
Saggio su Pico della Mirandola: analisi delle opere e alcuni temi significativi ricorrenti e caratteristici del suo pensiero.
Il presente volume intende offrire un punto di vista privilegiato e singolare sul fertile rapporto tra il logos filosofico e il logos rivelato nel cruciale torno cronologico della metà del VI secolo: singolare, perché rari sono gli studi specificamente dedicati a Filopono e, soprattutto, al suo Esamerone; privilegiato, poi, giacché Filopono si presenta come una figura assolutamente eccezionale di aristotelico cristiano, parimenti versato qual era sia nell'indagine filosofica sia nell'àmbito teologico. In tale prospettiva lo studio vuole illustrare la finora negletta natura di snodo che pertiene al De opificio mundi, trattato esegetico sulla creazione del cosmo capace di rappresentare il ponte - sia formale sia concettuale - tra l'amplissima produzione commentaristica di Filopono ad Aristotele e la fine competenza biblico-patristica dell'Alessandrino; aspetti, questi, che si rivelano non confliggenti ma in larga parte complementari, incontrandosi così da produrre un inedito modo di traguardare l'origo mundi: conferire, cioè, al fiat del cosmo una concettualizzazione filosofica largamente debitrice non solo dell'invalso paradigma demiurgico offerto dal Timeo platonico ma anche della pregressa esperienza maturata da Filopono con le categorie speculative dello Stagirita. Con questa chiave interpretativa, infatti, si rende possibile intendere la complessità ricca e coerente del pensiero di Filopono il quale, commentando la settimana protogonica, da un lato era chiamato a confrontarsi con il modello già filoniano del Plato Moysissimus Moyses ma, dall'altro, avvertiva ancor più urgente la necessità di salvare i fenomeni alla luce del contributo portato dalle scienze osservative. La symphonia tra la Rivelazione cristiana e lo sfruttamento concettuale di Aristotele - destinata ad alti esiti nel corso della filosofia medievale - trova in questo trattato di Filopono un anticipo tanto inatteso quanto raffinatamente consapevole proprio allo spirare della stagione tardoantica.
Studi e ricerche nel VII centenario della sua morte. Opera in 2 volumi.
Struttura e livelli ontologici del reale - Nunzio Incardona e il suo tempo. I - Struttura e livelli ontologici del reale, A cura di Mariano L. Bianca e Giuseppe Nicolaci. Sommario: Mariano L. Bianca - Giuseppe Nicolaci, PremessaStefano Besoli, Intorno alla nozione fenomenologica di realtà e alla sua genesi trascendentale- Mariano L. Bianca, Eventualismo degli alcunché e livelli del reale- Claudio Ciancio, L'essere, il dover essere, l'originarioAngelo Cicatello, Fenomeni ben fondati. Note sul realismo di Kant- Franca D'Agostini, La rinascita della metafisica dallo spirito della logica. Livelli ontologici e livelli semantici- Elio Franzini, Ontologia della cosa spirituale- Luca Illetterati, Pensiero e realtà. La problematizzazione del rapporto fra soggetto e mondo in Kant e Hegel- Paolo Piccari, L'ontologia della conoscenza ordinaria- Furia Valori, Soggetto, interpretazione e mondo in Hans Georg Gadamer- Achille C. Varzi, Livelli di realtà e descrizioni del mondo- Giovanni Ventimiglia, Senso o sensi dell'esistere? I livelli ontologici del reale nel cosiddetto "tomismo analitico".II - Nunzio Incardona e il suo tempo, a cura di Giuseppe Nicolaci.- Giuseppe Nicolaci, Nunzio Incardona e il suo tempo. Avvertenza- Nunzio Incardona, Tempo e idea- Rafael Alvira, Il romanticismo di Nunzio Incardona- Leonardo Samonà, Esistenza, tempo e pensiero. La prospettiva di Nunzio Incardona- Angelo Cicatello, Questioni di principio. Pensare con Nunzio Incardona- Gaetano Messina.
È stato detto che per capire il mondo moderno è necessario capire la dialettica hegeliana. Questo era il proposito di Fabro al tradurre i testi che riportiamo pressi da varie opere di Hegel. Pubblicato nel 1960 ebbe 4 ristampe (l’ultima del 1983). Lo scopo del traduttore è di mettere a fuoco i momenti più decisivi ed i passaggi più ardui della dialettica hegeliana, non per isolarli ma per prospettarli nel nerbo del loro procedere grazie al quale essi si rapportano al pensiero precedente e si continuano in quello nostro contemporaneo. Offriamo nella nostra edizione oltre all’Introduzione di Fabro alla 1ª anche quella della 3º edizione, sostanzialmente nuova, meno formale e tecnica ma più espositiva e culturale; ambedue di un centinaio di pagine circa.
