
Prefazione del card. Roger Etchegaray, (presidente emerito del Pontificio Consiglio Iustitia et Pax)
Questo volume tratta del rapporto che il padre dei “mutilatini” di guerra, don Gnocchi, aveva con i papi e i vescovi del suo tempo e in modo particolare con Papa Montini, suo grande amico e sostenitore dell’Opera.
L’autore insiste sul tema della carità, quella vera che non è elemosina né l’efficace intervento operativo nei diversi ambiti dell’emarginazione sociale. Ma piuttosto quella carità che caratterizzava don Gnocchi per il suo modo di essere e di operare con il cuore stesso di Dio che è essenzialmente tenerezza.
«Misericordia, misericordia, misericordia»: una delle parole più care a papa Francesco, che nella festa dell'amore misericordioso dichiara santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Pochi giorni dopo viene elevata agli altari Madre Speranza, la mistica che non ha esitato a chiedere al Signore: «Annegami nell'abisso del tuo amore misericordioso». Il teologo Valentino Salvoldi propone un percorso a due voci intorno al tema della misericordia, scoprendo la consonanza tra Madre Speranza e papa Francesco: la stessa fede, la stessa spiritualità, la stessa semplicità, lo stesso amore per Dio e per questa umanità, affascinata dalla divina misericordia.
VALENTINO SALVOLDI, missionario, è professore di filosofia e teologia morale. Già docente di antropologia culturale all’Accademia Alfonsiana in Roma, è professore visitatore dei seminari delle giovani chiese (Africa e Asia). Ha creato un vasto movimento di solidarietà con i popoli del Sud del mondo. È autore di numerosi libri, scritti con stile semplice e tradotti in molte lingue.
Chi era Giuseppe Coletta? Un uomo amante dei bambini, marito, padre, carabiniere… Uno dei 19 morti di Nasiriyah. Un eroe? E Margherita Coletta? Una donna di fede, moglie, madre, compagna di una vittima di Nasiriyah. Una santa? «Eppure, così come Giuseppe non è un eroe, lei non è una santa. Entrambi, Giuseppe e Margherita, hanno trovato una risposta alla guerra che non è mai subordinata ad essa. Entrambi riescono in un’opera straordinaria: dalla guerra e dalla morte traggono motivo di pace e di nuova solidarietà. Dalla
guerra – ci dicono – si può uscire migliori, si può trovare la ragione per fare del bene. Ecco questo non lo sapevo e neppure lo immaginavo. E questo mi sembra davvero un miracolo» (Ritanna Armeni). Nasiriyah è abisso, Nasiriyah è inferno, Nasiriyah è letame. Ma dallo strazio di Nasiriyah, incredibilmente, sono nati dei fiori. Le pagine di questo libro ne conservano intatto il profumo.
E’ stato pubblicato nel mese di luglio 2019, edito da Libreria Editrice Vaticana, il volume “Seme di Gloria” scritto da don Antonio Di Nardo con la prefazione del vescovo di Caserta mons. Giovanni D’Alise. Il libro racconta l’itinerario di fede di Giacomo Gaglione, marcianisano, naturalizzato capodrisano, proclamato venerabile il 3 aprile del 2009 da Papa Benedetto XVI e per il quale è stato aperto un processo di beatificazione.
“Giacomo Gaglione – scrive don Antonio Di Nardo – dopo la sua conversione, avvenuta nelle mani di Padre Pio, nel 1919, iniziò a prendere tra le mani il libro della Sacra Scrittura. La Passione del Signore fu oggetto di meditazione continua. Il Cristo Crocifisso fu strada e meta per accettare la sua croce. Croce che considerò il dono più prezioso fattogli dal Signore. Questo suo itinerario, che possiamo definire mistico, lo condusse ad una gioia interiore tale che informò la sua vita e il suo apostolato. Guardare Giacomino immobile sulla sedia di ferro, può suscitare un’immagine a prima vista solo di dolore, di una sofferenza immensa. Egli invece ci invita ad andare oltre la visione fi sica della croce. Bisogna conoscere la sua vita e il suo Apostolato della sofferenza con gli occhi della fede. La sua vita è conoscere i suoi scritti scorgendovi la tenerezza misericordiosa di Dio, che lo mette in corrispondenza con l’Ostia pura: l’Eucarestia. Nella sua vita è particolarmente evidente il cammino della croce, ma attenti a non fermarsi ad essa. L’amore alla Parola di Dio e all’Eucarestia lo lavorano intensamente e gli fanno cantare l’Alleluia pasquale. Infatti egli afferma che: “Ogni sofferenza è seme di Gloria”. Questo è l’itinerario che Gaglione offre ad ognuno di noi: raggiungere la croce trasfigurata dalla gloria del Padre. Giacomo al termine della sua vita viene trasfigurato in Gesù Risorto, perché riconosce che il suo essere e il suo vivere è nulla senza Cristo”.
