
Accanto alle varie interpretazioni filosofiche di questo enigmatico classico esiste da sempre in Cina una tradizione oracolare che si rifà alle immagini sciamaniche del testo, rifuggendo da letture precostituite. Su tale base, il contenuto immaginale del libro acquista senso specifico nel dialogo con la domanda e la situazione del consultante, così come accade nell'interpretazione di un sogno. La polivalenza di significato dei caratteri e l'assenza di struttura grammaticale danno ai testi cinesi più antichi una fluidità di senso sconosciuta alle lingue occidentali, ragione per cui ogni traduzione è inevitabilmente una restrizione della loro ricchezza semantica. La presente traduzione dell'"I Ching" si serve di accorgimenti particolari per ovviare a questa limitazione: un'unica parola italiana restituisce ogni carattere cinese, evidenziandone un nucleo semantico; a essa però si affianca l'intera gamma dei significati del carattere, in modo tale che chiunque possa accedere all'intero spettro semantico che un lettore cinese coglie immediatamente.
Nel 1841 Schopenhauer riunisce sotto il titolo «I due problemi fondamentali dell'etica» due trattati: «Sulla libertà del volere umano» e «Sul fondamento della morale». Nel primo l'autore nega il libero arbitrio. Ogni vivente ha una sua natura, che è attiva; può fare quello che vuole, e perciò si ritiene libero, ma non può volere se non quello che la combinazione dei motivi e delle circostanze gli suggerisce. Nel secondo trattato individua come fondamento dell'etica la rottura del 'principium individuationis' che relega l'uomo nell'egoismo; l'unico antidoto all'egoismo è la compassione, che neutralizza l'istinto a servirsi degli altri come mezzo per il raggiungimento dei propri fini e che fa rispecchiare negli altri ("Tat twam asi" = questo sei tu).
Con "Medioplatonismo" si intende solitamente il periodo della tradizione platonica compreso nei primi tre secoli dell'età imperiale romana, dopo che, con la chiusura dell'Accademia al tempo di Silla (attorno all'86 a.C.), il Platonismo si era inizialmente trasferito ad Alessandria d'Egitto. In quest'epoca si diffuse una modalità scolastica di fare filosofia, basata sulla lettura e sull'esegesi delle opere di Platone, considerato come il depositario della vera sapienza filosofica. Gli autori medioplatonici si fecero così interpreti del pensiero di Platone, sistematizzandone la dottrina e dando vita a una tradizione filosofica anticipatrice del neoplatonismo. Di particolare importanza furono la riscoperta della metafisica, il confronto con il Pitagorismo, con lo Stoicismo, con l'Aristotelismo e con l'Accademia scettica, e l'interazione con i movimenti religiosi, tra cui anche il cristianesimo, che si diffusero nei primi secoli dell'Impero. Il presente volume comprende un'ampia selezione di autori, che ci sono pervenuti attraverso opere integrali o per via frammentaria. Tra di essi si segnalano: Eudoro, l'Anonimo Commentatore del "Teeteto", Gaio, Albino, il "Didascalico" di Alcinoo, Attico, Apuleio (le opere filosofiche), Celso, Numenio e Cronio. Alcuni di questi autori e opere compaiono per la prima volta in traduzione italiana completa.
L'importanza del primo libro della Fisica di Aristotele sta - scrive nell'Introduzione Emanuele Severino - "nel fornire una interpretazione critica della storia del pensiero prearistotelico, che, unitamente a quella, più celebre, contentuta nel libro primo della Metafisica, costituisce il primo esempio di organizzazione sistematica della storia della filosofia". La traduzione e il commento di Severino mostrano non solo la potenza argomentativa dei passi aristotelici, ma ne evidenziano la risonanza nella filosofia occidentale. Una edizione che, fin dal suo primo apparire, ha formato generazioni di studenti e lettori, tanto da farne un classico degli studi aristotelici e dell'apprendimento della filosofia.
