
Il fascino dell’eremita e del suo mondo interiore. Si dice che tocchi tutti o quasi, se non altro per la domanda che inevitabilmente pone: che cosa può spingere una persona a fare una scelta così radicale e difficile che immette in una solitudine pressoché totale? Queste pagine di suor Maria Eustella Gregorat, una religiosa della Congregazione di don Orione che ha trascorso gli ultimi sette anni della sua vita – dal 1999 al 2006 – in un eremo vicino al santuario mariano di Montespineto, nella diocesi di Tortona, ce ne fanno intravedere le ragioni. Non certo una forma di misantropia oppure una sorta di unione mistica con la natura. Piuttosto, una chiamata irresistibile a seguire Gesù in un «luogo appartato» (come quelli nei quali anch’egli ogni tanto si ritirava) per trovarlo ancor meglio e sempre di più in una donazione totale della propria vita. Non per sé, ma per i fratelli. Un «olocausto», come scrive Madre Anna Maria Cànopi – badessa del monastero «Mater Ecclesiae», isola di S. Giulio d’Orta –, che lei, di origine ebrea, sopravvissuta per caso da bambina alle persecuzioni, ha volontariamente scelto per amore. Una accettazione consapevole di una vita di croce, tuttavia confortata fin da subito dalla luce e dalla gioia della risurrezione. Uno sviluppo, non una rottura con la sua precedente vocazione religiosa – come ci spiega bene Fra Luigi Fiordaliso, superiore dell’eremo di Sant’Alberto di Butrio, anch’egli eremita orionino – portato avanti proprio con lo spirito di don Orione che viveva egli stesso in una azione continuamente immersa nella contemplazione.
Una donna dalla personalità forte, amante della vita, ricca di intelligenza che il dono della sapienza ha vieppiù reso acuta e penetrante. Ma anche una religiosa che lo Spirito ha reso bambina, donandole quell’infanzia spirituale di cui parla il Vangelo. E per questo, alla fine, una madre, che, in questi suoi scritti (frutto di un dialogo profondo e continuo con Dio), ci prende per mano e, dai vertici spirituali ai quali è giunta, dolcemente ci conduce su una via carica di grazia e di gioia. Pagine intense che ci avvicinano al grande mistero divino, mostrandoci come l’umiltà, la semplicità e l’abbandono fiducioso all’amore riescano a penetrarlo.
Ispirandosi ai canoni letterari delle memorie, l'autore di questo libro immagina che don Michele Rua ("io narrante") si proponga di raccontare in prima persona la sua esperienza con Don Bosco, fino a diventarne il successore. Don Rua ripercorre quindi i suoi ricordi, ai quali l'autore dà voce con linguaggio mimetico. Ne risulta il ritratto di un uomo che è stato rappresentativo di un paese: l'Italia dal 1835 gli albori del nuovo secolo, in cui si radicano tante delle contraddizioni che ancora oggi viviamo.
Presunta morte naturale" è l'epitaffio di Stefano Cucchi, morto a Roma il 22 ottobre 2009 all'ospedale-carcere "Sandro Pertini". Una settimana prima era stato arrestato per spaccio: sette giorni nelle mani dello Stato, dai carabinieri alla polizia penitenziaria, dai magistrati ai medici di carcere e ospedale. La famiglia lo rivedrà dietro una teca di vetro: sul suo corpo, inequivocabili segni di percosse. Ma lo Stato, dopo averla alzata, nasconde la mano, negando la propria responsabilità. Ne è prova la sentenza di primo grado del processo, che commina pene lievi ai medici, assolvendo i tre agenti di polizia penitenziaria imputati solo per lesioni. Il pestaggio, infatti, è riconosciuto ma resta "orfano". Un'inchiesta dalla parte dei "vinti" che minuto per minuto, attore per attore - recupera le testimonianze accantonate, le ragioni delle parti civili e depura i fatti da ogni omissione. Ma non solo: affronta temi quali l'"esercizio esclusivo della forza" da parte dello Stato, il reato di tortura, la legge Fini-Giovanardi sulle droghe. Prefazione di Luigi Manconi e Valentina Calderone. Testi di Ilaria e Giovanni Cucchi, Patrizio Gonnella (Antigone), Mauro Palma (giurista) e Lorenzo Guadagnucci (giornalista).
Come nello spirito di questa collana si intedende con questo libro avvicinare il lettore alla parola scritta di autori che hanno raccontato in tempi diversi e con generi letterari differenti l'attenzione di Dio per l'uomo. A sei anni dalla pubblicazione del precedente lavoro sulla Barelli, questo volume non è solo rivolto agli specialisti poiché la figura di questa grande mistica contemporanea si rivolge a tutta la gente comune.
