
Che cos'è la filosofia? Rispondendo a questa domanda Ermanno Bencivenga, noto professore e studioso, afferma provocatoriamente che è un gioco. Un'attività ludica straordinariamente seria, però, dal momento che invece di usare pedine, carte o altri strumenti ha a che fare con la vita e la morte, con il bene e il peccato, con il tempo e l'eternità. Anziché raccontarci l'ennesima storia della filosofia, Bencivenga ci propone così di diventare protagonisti e di praticare il gioco della filosofia. Come? In modo semplice, partendo da casi tratti dalla vita quotidiana. Ampliando il percorso dell'edizione precedente con nuovi capitoli, sull'estetica e la riflessione politico-sociale, l'autore ci insegna ad aprire la mente alla domanda, al dubbio, al quesito filosofico. Il risultato è un libro stimolante e ricco di spunti, capace di innescare e alimentare il meccanismo della ricerca.
Una raccolta di studi che dovrebbero consentire la ricostruzione di un certo profilo dell'antica Scuola teologica del Santo nelle sue tendenze e scelte filosofiche fondamentali.
Nato da una lunga esperienza d'insegnamento universitario, questo manuale vuole introdurre a una visione d'insieme del pensiero filosofico, teologico e scientifico nella cultura occidentale dal V al XV secolo, mettendo a fuoco in primo luogo la complessità e la ricchezza della tradizione di lingua latina, ma tenendo ben presente l'importanza delle sue relazioni con le diverse culture mediterranee (bizantina, ebraica e arabo-islamica) e le novità che, verso la fine del periodo considerato, accompagnano la diffusione della filosofia anche al di fuori delle scuole e nelle diverse lingue nazionali.
È tradizione chiamare moderna l'età della filosofia che si apre con Bacone e Cartesio e si chiude con Kant e Hegel. Due secoli appena, in cui molte partite vengono giocate e in cui si scontrano e riequilibrano tendenze diverse, se non opposte, dando luogo a un campo di forze ove si delineano mutamenti concettuali decisivi per l'intera cultura dell'Occidente. Questo volume mira a gettare nuova luce su quel nodo di problemi, conducendo il lettore a ridefinire in modo più ricco e comprensivo gli stessi confini temporali della modernità. Si prendono le mosse dalle Disputationes di Francisco Suárez per giungere alle Memorie del sottosuolo di Fédor Dostoevskij, passando per i testi straordinari di Bruno, Galilei, Newton, Leibniz, Hume, Voltaire e Marx (per citarne solo alcuni) e penetrando nei più svariati campi del sapere, dalla metafisica alla filosofia naturale, dall'etica alla politica. Uno sguardo ai pensatori e alle idee che hanno plasmato la razionalità moderna e l'hanno consegnata alla posterità.
Per illustrare i temi chiave sui quali la filosofia da sempre si interroga, Ermanno Bencivenga ha scelto un linguaggio insolito: quello delle favole. In questa nuova edizione il filosofo torna a raccontare di un mondo in cui il quattro vuole essere dispari, gli oggetti si ribellano, le scuole insegnano cose false; in cui due gemelli sono costretti a scambiarsi un'unica faccia e uomini con tre gambe non vedono la luna. E adesso vi incontriamo anche Alice che insegue quel che c'è da capire, e Tonino che vuole trovare una mappa... In questo mondo la magia è negli occhi di chi guarda, nella continua meraviglia di chi osserva le cose con l'innocenza di un bambino, di chi gioca a chiedersi "perché" sapendo che ogni risposta cela sempre in sé una nuova domanda. Perché è proprio dal senso di stupore, dall'incantamento con cui i bambini ascoltano le favole che nasce la riflessione filosofica.
Quello di una bimba di due anni che esplora e sovverte il suo ambiente quotidiano è detto gioco, ma che cosa ci autorizza a usare la stessa parola per il calcio o per gli scacchi? E che dire di quanti hanno parlato dell'arte, della letteratura e della filosofia come di sublimi giochi intellettuali? Ermanno Bencivenga si inoltra nel labirinto delle mille accezioni del termine gioco, fra sentieri tortuosi, svolte impreviste e vicoli ciechi.
Questo non è l'ennesimo libro di ricette, bensì un testo di filosofia, ma di una filosofia particolare. Quella che elabora il pensiero come se fosse cibo, lo prepara, lo cucina, lo serve da mangiare. E' un libro sull'analogia tra il nutrimento della mente e il nutrimento del corpo. Filosofare e cucinare, attività antichissime entrambe, sono rimaste sovente estranee l'una all'altra anche per la differenza di genere tra coloro che le svolgono: ambito per eccellenza femminile la cucina, territorio squisitamente maschile la filosofia.
Per illustrarci i temi chiave sui quali la filosofia da sempre s'interroga, Ermanno Bencivenga ha scelto un linguaggio insolito: quelli delle favole. Ne è nato, nel 1991, uno dei libri più originali e di maggior successo della divulgazione filosofica italiana, La filosofia in trentadue favole, poi ampliato in La filosofia in quarantadue favole.
In questa terza edizione Bencivenga aggiunge altri dieci racconti per portarci in un mondo nel quale la magia è negli occhi di chi guarda, di chi gioca a chiedersi «perché» sapendo che ogni risposta cela sempre in sé una nuova domanda.
La filosofia futura mette in questione quella che da sempre è ritenuta una evidenza assoluta, secondo la quale ogni cosa del mondo è soggetta all'eterno flusso del divenire. La filosofia futura mostra che tale evidenza è il perimetro all'interno del quale il pensiero occidentale da sempre si stabilisce, e la civiltà dell'Occidente, ormai planetaria, va manifestandosi. L'uomo va alla ricerca del rimedio contro l'angoscia del divenire perché, innanzitutto, crede che il divenire esista. Quando si inizia a mettere in discussione questa fede, si incomincia a mettere in questione la logica stessa del rimedio.

