
Dai primi riferimenti a Thomas More e ai martiri inglesi del periodo precedente la conversione al cattolicesimo fino agli ultimi anni coincidenti con la canonizzazione dello statista martire, ogni qualvolta che Chesterton chiamerà in causa il suo eroe lo farà per sottolineare - attualizzando le parole di More - quanto l'Europa sia legata a Cristo non meno di un figlio al proprio padre naturale. Indubbiamente la difesa e la promozione delle comuni radici cristiane fu la più profonda passione di Chesterton. Era impensabile nella sua visione spirituale della società che l'Europa e l'Inghilterra potessero assumere una forma diversa da quella civiltà mediterranea e cultura latina che ha permeato la Britannia fin dalle origini. "Se questa verità venisse taciuta - scrive - le pietre stesse la griderebbero, non soltanto le rovine, le pietre lungo le vie romane".
Parlare di Madre Margherita Diomira Crispi (1879-1974) significa immergersi in un viaggio affascinante dello spirito che lascia intravedere l’opera di Dio in una sua creatura. La vicenda terrena della Fondatrice delle Oblate al Divino Amore si snoda tra la Sicilia, Roma e l’America del Nord e Centrale. Visse tra due secoli: dal 1879, quando l’Italia unita faceva i primi passi, al 1974, un’epoca recente per noi che ci avviciniamo alla sua figura e alla sua eredità. In questo arco di tempo, Diomira ha lasciato delle tracce profonde del suo passaggio e ha tracciato un cammino per quante vogliono seguirla. Cercò per tutta la vita di far conoscere, amare e adorare il Sacro Cuore e non si dette pace fino all’ultimo respiro.Aveva scoperto l’Amore e non riusciva più a trattenere i suoi slanci per ringraziarlo di averla creata e chiamata a seguirlo più da vicino. Si legò a lui con il voto di vittima durante la festa dell’Esaltazione della Santa Croce del 1913 e il 21 novembre successivo emise anche il voto d’amore. Da quel giorno in poi ogni sua parola e azione dovevano essere fatte solo in vista dell’amore divino.
Destinatari
Tutti coloro che vogliono conoscere il carisma e la spiritualità di Madre Margherita Diomira Crispi.
Autore
Nicola Gori, laureato in lingue e letterature straniere presso l’Università di Firenze, collabora con la Cattedra di Letteratura spagnola della Facoltà di Lettere e Filosofia ed è corrispondente dell’Osservatore Romano. Studioso appassionato degli autori mistici, ha pubblicato numerosi libri in questo campo. È anche autore di premiati racconti e poesie.
In occasione del decimo anniversario del sequestro del gesuita Paolo Dall'Oglio, che cadrà il 29 luglio 2023, questo volume è un tentativo di rilettura della sua figura, della sua storia, della sua riflessione sul dialogo interreligioso e sui rapporti fra Oriente e Occidente, nell'oggi di un mondo sempre più lacerato e frammentato, attraversato da quella "terza guerra mondiale a pezzi" di cui parla spesso papa Francesco. Riccardo Cristiano si concentra non sull'esito, dolorosamente non ancora appurato, della vicenda di Paolo Dall'Oglio, ma sulle motivazioni che lo indussero a recarsi a Raqqa (Siria), nel quartiere generale dell'Isis, da dove non fece più ritorno. Padre Dall'Oglio emerge come un credente che si è fatto avamposto della riconciliazione tra i figli di Abramo e anche tra loro e i «post-credenti», come lui stesso li definiva, lungo il cammino di Abramo.