Questo libro racconta la storia dimenticata di due donne rivoluzionarie, Katherine Evans e Sarah Cheevers, quacchere inglesi che intorno alla metà del Seicento furono imprigionate dall'Inquisizione a Malta e che dopo più di tre anni fecero ritorno in Inghilterra toccando l'Italia, la Spagna e il Marocco. Predicatrici, profetesse, visionarie, indomite viaggiatrici eretiche, mentecatte e streghe per i cattolici le due donne affidano alla scrittura il racconto delle loro avventure per mare e sofferenze in carcere, in un testo a quattro mani che è insieme resoconto di viaggio e di prigionia, autobiografia spirituale, epistolario, profezia, visione. Il testo, tradotto per la prima volta in italiano, oltre ad essere un esempio di letteratura radicale femminile dell'Inghilterra rivoluzionaria, è un documento illuminante sui rapporti tra protestanti e cattolici e sulle pratiche dell'Inquisizione romana che, al tempo stesso, offre un movimentato quadro del Mediterraneo cosmopolita del XVII secolo, popolato da ebrei, portoghesi, "mori", turchi, inglesi e olandesi. Un quadro delineato attraverso la prospettiva eccentrica e marginale di due eccezionali scrittrici.
Il cardinale Rafael Merry del Val è una straordinaria figura di uomo di Chiesa, ancora ignorata dagli storici, malgrado si sia trovato al centro degli eventi ecclesiastici del suo tempo, al servizio di quattro Papi. Di nobili origini, nacque il l0 ottobre 1865 a Londra. Studiò a Roma, entrando per volere di Leone XIII nella Pontificia Accademia dei Nobili Ecclesiastici, di cui divenne presidente. Segretario del Conclave che elesse Papa san Pio X, fu da lui nominato, a soli 38 anni, segretario di Stato e cardinale. Per undici anni affiancò il Pontefice in tutte le difficili prove del suo pontificato, a cominciare dalla battaglia contro il modernismo. Sotto Benedetto XV fu arciprete della Basilica Vaticana e segretario del Sant'Uffizio. In questa carica combatté i principali errori del tempo e nel 1929 pubblicò un'edizione riveduta dell'Indice dei libri proibiti. Nei due conclavi del 1914 e del 1922, sfiorò egli stesso l'elezione a Pontefice. Un velo di mistero avvolge ancora la sua morte, avvenuta a Roma - regnante Pio XI - il 26 febbraio 1930, in seguito alla maldestra esecuzione di un'operazione di appendicite. Il suo processo di beatificazione è stato aperto il 26 febbraio 1953 per volontà di Pio XII ed egli è stato proclamato Servo di Dio. Il prof. Roberto de Mattei, noto storico della Chiesa, ci offre la prima biografia scientifica del cardinale Merry del Val, fondata su fonti archivistiche e corredata di documenti inediti.
Fino a ieri le buone notizie non erano notizie. Erano brevi di cronaca. Stampa minore. Odoravano di vecchio. I giornalisti guardavano altrove. Rincorrevano procure, questure, preture, mascalzoni, predoni, corrotti, truffatori, manipolatori, speculatori. Perché la stampa deve denunciare, stimolare, far riflettere. È il suo dovere: gli orrori non si possono ignorare. Però quante storie dimenticate, quanto distacco dal mondo della gente comune. L'Italia non è solo quella delle vite sbagliate. È piena di piccoli eroi della normalità, di esempi imitabili, di uomini e donne straordinari che non hanno storia perché nessuno li racconta. Dal premio «Buone Notizie», ai nuovi blog, all'inserto settimanale del «Corriere della Sera» arriva l'invito a guardare anche dall'altra parte: quella del bene che fa notizia. C'è un esercito di persone che combatte ogni giorno una battaglia di civiltà e si impegna per far fare un passo avanti a chi è rimasto indietro. Sono storie di accoglienza, generosità, rinascita, resistenza e coraggio. Storie che parlano di sognatori capaci di inventare il futuro, per sé e per gli altri, di costruire dal nulla progetti destinati a durare. L'imprenditore che apre un ristorante solidale; il medico che restituisce ai bambini non solo la salute, ma anche il sorriso; la ragazza che dopo gli studi diventa contadina, per far rivivere la sua campagna; il prete che trova il lavoro ai ragazzi del rione Sanità a Napoli; il lavoratore licenziato che rimette in piedi l'azienda. Alcuni di loro hanno fatto notizia. Altri meno. Insieme rappresentano un antidoto al pessimismo che ci perseguita. Sono l'Italia di un nuovo racconto giornalistico. L'Italia delle good news.
