
Grazie a un'esposizione chiara e a un linguaggio semplice, ma rigoroso, il volume fornisce una ricca panoramica delle principali questioni discusse all'interno dell' etica filosofica. I riferimenti agli autori classici e alle diverse voci del dibattito contemporaneo vengono riproposti in chiave più teoretica e problematica, che strettamente storica. Ricorrendo ad alcune distinzioni categoriali, oramai affermatesi nel pensiero contemporaneo, il volume prende in esame le seguenti tematiche, e i termini ad esse connesse: l'etica intesa come cura di sé e come riflessione critica sull' ethos vigente; il bene e il giusto; l'identità pratica del soggetto (ragione, valutazione, desiderio, motivazione); il rapporto con il diritto e la religione; la riflessione metaetica; universale e relativo; naturale e antinaturale; libertà e responsabilità; deontologia e teleologia; il conflitto morale; la riflessione normativa attraverso un'esemplificazione (il problema dell'eutanasia); infine, l'etica applicata.
Il testo è una raccolta di saggi dei maggiori filosofi veneziani allievi di Severino che parlano del maestro e della sua opera. Tra gli altri si possono trovare i saggi di: Massimo Cacciari, Umberto Galimberti, Virgilio Melchiorre e Salvatore Veca.
Il libro
Offese razziste, insulti a sfondo sessuale, ingiurie che feriscono minoranze: si tratta di parole che provocano e che sfuggono facilmente al controllo. Che reazioni richiedono parole come queste? Basta fare appello alla censura per poterle contenere?
Secondo Judith Butler, la più nota filosofa statunitense contemporanea, non serve cadere nella trappola di una limitazione della libertà di espressione. Conta invece rivendicare una diversa possibilità di intervento politico. Si può sempre far sì che, ripetendo quelle parole, esse circolino in contesti diversi e acquisiscano nuovi significati, arrivando ad agire contro la stessa violenza che le ha prodotte.
L'autrice
Judith Butler insegna al dipartimento di Retorica e letteratura comparata dell’Università di Berkeley. I suoi studi spaziano dalla teoria femminista alla filosofia politica all’etica. Tra i testi più recenti Critica della violenza etica (Feltrinelli 2006) e Soggetti di desiderio (Laterza 2009).
Le opere fondamentali del pensiero filosofico di tutti i tempi. In edizione economica con testo a fronte e nuovi apparati didattici. Testo originale nell'edizione di John Burnet, traduzione di Giuseppe Cambiano e introduzione di Francesco Fronterotta.
Quando due grandi spiriti si incontrano, accade qualcosa di particolare; è come se si creasse una campo energetico percepibile fisicamente, persino nelle vibrazioni dell'aria. Anche a distanza di anni, coloro che erano presenti nell'Aula Magna dell'Istituto universitario di Architettura a Venezia il 9 marzo del 2004 ricordano con emozione l'atmosfera tutta particolare creatasi in occasione dell'incontro fra Raimon Panikkar ed Emanuele Severino. I due giganti del pensiero contemporaneo mettono a confronto Oriente e Occidente per capire se possono collaborare alla ricerca di una possibile realtà ultima. Dall'incontro emergono due elementi di convergenza: l'insoddisfazione radicale nei confronti della visione dominante del mondo e la convinzione che tutto sia eterno. Ma anche l'irriducibile differenza dei rispettivi punti di vista: per Severino la follia consiste nella fede del divenire altro del mondo, che trova la sua estrema realizzazione nella tecnica, mentre Panikkar pensa che il nostro compito non sia risolvere l'enigma del mondo bensì imparare a vivere in esso. Così Oriente e Occidente, pur faticando a comprendersi, non cessano di interrogarsi l'un l'altro.
I greci ci hanno tramandato una cosa che non può essere completamente detta se non nella loro lingua: logos. Significa allo stesso tempo parola, argomentazione, giudizio, ordine e, in ultima analisi, logica. Attorno a questa articolazione si è cristallizzata quella che da allora chiamiamo la Ragione (occidentale). E con altrettanta evidenza si è fissato in noi il principio che fa coincidere l'atto del parlare con il dire e il dire con il dire qualcosa. Tutto il destino della parola si gioca a partire da questo elemento: la parola deve sempre mantenere una corrispondenza uno a uno con un concetto. «Chiediamoci: quali risorse della parola si sono perse, disdegnate o lasciate incolte? Quali riserve, quali giacimenti rinvenibili in altre culture abbiamo negligentemente lasciati inesplorati?»
«Non siamo mai stati così liberi come sotto l'occupazione tedesca. Avevamo perduto ogni diritto e prima di tutto quello di parlare; ci insultavano apertamente, ogni giorno, e dovevamo tacere; ci deportavano in massa, come lavoratori, come ebrei, come prigionieri politici; ovunque - sui muri, sui giornali, sugli schermi - ritrovavamo l'immagine immonda e insulsa che i nostri oppressori volevano darci di noi stessi: ma proprio per questo eravamo liberi. Il veleno nazista si insinuava nel profondo dei nostri pensieri e quindi ogni pensiero giusto era una conquista; una polizia onnipotente cercava di costringerci al silenzio e quindi ogni parola diventava preziosa come una dichiarazione di principio; eravamo braccati e quindi in ogni nostro gesto gravava il peso dell'impegno. Le circostanze spesso atroci della nostra lotta ci rendevano finalmente in grado di vivere, senza trucchi e senza veli, questa situazione straziante, insostenibile che chiamiamo la condizione umana».

