Biografia illustrata della beata Elia di San Clemente (al secolo Teodora Fracasso, 1901-1927), monaca professa dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi. La sua vita breve e intensa fu caratterizzata da una forte spiritualità e dalla dedizione nel suo compito di istitutrice delle ragazze.
Pedro Arrupe, 280 successore di Sant'Ignazio di Loyola, è una delle personalità più significative del cattolicesimo del Novecento, un protagonista del rinnovamento della vita religiosa. Preposito generale dei Gesuiti dal 1965 al 1983 è stato l'artefice del rinnovamento conciliare della Compagnia di Gesù. Il suo operato al vertice dell'ordine è stato spesso al centro di contrastanti giudizi e di opposte valutazioni. Il padre Peter-Hans Kolvenbach, suo successore, in occasione del decennale della morte ha scritto: "Come ogni altro testimone profetico, il padre Arrupe fu segno di contraddizione, incompreso o malcompreso, nella Compagnia e fuori di essa". I contributi e le ricerche qui pubblicate, avvalendosi di nuove fonti archivistiche in larga parte inedite, hanno liberato la storia del generalato di padre Pedro Arrupe da quella sorta di "rimozione" storica che lo ha accompagnato soprattutto dopo la sua morte, collocandolo nella complessità delle vicende storiche, culturali e religiose del suo tempo e dunque rendendo ad Arrupe ciò che è stato di Arrupe.
Il contesto è il quartiere Brancaccio di Palermo, segnato dall'insidia mafiosa, ma oggi reso famoso per la forza di antidoto ivi innescata dalla presenza di un prete silenzioso ma forte, che predica parole evangeliche, prega molto, sfida il male con chiarezza, vive poveramente, sa sorridere di sé e della vita. Ma soprattutto semina speranza. A cominciare dal cuore dei ragazzini. È Padre Pino Puglisi. Il famoso "3 P", come argutamente lo chiamavano i suoi collaboratori. Questo libro è scritto proprio da suor Carolina, che narra la storia di tanti di quei ragazzi. Con i loro nomi e le loro storie.
«Sono tanto felice che mi pare impossibile esserlo di più». Quando scrive queste parole, suor Maria Rosa di Gesù (al secolo Bruna Pellesi, 1917-1972), ha già alle spalle numerosi anni di malattia, un calvario di sofferenze atroci che l’accompagneranno fino alla morte. Figlia di contadini, cresciuta in un ambiente segnato da lavoro, canto e preghiera, ragazza piacente e amante dell’eleganza, all’età di ventitrè anni decide di placare la sua sete di infinito entrando tra le Terziarie Francescane di Sant’Onofrio, a Rimini. Nel 1945 si ammala di tubercolosi e trascorre i restanti ventisette anni della sua esistenza nel sanatorio di Gaiato (Modena) e al Pizzardi di Bologna. In ospedale tutti sono conquistati dal suo sorriso luminoso, dalla sua perenne letizia, dalla certezza della sua fede, dalla sua dedizione ai bisogni delle altre malate. A molti viene spontaneo paragonarla a santa Teresa di Lisieux. La sua è una credibile testimonianza che si può essere felici nella malattia, che si può vivere il centuplo promesso da Cristo in ogni circostanza della vita.
Valerio Lessi (1957), giornalista, vive e lavora a Rimini. È stato redattore al Resto del Carlino e al Messaggero, vicedirettore a La Voce di Rimini. Per la San Paolo nel 2001 ha pubblicato Con questa tonaca lisa, libro-intervista con don Oreste Benzi. Nel 2006 è uscito Il destino si è fatto buono (Itaca) dedicato a Lella Ugolini, grande educatrice di Rimini. Si occupa della comunicazione turistica della Provincia di Rimini.
Il libro
«Sono stato spesso minacciato di morte. Devo dire che, come cristiano, non credo nella morte senza risurrezione: se mi uccidono, risusciterò nel popolo salvadoregno. Lo dico senza alcuna vanteria, con la più grande umiltà. Come pastore, sono tenuto per mandato divino a dare la vita per coloro che amo, che sono tutti i salvadoregni, anche coloro che dovessero assassinarmi. Se le minacce giungessero a realizzarsi, offro fin d'ora a Dio il mio sangue per la redenzione e la risurrezione del Salvador. Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare. Ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita, che il mio sangue sia seme di libertà e segno che la speranza diverrà presto realtà. La mia morte, se accettata da Dio, sia per la liberazione del mio popolo e sia testimonianza di speranza per il futuro. Se arrivassero a uccidermi, potete dire che perdono e benedico coloro che lo hanno fatto. Magari si convincessero così che stanno perdendo il loro tempo! Un vescovo morirà, ma la Chiesa di Dio, che è il popolo, non morirà mai» (MONSIGNOR OSCAR A. ROMERO).
«Come fratello ferito
da tanta morte fraterna,
tu sapevi piangere, da solo, nell'Orto.
Sapevi aver paura, come chi combatte.
Ma alla tua parola, libera, sapevi dare il suo timbro di
campana!
...San Romero d'America, pastore e martire nostro: nessuno farà tacere la tua ultima omelia!» (PEDRO CASALDALIGA)
Biografia illustrata della nobildonna, figlia del re d'Ungheria (1207-1231) che alla morte del marito si iscrisse al terz'ordine francescano e dedicò il resto della sua esistenza agli ultimi e ai malati.