Dieci anni dopo la prima pubblicazione di Mendicante di luce, la nuova edizione rinnovata e ampliata del viaggio spirituale di Masterbee, raccontato in prima persona, si arricchisce di episodi, incontri e perdite (in particolare quella dell'amata Kicka, moglie e compagna di viaggio). Il suo cammino, che lo ha portato a contatto con mistici, asceti e personalità di svariate culture e religioni, dalla Germania alla Grecia, dall'induismo al buddismo, in cerca di una spiritualità che oltrepassasse la sfera mentale e la dimensione egotica e approdasse alla fede, lo conduce, infine, alla religione cattolica e lo fa portavoce di una religiosità contemplativa dalle sfumature uniche. La prefazione di padre Raniero Cantalamessa impreziosisce un testo che, scritto da Masterbee proprio su invito del predicatore cappuccino, ha fatto epoca, un libro che, in una Chiesa dialogante come quella di papa Francesco, può aprire strade inesplorate e fornire nuovi spunti di riflessione.
Pierre Favre è tra i più importanti esponenti della Chiesa cattolica e della spiritualità cristiana del ’500, membro del gruppo dei fondatori della Compagnia di Gesù, fonte di ispirazione per generazioni di cattolici, è tornato negli ultimi anni al centro dell’attenzione a seguito della canonizzazione decisa da Papa Francesco, che ne è sempre stato un fervente ammiratore. Il Memoriale è il suo testo più importante, un diario spirituale, intenso e appassionato, in cui s’intrecciano mistica e vita apostolica, slancio missionario e meditazioni intime sul rapporto con Dio. La spiritualità di Pierre Favre, connotata dall’apertura all’altro e dalla costante ricerca del dialogo, palesa oggi la sua attualità nel solco del rinnovamento della Chiesa avviato dal Concilio.
Un importante testimone del nostro tempo si racconta, con ironia e franchezza: Giacomo Biffi sceglie '' al guazzabuglio dei giorni trascorsi'' i fatti, le parole, le persone ''meritevoli di essere salvati dalla dimenticanza''. Emerge cosi' dal passato il vivido ricordo della casa natale, della scuola, della sua formazione umana e cristiana; quindi la preparazione all'ordinazione presbiteriale, i trent'anni al servizio della Chiesa di Milano, per giungere infine al periodo trascorso alla guida della Chiesa di Bologna. Una gioiosa scorribanda nel passato, un esempio per chi, tra le nuove generazioni, vorra' intraprendere la ricerca della Verita'.
Questa è la storia di una donna che da una collina della Galilea, con la presenza costante di un angelo indolente e un po' pigro, attraverso il teatro e la fantasia, dà speranza e voglia di vivere a gente sparsa per il mondo. Una storia, quella raccontata nel dialogo tra la protagonista del libro Eden e il suo angelo custode, che ripercorre la vita di una donna italiana, romana ed ebrea che giovanissima lascia la vita "tranquilla" di Roma per tornare alle origini della sua cultura, seguendo la voce di un angelo, ebreo di nascita e romano di adozione, che la chiama per dare inizio ad un opera che amalgama e mischia culture e religioni diverse, mettendo insieme ebrei, cristiani, musulmani e drusi. Una storia quella di Eden che impatta in modo evidente con quella della terra in cui abita devastata da una guerra e da una violenza che non sembra avere fine. Una terra che per molti è il ventre e l'origine di ogni forma di bellezza. La storia di Eden e del suo angelo custode è un viatico che conduce in una dimensione ove tutto è possibile... anche la pace tra i popoli che abitano quel lembo di terra.
Il volume presenta le memorie di Gabriele Allegra, frate minore, autore della prima traduzione cattolica della Bibbia in cinese. Gabriele M. Allegra (1907-1976) frate minore della provincia del Ss. Nome di Gesu di Sicilia, e il primo traduttore della Bibbia in cinese. Impegnato per un trentennio nella traduzione dai testi originali, prima da solo e poi con lo Studio Biblico Francescani di Pechino, fra Gabriele ci tramanda in 5 quaderni le vicende di tale fatica: e l'autobiografia di un vero francescano che ha saputo dare il primato dello spirito di orazione, senza mai disgiungere lo studio dall'attivita apostolica, con particolare attenzione per i lebbrosi, il dialogo ecumenico ed interreligioso.