Antonio Di Nardo (Caserta 1967) è sacerdote dal 1998 della Diocesi di Caserta. Dopo la licenza presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma (2007), il 3 aprile 2017 ha conseguito anche il dottorato in Teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli sez. San Tommaso D’Aquino. E’ postulatore delle cause dei santi, parroco conferenziere sul tema della santità e predicatore di esercizi di spirituali per istituti di vita consacrata. E’ autore di varie biografie tra le quali: Madre Isabella de Rosis “Apostola del Sacro Cuore” (Velar 2011); Madre Anna Sardiello Fondatice delle Suore Eucaristiche di San Vincenzo Pallotti (Velar 2011); Giacomo Gaglione La pienezza della gioia nella riscoperta del senso del dolore (Velar 2012).
Sono passati più di sei mesi dalla morte di frate Giacomo Bini. Il desiderio di tenere viva la sua memoria, e di condividere la gratitudine al Signore per il dono di un fratello così, sono alla base di questo libro, di cui frate Giacomo è autore: "Seme di eternità. Biografia e scritti inediti". L'idea del libro è nata quando, subito dopo la morte di fra Giacomo, sono stati trovati nella sua cella a Palestrina dieci quaderni pieni di sue annotazioni, di cui nessuno aveva mai saputo nulla: dal 1982, anno della partenza per l'Africa, sino alla morte Giacomo aveva fedelmente scritto questa sorta di "diario" prendendosi del tempo per riflettere su quanto stava vivendo, per ragionare sulle situazioni, per confrontarsi con la Parola, per dare corpo ai propri sentimenti di gioia o di delusione, di gratitudine o di sofferenza... La prima parte del è una biografia di frate Giacomo, biografia composta in gran parte dalle testimonianze di tante persone che gli sono state vicine nei diversi momenti della sua vita. Una seconda parte è composta da brani dei quaderni ordinati cronologicamente, dalle primissime esperienze in Africa sino agli ultimi mesi di vita a Palestrina. Una terza e ultima parte raccoglie invece testi di Giacomo riuniti intorno a nove tematiche particolarmente importanti per la sua esperienza e la sua visione della vita francescana (comunione fraterna, missione, appartenenza, itineranza...).
Un romanzo per giovani che ben rappresenta la condizione di super cialità in cui spesso vivono molti ragazzi. Ma in questo modo di vivere emerge la gura di CARLO ACUTIS, un giovane che, andando a fondo nella ricerca delle vere esigenze della sua vita ha vissuto "da originale" dentro la fede cattolica. Il confronto con il suo esempio spingerà anche altri ragazzi a uscire dalla condizione di "fo- tocopia" di un modello standard imposto dalla mentalità comune tecnologico-consumista. Ognuno tornerà a dare spazio alla propria "originalità" di vita. Autore: Cecilia Galatolo è nata a Ancona, si è laureata nella facoltà di comunicazione sociale presso la Pon- ti cia Università della Santa Croce a Roma. Collabora con il settimanale della diocesi di Jesi e con il portale Family and Media. Autrice del romanzo : Non lo sapevo ma ti stavo aspettando è alla sua seconda opera di narrativa.
