
Il testo contiene quarantotto meditazioni di Hans Urs von Balthasar sulla vitati Gesù che egli scrisse contemplando altrettante immagini tratte da uno dei più antichi cicli pittorici della via di Gesù, il più antico dell'arte tedesca: dal Codice Egbert, dall'Evangeliario di Ottone III e dall'Evangeliario dell'Imperatore Enrico III, opere in miniatura realizzate allo scriptorum dell'Abbazia di Reichenau.
L'autore, mentre contempla le immagini e riflette sulle interpretazioni che gli artisti hanno dato ai vari episodi della vita Gesù, medita su di essi, approfondisce il loro significato e comunica al lettore i suoi sentimenti e le sue intuizioni.
La visione delle origini, di ciò che Gesù ha fatto e insegnato, ci fa intuire chi è Dio, che cosa è il mondo e che cosa Dio fa per il mondo.
Gli eventi originari possiedono una forza superiore che non può essere distrutta. La parola di Gesù, che la Chiesa annuncia, e l'Eucarestia, fonte della vita comunitaria, sono in cammino lungo i secoli.
Nel corso della storia della Chiesa la devozione per la Madre di Gesù, grazie alla sua particolare posizione nell’opera di salvezza, fiorì rigogliosa assumendo talvolta forme persino troppo esuberanti.
La posizione di Maria nella dottrina della Chiesa e la sua venerazione hanno costituito motivo di tensioni. In questi quattro interventi Hans Urs von Balthasar cerca un accordo per superare gli opposti estremismi, ed esprimere
in modo nuovo e in conformità ai tempi ciò che è sempre valido nella venerazione e devozione alla Madre di Dio.
Hans Urs von Balthasar nasce a Lucerna nel 1905. Dopo gli studi di germanistica e filosofia all’Università di Zurigo, nel 1929 entra nella Compagnia di Gesù. Per la sua formazione teologica è decisivo l’incontro con Henri de Lubac e con la mistica Adrienne von Speyr: con quest’ultima fonderà un istituto secolare, la Comunità di San Giovanni. Con il trascorrere degli anni diventa un punto di riferimento per la teologia cattolica, influenzando – pur senza parteciparvi di persona – lo stesso concilio Vaticano II. Muore il 26 giugno 1988, due giorni prima di poter ricevere la berretta cardinalizia che gli era stata riconosciuta da papa Giovanni Paolo II. Fra le sue numerose opere si ricordano anzitutto la monumentale trilogia (Gloria, 7 volumi; Teodrammatica, 5 volumi; Teologia, 3 volumi) e i Saggi teologici (5 volumi).
Il libro
I baluardi eretti nel corso dei secoli intorno alla Chiesa, che la separavano e difendevano dal "mondo" ma rischiavano quasi di sofforcarla confinandola in un troppo breve spazio, stanno ad uno ad uno cadendo: la Chiesa scende nel mondo, ne assume le ansie e le sofferenze, riprende su di sé quello che è suo e che da lei si era distaccato, impara la tolleranza e la comprensione.
Questo passaggio può essere un travaglio doloroso: i bastioni che cadono possono, rovinando, seppellire qualcosa di antico, ma lo spazio che così viene aperto è più grande.
Confluiscono in questo libro, in una rapida sintesi, concetti teologici che l'autore sviluppa nelle sue opere maggiori. Ciò che più colpisce è la gioia ammirata per l'azione dello Spirito che opera nella Chiesa, suscitando i santi, i riformatori, guidandola all'intimo rinnovamento che le permetterà di svolgere la sua missione.
Il libro
Qual è l’essenza del cristianesimo?
Mai nella storia della Chiesa il rimando a una pluralità di misteri da credere ha soddisfatto come risposta ultima: si è sempre mirato a un punto unitario in cui trovasse giustificazione la richiesta che viene fatta all’uomo di credere. E questo punto può trovarsi solo nella rivelazione stessa di Dio che ha in sé il proprio centro assoluto di riferimento.
Un Dio che si rivela come amore che è al di sopra di noi, ma che per questo non perde il diritto, la forza, la parola di rivelarsi a noi come l’amore eterno, di rendersi a noi comprensibile nella sua incomprensibilità, e di farci dono di sé. Dio, alterità assoluta da noi, si manifesta nell’altro, nel “sacramento del fratello”. Solo in quanto è al di sopra Dio è entro l’uomo.
Uno dei migliori lavori i Von Balthasar, libro classico che ha dato un insostituibile apporto a riproporre il centro essenziale del cristianesimo.
