
Teresa di Calcutta è senza dubbio una delle figure più popolari del nostro tempo; di lei i mass-media si sono interessati fino a sfiorare la saturazione; le sue frasi famose, i suoi gesti di solidarietà, il suo impegno per la dignità della vita sono noti a tutti. Eppure forse il segreto profondo di questa vita così esposta agli sguardi dei media è ancora da conoscere in molti suoi risvolti. L'autrice, firma di Famiglia Cristiana, ha conosciuto da vicino Madre Teresa e in queste pagine ne rilegge la vita a partire dalla dimensione mistica del suo impegno per Dio e con i poveri; dimensione privilegiata, senza la quale sarebbe impossibile immaginare un impegno così radicale.
Il libro fa parte della serie Scrittori di Dio. Una grande impresa editoriale nel contesto del Progetto Culturale della Chiesa Italiana. Chi varcherà la soglia del nuovo millennio avrà il desiderio di portare con sé l'eredità dei suoi padri. Un patrimonio enorme e straordinario è racchiuso nelle parole degli autori che hanno fatto la storia del pensiero cristiano e della nostra cultura. Suddivisa in quattro sezioni - Patristica, Medioevo, Moderni e Contemporanei - Scrittori di Dio rende finalmente accessibile a tutti i loro scritti più belli. Una splendida serie di volumi da collezionare. L'incontro con ogni singolo autore è guidato da uno specialista attraverso una vera e propria Guida alla lettura. Il contenuto di ogni volume è così strutturato: 1. Breve biografia. 2. Gli scritti più belli scelti da uno specialista. 3. Le frasi celebri. 4. Bibliografia.
"Per il credente la battaglia è sempre interiore, spirituale. Per questo è possibile combattere dopo aver rinunciato alle armi. Il cristianesimo non è la corazza che mette al riparo dagli assalti di un mondo ostile. Il cristianesimo, al contrario, è la consapevolezza di essere nudi, ma di una nudità che è adesione felice alla condizione di essere umano. Se si riflette sull'incarnazione, ci si rende conto che è la pienezza dell'umanità a rendere possibile l'esperienza della fede. Non si è cristiani contro la propria umanità, ma nella propria umanità."
Mons. Alfred Xuereb è stato per cinque anni e mezzo "secondo" segretario personale di Benedetto XVI. Ha accompagnato il Papa nei contesti della sua vita quotidiana più personali e forse meno noti al grande pubblico. Frutto di questi anni è il presente "diario", in cui don Alfred condivide con noi i suoi ricordi personali, emotivamente intensi, di quel periodo. Le Messe del mattino celebrate da Papa Benedetto nella cappella del Palazzo Apostolico, talvolta arricchite da bellissime omelie, le passeggiate nei Giardini Vaticani e in quelli di Castel Gandolfo, i viaggi all'estero, le grandi celebrazioni, i momenti della preghiera e del riposo, gli incontri con Mons. Georg, l'amatissimo fratello, il clima della vigilia natalizia, con i canti e i ricordi d'infanzia di Papa Benedetto, l'amore per gli animali... Non mancano le pagine in cui don Alfred esprime la sua partecipazione ai momenti difficili, di travaglio e di sofferenza, del servizio di Benedetto XVI. Discreti i cenni al diminuire delle forze del Papa; ricche di grande e contenuta emozione le pagine sulla rinuncia al Pontificato. Chiude il libro il commosso commento al funerale che testimonia - anche fotograficamente - l'affetto dei fedeli verso Benedetto XVI. Un diario dai contenuti personali che ora diventa, a suo modo, dopo che Benedetto XVI è tornato alla casa del Padre, anche un libro di storia.
Un viaggio nell'anno liturgico insieme a Papa Francesco in coedizione Libreria Editrice Vaticana e Catholic News Service. L'opera attinge dalle omelie del Papa nelle celebrazioni eucaristiche nella Basilica di San Pietro e nella piccola chiesa della Domus Sanctae Marthae, dagli Angelus, dai Regina Coeli, dai messaggi e dai discorsi, permettendo al lettore di accompagnare il Pontefice, con parole e foto, nell'anno liturgico della Chiesa cattolica. Le parole di Papa Francesco vengono rinforzate dalle immagini che le completano: "Il nostro viaggio con il Papa - notano gli autori - si estende dal tempo liturgico dell'Avvento e del Natale alle settimane del Tempo Ordinario. Si muove dalla Quaresima e i giorni del Triduo Pasquale al Tempo di Pasqua e poi di nuovo al Tempo ordinario". Come l'anno liturgico accompagna le persone passo dopo passo nel ministero, nella passione, nella morte e nella resurrezione di Gesù così Papa Francesco, in questo libro, riflette sugli eventi della vita del Signore e ciò che essi rivelano circa il grande amore di Dio per l'uomo e la misericordia verso coloro che si smarriscono. Ma il Papa include anche consigli pratici per i cristiani su come seguire Gesù, estendendo a tutti l'amore e la misericordia concretamente, soprattutto ai poveri e a coloro che vivono ai margini della società.
The Chirch has been trough many moments of seismic change, sometimes (but not always) championed by a visionary pope.The last great upheaval took place half a century ago, when the Vatican abandoned the Latin mass and radically reconceived the function of the liturgy. Now Pope Francis has inspired some and infuriated others with his promise of change. The first Jesuit pope and the first from the Americas, he has tackled social inequality, sexuality, and the environment, but can he really bring about change? And, equally important, should he?