PELLEGRINAGGIO A ROMA 1913 DI CONCHITA (CONCEPCION CABRERA DE ARMIDA) SERVA DI DIO ARRICCHITO DI MEDITAZIONI E FOTO. L'anno 1913 attirr a roma pel legrini da tutto il mondo. Si festeggiava la storica ricorrenza del 313: l'apparizione de lla croce all'imperatore cost antino nella battaglia contro massenzio a ponte milvio. In seguito alla vittora di costantino fu la promulgazione del celebre editto di milano" con il quale fu concessa pace e liberta alla chiesa. Era desiderio di papa pio x che in tutto il mondo cattolico si festeggiasse questo avvenimento. Cosi`i pellegrini affluivano a roma. L'arcivescovo di publa, in m essico, mons. Ramon ibarra y gonzalez, organizzr un pellegrinaggio a roma, lourdes e terra santa. Concepcion cabr era de armida (conchita) faceva parte del numeroso gruppo di pellegrini. Il pellegr inaggio messicano durr dal 13 novembre al 23 dicembre 1913 ed ebbe il suo apice con l'udi enza di pio x il 19 novembre con la quale mons. Ibarra e conchita ebbero il permesso della fondazione dei missionari dello spirito santo. "
l testo è la testimonianza dell'autore, un sacerdote siciliano, che ha attraversato gli abissi dell'emarginazione, della sofferenza, ma anche della speranza. Sono esperienze sofferte e condivise con le persone incontrate sul ciglio della strada per le vie del mondo e testimoniano la sua sfida di accogliere nella propria vita il grido dei disperati, l'urlo degli emarginati, la domanda di aiuto dei malati. Queste situazioni di emarginazione, legate a droga, malattia, disabilità, povertà, criminalità, hanno generato in lui la decisione di aprire in Europa, Africa, America Latina oasi di ricostruzione delle persone ferite, laboratori di bellezza per la dignità perduta. L'autore riporta, con vivacità di comunicazione, fatti e vicende della sua vita, dalla giovinezza alla maturità, relativi ai suoi incontri, alle sue attività di assistenza e di recupero dei diseredati in molte parti del mondo, in particolare Brasile e Tanzania. Il libro diventa una provocazione per vivere la cultura del dono, uno stimolo per partecipare alla costruzione di una Chiesa povera, ricca di compassione e di misericordia. E vuole essere un atto d'amore verso i giovani che vivono all'interno della Chiesa e sentono la fatica di un deficit di Vangelo, perché lottino con forza contro un cristianesimo salottiero. E vuole anche rappresentare una mano tesa ricca di simpatia per quelli che si sentono estranei alla logica delle beatitudini, affinché grazie a una testimonianza convinta si sentano contagiati dall'amore.
Carlo Acutis è morto a 15 anni nel 2006. Nel 2021 avrebbe compiuto trent'anni, essendo nato il 3 maggio 1991, e si sarebbe trovato a testimoniare la sua fede in maniera più adulta, certamente arricchita dalle esperienze della vita ma, come tutto fa supporre, senza perdere la medesima forza e concretezza che aveva fatto intuire nei brevi ma fecondi anni della sua infanzia e adolescenza. Che cosa avrebbe detto ai suoi coetanei di oggi, ai giovani che lo seguono, e, soprattutto, a chi non lo ha ancora scoperto, se fosse rimasto tra noi? Quello che Alessandro Deho' propone in questo libro non è un esercizio a rincorrere o a ricostruire ciò che non è possibile nemmeno supporre riguardo a Carlo, ma un'intensa meditazione-dialogo con il giovane beato. Deho' si mette in gioco, in questo colloquio interiore, portandovi tutto il suo personale cammino spirituale, che a tratti rivela essere stato difficile, complesso, doloroso, e si obbliga a "fare i conti- con la schiettezza cristiana di Carlo. Il lettore si trova, così, fra le mani, un testo che interroga e si interroga, provoca e si lascia provocare, apre strade di riflessione e non rinuncia ad affrontare le piste più ostiche.
«Non sono del mestiere: mi occupo di politica quel tanto che è di dovere per un uomo che non accetta di lasciarsi ciecamente condurre»: al di là di quest'affermazione un po' ironica su di sé del dicembre 1945 e sebbene estraneo alla politica dal punto di vista della militanza, di certo Mazzolari non lo fu sotto il profilo della preoccupazione per il bene comune, dell'impegno nel realizzare una società più giusta, dell'appassionato amore per la libertà, della convinta appartenenza alla vita della città. Anzi, in tale prospettiva egli può essere a ragione considerato una delle voci più significative dell'Italia cattolica del Novecento.
L'accurato e impegnativo lavoro di Truffelli si propone di fornire uno strumento utile a delineare la presenza di don Primo nel confronto politico-culturale del proprio tempo. Attraverso una paziente raccolta di testi sparsi di un'opera vasta e insieme frammentaria, distribuita su un arco di tempo più che quarantennale, viene ricostruito un quadro sufficientemente ampio della prolungata e originale riflessione mazzolariana. Ne emerge un uomo pienamente calato nel confronto pubblico a lui contemporaneo, sempre proteso a portare il proprio contributo di pensiero ai processi politici in atto, riconducendoli, a suo modo di vedere, alle ragioni di fondo.
Accanto ai corposi volumi dei Discorsi, curati da P. Trionfini (2006) e degli Scritti sulla pace e sulla guerra, curati da G. Formigoni e M. De Giuseppe (2009), il volume viene a formare un trittico prezioso per l'ampiezza dei documenti, l'apparato di note e la cura dell'edizione critica.
