
Nel giugno 1055, a Firenze, Beatrice, moglie del defunto marchese Bonifacio, fu presa prigioniera dall'imperatore Enrico III con la figlia di nove anni, Matilde. Dopo tre generazioni la potente dinastia dei Canossa finiva con quella bambina, di cui probabilmente nessuno storiografo avrebbe mai parlato. Poco più di un anno dopo l'imperatore giaceva sul letto di morte e per Beatrice e Matilde si aprì una possibilità di riguadagnare la libertà e di recuperare con essa il potere. Ma cosa sarebbe successo se l'imperatore non fosse morto? Quale sarebbe stato il destino di Matilde? Sarebbe esistita "Matilde di Canossa"? Una delle più note figure femminili del Medioevo europeo, Matilde di Canossa (1045/1046-1115) si rivela, sotto la patina eroica, un personaggio dalla vita complessa e affascinante. Potente dinasta, ereditò una dominazione, estesa su gran parte dell'Italia centrosettentrionale, che resse per lungo tempo da sola. Proprio il suo grande potere le fece avere una parte fondamentale nella lotta tra Impero e Papato, dapprima nel ruolo di mediatrice, poi di sostenitrice dei papi, mantenendo tuttavia sino alla fine la sua indipendenza. L'alone mitico che circonda da secoli la sua figura origina proprio dalle profonde tensioni e contraddizioni della sua vita e dai tanti tentativi che ecclesiastici e religiosi fecero al tempo per ricomporle.
Ventitré ritratti di sante - Elisabetta, Petronilla, Cecilia, Agnese, Caterina d'Alessandria, Martina, Agata, Lucia, Clotilde, Chiara d'Assisi, Rosa, Isabella, Brigida, Caterina da Siena, Rita, Francesca Romana, Giovanna d'Arco, Teresa d'Avila, Maddalena di Canossa, Francesca Cabrini, Bakhita, Teresa di Lisieux, Teresa Benedetta della Croce -, proposti dalle grandi firme dell'inserto femminile dell'Osservatore Romano, offrono un affresco straordinario e inaspettato di coraggio, libertà e autonomia, virtù moderne che le donne di oggi cercano di esercitare in una sintesi difficile, ma non impossibile, con l'amore, la cura, la gioia di essere se stesse. "Se per la Chiesa di Francesco - scrive nella prefazione Ritanna Armeni - Dio si esprime anche attraverso la donna, il suo essere, la sua identità e la sua diversità, la vita delle sante, la sua rilettura, acquista un nuovo senso, un nuovo rilievo, una nuova luce. Possono essere, più che nel passato, modelli di una fede mite e trionfante, che sa calarsi nella modernità e insieme trascenderla e migliorarla". Prefazione di Ritanna Armeni.
Natuzza Evolo – nata nel 1924 a Paravati, una frazione della cittadina calabrese di Mileto, e morta nel suo paesino il 1° novembre 2009 – è la più famosa mistica stigmatizzata italiana del Novecento. Donna dalla vita apparentemente normale, madre di cinque figli, analfabeta, è stata però una guida e una maestra di vita per le migliaia di persone che accorrevano a lei dall’Italia e dall’estero per avere ascolto, conforto e aiuto. Questa totale dedizione agli altri è stato il vero “segreto” della sua vita, e la chiave per comprendere anche gli straordinari fenomeni mistici di cui è stata protagonista. Renzo Allegri, autore di popolari volumi dedicati a Padre Pio, ha incontrato Natuzza varie volte, a cominciare dal 1977, quando non era ancora nota al grande pubblico. Le inedite testimonianze ottenute intervistando la stessa Natuzza e le persone che la conobbero sin da bambina sono ora proposte in questo libro, che costituisce un documento originale e prezioso.
Maria Teresa Carloni nasce a Urbania (Pesaro) il 9 ottobre 1919. I suoi colloqui con Gesù cominciano solo nel 1952, riceve le stimmate e da allora ogni venerdì per tre ore rivive la Passione. Gode inoltre del carisma della bilocazione. Muore il 17 gennaio 1983 dopo aver speso tutta la sua esistenza al servizio della Chiesa.
Barbara ha 40 anni, vive in un condominio alla periferia di Roma. Ha un diploma di belle arti conseguito a Parigi. Si mantiene vendendo i suoi quadri, tele sgargianti che rappresentano scene sacre. Nelle ore in cui non lavora, Barbara prega, medita davanti alle icone, intona liturgie. Barbara è un'eremita. Lucio, invece, cammina. Non ha l'auto né altri mezzi. Una volta l'anno, all'inizio dell'estate, parte a piedi, resta fuori casa qualche mese, dormendo nelle sacrestie, nei santuari, ovunque gli si offra ospitalità. Se ne ha l'occasione, parla del Vangelo con le persone che incontra.
