
Chiara Lubich ha attraversato buona parte del Novecento, e vissuto l'avvio del III Millennio, cogliendo i tratti distintivi di un cambiamento d'epoca ed intercettando con il suo messaggio centrato sull'unità le principali questioni che riguardano l'assetto e la direzione di marcia dell'era contemporanea. Per questo, una più matura comprensione della sua esperienza storica e del suo pensiero consentono oggi di rintracciare significative consonanze con altri protagonisti dell'epoca contemporanea, che spesso non si sono mai incontrati tra loro, ma dialogando per così dire a distanza, hanno aperto nuove prospettive e proposto nuovi sguardi per la vita personale e collettiva dell'umanità.
Aprile 1951. Nei boschi che circondano il corso del fiume Morava, tra Slovacchia e Austria, il giovane sacerdote salesiano Titus Zeman viene arrestato dalle forze di polizia della Cecoslovacchia comunista. Catturano, con lui, alcuni sacerdoti diocesani perseguitati dal regime e molti chierici, che egli accompagnava a Torino per sottrarli alla rieducazione ideologica e permettere loro di raggiungere il traguardo del sacerdozio.
Nell’imminenza della beatificazione di Titus Zeman la Postulazione ha preparato la biografia ufficiale del prossimo beato della Famiglia Salesiana, a cura della Dott.ssa Lodovica Maria Zanet, collaboratrice della Postulazione e redattrice della Positio super martyrio del Venerabile Servo di Dio.
Titus era nato a Vajnory – allora piccolo paese agricolo alla porta di Bratislava – nel 1915. Sarebbe morto – dopo 18 feroci anni di torture, vessazioni fisiche, psichiche e morali – l’8 gennaio 1969. Era stato marchiato come «uomo destinato all’eliminazione», condannato per alto tradimento e spionaggio (ma assolto con formula piena pochi mesi dopo la morte, in un Processo di revisione); e trattato infine come «cavia da esperimento». Aveva vissuto nelle carceri più dure, accanto ad assassini e altri ergastolani. Buono sportivo, chimico e professore di materie scientifiche, animo coraggioso e intrepido che non temeva i pericoli di un itinerario tra i boschi e le montagne, dalla Slovacchia sino all’Alto Adige, Titus amava la Chiesa come un madre, «dando se stesso per lei anima e corpo». La sua vicenda – che si intreccia a quella di molti altri testimoni sofferenti della fede del Secolo dei Totalitarismi cui, pure, queste pagine danno voce – si configura come un vero e proprio martirio per il sacerdozio e la salvezza delle vocazioni. Uomo di confine e di frontiera, sempre presente dove si giocava la “Grande Storia”, Titus Zeman interpella oggi ciascuno di noi. Chiedendoci per che cosa siamo disposti a vivere, e sino a che punto la verità, la bontà, la bellezza di Cristo e del Suo vangelo meritino una testimonianza fino al supremo sacrificio della vita.
Lodovica Maria Zanet, dottore di ricerca, è docente invitato di “Antropologia della santità” presso la Pontificia Università Salesiana di Torino-Crocetta e collaboratrice della Postulazione Generale della Congregazione Salesiana, con l’incarico di redigere le Positiones sulle virtù eroiche o il martirio dei candidati agli onori degli altari. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo La santità dimostrabile. Antropologia e prassi della canonizzazione (EDB 2016).
Il libro traccia il profilo culturale, umano, spirituale di un intellettuale francese che, dopo una formazione laica da storico, ha abbracciato la tradizione ortodossa, dando vita a un'originale e feconda sintesi di pensiero nell'intreccio tra visione cristiana e cultura laica occidentale. È stata una delle voci spirituali cristiane più autorevoli degli ultimi decenni, capace di penetrare i drammi, le attese, le domande delle donne e degli uomini del mondo contemporaneo. I suoi numerosi scritti gli hanno assicurato una notevole popolarità in Italia. In questa collana Dio è simpatia, un grande successo anche editoriale. I contributi di Marko Rupnik, Frank Damour, Michel Evdokimov, Andrea Riccardi, Vladimir Zelinsky insieme a quelli di altri autori illuminano aspetti diversi di una personalità di grande fascino intellettuale e di sicura profondità spirituale. L'introduzione è di Andrea Riccardi.