Sommario
Prefazione (G. Campanini). Introduzione (M. Truffelli). Criteri editoriali. Tavola delle abbreviazioni. I. Dalla Grande Guerra alla crisi del fascismo (1916 - 1943). II. La rinascita della democrazia (25 aprile 1945 - 2 giugno 1946). III. Il periodo dell'Assemblea Costituente (giugno 1946 - dicembre 1947). IV. Il 1948. V. I primi anni di Adesso (gennaio 1949 - marzo 1951). VI. Dalla ripresa di Adesso alla morte (ottobre 1951 - aprile 1959). Indice delle riviste. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Don Primo Mazzolari (1890-1959), prete dal 1912, dopo essere stato cappellano militare al tempo della prima guerra mondiale, trascorse la sua vita come parroco di piccoli paesi di campagna. I suoi scritti e le sue predicazioni lo imposero all'attenzione pubblica, ma attirarono su di lui anche molte misure disciplinari della gerarchia. Don Primo si sforzò di vivere e di proporre il vangelo nella sua integralità, anticipando molte acquisizioni del concilio Vaticano II. Di grande rilievo furono le sue riflessioni sulla parrocchia, sui «lontani» e sui poveri, sulla pace e la giustizia sociale.
Note sul curatore
Matteo Truffelli è ricercatore di Storia delle dottrine politiche presso l'Università degli studi di Parma. Le sue ricerche sono indirizzate soprattutto allo studio delle culture politiche dell'Ottocento e del Novecento. Tra le sue pubblicazioni: L'ombra della politica. Saggio sulla storia del pensiero antipolitico, Rubbettino, Soveria Mannelli 2008; La "questione partito" dal fascismo alla Repubblica. Culture politiche nella transizione, Studium, Roma 2003.
Suor Leonella Sgorbati, nata nel 1940 a Rezzanello di Gazzola (PC), nel 1963 entra nell'Istituto delle Suore Missionarie della Consolata e due anni dopo emette la prima professione religiosa. Nel 1993 viene scelta dalle sorelle del Kenya come Superiora regionale. A loro scrive: "..Consolare significa accogliere che il Figlio sia libero in ciascuna di noi, in me, di perdonare a chi mi reca offesa, libero di farmi percorrere l'itinerario che il Padre ha fatto fare a Lui... libero di amare attraverso di me con l'Amore più grande, rAmore che va fino alia fine...".
I1 S.O.S., Kinderdorf International, ente che opera a favore di bambini in difficolta, richiede all'Istituto una sorella per dare inizio a una scuola per infermieri in Somalia. Suor Leonella si rende disponibile e nel 2000 arriva in quella terra ormai stremata da dieci anni di guerra.
In un ambiente in cui predomina l'islamismo fondamentalista le suore sanno di essere a rischio ma, pur consapevoli del pericolo, in fedeltà alla missione, decidono di rimanere. Domenica 17 settembre 2006 suor Leonella si avvia verso casa. Dopo pochi passi si odono degli spari: uno, due, sette proiettili raggiungono la sorella che si accascia. Raccolta da terra, è portata all'interno dell'ospedale e stesa su un lettuccio, serena ma con troppo poco ossigeno per i suoi polmoni crivellati. Riesce però ancora a sussurrare le ultime parole che, come quelle di Gesù, sigillano la sua vita: "Perdono, perdono, perdono". Papa Francesco ha riconosciuto il suo martirio l'8 novembre 2017 ed è stata beatificata a Piacenza il 26 maggio 2018.
La Chiesa ha riconosciuto suor Leonella Sgorbati come martire di Cristo, che ha coronato il servizio missionario col sacrificio della vita. Ripercorrendo i suoi scritti siamo invitati a rintracciare il filo rosso che ha segnato la sua esistenza.
In quest'opera vengono ripresentati gli scritti completi di Benedetta Bianchi Porro: I diari nei quali Benedetta, obbedendo a una precisa indicazione della madre, fin da bambina si abituò a descrivere la vita intorno a sé. I pensieri scritti su suggerimento di padre Luciano Viale: frasi incisive, aforismi che evidenziano il formarsi della spiritualità di Benedetta. L'epistolario dove, attraverso le lettere scritte e ricevute, Benedetta fece conoscere a un numero crescente di persone la vita intensa che si andava sviluppando nel suo spirito. Gli scritti minori, temi ed esercitazioni scolastiche grazie ai quali è possibile approfondire soprattutto l'adolescenza, la formazione e la vita di famiglia di Benedetta. Arricchita dal testo dell'omelia per la beatificazione, quest'opera è una porta privilegiata per conoscere intimamente lo straordinario percorso di fede, di speranza e di amore che la "passione- di questa giovane donna ha lasciato in eredità ai nostri fragili giorni. Ai giovani d'oggi, Benedetta si offre come esempio di impegno nelle scelte difficili della quotidianità. Ai sofferenti, ai tanti disperati che faticano a trovare un senso per l'esistere e un motivo che permetta di affrontare il dolore, lascia in eredità la sua testimonianza fatta di passione per la vita, di una fitta rete di amicizie, di un'incrollabile fiducia nell'Amore.