Il libro offre il ritratto di Natuzza Evolo: una donna semplice, una mamma di famiglia che il cielo ha voluto arricchire di fenomeni mistici straordinari - visioni, locuzioni, rivelazioni, estasi, emografie, il dono di rivivere la passione di Cristo - ma che ha sempre vissuto in una profonda umiltà e non ha fatto che pregare, amare, ascoltare e consolare chiunque bussasse alla sua porta. Monsignor D'Ercole, figlio spirituale della mistica di Paravati, ci consegna il suo ricordo personale e commosso di mamma Natuzza, il suo «viaggio incontro a una donna, straordinaria nella sua povertà e ricca di gioia nella sofferenza che mai l'ha abbandonata, una madre per tutti». Nella terza parte del volume, inoltre, l'Autore affronta tematiche attuali - quali il problema del dialogo tra giovani e adulti; la crisi di senso e di speranza in cui è immersa la società attuale, la guerra... - alla luce del messaggio e della testimonianza di Natuzza, sottolineandone così la profonda attualità.
Dorothy Day era una radicale americana, una donna destinata a essere citata nelle cronache degli Stati Uniti tra le voci in opposizione a una società che, nonostante tante chances, macina l'umanità della gente e riduce troppi uomini alla miseria materiale e civile. Oggi Dorothy fa parte della storia americana come una delle figure più capaci di costruzione che il suo Paese abbia avuto. Con la conversione al cattolicesimo, ha trasformato il suo sdegno per l'ingiustizia in una lunga e ininterrotta missione di sostegno ai diseredati. Con Peter Maurin ha fondato le «case di ospitalità», una ospitalità che consisteva nel permettere la ripresa di una vita più umana per chi era ai margini della società civi-le. Maurin e Dorothy diedero vita a un vero e proprio movimento e a un settimanale, divenuto celebre, che esce ancora oggi: il «Catholic Worker». L'annuncio cristiano di Dorothy si è svolto in situazioni dif-ficili, ma non per questo ritenute impossibili per riproporre l'invito di Cristo. Il movimento del Catholic Worker è costantemente intervenuto a sostenere i bisogni e i diritti della gente meno difesa: un'azione non violenta, ma decisa a ottenere tutto il possibile. Dorothy Day, pur immersa in una missione così coinvolgente, si è sempre mostrata capace di solidarietà con la sofferenza di altri popoli e Paesi. Introduzione di Robert Coles.
"Ho imparato a contrabbandare pezzi di matita nella mollica del pane o nelle bustine di tabacco che poi gli amici trasformavano in fumo velenoso. Ma tutti quei fogliettini li ho persi chissà dove. Trascrivevo in cirillico testi slovacchi, parole inglesi e pensieri personali. Ma anche quei quaderni russi sono andati perduti. Come scritti sull'acqua o su un marciapiede. Il detenuto scrive sul proprio corpo con il filo spinato". L'autore, sacerdote salesiano, ha trascorso dieci anni di prigionia, di cui otto ai lavori forzati, nelle miniere di uranio della Cecoslovacchia. Le sue memorie si intrecciano con la storia dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale: la morte di Stalin e l'inizio dell'era di Kruscev, la Primavera di Praga e la stagione di Dubek, il manifesto di Charta 77 sulla violazione dei diritti umani e l'elezione di Karol Wojtyla al soglio pontificio, gli anni di Gorbaciov, la caduta del muro di Berlino e la nascita, dalle ceneri della Cecoslovacchia, della Repubblica Ceca, presieduta da Václav Havel, e della Repubblica Slovacca. "Dall'inizio della primavera alla fine dell'autunno ci costringevano a piccoli gruppi a pulire la zona tra le staccionate elettriche e la recinzione di filo spinato", ricorda Srholec, "dovevamo estirpare con le mani nude tutte le erbacce; le armi automatiche di esperti tiratori erano puntate contro di noi dalle torri di guardia. Tornavamo in camera pieni di graffi, tra sterpi e filo spinato. Ma i graffi non sono infortuni..."
