e i loro ospiti tratteggiano una nuova concezione delle problematiche e delle potenzialità della religione nella sfera pubblica di una società compiutamente post-secolare.
Grazie a Emmanuel Mounier il discorso sulle "dimensioni della persona" è entrato a pieno titolo nell'antropologia filosofica contemporanea. Eppure, ad oggi, non abbiamo ancora uno studio completo che faccia pienamente luce sul suo sviluppo storico e significato speculativo. Con il presente studio l'autore fa un passo decisivo nella direzione di tale chiarimento storico e teoretico. L'antropologia delle dimensioni della persona, frutto prezioso dell'antropologia contemporanea, appare in questo lavoro nella sua piena valenza speculativa, rivelando in pari tempo un versante educativo e una vocazione al dialogo con quanti oggi hanno a cuore la questione antropologica.
Una decina di studiosi, con età, storie e competenze diverse, ma una grande passione in comune: Simone Weil. In queste pagine si lasciano provocare dalla "Lettera a un religioso" e si confrontano con le sue celebri trentacinque tesi. In un dialogo serrato provano a rispondere alle domande rivolte dalla filosofa alla Chiesa. Ne nasce un libro appassionato e sofferto. Un tentativo di dialogo non solo con Simone Weil, ma con gli interrogativi di fondo che sia il credente sia il cercatore inquieto ancora oggi rivolgono alla Chiesa.