
Arcivescovo emerito di Milano, pastore da sempre vicino alla gente, il cardinale Dionigi Tettamanzi si interroga sulla decisione del papa di indire il Giubileo della Misericordia. Un Anno santo dedicato all'accoglienza e al perdono che non vuole tralasciare nessuno, ma rivolgersi anzi, in modo particolare, a chi si sente solo e abbandonato, a chi si ritiene escluso dalla Chiesa, come le famiglie ferite, le coppie separate, i fedeli divorziati risposati e quanti si sentono giudicati per situazioni affettive particolari. Seguendo punto per punto la bolla "Misericordiae Vultus", Tettamanzi affronta i temi scottanti della famiglia, dell'immigrazione, delle disuguaglianze sociali, del confronto con l'Islam, e ci racconta una Chiesa che vuole tornare alle radici del messaggio evangelico, confessare la propria gioia e assumersi la responsabilità di amare gli esseri umani, tutti. In appendice il testo integrale della bolla papale "Misericordiae Vultus".
Il Cardinale Carlo Maria Martini ha lasciato, dopo più di vent'anni, l'Arcidiocesi di Milano e scelto Gerusalemme come "meta definitiva di un cammino". Una scelta che Martini ha maturato attraverso un complesso percorso spirituale, culturale ed esistenziale e che, nell'attuale clima di lacerazione e conflitto, appare ancora più significativa. Questo volume rende testimonianza di questo "cammino" e offre una riflessione sulla Gerusalemme simbolica e sulla Gerusalemme storica, sui rapporti tra ebraismo e cristianesimo e sul tema fondante della pace.
"Sono nata a Firenze nel 1924 e per tutta la mia vita lavorativa sono stata insegnante di lettere nella scuola media. Sono andata in pensione a sessantasette anni. Devo confessare che ero un'insegnante identica alla destinataria della Lettera a una professoressa. I rimproveri che i ragazzi di Barbiana rivolgono a quell'insegnante me li meritavo tutti. Per questo non c'è una parola della Lettera che non sottoscriverei. L'incontro con la scuola di Barbiana e con don Milani ha scavato un solco nella mia vita. Mi son vista come non mi ero mai vista. E non solo come insegnante, ma come persona." Don Lorenzo Milani è stato una delle figure che nel Novecento hanno lasciato più tracce di sé, sia dal punto di vista dell'esperienza pedagogica e spirituale consumata in vita, sia dal punto di vista dell'eredità lasciata attraverso gli scritti e il vigore di un esempio a cui la distanza temporale restituisce complessità e profondità. Adele Corradi, che ha lavorato con lui nella sua scuola, non racconta la storia di don Milani. Come lei stessa dice in una breve nota, "chi la volesse conoscere dovrà rivolgersi altrove". In questo piccolo libro insegue piuttosto le tracce di un rapporto tanto coinvolgente quanto problematico e lo fa attraverso accensioni progressive di memoria. Don Lorenzo è sì il personaggio carismatico, sensibile, non di rado urtante (qualche volta persino antipatico), delle biografie, ma qui ci appare in una luce tutta affatto nuova.
Gli interventi - per la maggior parte inediti - che il cardinale Carlo Maria Martini ha rivolto all'Ordine delle vergini documentano la notevole attenzione che egli ha riservato all'Ordo virginum negli anni in cui è stato arcivescovo di Milano.Quando ancora in molte diocesi italiane si muovevano i primi passi per iniziare questa nuova esperienza vocazionale, il suo pensiero e la sua pratica pastorale hanno costituito un prezioso punto di riferimento per tanti vescovi.Le riflessioni di Martini tracciano un itinerario orientato a una totale consacrazione, inserita pienamente nel vivere sociale ed ecclesiale, secondo una specificità femminile che dispiega e descrive la vocazione verginale. Essa è patrimonio della Chiesa, e della Chiesa locale, secondo l'ecclesiologia dei primi secoli della cristianità - in cui questa vocazione è nata - felicemente ripresa dal Concilio Vaticano II e valorizzata dal magistero e dalla prassi di papa Francesco.
La prima parte di questo volume è dedicata al significato dell'educazione nell'opera di Jorge Mario Bergoglio sia come vescovo che come papa, mentre la seconda delinea il quadro di una possibile «pedagogia» di Francesco attraverso l'analisi del suo pensiero educativo e lo spazio che nei suoi discorsi viene riservato alla scuola e al mondo giovanile.I contributi sono stati elaborati in occasione della decima Giornata pedagogica svoltasi a Roma il 14 ottobre 2017 per iniziativa del Centro studi per la scuola cattolica, costituito all'interno dell'Ufficio nazionale per l'educazione, la scuola e l'università della Conferenza episcopale italiana.
L'esortazione apostolica «Amoris laetitia» di papa Francesco, pubblicata il 19 marzo 2016, giorno liturgicamente dedicato a san Giuseppe, insiste sulla necessità del discernimento. Il tema non riguarda solo le situazioni famigliari richiamate nel testo, ma più in generale le esigenze della Chiesa e del mondo. In questo libro, che nel titolo si ispira alle parole del monaco Giovanni Cassiano, fondatore di monasteri e santo, la saggezza del giudizio è vista come «una specie di occhio e di lampada dell'anima», secondo la parola evangelica. Il discernimento è dunque uno sguardo interiore, capace di illuminare e, forse, anche per questo ricorre con insistenza nell'esortazione del papa.
Due avvenimenti che hanno caratterizzato l’anno 2018 sono stati al centro della Giornata di Studio dell’Istituto francescano di spiritualità. Il primo riguarda direttamente il mondo francescano, il centesimo anniversario delle stimmate di padre Pio e il cinquantesimo anniversario della sua morte; il secondo è la pubblicazione dell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate di papa Francesco, che ha orientato la riflessione sul tema della santità.