Altrimenti resta in silenzio. Poi rientra, torna al suo eremo nei boschi della Toscana.
Lì trascorre il resto dell'anno, studiando la Bibbia, accogliendo le persone che si rivolgono a lui per un consiglio, un'indicazione spirituale e che in cambio gli lasciano qualcosa da mangiare. Carlo è sacerdote, ma ha una laurea in medicina e una specializzazione in psichiatria. Ha lavorato a lungo in Francia, negli ospedali. Ora passa in silenzio e solitudine tutte le mattine e tutte le sere, in un piccolo appartamento di città. Il pomeriggio, scende nella chiesa sotto casa dove confessa ogni giorno una decina di persone. Questi sono alcuni rapidi profili degli eremiti italiani di oggi. Gli eremiti, a cui molti pensano come a figure di un passato lontanissimo, sono invece, e proprio negli ultimi decenni, una realtà viva e presente sia in Italia che all'estero.
Questo libro presenta i risultati della prima indagine sul campo dedicata all'eremitismo italiano: 35 lunghe interviste con eremiti giovani e anziani, uomini e donne. L'eremita, una figura dal passato millenario, non smette di stupire, di interrogare, di lanciare un messaggio al quale nemmeno il passante frettoloso rimane indifferente.
La beatificazione di Paolo VI viene in qualche modo ad assumere il valore di un "risarcimento" storico nei confronti di un Papa spesso incompreso, perfino sconosciuto, ma che invece ha aperto un po' tutti i cammini che la Chiesa cattolica ha seguito e, ora con Francesco, sta seguendo per un profondo rinnovamento pastorale e missionario.
L'Istituto Internazionale di ricerca sul Volto di Cristo, costituito per iniziativa del Cardinale Fiorenzo Angelini e della Congregazione Benedettina delle Suore Riparatrici del Santo Volto di Nostro Signore Gesù Cristo, promuove ogni anno un congresso internazionale di studi sul Volto Santo. Tema del XVIII congresso del settembre 2014 era: "Il Volto di Cristo nelle opere di misericordia". Questo volume presenta il testo - ampliato e arricchito di numerosi autografi inediti - della conferenza affidata a Leonardo Sapienza su "Le opere di misericordia in Paolo VI". Un contributo per una maggiore conoscenza di Papa Montini, in occasione della sua Beatificazione il 19 ottobre 2014.
San Francesco di Paola è il più grande santo calabrese. L'Autore ha voluto qui proporre uno studio approfondito sulla collezione filatelica dedicata a questo santo.
"Mi considero un poeta religioso e politico, una categoria pericolosa: quegli uomini che, se individuano un obiettivo, fanno un gran casino e coinvolgono tutti quelli che avvicinano per raggiungere il sogno". Quello di Gino Girolomoni (1946-2012), contadino e mistico, marito e "monaco", è stato ritornare alla terra, rivivere l'affetto per il lavoro agricolo come contatto vivo e vivificante con il creato. Grazie a tale passione, scaturita da un cristianesimo radicale, Girolomoni ha costruito un'esistenza intessuta di opere e incontri: la rinascita di un monastero abbandonato, Montebello, ancor oggi luogo di spirito e silenzio per tanti e tante in ricerca: "Alce Nero" (oggi "Girolomoni"), la prima cooperativa agricola biologica in Italia; i dialoghi con gli amici Guido Ceronetti, Massimo Cacciari, Sergio Quinzio, Vittorio e Rosanna Messori. E, in tempi più recenti, la lotta contro gli Ogm, "la prova vivente che esiste il diavolo". Ermanno Olmi definisce "sacrale" la missione di impegno civile ed ecologico di Girolomoni. Massimo Orlandi ci guida nella conoscenza di un autentico profeta del nostro tempo, capace di ritornare alla terra per trovare il Cielo. Un uomo che chiedeva ai suoi sodali "di smettere di esistere per cominciare a vivere". E che nel cuore portava una certezza antica: "Vedi, amico, il grano è come Gesù Cristo. Non ti tradisce mai". Prefazione di Vandana Shiva.
Paolo VI è stato il papa che ha condotto in porto il Concilio Vaticano II, che ha saputo tradurre in concreto le grandi intuizioni di Giovanni XXIII, un papa amato e odiato, lodato e criticato, talvolta sostenuto e talvolta abbandonato dagli stessi amici che lo avevano eletto.