Edgar Morin, nato nel 1921, ha scelto di riunire qui tutti i ricordi riaffiorati alla sua memoria che, a 99 anni, è rimasta intatta e gli permette di dispiegare davanti a noi l'epopea viva e caleidoscopica di un uomo che ha attraversato i grandi eventi del XX secolo e che continua a occuparsi con brio e acume di quanto accade nel nuovo millennio. Nel libro la grande storia è punteggiata degli episodi di una vita traboccante di viaggi, incontri con persone affascinanti, in cui l'amicizia e l'amore rivestono un ruolo centrale. Edgar Morin è il "filosofo della complessità". Ma è noto e apprezzato in tutto il mondo, dall'Africa all'Asia all'America Latina, anche per la sua capacità di enunciare pensieri complessi con una semplicità e una piacevolezza uniche. "Questi ricordi non sono emersi in ordine cronologico, come avviene di solito nelle Memorie. Mi sono venuti incontro a seconda dell'ispirazione e delle circostanze. Interpellandosi reciprocamente, alcuni ne hanno fatto scaturire altri dall'oblio".
Per la prima volta in Italia l'edizione critica completa, a cura di Maddalena Mazzocut-Mis, dei Salons che Denis Diderot compose fra il 1759 e il 1781 con cadenza biennale, con l'eccezione degli anni 1773, 1777 e 1779. A completamento del volume anche l'edizione, curata da Massimo Modica, dei "Saggi sulla pittura" e dei "Pensieri sparsi sulla pittura, la scultura, l'architettura e la poesia, per continuare i «Salons»", che Diderot scrisse nel 1766 e nel 1777. Il volume rappresenta uno strumento per la conoscenza dell'opera di Diderot, della storia del pensiero illuminista e della storia dell'arte e della critica d'arte e anche una chiave di lettura per una comprensione più consapevole del presente, a partire proprio dalla rilevanza che la cultura delle immagini ha nella nostra società.
Questo testo fondamentale per la comprensione della filosofia di Gadamer è incentrato sull’interpretazione di Heidegger. Attraverso una serie di saggi (il primo dei quali del 1960) Gadamer procede lungo i sentieri di Heidegger e si pone nella condizione di dialogare con il suo pensiero filosofico restituendo al maestro un profilo quasi vivente e a tutto tondo. Nel costante e paziente dialogo con Heidegger, Gadamer valorizza una precisa ipotesi secondo la quale «il comprendere […] ha intorno a sé uno spazio libero che esso riempie rispondendo costantemente alla parola che lo interpella, senza tuttavia esaurirlo».
Sommario
Nota introduttiva (R. Cristin). Prefazione all’edizione italiana. Prefazione. Avvertenza. 1. Esistenzialismo e filosofia dell’esistenza. 2. I 75 anni di Martin Heidegger. 3. La teologia di Marburgo. 4. «Che cos’è metafisica?». 5. Kant e la svolta ermeneutica. 6. Il pensatore Martin Heidegger. 7. Il linguaggio della metafisica. 8. Platone. 9. La verità dell’opera d’arte. 10. Gli 85 anni di Martin Heidegger. 11. Il sentiero verso la svolta. 12. I Greci. 13. La storia della filosofia. 14. La dimensione religiosa. 15. Essere, Spirito, Dio.
Note sull'autore
Hans-Georg Gadamer (1900-2002), filosofo tedesco, è stato allievo di Paul Natorp prima e di Martin Heidegger poi, e professore di Filosofia a Lipsia, Francoforte e Heidelberg. È tra i maggiori esponenti dell’ermeneutica filosofica. Nel catalogo Marietti 1820 sono disponibili i volumi: L’attualità del bello, Interpretazioni di poeti 1, Studi platonici (in due volumi), La dialettica di Hegel.
Quanti mondi compongono l’universo in cui viviamo? Popper opta per una visione plurale. Il Mondo 1 comprende i corpi fisici: è quello delle pietre e delle stelle, delle piante e degli animali. Il Mondo 2 è quello mentale o psicologico: i sentimenti di piacere e di dolore, i nostri pensieri e le nostre percezioni. Ma è sul Mondo 3 che il filosofo si sofferma, quello che include i prodotti della mente umana: lingue e racconti, storie e miti religiosi, teorie scientifiche e costruzioni matematiche. Qui trovano ugualmente posto l’«Amleto» di Shakespeare, la «Quinta» di Beethoven e la Costituzione americana, oggetti altrettanto reali degli altri.
