
La biografia di Leonardo Murialdo (1828-1900) una delle più importanti figure del cattolicesimo dell'Ottocento. Sacerdote torinese, fondatore della Congregazione di San Giuseppe, educatore attivo nel movimento cattolico, si è particolarmente distinto per la dedizione ai giovani poveri degli oratori, per l'impegno nel mondo operaio, la partecipazione all'associazionismo cattolico e molto altro. Il volume si concentra sulla prima parte della vita del Murialdo, l'infanzia, gli studi, il ministero sacerdotale negli oratori di Torino, fino all'anno trascorso a Parigi nel 1865-66: tappe fondamentali per la crescita interiore del sacerdote piemontese, che lo hanno portato a moltiplicare i suoi sforzi in campo sociale con nuove e continue opere educative e caritative. La Chiesa ne ha riconosciuto la santità con la beatificazione, il 3 novembre 1963, e con la canonizzazione, il 3 maggio 1970.
Un'esistenza straordinaria e al tempo stesso semplicissima, nella quale il Vangelo è stato punto di riferimento indiscusso: ecco la biografia di Chiara Lubich che si dipana in queste pagine. Un racconto cronologico che non vuol essere agiografico né confondere la figura della fondatrice con la sua opera. Chiara, insomma, con la fede e la volontà, le sue opere e i riconoscimenti; ma anche con i dubbi e i dolori che ognuno di noi incontra.
Una vita nel nascondimento, quella vissuta - alla presenza di Dio pur a contatto con tante persone - da fratel Lorenzo dello Spirito Santo (1874-1953). Dalla campagna viterbese fin nel lontano Brasile, dalle Paludi pontine al Monte Argentario, ovunque la sua mite presenza ha lasciato un segno, testimoniando l'umiltà radicale del "servo inutile" che lascia spazio a Dio solo.
Il volume raccoglie un'ottantina di rapidi profili biografici di altrettanti "coadiutori" salesiani laici. Nel corso di 150 anni, i "coadiutori" (una branca della Famiglia Salesiana, espressamente voluta da Don Bosco per affiancare i sacerdoti) sono stati docenti universitari e artisti, architetti costruttori e animatori di oratorio, maestri artigiani e factotum addetti a mille bisogni materiali... Sono stati (e sono) soprattutto persone semplici che hanno consacrato la loro vita alla causa dei giovani e alla costruzione del loro futuro. Quelli presentati sono profili freschi e non convenzionali, arricchiti da aneddoti poco conosciuti, che forniscono tratti di carattere singolari e inquadrano la statura umana, religiosa e professionale del salesiano laico.
Chiarettina così Chiara Lubich era solita chiamare Renata Borlone (1930-1990). Un nome che dice la luce che spargeva attorno a s, attingendo alla Fonte della nuova corrente evangelica nata a Trento nel secondo dopoguerra. Sfogliando le pagine dellautobiografia ripercorriamo il sottile filo doro che si dipana dalla scoperta dellamore di Dio alla scelta di consacrarsi a Lui e il suo impegno nel Movimento dei Focolari in Italia, in Spagna, Belgio, Svizzera e poi nella cittadella internazionale di Loppiano (FI).
Vittima dell’abbandono da parte del padre quando era un bambino, e del conseguente rapporto sbilanciato, ai limiti del morboso, con la madre, Luca si ritrova a mettere in discussione la propria identità di genere e a intraprendere l’esperienza omosessuale. Dopo i primi amori adolescenziali, l’ingresso nell’età adulta coincide con la scelta di vivere senza timori la propria condizione. Eletto Mister Gay negli anni ’90, si ritrova famoso e molto richiesto a eventi mondani, feste e spettacoli. La sua nuova vita lo porta a vivere ogni sorta di trasgressione e sfrenatezza.
Dietro l’angolo, però, sta in agguato un nemico letale: l’Aids, che senza pietà lo priva nel giro di poco dei migliori amici. Si ritrova con tanta rabbia addosso, soprattutto verso il padre e verso Dio.
Un giorno accade che qualcosa si rompe nella dinamica di vita e nel precario equilibrio costruito in quegli anni. Luca rientra in se stesso e decide di intraprendere un percorso di conversione, su base psicologica e religiosa, che lo porta a scoprire e a sanare le ferite di tanti anni, fino a riappropriarsi della sua mascolinità ed eterosessualità. Un cammino faticoso, fatto di dubbi e ricadute, che lo porta fino a Medjugorje: l’incontro con la Madonna lo spinge decisamente sulla strada della conversione, favorendone una completa rinascita interiore. Dopo sofferenze e fatica, Luca incontra anche l’amore a lungo cercato e con Terry inizia una nuova vita, fatta di una gioia mai sperimentata prima.
Autore:
Bosio Roberto
Laureato in Economia con una tesi di geografia sul Sud del mondo, è insegnante di sostegno a Torino.
Target:
Per tutti.