Il testo, proposto in una nuova edizione coedita con Jaca Book, è un classico della teologia del Novecento. Hans Urs von Balthasar vi esprime i fondamenti della dottrina cristiana.
Il saggio di Hans Urs von Balthasar si inserisce con assoluta originalità nella letteratura critica dantesca, per la prospettiva globale in cui si pone il teologo svizzero. La Divina Commedia è analizzata nel suo significato di immagine del mondo che si pone sul crinale fra la cosmologia antica e medioevale e la nuova coscienza che l'uomo assume di sé, del proprio destino, della storia. Non soltanto l'autore articola il suo pensiero sullo sfondo della teologia e della letteratura cristiana antica, di cui dimostra una conoscenza eccezionale, ma si accosta alla Divina Commedia con la coscienza critica di un pensatore che ha assimilato le esperienze poetiche e letterarie della contemporaneità. Centro della meditazione, sorretta dalla costante citazione dei testi danteschi, è l'interpretazione dell'eros di Dante, el suo amore per Beatrice che, assunto in tutte le sue conseguenze spirituali, travalica i confini dell'umano ed immerge il poeta con la sua personalità nel mondo della comunione dell'uomo con la Trinità cristiana.
Hans Urs von Balthasar (1905-1988) è stato uno dei maggiori teologi del XX secolo. Presso la Morcelliana ricordiamo: Teologia della storia; Con occhi semplici. Verso una nuova coscienza cristiana; Gesù ci conosce? Noi conosciamo Gesù? E i cinque saggi teologici Verbum Caro, Sponsa Verbi, Spiritus Creator, Lo Spirito e l'istituzione, Homo creatura est.
Edizione e Prefazione di Alois M. Haas
Postfazione all’edizione italiana di Pierangelo Sequeri
Il teologo svizzero ripropone in modo particolarmente acuto la “questione di Dio” all’uomo del terzo millennio. Non smettere mai di porsi l’interrogativo fondamentale su Dio (ma anche sul rapporto tra scienza e religione, e tra religione e cristianesimo) fa sperimentare in modo nuovo la fede della chiesa.
Descrizione
Il libro propone per la prima volta in traduzione italiana il saggio (1956) di Hans Urs von Balthasar, noto come Gottesfrage: nel frattempo diventato un “classico” del suo pensiero.
L’Autore considerava questo suo saggio “un frammento”. E tuttavia si tratta di un frammento che getta una luce sul Tutto, sull’essenziale: «In quanto teologo mi sono interessato soltanto alla realtà cristiana; e così, alla fine, tutto si accalca sullo stretto passaggio all’“unico necessario”».
Nelle due parti che lo costituiscono il testo di Balthasar si concentra sul rapporto tra scienza e religione e tra religione e cristianesimo: la religione diventa così il punto focale della riflessione, mentre scienza e cristianesimo rappresentano le matrici sulle cui basi avviene il confronto, e pure lo scontro, con la cultura odierna.
In questo contesto si pone oggi in modo particolarmente acuto la “questione di Dio”, o meglio la domanda di Dio dell’uomo contemporaneo.
Per questa strada l’uomo d’oggi può riscoprire in modo nuovo anche se stesso: «Egli è libero come domanda rivolta a Dio
Edizione e Prefazione di Alois M. Haas
«In modo paradossale, secondo l’analisi [di von Balthasar] proprio l’homo faber, l’uomo tecnico del Novecento e del Duemila è, nella sua fragilità, destinato a diventare uomo religioso. La domanda di Dio, l’interrogarsi su Dio, che in ultima analisi è una risposta alla condizione assolutamente finita dell’uomo, lo spinge verso la infinità di Dio, il cristianesimo viene così sperimentato come dilatazione nuova e consapevolezza».
Postfazione all’edizione italiana di Pierangelo Sequeri
«La nuova evangelizzazione avrà presto bisogno di mettere in contatto la ritrovata vitalità delle origini della fede con la lingua materna della creazione in cui l’uomo prende il respiro di Dio. Ossia lo Spirito. È questa lingua materna ciò di cui ci manca il pensiero. L’affresco di questo piccolo gioiello che è la Gottesfrage di Balthasar è ancora oggi un glossario perfetto per riaffezionarci all’impresa».