Karl R. Popper (1902-1994) ha pubblicato nel 1934 un testo fondamentale: «Logica della scoperta scientifica» (ultima ed. italiana Einaudi, 2010). Al Mulino sono usciti «Il mito della cornice» (1995), «La conoscenza e il problema corpo-mente» (1996), «Congetture e confutazioni» (2009) e «Le fonti della conoscenza e dell’ignoranza» (2011).
La più incisiva esposizione delle tesi di Kant sulla filosofia della storia, rappresentata qui per la prima volta in Italia come opera a sé stante. Ne mettono in risalto il valore filosofico anche il testo originale a fronte e uno specifico apparato introduttivo e critico.
Le Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica rappresentano un momento fondamentale della ricerca filosofica di Husserl. In nessun'altra opera la fenomenologia è dispiegata con la stessa ampiezza, in modo da fare emergere il progetto complessivo e le ambizioni di una teoria della ragione logica e pratica, radicata in un'nalisi delle strutture fondamentali della coscienza. Se in Idee I la teoria fenomenologica della ragione è delineata nelle sue coordinate generali, attraverso una presentazione dei concetti fondamentali della fenomenologia, in Idee II e III Husserl, proseguendo la descrizione delle caratteristiche strutturali delle principali regioni ontologiche del nostro mondo circostante, mette in luce le radici «sensibili» della costituzione fenomenologica e dei processi originari, associativi e precategoriali, che sono alla base del suo procedimento. Ogni riflessione sulla fenomenologia dovrà dunque sempre prendere avvio da quest'opera considerata nella sua pur stratificata unità; e ad essa dovrà tornare come essenziale punto di riferimento per confrontare e analizzare i successivi sviluppi del pensiero husserliano.La nuova traduzione di Idee I, che restituisce allettore italiano il testo definitivo dell'opera husserliana, ha reso necessaria anche una profonda revisione di alcune scelte terminologiche relative agli altri due libri, comportando, di conseguenza, una radicale revisione della precedente traduzione italiana. In questo modo si presenta, con Idee II e Idee III, un lavoro fondamentale della filosofia contemporanea che è non soltanto da rileggere, ma soprattutto da rimeditare e riscoprire.
«Quando il pensiero, chiamato da una questione, la segue, durante il cammino può accadergli di mutare. Per questo è consigliabile, qui di seguito, prestare attenzione alla via, e meno al contenuto». Con queste parole si apre il primo dei testi raccolti in Identità e differenza, preziose testimonianze di due conferenze tenute nel 1957, in cui Heidegger dà alla propria speculazione una forma meno didattica che nei corsi universitari, ma anche meno esoterica che nei trattati. Nel celebre Il principio di identità viene indicata l'opportunità di «staccarsi dall'atteggiamento del pensiero rappresentativo», compiendo un «salto» al di fuori del principio di identità e della metafisica che su di esso si fonda per lanciarsi nell'abisso dell'Evento, in cui uomo ed essere coappartengono. In La struttura onto-teo-logica della metafisica, attraverso un serrato colloquio con Hegel, ed esperendo «nella loro autentica importanza termini ormai usurati come “ontologia”, “teologia”, “onto-teologia”», Heidegger esorta a fare il «passo indietro» che ci trasferisca «dalla metafisica all'essenza della metafisica». Un passo indietro che preparerebbe quel contromovimento di pensiero in grado di sottrarre l'uomo al nichilismo della tecnica: «Ciò che è stato detto lo si è detto in un seminario. Come indica la parola, un seminario è un luogo e un'occasione per spargere qua e là un seme, un granello di pensiero meditativo che prima o poi, una volta o l'altra, a modo suo, potrà schiudersi e dare frutti».