Contenuti:
"La tromba dello Spirito Santo in terra mantovana": così Giovanni XXIII salutava don Primo Mazzolari (1890-1959), un curato di campagna il cui sguardo si spingeva ben al di là della sua parrocchia nella Bassa.
Don Mazzolari fu un predicatore senza peli sulla lingua e fondò un coraggioso giornale, "Adesso"; dopo la bomba di Hiroshima si schierò senza se e senza ma per il "non uccidere".
Causa delle sue sofferenze con la chiesa, fino al Concilio ossessionata dal modernismo, fu il suo essere sempre avanti, "con un passo troppo lungo - ammetterà Paolo VI - e spesso noi non gli si poteva tener dietro!".
«Non ci guadagna niente: anzi, ci perde tutto, il profeta. In casa è guardato male: fuori, benché a volte lo citino, è temuto più degli altri. E come gli costa ogni parola!»
Un'antologia delle lettere più rappresentative di Fra Immacolato Brienza (dal 1948 al 1988).
Padre Pietro Turati (1919-1991), frate minore con una straordinaria vocazione missionaria, arriva a Mogadiscio, in Somalia, il 21 agosto 1948. Per alcuni anni è segretario del Vescovo Filippini, costringendo la sua passione evangelizzatrice dietro ad una scrivania. Poi dal marzo 1951 viene finalmente trasferito come responsabile in varie missioni del territorio somalo: Merka, Brava, Baidoa, Beled Weyn... Il colpo di stato del 1969 porta gravi problemi alle missioni. Dal 1973 Padre Pietro è responsabile delle missioni di Gelib e Kisimayo. La guerra civile scoppiata negli anni Ottanta si inasprisce violentemente agli inizi degli anni Novanta. Padre Pietro, rimasto ormai solo nella sua missione a Gelib, viene barbaramente ucciso probabilmente l'8 febbraio 1991, facendo culminare la totale donazione di sé con il martirio per la sua fede e per la sua carità.
Suor Maria Plautilla (al secolo Lucia Cavallo, 1913-1947) visse poco meno di trentaquattro anni, di cui venti nel più assoluto anonimato e, diremmo, senza storia; gli altri quattordici nell'esplicazione di un servizio diurno e notturno agli ammalati che non prevedeva diversivi di sorta e rallegramenti o stanchezze. Anche qui, un'unica pagina di storia, semplicissima ed esemplare. Nella sua ordinarietà, è stata una giovane e una religiosa straordinaria. La sua breve vita religiosa nella famiglia delle Piccole Suore Missionarie della Carità (fondate da don Orione) si svolse in un tempo di indigenza, di guerra, di bombardamenti e difficoltà di ogni genere; la malferma salute, la poca comprensione della Superiora e contraddizioni di ogni genere accompagnarono la sua vita di perfezione. Tutto ciò si svolse celato sotto un perenne sorriso accompagnato dalla dimenticanza di sé per servire gli altri. Questo fu possibile perché suor Maria Plautilla era perdutamente e totalmente innamorata di Cristo.
Isabella nasce a Rossano Calabro (CS) il 9 giugno 1842 nella famiglia baronale De Rosis. Passa gli anni della gioventù al Collegio di Santa Chiara a Napoli, dove matura la sua vocazione religiosa, consacrandosi privatamente al Sacro Cuore di Gesù. Tornata a casa, però, è osteggiata dai famigliari nella sua scelta di vita. Prova alcune esperienze in diverse congregazioni, senza peraltro trovare la sua strada. Dopo esser guarita da una grave infermità, a Napoli, Isabella, il 24 ottobre 1875, dà inizio ad una nuova Congregazione: le Suore Riparatrici del Sacro Cuore. Nella città partenopea, in seguito ad un voto, Madre Isabella farà costruire un Santuario dedicato al Sacro Cuore. Il suo Istituto si espanderà in Italia e nel mondo. Madre Isabella muore l'11 agosto 1911. L'originalità della sua opera spirituale, all'interno della devozione al Sacro Cuore, già viva nella Chiesa del suo tempo, si caratterizza per il tema fondamentale della riparazione come atto ecclesiale.
Giuseppe Marcinò nasce a Caltagirone il 24 ottobre 1589. Nel 1607 veste il saio dei Cappuccini e viene chiamato fra Innocenzo. Tra il 1612 e il 1613 viene ordinato sacerdote. Nel 1615 Padre Innocenzo è a Roma per approfondire gli studi teologici e le lingue orientali. Alcuni anni dopo rientra in Sicilia. Viene eletto Ministro Provinciale. Il 22 maggio 1643, a Roma, viene eletto Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Come tale, Padre Innocenzo decide di visitare tutte le Province dell'Ordine. In sette anni visita le Province italiane e le Province d'Oltralpe, percorrendo a piedi scalzi le strade di mezza Europa, essendo sempre e dovunque un mite operatore di pace e annunciando con tutta franchezza e umiltà il Vangelo della carità e della povertà. Nel 1651 ritorna nel convento di Caltagirone, dove muore il 16 novembre 1655. Il 3 aprile 2009 Benedetto XVI lo proclama "venerabile".