Nel tardo IV secolo, a Costantinopoli, Olimpia è una donna famosa e stimata dai contemporanei, tanto che Gregorio di Nissa dedica a lei il suo commento al Cantico dei Cantici. Oggi però la sua figura si impone per un altro motivo: Olimpia è diacona, ordinata dal patriarca Nettario e poi preziosa collaboratrice del successore, Giovanni Crisostomo. Nella tanto dibattuta questione "donne e diaconato-, liberato il campo da ingombranti pregiudizi, il racconto della vita di Olimpia fa riscoprire come abbia esercitato il suo ministero per l'edificazione di una Chiesa a misura di Vangelo. Ampliando la prospettiva, le pagine del libro presentano una donna dai molti volti - sposa, asceta, vergine, diacona -, indagano l'emergere della sua personalità, mostrano le tappe della sua fede, seguono lo sviluppo del suo rapporto con la Scrittura e attraversano le lotte pubbliche e interiori che dovette affrontare, fino ad approdare al riconoscimento della santità di Olimpia come "pietra- che edifica la Chiesa. E a suggerire che la liturgia trovi modi più appropriati per farne memoria.
Il 23 gennaio 1964, a soli 27 anni, moriva la beata Benedetta Bianchi Porro. Nata a Dovadola, nel forlivese, nel 1936, fu colpita a pochi mesi di vita dalla poliomielite e poi da una malattia rara e incurabile che la rese progressivamente sorda, paralizzata e infine cieca. Con gli altri comunicava attraverso un alfabeto tattile trasmessole attraverso la mano destra. Nonostante le sue infermità, Benedetta seguì un normale corso di studi e si iscrisse alla Facoltà di Medicina, che frequentò fino al 1958, quando sostenne il suo ultimo esame. Personalità ricca e sensibile, maturò un'intensa spiritualità e seppe confortare coloro che intrattennero con lei rapporti diretti ed epistolari. Carmela Gaini Rebora, che conobbe la famiglia Bianchi Porro in anni lontani, traccia un profilo di Benedetta attraverso i racconti della madre e la lettura del diario della giovane. La presentazione è di padre Guglielmo Camera, postulatore della causa che ha portato nel 2019 alla beatificazione di Benedetta.
Il libro è la rilettura critica dei soli anni di permanenza di Odorico in Cina (1324?-1328). L'opera può essere studiata come una moderna guida turistica-storica per chi volesse ripercorrere i luoghi, che ancora sono in Cina, e che presumibilmente videro il passaggio del frate di Pordenone.
La storia di Odoardo Focherini ripercorsa attraverso le tappe principali che l'hanno caratterizzata. Dalla formazione in oratorio all'impegno nell'Azione cattolica. Dal matrimonio alla nascita dei sette figli. Dall'esperienza come garzone al giornalismo per "L'Avvenire d'Italia", passando per il mestiere di assicuratore. Dal salvataggio di oltre cento ebrei, fino alla deportazione e alla morte (a soli 37 anni) nel lager di Hersbruck. Per arrivare alla medaglia di "giusto tra le nazioni", conferitagli dallo Stato d'Israele, e alla beatificazione con il riconoscimento del martirio "in odio alla fede". La figura di Focherini viene raccontata da Vellani insieme a due nipoti del beato, che oggi si occupano della diffusione della figura del nonno. Nel DVD allegato al libro immagini e documenti d'epoca, schede di approfondimento, testi dagli scritti di Focherini, testimonianze di chi lo ha conosciuto.
Odete Vidal Cardoso (1930-1939) appartenne a una delle più ricche famiglie di Rio de Janeiro. Nessuno però la ricorda per questo: la sua tomba nella Basilica della Immacolata Concezione è costantemente ricoperta di fiori da persone di ogni ceto sociale.
«Ciò che più mi impressionava in quella straordinaria bambina era il suo ardente desiderio, fin da quando ebbe l’uso della ragione, di farsi santa. Per lei farsi santa significava amare infinitamente Nostro Signore, desiderio che manifestò in ogni momento della sua vita. Il Signore, secondo il Suo misterioso disegno, manifestò in questa bambina, dopo i suoi tre anni, la sua predilezione e Odetinha corrispose a quel che Dio aveva prestabilito. Chiedeva alla madre, che quotidianamente partecipava alla Santa Messa, di portarla con lei, anche se fosse di mattina presto, per potersi stringere a lei dopo che aveva ricevuto la Santa Comunione, perché diceva che in questo modo poteva abbracciare Gesù». Così ha raccontato monsignor Alfir Barreto Araújo, che ha frequentato la famiglia di Odette sin dal 1934, prima come giovane seminarista e poi come sacerdote.