Il Concilio Vaticano II è il momento in cui la coscienza storica diviene decisamente l'orizzonte della teologia e della vita della Chiesa. La difficile «conversione intellettuale» che ha segnato il post Concilio giunge con papa Bergoglio a un kairos. Per questo si rivela importante il confronto tra il pensiero di Francesco e quello del gesuita Bernard Lonergan, considerato uno dei maggiori teologi del Novecento. «Non dico che Francesco abbia letto Lonergan», osserva Whelan; «suggerisco che il loro pensiero sia convergente, tanto che Lonergan può risultare utile a comprendere Francesco quale "segno dei tempi" per la teologia e per la vita della Chiesa».
Capitolo I: La gloria di Dio è l’uomo vivente
Capitolo II: Dio creatore e la sua passione di creatore
Capitolo III: Dono di Dio - stimolo di Dio
Capitolo IV: La giustizia - dono
Capitolo V: Dio è misericordioso
Capitolo VI: La misericordia di Dio è l’anima della giustizia
Capitolo VII: Il volto della misericordia di Dio
Capitolo VIII: La misericordia in cui si mostra l’onnipotenza di Dio
Capitolo IX: Il mistero dell’amore di Dio: la trinità
Un volume fotografico che racconta la genesi del progetto legato alla realizzazione del docufilm Francesco. Un uomo di parola (2018), dalla regia di Wim Wenders e da una idea di mons. Dario Edoardo Viganò. «Potremmo definire Papa Francesco. Un uomo di parola un intenso e poetico dialogo tra il Papa e ciascuno di noi, - scrive mons. Viganò nell'Introduzione al testo - costituito dai momenti più significativi del suo pontificato, dalle scene girate appositamente per il film e da immagini evocative dei luoghi e della vita del santo di Assisi. Un incontro, quello di Wim Wenders (e del suo cinema) e di papa Francesco (e del suo ministero), che è tessuto in una sceneggiatura simile al «mormorio di un vento leggero» (cfr. 1 Re 19,12), con una regia che fa dell'incontro tra papa Francesco e lo spettatore la linea portante. Nel film di Wim Wenders papa Bergoglio è, in una sorta di paradosso, "protagonista non attore": il Papa è anzitutto sguardo e parola, luoghi dell'incontro e della relazione con ciascuno di noi, cui sussurra, con la pacatezza del proprio narrare, la Chiesa, quella che lui - ha annunziato all'inizio del suo pontificato - vorrebbe «povera per i poveri». È il racconto di lui, trovato quasi «alla fine del mondo», che vive l'obbedienza allo Spirito per fare le scelte che aiutano lui e tutti noi a essere discepoli buoni del Vangelo».
"Visto che di tempo ne hai anche troppo," scrive all'inizio di febbraio 1940 Simone Weil all'amatissimo fratello maggiore, detenuto nel carcere civile di Le Havre per renitenza alla leva (André riteneva suo dovere "fare il matematico e non la guerra") "un'altra buona occupazione potrebbe essere metterti a riflettere sul modo di far intravedere a profani come me in che cosa consistano esattamente l'interesse e la portata dei tuoi lavori"; e una decina di giorni dopo insiste: "Cosa ti costerebbe tentare? Ne sarei entusiasta". André, che a caldo le aveva risposto: "Tanto varrebbe spiegare una sinfonia a dei sordi", di fronte alle questioni che lei continua a sottoporgli alla sua maniera fervida e acutissima finisce per cedere. Comincia così uno scambio che è un concentrato di passione intellettuale e affetto - e li induce anche a scontrarsi su punti capitali, come la scoperta degli incommensurabili e il carattere della scienza greca. E i due fratelli sono ugualmente capaci di parlare di Pitagora e dell'Odissea, di cardinali abili nelle strategie di corte e dell'importanza del sanscrito, di Dedekind e di Gauss. Questo volume comprende otto lettere di Simone Weil (tra le quali una minuta, due abbozzi e un testo mai spedito) e quattro del fratello André, tutte scritte tra febbraio e aprile 1940.
Proprio del bellissimo saggio della Weil sull'Ilia-de si presenta qui una nuova versione commentata, oltre allo scritto su Israele e i gentili, al capitolo "Israele" de La pesanteur et la grâce e a tre importanti lettere, inedite in italiano, sulla questione ebraica.
«Nella nostra anima c'è qualcosa a cui ripugna la vera attenzione molto più violentemente di quanto alla carne ripugni la fatica. Questo qualcosa è molto più vicino al male di quanto lo sia la carne. Ecco perché ogni volta che si presta veramente attenzione si distrugge un po' di male in se stessi. Un quarto d'ora di attenzione così orientata ha lo stesso valore di molte opere buone. L'attenzione consiste nel sospendere il proprio pensiero, nel lasciarlo disponibile, vuoto e permeabile all'oggetto, nel mantenere in se stessi, in prossimità del pensiero ma a un livello inferiore, e senza che vi sia contatto, le diverse conoscenze acquisite che si è costretti a utilizzare. Nei confronti di tutti i pensieri particolari già formati, il pensiero deve essere come un uomo in cima a una montagna che, guardando davanti a sé, al tempo stesso percepisce, pur senza guardarle, molte foreste e pianure sottostanti. E soprattutto il pensiero deve essere vuoto, in attesa, non deve cercare alcunché, ma essere pronto ad accogliere nella sua nuda verità l'oggetto che sta per penetrarvi» (Simone Weil)