
“Abbiamo bisogno di uomini di Dio che siano forti non per la gloria o per i titoli onorifici o accademici, che possono anche riempire la nostra esistenza sacerdotale, ma di fumo, di vanità, di cose inutili. Abbiamo bisogno di uomini di Dio che si riempiono della Parola di Dio, della volontà di Dio, che obbediscono a Dio, che non reagiscono anche quando si sentono calunniati, offesi, denigrati o addirittura puniti, ma che stanno in quel posto nell’obbedienza, affidandosi totalmente e completamente a Lui, lasciando che sia Dio ad operare i miracoli. È quello che è stato Padre Pietro Santoro, nell’obbedienza alla Chiesa, ai suoi superiori, nel silenzio, anche quando ha attraversato, direi, notti oscure”.
(dalla Omelia del trigesimo della morte)
Il libro racconta la vita di Pierangelo Capuzzimati, un giovane morto diciottenne dopo una grave malattia. Quella di Pierangelo è una vicenda umana che merita di essere conosciuta, perché si schiude ai lettori la figura di un ragazzo in possesso di una forte personalità e di una fede che gli permette di non arrendersi di fronte a un male che non perdona. Una testimonianza di fede autentica.
Dio, famiglia, lavoro: è la scala di valori sintetica che riassume l'intensa e operosa esistenza di Giuseppe Restelli. "Grande cristiano e servitore di Cristo Re, uomo mosso dal fuoco della carità", lo ha definito il cardinale Carlo Maria Martini. Un fuoco rimasto sempre vivo, che gli ha permesso di impegnarsi in diversi settori, dalla politica all'associazionismo cattolico, dal mondo dell'informazione alla tutela degli enti di assistenza, e di avviare decine di iniziative caritative. La creatura che più ne riflette l'impronta è la Fondazione Rhodense, che oggi porta il suo nome. La sua è stata una vita spesa non ponendo mai se stesso al primo posto ma i fratelli che affrontano tante difficoltà, siano anziani, diversamente abili, ragazze madri o emarginati. "Ha amministrato molti beni - ha ricordato il cardinale Dionigi Tettamanzi in occasione dei funerali di Restelli - nulla ha trattenuto per sé, anche quando la sua onestà gli procurò persino minacce; ha difeso i deboli, senza nascondere l'indignazione quando i potenti non lo facevano".
Il titolo e la storia del libro trovano ispirazione nel 34° capitolo delle Avventure di Pinocchio: mangiato dal pescecane, Pinocchio ritrova il babbo Geppetto nel ventre del mostro marino. Lo porterà fuori da quel buio, salvandolo. Così l'autore scoprirà sé stesso come figlio, rigenerando il legame con il papà, diventando padre di suo padre in uno scambio di ruoli che salverà entrambi. Il ritrovamento del padre obbligherà il sacerdote a scelte ardite che cambieranno inesorabilmente il suo destino. La scrittura del racconto è autobiografica: il libro narra fatti realmente accaduti, declinati con leggerezza grazie ai continui riferimenti musicali e letterari. Da Pinocchio a Miguel Manara, dalla Divina Commedia ai Promessi Sposi fino alla narrativa contemporanea italiana e angloamericana, il rapporto padre-figlio si rivela in un racconto di grande intensità. È la storia di un cuore di pietra cambiato in un cuore di carne, la vicenda di un prete infecondo che in età adulta diventa padre di suo padre e di figli insperati.