Cosa c’era in quella bambina da renderla tanto speciale da poterla annoverare tra le piccole mistiche dei nostri tempi?
La biografia di Odetinha, come veniva chiamata, ne ricostruisce l’esistenza terrena, basandosi su testimonianze di quanti l’hanno conosciuta, e ci restituisce la singolare figura di bambina precoce nella fede. Infatti come nelle varie arti sono esistiti, ed esistono, i bambini precoci, i piccoli geni, così è avvenuto, e avviene, per la fede. Dimostrò nella breve vita una maturità che la portò a ripetere, sul letto di morte: «Mio Gesù, mio Amore, mia vita, mio tutto!».
Il card. Orani João Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro, ha dichiarato che Odetinha «è un segno per rendersi conto che in ogni epoca dell’umanità e in ogni momento della nostra vita si ha l’opportunità di santificarsi».
La biografia di don Francesco Cassol, parroco bellunese morto improvvisamente nell’estate 2010, scambiato per un cinghiale nella campagna pugliese. Cresciuto nell’Agesci e figlio della spiritualità di Charles de Foucauld, don Francesco era uomo di poche ed efficaci parole, pastore amato dalle comunità in cui ha operato e instancabile accompagnatore spirituale, attento al percorso formativo e vocazionale di tantissimi giovani. Volume di scritti inediti, ci restituisce la sua profonda spiritualità e il suo quotidiano impegno per cercare Dio nella contemplazione, nella preghiera e nell’incontro con gli altri.
Autore
Paola Dal Toso, pedagogista, giornalista e docente universitaria. Da sempre impegnata nell’Agesci, nel 2009 è stata nominata dalla CEI segretario generale della Consulta nazionale per l’apostolato dei laici.
Julius Kambarage Nyerere (1922-1999) è una delle figure più luminose del Novecento. Primo presidente della Tanzania, interpretò il potere come servizio a una nazione-famiglia, adottando un'estrema sobrietà nella sua vita privata. Il socialismo africano è stato il suo progetto politico-economico non meno che culturale: un'utopia da attuare nutrendo l'autofiducia degli africani. Alla sua uscita di scena, Nyerere lasciava un paese pacifico e unito, per quanto ancora povero. Questa biografia ci restituisce "la magistrale lezione del Mwalimu, il "maestro" della Tanzania che ha osato pensare il nuovo nel suo paese e per l'Africa" (J.-L. Touadi). Se n'era accorto anche un ventenne di nome Marco Biagi - lo stesso Biagi che verrà ucciso nel 2002 dalle Brigate rosse - il quale scrisse, dopo un soggiorno in Tanzania, alcuni documentati articoli per l'Avanti! Cattolico convinto, Nyerere prendeva ispirazione dall'ideale di vita comunitaria degli Atti degli Apostoli. Caso singolare per un capo di stato, è in corso la causa di beatificazione. Prefazione di Jean-Léonard Touadi. Con due articoli di Marco Biagi.
In un secolo si vivono e si vedono tante cose. Cose che fanno ridere e cose che fanno piangere, delusioni e scoperte, ferite e miracoli. Anna Brosio per la prima volta racconta in questo libro tutta la sua vita, quasi cento anni in cui la sua storia si intreccia con quella dell'Italia, e di tutti noi. Pagine scritte con un linguaggio semplice e coinvolgente, a volte anche colorito, ma in cui si respira fede e spiritualità. La mamma di Paolo rievoca i profumi, i sapori e i valori di un'Italia che non c'è più, e di cui capita di provare nostalgia. Ma anche l'orrore e la paura della guerra, come quella volta che fu salvata per miracolo durante un bombardamento. Ricorda con tenerezza di essere stata sulle ginocchia di Pietro Mascagni che le chiese di cantare un'aria che stava componendo al pianoforte per "La Lodoletta". Si diverte a riportare alla memoria le sue avventure televisive, con i tanti personaggi incontrati, artisti, giornalisti, sportivi e politici. Senza tralasciare qualche polemica degna del suo carattere. Gioie e dolori passano anche fra le pagine che parlano di Paolo Brosio, il figlio unico e tanto atteso. I contrasti e le sofferenze legate al suo matrimonio e la testimonianza della sua conversione. Ma le pagine più sentite sono forse quelle che riguardano Medjugorje, il luogo ormai famoso in tutto il mondo per le apparizioni della Madonna, che ha segnato la sua vita e quella del figlio. Per finire con l'episodio che dà il titolo al libro, in piazza San Pietro, davanti a Giovanni Paolo II...

