
Nato a Triuggio (Milano) il 16 gennaio 1923. Fu vescovo di Acerra dal 1978 al 2000. Prima di arrivare in Campania, nel 1968 aveva dato voce ai terremotati del Belice, in Sicilia. Nominato vescovo di Acerra da papa Paolo VI, fece il suo ingresso in diocesi il 9 aprile 1978 trovando una situazione non facile, dovendo «rianimare la vita ecclesiale e sostenere l'intera comunità tra le problematiche di un momento che richiede la difesa della dignità della persona». Le sue attenzioni si rivolsero soprattutto al contrasto alla camorra, tanto da essere messo sotto scorta.
Don Carlo Gnocchi. Personalità di grande comunicativa e disponibilità, dopo varie esperienze pastorali si occupa dei giovani all’Istituto Gonzaga di Milano.
Scoppiata la guerra, sceglie di andare al fronte come cappellano militare degli alpini, e vi resta fino alla fine della guerra. Era presente nella drammatica ritirata di Russia.
Finita la guerra, fra le tante tragiche conseguenze, vi è quella dei bambini mutilati da ordigni bellici. Don Gnocchi dedicherà a questi bambini tutta la sua vita, istituendo case di accoglienza e provvedendo in tutto ad essi.Alla sua morte, quando ancora non esisteva la legge sul trapianto degli organi, donerà i suoi occhi perché due mutilatini ciechi possano vedere.
Eleganza ed essenzialità caratterizzano lo stile di questa scrittrice che, con ritmo serrato e coinvolgente, aggancia il lettore fin dalle prime pagine.
In Appendice, una scelta interessante di testimonianze d’epoca sulla vita e l’Opera di don Gnocchi.
punti forti
Il libro esce per la beatificazione di don Carlo Gnocchi: 25 ottobre 2009 nel duomo di Milano. La completa dedizione di questo sacerdote ai giovani. Soprattutto ai bambini mutilati da ordigni bellici.
destinatari
È un testo di largo interesse. In modo particolare per giovani e formatori di giovani. E, inoltre, centri Onlus, centri di assistenza e di volontariato.
Autrice Luisa Bove, giornalista professionista, vive e lavora a Milano. Ha conseguito il baccalaureato presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale. È stata redattrice a Il nostro tempo di Milano. Oggi scrive sui giornali della Diocesi di Milano (Incrocinews e Il Segno) e sull’inserto Milano 7 di Avvenire. Nel 2008 ha ricevuto il premio giornalistico indetto dalla Croce Bianca di Milano per il suo centenario. Per l’editrice Monti ha pubblicato Carlo Maria Martini, una voce nella città (2003), e per Il Gabbiano, Anna Sironi, una vita per il Brasile (2005), tradotto in portoghese nel 2007.
Suor Enrichetta entrò a vent’anni tra le suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret. In seguito si ammalò gravemente: tubercolosi ossea e restò paralizzata per tre anni. Ma nel 1923 guarì improvvisamente dopo aver bevuto dell’acqua di Lourdes. E venne destinata al carcere di San Vittore a Milano per occuparsi dei carcerati. Nominata superiora della comunità, aprì scuole all’interno del carcere, laboratori, asilo nido per i figli delle detenute. Ma durante l’ultima guerra i tedeschi si impossessarono del carcere e vi insediarono il loro quartiere generale.
È il tempo dei rastrellamenti degli ebrei e delle deportazioni nei campi di sterminio tedeschi. San Vittore è il punto di raccolta e di smistamento. Suor Enrichetta si prodiga come può per alleviare tanta tragica sofferenza. E fa da tramite tra i prigionieri e le loro famiglie ancora libere ma in pericolo di rastrellamento. Accusata di spionaggio, viene arrestata e internata nei sotterranei di San Vittore. Processata, è condannata alla fucilazione, ma per l’intervento del cardinale Schuster viene graziata e internata in una struttura che ospita persone con problemi psichici.
Finita la guerra e il pericolo nazista, ritornò di nuovo a San Vittore a continuare la sua missione. Qui morì nel 1951. Aveva vissuto quasi trent’anni in questo carcere a consolare, aiutare come poteva.
E c’era chi la chiamava l’Angelo di San Vittore e chi la Mamma di San Vittore.
Punti forti
Una pagina di eroismo del periodo nazista in Italia.
La persecuzione degli ebrei.
