
Il nome Borgia accende l'immaginario e rinvia spesso a narrazioni da saga, in cui un onnipresente cocktail fatto di delitti, intrighi, scandali e vizi ha alimentato nel tempo una sterminata letteratura e trasposizioni artistiche di vario tipo. Ma oltre agli arcinoti Rodrigo, Lucrezia e Cesare ? i protagonisti maggiori della «leggenda nera» dei Borgia ?, il celebre casato annovera anche rappresentanti mirabili, tra cui svetta la figura ricca e complessa di Francesco. Da politico di spicco della Corona spagnola a terzo Generale dei gesuiti, la sua fu una vita poliedrica. Uomo pragmatico e di governo, dotato però anche di grande profondità spirituale, è stato decisivo per Ignazio di Loyola e il decollo della Compagnia di Gesù. Dopo una panoramica sul contesto e la storia personale del protagonista, il libro si addentra nella sua interiorità, approcciando l'espressione matura dell'intima fisionomia borgiana: il Diario spirituale. L'Autrice esce dagli stereotipi univoci e riduttivi entro cui il «santo Duca» è stato a lungo costretto, mostrando anche quanto ancora egli sia interessante per l'oggi.
Umanamente parlando la storia di François Nguyèn Van Thuan sembra una collezione drammatica e desolata di distruzioni umane e spirituali. Ma alla luce della fede si rinnova, ancora una volta, come ci ricorda lo stesso Cardinal Vallini, la parabola del chicco di grano che muore e produce molto frutto.
Giuseppe Molinari, Arcivescovo di L'Aquila
Autore
Agostino Card. Vallini, nato a Poli, diocesi di Tivoli, il 17 aprile 1940; ordinato presbitero il 19 luglio 1964; eletto alla Chiesa titolare di Tortiboli e nominato ausiliare di Napoli il 23 marzo 1989; ordinato vescovo il 13 maggio 1999; rinuncia ad Albeno ed è nominato PRefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica con titolo personale di arcivescovo il 17 maggio 2004; creato cardinale nel Concistoro del 24 marzo del 2006; nominato vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma il 27 giugno 2008.
Il cardinale Ugo Poletti fu Vicario di tre Papi per la diocesi di Roma: San Paolo VI, Giovanni Paolo I e San Giovanni Paolo II. Questo volume raccoglie gli atti del Convegno che la diocesi di Roma gli ha voluto dedicare il 4 novembre 2021, a poco più di 24 anni di distanza dalla sua morte avvenuta il 25 febbraio 1997. La giornata di studi si è svolta a Palazzo Lateranense e ha visto la partecipazione di storici dell'età contemporanea e di testimoni che lo conobbero e collaborarono con lui. Come sanno bene quelli che lo frequentarono, il suo ministero fu strettamente ancorato a quello dei Papi. A Roma cercò di attuare le sollecitazioni del Concilio Vaticano II e di far scoprire alla comunità cristiana l'identità di Chiesa locale radicata nella città, affrontando le difficoltà riguardanti l'impegno evangelizzante, la dimensione della solidarietà cristiana, l'accrescimento del senso religioso e il consolidamento dei rapporti umani. Certamente visse con dedizione il suo ministero di Pastore e si adoperò con tenacia affinché la Chiesa di Roma andasse incontro alle esigenze comuni, soprattutto sociali e spirituali.
A dieci anni dalla morte del cardinale Pappalardo, avvenuta nel dicembre del 2006, le Edizioni Amen ripropongono un testo che ricorda il presule siciliano, curato da Don Vincenzo Noto e pubblicato nel 2011.
Nella mia vita ho conosciuto moltissimi vescovi e sacerdoti, ne ho frequentato tanti ma il ricordo che mantengo e la devozione che nutro per il Cardinale Pappalardo non è superabile; e non soltanto perché era il mio Vescovo ed ero orgoglioso che lo fosse quando, recandomi in tante parti d’Italia, registravo l’ammirazione di cui era destinatario. Ma ciò che soprattutto vorrei esprimere è il ricordo che conservo del suo rapporto, paterno e intenso, con Piersanti Mattarella. Un rapporto tra due persone che non sono più tra noi tra cui è intercorso un sentimento di stima e di affetto.
Dal ricordo di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica
In poche parole: La vita e l’opera del grande statista che contribuì a scavare un solco tra cattolici e protestanti e a fondare i moderni nazionalisti che hanno contribuito a distruggere l’Europa.