Le relazioni principali hanno affrontato il tema della bellezza della santità nella Chiesa di oggi, le caratteristiche della santità francescana nelle più recenti canonizzazioni e alcune figure di santi francescani: padre Pio, Agnese di Praga, Junipero Serra e Massimiliano Kolbe.
Contemplare la ricchezza della tradizione di santità della famiglia francescana non ha uno scopo puramente archeologico. Come evidenzia il sottotitolo della giornata – Quale messaggio per il mondo di oggi? – l’interrogativo che i francescani si pongono è comprendere il loro ruolo nella Chiesa per rispondere alle attese degli uomini e delle donne di oggi.
L'uomo che si è presentato fin dall'inizio come un apostolo di pace e di amore come risponderà alle formidabili sfide che la chiesa deve affrontare nel mondo travagliato di oggi? Ill futuro della missione e del vangelo, dipende da questo. Scritto da Samuel Pruvot con la collaborazione di Marc Leboucher, questo libro è la prima biografia francese del Santo Padre.
SAMUEL PRUVOT, laureato all'IEP di Parigi e specializzato in cattolicesimo contemporaneo, è un giornalista politico.
Tra - suoi libri ricordiamo Le mystère Sarkozy (Le Rocher 2016) e François Hollande, Dieu et la République (Salvator 2013).
Con la straordinaria figura di papa Francesco, la Chiesa ha intrapreso un'epoca di riforme e di cambiamenti di ampio respiro. Per far luce su questo cammino complesso, non c'è testimone migliore del cardinale Walter Kasper, teologo eminente, fedele collaboratore del pontefice e ispiratore del tema della misericordia, vero fulcro dell'intero magistero di Bergoglio. Il cardinale Kasper ci guida nella comprensione profonda della figura di papa Francesco, ci illustra dall'interno tutti gli aspetti del suo pontificato e ci accompagna nel percorso verso il Sinodo ordinario sulla famiglia e il successivo Anno Santo della misericordia. In queste conversazioni con il vaticanista Raffaele Luise, si dclinea così il ritratto prezioso del cardinale tedesco, uomo di punta della Chiesa di Roma nel dialogo con le confessioni cristiane, con le grandi religioni e le culture del mondo; un uomo di grande finezza intellettuale e spirituale, modello di una fede non clericale e carica di speranza.
A esplorare l'intreccio incandescente fra religione e violenza ci conduce in queste pagine una guida d'eccezione. Ecco le guerre di Dio, la violenza che reca il marchio sacrale: presente in molti luoghi dell'Antico Testamento, dal conflitto fra tribù alla guerra santa, quasi scompare nei Vangeli, alla luce del dirompente messaggio di Cristo. Poi è la volta del fondamentalismo, «la lettera che uccide», un fenomeno che oggi riguarda soprattutto l'islam, ma che si inscrive anche nella tradizione ebraico-cristiana. Infine, tocchiamo il tema, vivo e lacerante ai nostri giorni, del rapporto con lo straniero: un incontro che può generare esclusione e rigetto, come emerge in vari passi biblici nazionalistici o etnocentrici, ma che può diventare anche dialogo, aprendosi all'universalismo della salvezza e all'uguaglianza di tutti gli esseri umani.
Tra i pensatori della prima metà del Novecento, Martin Buber occupa un posto di rilievo. A Buber von Balthasar si accostò in particolare per il pensiero dialogico (l'io prende coscienza di se stesso davanti al Tu di Dio) che è a fondamento della seconda parte della sua trilogia, la Teodrammatica. Nel presente volume, invece, il confronto è soprattutto con l'uomo di fede, con lo studioso che, anche approfondendo il chassidismo, osò trarre e rivitalizzare l'essenza dell'ebraismo. Questa consiste anzitutto nel principio del profetico ricercato nella sua origine, in Abramo e Mosè. Il profetico dà poi consistenza al principio sacramentale che è la negazione di ogni dualismo, per cui non vi può essere separazione tra terra e popolo, tra presente e vita eterna. La terra è il principio sacramentale di Israele, Israele è il sacramento dei popoli. Von Balthasar segue con attenta ammirazione il percorso di Buber, anche se il percorso del cristiano è come capovolto. Li dove Buber cerca a ritroso la fede pura nella missione e nella parola dei profeti, il cristiano guarda a Cristo come compimento di ogni promessa, lì dove il pensatore dialogico chiude ogni spiraglio all'apocalittica, e con essa alla vita eterna, l'autore di Gloria vuole sperare nella resurrezione di tutti.
Il pensiero di papa Francesco ha radici lontane. Attraverso la selezione di testi, discorsi e omelie di Jorge Mario Bergoglio, prima provinciale dei Gesuiti, poi Rettore dell'Università di San Miguel, quindi arcivescovo di Buenos Aires e infine pontefice, questo volume mette in luce una continuità di pensiero tra gli scritti degli anni Settanta e il "pontificato della tenerezza e della misericordia", come è stato definito da autorevoli commentatori. Questa antologia vuole offrire ai lettori una rassegna sul pensiero sociale e politico del primo pontefice latinoamericano, che mette al centro della sua riflessione i poveri e l'esercizio della politica come costruzione del bene comune: l'indignazione profetica urlata a Lampedusa contro la "globalizzazione dell'indifferenza" è la stessa manifestata nella Piazza Constitución a Buenos Aires contro la tratta di persone e il lavoro in schiavitù. Il pensiero umanistico di Bergoglio, fortemente incentrato sulla difesa della persona umana, rivela anche la ricchezza del pensiero della Chiesa latinoamericana, poco conosciuto e pervaso di stereotipi culturali.