Il 19 marzo del 1994 veniva ucciso un giovane sacerdote di soli trentasei anni. Era Don Giuseppe Diana (Peppe per gli amici), parroco di Casal di Principe, in provincia di Caserta. Mandanti ed esecutori del delitto appartenevano alla camorra. Don Diana fu ucciso perché si era opposto ai tanti soprusi che funestavano il territorio. La sua fu una lotta aperta, mobilitò autorità religiose e civili di fronte ai tanti delitti che si verificavano nella zona. Coglieva ogni occasione per educare alla legalità, alla giustizia. Ma quando la camorra, nonostante le sue dimostrazioni di forza, si accorse che le cose stavano cambiando e la gente si sollevava contro i loro abusi, decretò la morte del parroco scomodo. Il testo, pur essendo una biografia del giovane sacerdote, parla per lo più della sua azione pastorale che si oppone con forza al potere della camorra, e cerca di liberare la gente dalla paura di questo potere. È una lotta che conduce confrontandosi sempre col Vangelo: "una lotta di liberazione" della sua gente. Il libro riporta eventi, testimonianze (di chi non ha avuto paura di parlare), stralci dei processi, e la voce della stampa dell'epoca.
Al'inizio del Novecento Pier Giorgio Frassati (1901-1925) è stato uno straordinario testimone, con parole e opere, della fede in Cristo, realizzando quella coerenza tra fede e vita che è un nodo cruciale per la vita di ogni credente. Questo libretto illustrato ci fa conoscere questa fulgida figura non con una biografia in senso stretto, ma con un percorso lungo le sue vicende di uomo e di cristiano, mettendo in evidenza le grandi tappe e le grandi scelte della sua vita.
Jean Bernard venne arrestato in Lussemburgo il 6 gennaio 1941 dalla Gestapo, la Polizia segreta di Stato tedesca, e dopo interrogatori senza esito venne trasferito nel campo di concentramento di Dachau, che in quel momento annoverava circa 12.500 detenuti. L'allora trentaquattrenne sacerdote rappresentava per i nazisti un personaggio scomodo, perché non approvava l'annessione del suo paese fatta da Hitler. Era il numero 25487 e, in quanto sacerdote cattolico, venne assegnato al cosiddetto "Pfarrerblock" ("Reparto preti"). Quando Jean Bernard pensava di avere chiuso ormai la sua vita terrena, all'improvviso venne rilasciato, probabilmente grazie all'influsso dell'amministrazione militare tedesca di Parigi. Scrisse allora queste pagine che si leggono come un diario. Nella loro semplicità soltanto raccontano avvenimenti che non possono e non devono essere dimenticati. Jean Bernard nacque nel 1907 in Lussemburgo. Studiò filosofia e teologia dapprima all'Università di Lovanio, poi nel Seminario di Lussemburgo e infine si laureò in filosofia a Lovanio dopo la sua ordinazione sacerdotale (1933). Nel 1970 fu elevato da papa Paolo VI al titolo di prelato onorifico. È morto nel 1994.
Descrizione dell'opera
Ripercorrere in maniera così accurata, come lo studio dell’autrice consente ora di fare, il percorso spirituale del padre camaldolese Benedetto Calati (1914-2000) significa in primo luogo entrare nell’atmosfera del Novecento italiano e riscoprire l’incredibile travaglio spirituale che religiosi e laici, cattolici e non, hanno vissuto negli anni del pre e post concilio Vaticano II.
Il profilo biografico proposto dall’autrice accompagna poi a osservare la nascita e l’affermarsi di una teologia spirituale molto avvincente costruita da un uomo, un teologo, un monaco che, svincolatosi gradualmente dai propri maestri, decide di dar libero corso a sviluppi interiori sempre più incisivi, seguendo quale stella polare l’insegnamento di san Gregorio Magno. Viene così a delinearsi una teologia spirituale edificata su Scrittura, Padri e Liturgia, che sta all’origine dell’intera esperienza cristiana, ne accompagna il cammino e permette di raggiungerne il fine.
La critica ad alcuni aspetti della tradizione cristiana e la via di rinnovamento espresse da p. Calati conducono il lettore a comprendere come egli pensasse che non si può essere autentici uomini di Dio senza essere simultaneamente anche amici degli uomini.
Sommario
Prefazione (I. Gargano). 1. Padre Benedetto Calati: profilo biografico. 2. Un lettore critico della tradizione. 3. Nuclei genetici del pensiero di p. Calati. 4. Spiritualità e historia salutis: prospettive di lettura. 5. La proposta «spirituale» di padre Benedetto Calati. 6. Percorsi di vita. 7. Una vita unificata. Conclusione: la teologia spirituale di Benedetto Calati. Bibliografia.
Note sull'autrice
Grazia Paris, religiosa delle Suore di Santa Dorotea di Cemmo, dal 1994 è direttrice del Centro di spiritualità “Mater Ecclesiae” in Roma. Dopo gli studi classici alla Cattolica di Milano, ha insegnato a lungo materie letterarie nella scuola ed è stata vicepreside del liceo “Madre Annunciata Cecchetti” a Milano; ha conseguito la licenza e la laurea in teologia della vita consacrata al Claretianum, dove ha tenuto corsi sulla vita consacrata. Collabora sistematicamente a iniziative di formazione nel settore della spiritualità.
Ezio Franceschini (1906-1983) rettore della Cattolica dal 1965 al 1968, un credente che ha vissuto la quotidianità come strumento per essere sale e lievito del mondo.