In "una prospettiva storiografica veramente nuova, nella quale molti aspetti e motivi della drammatica vicenda filosofica e umana del Bruno trovano finalmente una collocazione più esatta, una vera e propria storia dell'ermetismo, al di là della stessa esperienza bruniana, sino agli anni di Campanella e oltre, alle origini di tendenze filosofiche, movimenti religiosi e ideologie politiche che continuarono a operare anche nella nuova realtà dell'Europa seicentesca e settecentesca". (Cesare Vasoli)
Giordano Bruno non ha mai cessato di essere una di quelle poderose figure dell’immaginario collettivo attraverso le quali trovano espressione le tensioni ideologiche e culturali di un’intera epoca. È potuto diventare così volta a volta il simbolo del libero pensiero per gli illuministi, di una prepotente volontà anti-intellettualistica per i romantici, dell’anticlericalismo per i laici del Novecento. Il libro di Francis A. Yates – un grande classico della storia delle idee – ricostruisce per intero il pensiero di Giordano Bruno e lo ricollega alla tradizione magica ed ermetica rinascimentale, troppo spesso fraintesa.
Frances A. Yates – scrive Cesare Vasoli – colloca il filosofo in «una prospettiva storiografica veramente nuova, nella quale molti aspetti e motivi della drammatica vicenda filosofica e umana del Bruno trovano finalmente una collocazione più esatta, [...] una vera e propria storia dell’ermetismo, al di là della stessa esperienza bruniana, sino agli anni di Campanella ed oltre, alle origini di tendenze filosofiche, movimenti religiosi e ideologie politiche che continuarono ad operare anche nella nuova realtà dell’Europa seicentesca e settecentesca».
Indice
Prefazione all’edizione italiana - Prefazione - Abbreviazioni - I. Ermete Trismegisto - II. Il "Pimander" di Ficino e "l’Asclepius" - III. Ermete Trismegisto e la magia - IV. La magia naturale di Ficino - V. Pico della Mirandola e la magia cabalistica - VI. Lo Pseudo-Dionigi e la teologia di un mago cristiano - VII. Cornelio Agrippa e la sua rassegna della magia rinascimentale - VIII. Magia e scienza nel Rinascimento - IX. Contro la magia - X. L’ermetismo religioso nel secolo XVI - XI. Giordano Bruno: il primo viaggio a Parigi - XII. Giordano Bruno in Inghilterra: la riforma ermetica - XIII. Giordano Bruno in Inghilterra: la filosofia ermetica - XIV. Giordano Bruno e la cabala - XV. Giordano Bruno: dagli Eroici furori al culto di Elisabetta - XVI. Giordano Bruno: il secondo viaggio a Parigi - XVII. Giordano Bruno in Germania - XVIII. Giordano Bruno: l’ultima opera pubblicata - XIX. Giordano Bruno: il ritorno in Italia - XX. Giordano Bruno e Tommaso Campanella - XXI. Dopo la datazione di Ermete Trismegisto - XXII. Ermete Trismegisto e le controversie fluddiane - Indice analitico
"La filosofia è diventata troppo 'esile', attenuata, emaciata, anoressica (per usare un termine appropriatamente patologico). Il vecchio ideale della filosofia che tutto abbraccia, spessa, carnosa e onnivora, è stato sacrificato alla nuova filosofia dello snello e cattivo, che abbia la forma delle argomentazioni lineari o del cinismo postmoderno. Una volta un mio collega fece una lezione presso una delle più prestigiose università della California meridionale su questa ristrettezza in filosofia. Rifletteva sul fatto che la filosofia di recente era diventata molto simile ai proverbiali ciechi che si aggirano intorno a un elefante. Uno dei più prestigiosi fra i molti filosofi prestigiosi che seguivano la lezione ammise con orgoglio di essere 'esclusivamente interessato all'anatomia della proboscide e che non gli importava se l'elefante fosse morto'. Ecco, in questo libro, vorrei tentare di sbirciare l'elefante vivo, o almeno afferrare qualcosa di più di una proboscide o di un paio di zanne morte."
Gilles Deleuze (1925-1995) è un pensatore che ha fortemente inciso sul rinnovamento della filosofia nella Francia della seconda metà del secolo scorso. Le sue idee conoscono oggi una ripresa di interesse in vaste aree della filosofia mondiale. Tra le tematiche che destano attenzione spicca il rapporto tra l'estetica e l'etica, attraverso il quale Deleuze propone il ripensamento critico della struttura originariamente pratica della soggettività e una diversa tematizzazione dell'ontologia.
Da sempre il sogno della filosofia è quello di provocare uno stato prossimo alla veggenza. Per farlo, la filosofia deve affidarsi a concetti spiazzanti, che non temono il paradosso, in rotta con l'esperienza ordinaria. Gilles Deleuze (1925-1995) è stato uno dei pensatori contemporanei più fedeli a questa inaugurale vocazione della filosofia, e il libro di Rocco Ronchi ci consente di gettare uno sguardo estremamente originale sul suo laboratorio teorico. Ci suggerisce come il lavoro filosofico di Deleuze si radichi in un'esperienza vivissima del suo tempo, si tratti del Maggio 68, del cinema come arte specificamente novecentesca, delle scienze del vivente come antica questione filosofica esplosa all'estrema frontiera del sapere contemporaneo. Ci mostra come la forza innovativa di questo pensiero nomade ed enigmatico coincida in realtà con la sua piena appartenenza a una linea che discende direttamente da Platone, passa attraverso Plotino e Cusano, arriva a Spinoza, Nietzsche, Bergson, Whitehead. E ci introduce passo a passo ad alcune delle creazioni concettuali più avanzate e feconde del pensiero deleuziano: quelle di vita, evento, differenza, immanenza.