La fortuna nell’immaginario popolare del cardinale Richelieu è dovuta in gran parte al ritratto che ne fa Alexandre Dumas ne I tre moschettieri, presentandolo con un cinico e amorale doppiogiochista quasi in aperta concorrenza con il re Luigi XIII. In realtà, Richelieu fu uno dei grandi sostenitori dell’assolutismo monarchico e si adoperò per consolidare il potere del re contro tutti i localismi interni e i potentati esteri, non esitando a schierarsi dalla parte dei protestanti per accrescere il prestigio e le conquiste della Francia. Lo storico cattolico Hilaire Belloc traccia una biografia del personaggio individuando nel grande statista il fondatore dell’Europa moderna: a suo giudizio, Richelieu rese permanente la divisione tra la cultura cattolica e quella protestante e contribuì più di ogni altro a gettare i semi del nazionalismo aggressivo del XX secolo. Belloc rimpiange l’unità cattolica dell’Europa precedente alla “catastrofe del Cinquecento” e identifica nella Riforma la madre dei nazionalismi moderni, perché “alla distruzione di questa unità compiuta dalla Riforma successe (poiché gli uomini devono pur venerare qualcosa) un nuovo entusiasmo mistico: ciascuno si mise ad adorare il suo Paese natale”.
Un profilo, sintetico ma eloquente, di un personaggio che ha segnato la storia culturale e religiosa dell'Inghilterra del XIX secolo. Uomo di sincera e profonda spiritualità, amorevole dedizione ai più bisognosi, appassionato ricercatore della verità "che seguirò ovunque mi vorrà portare". Fu creato cardinale il 15 maggio 1879; morì l'11 agosto 1890. Benedetto XVI lo ha beatificato il 19 settembre 2010. "L'esistenza di Newman ci insegna che la passione per la verità, per l'onestà intellettuale e per la conversione genuina comporta un grande prezzo da pagare. La verità che ci rende liberi non può essere trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza, ha bisogno di essere udita, e in fondo la sua potenza di convincere viene da essa stessa e non dall'umana eloquenza o dai ragionamenti nei quali può essere adagiata. [...] Inoltre Newman ci insegna che se abbiamo accolto la verità di Cristo e abbiamo impegnato la nostra vita per lui, non vi può essere separazione tra ciò che crediamo e il modo in cui viviamo la nostra esistenza. Ogni nostro pensiero, ogni parola e azione devono rivolgersi alla gloria di Dio e alla diffusione del suo Regno." (Benedetto XVI)
Il cappuccino, missionario,Vescovo, poi Cardinale Guglielmo Massaja (18091889), fu per ben diciotto volte in punto di morte, in Etiopia, tra le asprezze di un territorio insidioso e le persecuzioni scatenate contro di lui dalle autorità religiose e civili.Avrebbe desiderato versare il suo sangue per Cristo, ma si riteneva indegno di coronare la sua esistenza con la palma del martirio. Per 35 anni rimase in Africa e il suo più grande sacrificio fu quello dell’isolamento; parve che l’Europa, che lui conosceva molto bene in qualità di diplomatico apostolico, lo considerasse inutile e molti lo diedero per deceduto nella terra degli Oromo, dove fondò la missione.Visse sempre in estrema umiltà e povertà, avendo per modelli san Paolo e san Francesco, per maestri sant’Agostino e san Tommaso. Portò in Africa la luce del Vangelo e lo sviluppo civile. Sacerdote prima di tutto, era anche in grado di svolgere le mansioni di medico, di sarto, di calzolaio, di falegname... Pioniere missionario, attraverso la sua solida fede, la sua indefettibile dottrina, le virtù praticate giorno dopo giorno, ha saputo risolvere situazioni umanamente impossibili. Per queste ragioni, oggi il nome di Guglielmo Massaja, Servo di Dio, attende di essere inserito fra i santi della Chiesa.
Cristina siccardi, nata a Torino il 2 maggio 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere moderne con indirizzo storico, ha collaborato con La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, Il Nostro Tempo, La Voce del Popolo, L’Osservatore Romano, Avvenire e con emittenti radiofoniche e televisive. Specializzata in biografie, con le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Pier Giorgio Frassati. Modello per i cristiani del Duemila (2002); Santa Rita da Cascia e il suo tempo (2004); Fratel Silvestro. La vite di Dio (2006);Sposi per davvero. La vita di Rosetta e Giovanni Gheddo (2008), Madre Teresa.Tutto iniziò nella mia terra (2010).