Evento che consiglia l’uscita in tale data: la
beatificazione di Suor Enrichetta Alfieri il 26 luglio 2011 prossimo.
Destinatari
Chiunque è interessato agli eventi storici dell’ultima Grande guerra.
Luoghi: soprattutto carceri, scuole (per integrare lo studio della Seconda guerra mondiale), istituti religiosi.
Autore
Luisa Bove, giornalista professionista, vive e lavora a Milano. Ha conseguito il baccalaureato presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Scrive sui giornali della diocesi di Milano Incrocinews, Il Segno e sull’inserto Milano 7 di Avvenire. Nel 2008 ha ricevuto il premio giornalistico indetto dalla Croce Bianca di Milano per il suo centenario. Per l’editrice Monti ha pubblicato Carlo Maria Martini, una voce nella città (2003), per Il Gabbiano Anna Sironi, una vita per il Brasile (2005), tradotto in portoghese nel 2007.
Nel centenario della morte di don Carlo San Martino (1844-1919), prete ambrosiano che ha dedicato la sua vita alla difesa dei bambini e all'educazione dei giovani, pubblichiamo il volume che ripercorre la sua storia e quella dell'opera da lui fondata. Infatti nel 1885, grazie al sostegno di amici e benefattori, anche della borghesia milanese, don Carlo fonda il Pio Istituto pei Figli della Provvidenza per accogliere i minori soli, abbandonati o maltrattati. I giornali dell'epoca parleranno di lui e del suo instancabile lavoro di prevenzione e difesa dei piccoli. Riceve la visita della Regina Margherita di Savoia e incarichi dal governo. Apre tre case a Milano, Rigola e Montano Lucino. Si circonda di collaboratori per educare e istruire i «suoi» ragazzi. Crea l'ordine religioso Ancelle della Provvidenza. Attraversa gli anni difficili della guerra (1915-1918), ma continuerà la sua opera instancabile. Altri continueranno dopo di lui. Il Pio Istituto vive ancora: le case sono diventate scuole dove oggi si educa e si insegna secondo i valori formativi da lui vissuti e indicati.
Bruno Varacalli è un giovane poliziotto, appassionato del suo lavoro. Non ha mai cercato la notorietà ma Ia sua storia sta facendo il giro del mondo.
Un terribile incidente in moto gli ha cambiato Ia vita: ha perso una gamba, ha rischiato di morire e di dover rinunciare alle cose che amava, prima di tutto la divisa, conquistata a denti stretti. Ma non si è arreso. Con grande coraggio e determinazione ha imparato a camminare e a correre con una gamba bionica ed è tornato in Polizia.
"Non rinunciate ai vostri sogni, ai vostri progetti, perché se abbiamo una seconda possibilità non dobbiamo sprecarla piangendoci addosso, la vita deve andare avanti", scrive ai giovani e ai tantissimi follower che Io seguono sui social.
Un giovane brillante e intelligente, un cristiano coerente dalla fede limpida, la cui testimonianza rimane, a oltre 70 anni dalla morte, attualissima e profetica. La vicenda di Teresio Olivelli non fu, naturalmente, esente da fatiche, dubbi, probabilmente errori: eppure questo giovane ha sempre saputo ripartire di slancio, modulando il cammino di ogni giorno sulle pagine del Vangelo, accompagnando sia la ferialità che i decisivi tornanti della propria vita con la preghiera, i sacramenti, il riferimento agli insegnamenti della Chiesa.
Così questo “ribelle per amore” diviene interprete e modello di una fede coraggiosa, di una passione umana senza calcoli, di una speranza contagiosa che non s’arresta dinanzi alla durezza e alle fatiche, grandi e piccole, della vita.
È la storia di Omar Turati, un giovane appassionato di musica che, nel pieno delle sue forze e della voglia di vivere, viene colpito da una grave malattia: la Sclerosi Laterale Amiotrofica, che con il passare del tempo gli riduce ogni movimento e in pochi anni lo costringe all'immobilità. Nel 2007 Omar si trova di fronte a una scelta importante: rischiare di morire o sottoporsi a tracheostomia per salvarsi, accettando di rimanere attaccato a una macchina per il resto della vita. A salvarlo saranno l'amore e la musica, ai quali non vuole rinunciare. Immobile a letto troverà ancora la voglia e la forza di comporre testi e brani con il solo movimento degli occhi. Dal suo computer escono ancora oggi note e parole tutte da ascoltare. Non è un credente, ma inizia a farsi molte domande; intraprende un dialogo profondo con Dio e ora l'acronimo SLA significa per lui: Solo Libera l'Anima. Toccante e degno di nota è il suo incontro con il cardinale Dionigi Tettamanzi e poi con il cardinale Carlo Maria Martini, con il quale ha intrattenuto fino all'ultimo un rapporto epistolare e che ha firmato la prefazione a questo libro.