"Questo libro intende non solo fare memoria della significativa personalità di Don Montali, che ha creduto nei valori della democrazia e del personalismo, ha perseverato e lottato per incarnarli nella sua missione pastorale e culturale, e per questo ha pagato un altissimo tributo umano, ma anche esplorare le diverse potenzialità e attualità della lezione da lui consegnataci. La sua resta una preziosa eredità culturale e spirituale in gran parte ancora sconosciuta che merita di essere riscoperta e messa a frutto." (Gabriele Gozzi)
Don Giacomo Cusmano (1834-1888) scriveva sempre "Poveri" con la lettera maiuscola, per il rispetto che portava loro, per la dignità evangelica di cui erano rivestiti: essi erano il motore e l'obiettivo della sua geniale carità. Nella Sicilia tormentata dalla povertà, da epidemie, dal malgoverno, don Giacomo inventa con grande intuizione e capacità organizzativa una maniera per sopperire alle necessità del popolo: il "Boccone del Povero". Coadiuvato da una rete di collaboratori volontari riesce a sensibilizzare le persone più ricche a donare, per poi distribuire capillarmente ai più bisognosi. Grazie al suo esempio e al suo impegno non solo si moltiplicheranno in Sicilia orfanotrofi, centri di accoglienza, laboratori per il lavoro, ma ci saranno uomini e donne che seguiranno le sue orme, dando vita a nuove Congregazioni religiose nella Chiesa.
Dalle Parole di Pierre Goursat scopriamo la sua ricca personalità e facciamo esperienza del modo con il quale introduceva le persone ad una vita cristiana ed evangelizzatrice nella concretezza della vita nel mondo. La semplicità e la gioia rendono piacevole la lettura del libro, da cui scaturisce l'interesse per il cammino umano e spirituale che Pierre propone. È un libro non solo da leggere, ma anche da meditare.
Il ricordo degli abusi perpetrati da un sacerdote quando l'autore era un bambino riaffiora nella sua memoria dopo quasi quarant'anni di oblio. L'autore ripercorre con una penna struggente e toccante il proprio cammino di riscoperta e la presa di coscienza di una ferita che rimane aperta.
Questa biografia getta nuova luce su una delle maggiori figure della nonviolenza nel XX secolo. Nato in Francia e cresciuto in una famiglia di modeste condizioni, nella quale ha respirato un clima di fede, Jean Goss (1912-1991) si ritrova a difendere "a cannonate" la città di Lilla dalle truppe naziste. È proprio allora che vive un'esperienza mistica: scopre il messaggio di Gesù come Vangelo della nonviolenza e da quel momento la sua vita cambia. La sua missione lo porterà dappertutto in Europa e nel mondo. Tra le "storie di successo" cui dà un contributo decisivo, la rivoluzione che libera le Filippine dalla dittatura e tutti i gruppi nonviolenti da lui formati, in Africa come in America Latina. La morte lo sorprende in partenza per il Madagascar, dove un'altra rivoluzione pacifica era in cantiere.
Prezioso documento storico che custodisce le sequenze apostoliche di un missionario, sacerdote e consacrato, instancabile nella sua opera di evangelizzatore. Il Diario redatto dal Beato Junipero Serra (1713-1784) non e solo una sorta di racconto e di descrizione minuziuosa dei luoghi, ma anche e soprattutto il diario di un missionario, di un evangelizatore, di un sacerdote e frate minore che pone al primo posto vella vita Gesu. E' una figura estremamente importante nello sviluppo della California.
Il volume contiene la biografia di Carlo Acutis un giovane ragazzo di 15 anni "patito" di internet come i suoi coetanei e convinto che debba diventare "veicolo di evangelizzazione e di catechesi". Nonostante la sua breve vita e la sua giovane età Carlo - come afferma don Dario Edoardo Viganò nella Prefazione - era riuscito a cogliere la «bellezza della santità, cercata nell'intimo dell'anima, dove la voce di Dio ci chiama ad affidarci allo Spirito che dà la saggezza per discernere la strada da intraprendere, anche nel rutilante planisfero digitale [?] aveva capito che la santità non consiste nell'occupare un posto in una nicchia, ma nella ricerca quotidiana di felicità, nel desiderio di donarsi senza compensi, fuggendo la tentazione di trasformare una vocazione in un ruolo, la vita cristiana in un'abitudine». Il volume è abbinato al DVD La mia autostrada per il Cielo contenente il documentario sulla sua vita.