Trasportata d’urgenza all’ospedale di Strasburgo per un malore, Angèle Lieby inizia ad avere difficoltà a esprimersi, poi perde conoscenza. Viene posta in coma farmacologico allo scopo di intubarla. Dopo quattro giorni, non si sveglia. Ma Angèle è cosciente e soffre senza poter reagire. Per il personale medico, viene presto considerata morta. Ma ecco che accade un miracolo: una lacrima. Il 25 luglio, giorno dell’anniversario di matrimonio, sua figlia s’accorge che una lacrima le scende dagli occhi. Avverte il personale medico, che le risponde che è impossibile. Poi Angèle muove leggermente il mignolo. Inizia allora un lungo periodo di riabilitazione, che dura quasi un anno. Si tratta di un caso eccezionale per la scienza: la sua malattia è la sindrome di Bickerstaff. Può scatenarsi dopo una comunissima infezione, come ad es. una rinofaringite. Il caso, come già detto eccezionale per la scienza, è stato oggetto di presentazioni in diversi congressi di medicina.
GLI AUTORI
Angèle Lieby, considerata cerebralmente morta a causa di una malattia misteriosa, ha rischiato di vedersi negate le cure che la tenevano in vita mentre, in uno stato di coma apparente, era del tutto consapevole di quanto le stava accadendo.
Hervé de Chalendar tra i suoi libri, oltre a Una lacrima mi ha salvato, ricordiamo Memento mori (Les Soleils bleus éditions, 2010).
Con il Decreto sulle virtù eroiche il 14 dicembre 2023 papa Francesco ha dichiarato Venerabile il Servo di Dio padre Alberto Beretta, frate cappuccino appartenente alla Provincia di Lombardia, missionario nel Nord Est del Brasile, medico, fondatore e animatore di un ospedale nella città di Grajaú nello Stato del Maranhão. Per questo evento, il presente volume, dovuto alla passione e accuratezza di fra Claudio Todeschini, vicepostulatore della causa di canonizzazione di padre Alberto intende ripercorrere il "filo luminoso" delle virtù di padre Alberto, fatte oggetto di meticolosa indagine nel processo di canonizzazione, sul cui riconoscimento si basa appunto il Decreto di venerabilità. Questo "filo" viene ripercorso facendo tesoro soprattutto di testimonianze dirette, tratte da scritti di padre Alberto, come pure raccolte da familiari, confratelli e altre persone a lui vicine.
La vita di S. Teresa Margherita del Cuore di Gesù si interrompe a ventitré anni, e tuttavia è sufficientemente densa da lasciare una luminosa eredità spirituale. Ricevuta un'educazione fortemente improntata alla devozione al Sacro Cuore di Gesù, entrata nel Carmelo trova le occasioni concrete ove esercitare la sua delicata carità. Con uno spirito di abnegazione e sensibilità fuori dal comune, si pone amorevolmente al servizio delle consorelle ammalate. Praticando per questa via il meraviglioso dono ricevuto la fede teologale, che è appunto fede in stato di esercizio -, cresce in quanto a "unione con Dio" fino al totale abbandono. In queste pagine è illustrato un modello di santità assolutamente concreto, a testimonianza di come la fede, prima ancora di essere un semplice atto circostanziato ed occasionale, è uno stato di vita, un "abito" che però non riveste, ma costituisce la creatura nell'intimo.
Quarant'anni di storia della Chiesa e d'Italia descritti da un osservatorio privilegiato: il lavoro di scrittura del marito di Rosanna - Vittorio Messori, tradotto e letto in tutto il mondo - sullo sfondo delle turbolenze del post Concilio e dei grandi pontificati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Un racconto che apre uno squarcio inedito anche sulla esperienza privata dei protagonisti: il travaglio di una coppia che ha dovuto per lunghi anni scontrarsi con molti e dolorosi ostacoli, ma anche lo sforzo di vivere quel Vangelo al quale hanno dedicato le loro vite. La testimonianza sincera, singolare e affascinante di un amore per Dio e per gli uomini che, nutrendosi di fede, ha saputo, nonostante tutto, mantenersi vivo e fecondo nel tempo.
Una storia d'amore e di santità di straordinaria semplicità: quella dei coniugi Sergio e Domenica Bernardini.