Imprenditore con una straordinaria capacità inventiva - tanto da aver depositato ben trentacinque brevetti -, François Neveux (1936-2006) ha vissuto fin dall'esordio la sua attività lavorativa con una non comune attenzione alle relazioni interpersonali. Venuto a conoscenza del progetto dell'Economia di Comunione - promosso da Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari -, si trasferisce in Brasile dove mette a disposizione per lo sviluppo di questo progetto il talento e l'esperienza professionali e il suo denaro. Attraverso il racconto di quanti lo hanno conosciuto l'Autrice ne ripercorre l'avventura professionale e umana.
Resoconto, quasi stenografico, del faccia a faccia sublime di Gabrielle Bossis con Cristo, "Lui e io" è il diario intimo di una mistica del nostro tempo, immersa nel mondo, tra la gente, impegnata in un lavoro come tanti altri, quello di attrice di teatro. I dialoghi da lei annotati sono destinati a parlare ai cuori di tutti, a consolare le anime. Il cardinal Camillo Ruini, incoraggiando in altra occasione alla lettura di queste parole, scriveva che stimolano il lettore "a percepire l'invisibile nel visibile, l'eterno nel transitorio, l'amore divino nelle pieghe della solitudine e della sofferenza".
Durante una tournée teatrale in Canada nel 1936, a sessantadue anni, Gabrielle Bossis cominciò a tenere un diario che diventerà un classico della letteratura spirituale: la «Voce» che sentiva interiormente le chiedeva di trascrivere i loro colloqui, che si concluderanno solo con la morte della scrittrice nel 1950. Saranno poi raccolti e pubblicati in Francia e nel mondo come Lui et Moi. È il resoconto del faccia a faccia sublime di Gabrielle Bossis con Cristo, il diario intimo di una mistica del nostro tempo, immersa nel quotidiano, impegnata in un lavoro come tanti. Che Gesù in persona le abbia veramente parlato non sta al semplice lettore dirlo, ma è sicuro che quest’anima ha vissuto in Lui, e ci riverbera un po’ della Sua luce. Gabrielle, priva di formazione teologica specifica, sarebbe stata incapace di affrontare i temi spirituali e teologici presenti in queste pagine, che il teologo padre de Parvillez e il vescovo di Nantes considerarono realmente ispirate dallo Spirito Santo.
Autore:
Bosio Roberto
Laureato in Economia con una tesi di geografia sul Sud del mondo, è insegnante di sostegno a Torino.
Target:
Per tutti.
Contenuti:
"La tromba dello Spirito Santo in terra mantovana": così Giovanni XXIII salutava don Primo Mazzolari (1890-1959), un curato di campagna il cui sguardo si spingeva ben al di là della sua parrocchia nella Bassa.
Don Mazzolari fu un predicatore senza peli sulla lingua e fondò un coraggioso giornale, "Adesso"; dopo la bomba di Hiroshima si schierò senza se e senza ma per il "non uccidere".
Causa delle sue sofferenze con la chiesa, fino al Concilio ossessionata dal modernismo, fu il suo essere sempre avanti, "con un passo troppo lungo - ammetterà Paolo VI - e spesso noi non gli si poteva tener dietro!".
«Non ci guadagna niente: anzi, ci perde tutto, il profeta. In casa è guardato male: fuori, benché a volte lo citino, è temuto più degli altri. E come gli costa ogni parola!»
Maria Domenica Mazzarello (1837-1881) è una delle figure più carismatiche della Famiglia Salesiana. Don Bosco la conobbe e la scelse per fondare l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, oggi diffuso in tutto il mondo, che persegue la missione dell'educazione dei giovani e in particolare delle giovani donne. Abile formatrice e maestra di vita spirituale, aveva il cari-sma di un'allegria rasserenante e coinvolgente. Questo libretto illustrato ne racconta la vita e l'opera, con il consueto stile brillante tipico dell'autore.