C'è chi - come Giacomo Biffi - ha definito questi saggi - "un ritratto ineccepibile e persuasivo" della "personalità eccezionale", qual era quella dell'arcivescovo che era succeduto a Schuster e a Montini sulla cattedra di sant'Ambrogio e vi aveva esercitato soprattutto l'illuminato magistero della parola; un ritratto "dove tutto si dice e niente si nasconde, dove non si teme di esaltare le luci (anche se siano luci che non incontrino il gusto della mentalità oggi dominante) e non si tacciono furbescamente, se ci sono, né le zone d'ombra né i tratti opinabili". C'è un tratto caratteristico che contrassegna queste ricerche minute e accurate, ed è che si intrecciano con la testimonianza personale consentita all'autore dall'assidua frequentazione di Colombo fin dagli anni dell'adolescenza, durante la sua formazione nel seminario di Venegono, dov'era educatore affascinante e ammirato lo stesso Colombo, già docente insigne e rinomato di letteratura italiana. Da allora i contatti proseguirono fino alla tarda età del cardinale e al suo ritiro sorprendentemente splendido e operoso.
Un profilo del cardinale Giovanni Canestri (1918-2015) delineato attraverso le tappe della sua vita di sacerdote e di vescovo (a Tortona, a Cagliari e quindi a Genova), creato cardinale da san Giovanni Paolo II nel 1988. Una ricca collezione di testimonianze di chi lo ha conosciuto e ne ha apprezzato le grandi e preziose doti umane e spirituali.
Uscita originariamente in due volumi quest'opera di Paolo Prodi ricostruisce la vicenda di Gabriele Paleotti - dagli anni di formazione fino alla promozione a vescovo di Bologna annunciata da Pio V nel concistoro del 30 gennaio 1566 - e analizza la complessità della vita della chiesa nella seconda metà del Cinquecento. Facendo perno proprio sulla figura del cardinale bolognese, che aveva preso parte all'ultima fase del concilio di Trento e che, in parallelo con Carlo Borromeo a Milano, intendeva applicare i decreti tridentini, vengono messi in luce le difficoltà e gli impedimenti che la struttura sempre più accentrata della chiesa romana poneva alla realizzazione della riforma nelle chiese locali. Non mancano aspetti meno noti come la vicinanza del cardinale a esponenti dell'ambiente accademico bolognese e del mondo intellettuale e artistico che saranno basilari per l'elaborazione di una riflessione sulla natura, sulla storia sacra e sulle arti figurative. Perché ripubblicare a distanza di tanti anni una biografia dedicata a Paleotti che è stata pensata prima del concilio Vaticano II, e prima della cosiddetta globalizzazione? Ebbene, questa nuova edizione vuole significare non un mero omaggio a un grande storico scomparso di recente, ma l'occasione per la riscoperta di un vero classico della storiografia italiana. Perché, sebbene le traiettorie religiose, politiche e culturali della Penisola e i percorsi della ricerca internazionale siano sensibilmente mutati rispetto agli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso (ma potrebbe essere diversamente?), le pagine del Paleotti non appaiono affatto invecchiate e possono ancora stimolare numerose domande sul cammino moderno della Chiesa latina. (dall'Introduzione di Vincenzo Lavenia)
Si tratta della biografia del cardinale Celso Costantini (1876-1958), originario della provincia di Pordenone, che fin dalle sue prime esperienze come sacerdote dimostrò il suo grande spirito missionario. Inizialmente resse le parrocchie di Roraigrande, Concordia ed Aquileia, fu poi Vescovo a Fiume e nel 1922 fu nominato da Papa Pio XII Delegato apostolico in Cina dimostrando in questo servizio alla chiesa locale tutta la sua modernità nelle decisioni da lui prese: la scelta di un segretario cinese, l'andare a vivere fuori il quartiere delle sedi diplomatiche, il rifiuto di indennizzi per la morte dei missionari. Nel 1953 fu creato cardinale e l'anno successivo promosso Cancelliere di Santa Romana Chiesa. Morì nel 1958 alla vigilia del conclave che elesse Papa Giovanni XXIII. La presente pubblicazione, accompagna il lettore a scoprire la impegnativa vita del Costantini che si rivela straordinario come uomo e intellettuale, scultore e scrittore, sacerdote e missionario, Vescovo e Cardinale.
Le ultime riflessioni di Celso Costantini, Servo di Dio, non solo aiutano a conoscere meglio una vita ricca di vicende e di esperienze, ma servono anche a mantener viva la memoria di uno spirito nobilissimo, che ha reso grandi servizi alla Chiesa. Queste memorie, venute alla luce postume, continuano quell'opera di apostolato in mezzo alle anime, che fu per l'amatissimo Cardinale la ragione suprema del suo vivere terreno.