Questo libro riproduce per la prima volta due saggi di un'attualità sconcertante: stesi nel 1955 e mai editi prima d'ora «per motivi non più ricostruibili», oggi vengono pubblicati a cura di un profondo conoscitore dell'opera balthasariana, il teologo svizzero A.M. Haas, e con una documentata e illuminante Postfazione del teologo di Vienna J.-H. Tück. In queste pagine von Balthasar riesce a delineare una teologia delle cose ultime nel senso di «una teologia della finitezza» (W. Löser). Con l'affascinante forza linguistica della sua prosa teologica, von Balthasar presenta l'insegnamento escatologico della chiesa in alcuni aspetti che segneranno il suo pensiero successivo: risultano decisivi, in particolare, il recupero della centralità di Cristo e della speranza universale, ma anche il riferimento alla teologia della croce e alla "discesa agli inferi". Quest'ultimo elemento è stato indicato da Joseph Ratzinger come il vero contrassegno del pensiero balthasariano. «Queste righe vengono consegnate alle stampe, superando le mie esitazioni, unicamente per far risplendere meglio possibile nella dottrina tradizionale della chiesa - dalla quale non ci si deve scostare in alcun punto - la centralità cristologica». Così lo stesso von Balthasar in una sua Prefazione, che concludeva richiamando l'importanza della "discesa agli inferi": «Chi si rifiuta di guardare in quella profondità difficilmente potrebbe riuscire a sviluppare tutto il concetto di grazia e redenzione che ci è accessibile nella fede».
La situazione che von Balthasar evoca in Cordula – testo divenuto classico – è quella di una chiesa profondamente turbata, di una comunità smarrita sia nei concetti sia nella prassi: vittima di una qualche tragica illusione che impedisce di esserne chiaramente coscienti.
Esiste un criterio per stabilire con certezza che la strada che i cristiani stanno percorrendo è quella giusta?
Il criterio esiste, inequivocabilmente; ed è uno solo: la croce di Cristo. Lì si manifesta la gloria di Dio, il quale nella testimonianza del Figlio che si sacrifica fino alla morte si rivela come dono totale di sé.
Il caso serio è dunque l’essenza del cristianesimo. Il caso serio è il criterio costitutivo della vita della chiesa, sempre.
Dio è forse un Assoluto che resta silente, al di là di ogni parola terrena? Oppure ha rivolto la sua parola all'umanità?
Se è vera la prima ipotesi, tutti i sentieri sono aperti per tendere verso l'Indicibile. E tutte le forme di meditazione dell'umanità fatalmente si assomigliano, in fondo. Se invece è corretta la seconda ipotesi, «allora entriamo nello spazio biblico, nello spazio delle tre religioni monoteiste; e la meditazione può avere significato solo come riflessione e appropriazione sempre più profonda della parola che Dio ha pronunciato su se stesso, su di noi e sul mondo».
Attingendo ad una profonda esperienza spirituale durata tutta una vita, un gigante della teologia del Novecento come Hans Urs von Balthasar sviluppa qui le sue riflessioni sulla specificità della meditazione cristiana. E lo fa in maniera straordinariamente ricca, intensa e precisa.
Per riflettere sul ministero sacerdotale, von Balthasar torna alle origini apostoliche, ma più ancora al momento da cui scaturisce l’intera esistenza cristiana: la Pasqua di Gesù. Quella del presbitero non è una professione come le altre, ma una partecipazione speciale all’opera della redenzione realizzata dal Figlio, «obbediente fino alla morte». Il senso, la missione e la spiritualità del pastore di oggi si delineano così in totale continuità con lo stesso mistero di Cristo, «altare, vittima e sacerdote».
Dalla quarta di copertina:
Un libro nuovo di Hans Urs von Balthasar (1905-1988): il grande teologo svizzero, nei saggi e nei contributi presentati in questo volume, intende chiarire i tratti qualificanti dell’esistenza sacerdotale oggi.
Per farlo risale alle origini, agli apostoli, alla loro chiamata, al loro andare con Gesù per le strade della Galilea e della Giudea, e in particolare risale al momento in cui hanno origine la missione apostolica e tutta l’esistenza cristiana, e cioè il mistero della Pasqua di Gesù. La sera prima della sua morte Gesù ha istituito l’eucaristia e il sacerdozio; immediatamente dopo la risurrezione ha conferito ai suoi apostoli il potere di togliere i peccati, ha affidato a Pietro il suo gregge e ha inviato gli Undici in tutto il mondo.
Von Balthasar vede la vita e la missione dei pastori d’oggi in continuità non solo con i primi apostoli, ma soprattutto con Gesù stesso. La persona e la missione di Gesù Cristo stanno al centro della spiritualità sacerdotale, e così tutte le riflessioni sul sacerdozio contenute nei testi qui raccolti ruotano attorno a Gesù Cristo e alla sua missione: Gesù come fonte e norma dell’esistenza sacerdotale.