
All'inizio degli anni '90 l'Italia è attraversata dalla scossa che andrà sotto il nome di Tangentopoli. Un brutto nome per una brutta storia. Che riguarderà da vicino la città di Milano e ugualmente da vicino il mondo della comunicazione. Campagne pubblicitarie e professionisti noti vengono messi sotto accusa, coinvolti da elementi emersi a carico di politici e ministri. Nello stesso periodo, significativamente tra il 1991 e il 1992, il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, attraverso lo strumento delle lettere pastorali e in altre occasioni di riflessione pubblica, affronta in modo meno congiunturale e più mirato al rapporto tra persone e valori le questioni della comunicazione e dei mass media. Dedicherà due testi ("Effatà" nel 1991 e "Il lembo del mantello" nel 1992) a queste problematiche. A lui si rivolgono quindi i pubblicitari italiani raccolti nella Associazione Tecnici Pubblicitari per aprire nella sede di Assolombarda a Milano una conferenza dedicata al rapporto tra etica e comunicazione per segnalare spunti critici e autocritici alla realtà professionale e alla società. Martini accetta di aprire quei lavori, affiancato da un rappresentante laico delle istituzioni che da alcuni anni svolgeva, come direttore generale dell'informazione a Palazzo Chigi, un riconosciuto lavoro di professionalizzazione e modernizzazione nel settore pubblico, Stefano Rolando.
UN’ALTRA ECONOMIA È DAVVERO POSSIBILE?
Perché un’economia al servizio dell’uomo
è il vero antidoto alla crisi.
Una riflessione con:
Eros Monti - Luigi Campiglio - Giuseppe Guzzetti
Giuseppe Anzani - Franco Buzzi - Paolo Nusiner
Roberto Rambaldi - Luigino Bruni - Alberto Ratti
Prefazione di Mario Monti
L’enciclica di papa Benedetto XVI Caritas in veritate ha stimolato una profonda riflessione sulla dottrina sociale della Chiesa, riproponendo Carità e Verità come pilastri fondanti dell’agire cristiano. Il Pontefice ha inoltre avanzato un giudizio severo sulla scissione tra etica ed economia: un divario che ha assunto una valenza tragicamente attuale con la crisi dell’economia globalizzata e di cui non si vede ancora la fine, ma si paga il prezzo ogni giorno. Ma quali reazioni suscita in noi il messaggio del Papa? In che modo dovrebbe cambiare il nostro sguardo sulla società? Il cardinale Dionigi Tettamanzi ci propone in questo volume un percorso “esistenziale” e antropologico all’interno dell’Enciclica: ognuno in base alla propria esperienza dovrebbe fare propri i valori rinnovati di solidarietà e sobrietà per pensare le relazioni economiche in maniera più responsabile. È su queste tematiche che sono chiamate a portare il proprio contributo alcune voci di spicco della società civile e della comunità cristiana operanti in area milanese, dalle professionalità diverse e “disposte a reagire all’Enciclica a partire dal loro lavoro quotidiano”. La centralità della persona nelle dinamiche globali o l’economia della gratuità sono solo alcune delle questioni essenziali sulle quali il cardinale Tettamanzi ci porta a riflettere. E il suo punto di vista parte da Milano, nel Nord che ha guidato lo sviluppo economico del nostro Paese e che ora si domanda come uscire dalla crisi, economica e identitaria, di un’Italia che deve con urgenza darsi delle risposte non di comodo. Un Nord che deve essere ancora capace di sperare, perché è solo la speranza che può vincere la paura.
Il beato Antonio Rosmini è stato fra i più grandi pensatori italiani di ogni tempo. I Principi della scienza morale (1831), qui riproposti in forma antologica e commentata, non trattano di norme specifiche ma di giudizi universali. Superando ogni relativismo etico, si mostra la derivazione della morale da una fonte trascendente, necessaria all'individuazione ordinata del bene. Il senso ultimo della morale si compie solo alla luce del destino meta-storico dell'uomo, in vista di quella beatitudine che la congiunzione con il Bene-Assoluto (il Dio-Amore) può dare. Rosmini ci propone di riconoscere l'essere oggettivo delle cose (l'etica come "giudizio di verità") e ci propone di volergli bene secondo le sue perfezioni (l'etica come "amore"), contro ogni forma di egoismo che rifiuta colposamente il giusto e l'onesto per acquietarsi nei piaceri individuali: ecco l'origine del male, il disprezzo del prossimo e la negazione di quella "scintilla divina" che ognuno reca in sé.
Nel febbraio del 1928, all'inizio della sua formazione pastorale, Dietrich Bonhoeffer si rivolge ai fedeli della comunità tedesca di Barcellona con un'articolata riflessione sull'essenza di un'etica cristiana. L'eccezionalità umana e storica di Gesù, la sua vicinanza agli ultimi e agli esclusi della società, la radicalità dei suoi insegnamenti determinano l'unicità del messaggio cristiano. Essere etici, per i cristiani, significa rifiutare la morale corrente e i princìpi tramandati storicamente, per abbandonarsi in piena libertà all'evento della croce e al mistero della grazia. Con il rigore del teologo e la passione del credente, Bonhoeffer non si limita a gettare le basi teoriche di un'etica cristiana, ma si confronta con le scelte concrete e spesso drammatiche che sfidano la coerenza dei comandamenti biblici. In queste profonde considerazioni giovanili, che già contengono i semi della successiva ricerca filosofica, Bonhoeffer esorta il cristiano a trovare il coraggio di riconoscere le manifestazioni della bontà divina anche nei fenomeni del maligno e della sofferenza esistenziale.
Nel febbraio del 1928, all'inizio della sua formazione pastorale, Dietrich Bonhoeffer si rivolge ai fedeli della comunità tedesca di Barcellona con un'articolata riflessione sull'essenza di un'etica cristiana. L'eccezionalità umana e storica di Gesù, la sua vicinanza agli ultimi e agli esclusi della società, la radicalità dei suoi insegnamenti determinano l'unicità del messaggio cristiano. Essere etici, per i cristiani, significa rifiutare la morale corrente e i princìpi tramandati storicamente, per abbandonarsi in piena libertà all'evento della croce e al mistero della grazia. Con il rigore del teologo e la passione del credente, Bonhoeffer non si limita a gettare le basi teoriche di un'etica cristiana, ma si confronta con le scelte concrete e spesso drammatiche che sfidano la coerenza dei comandamenti biblici. In queste profonde considerazioni giovanili, che già contengono i semi della successiva ricerca filosofica, Bonhoeffer esorta il cristiano a trovare il coraggio di riconoscere le manifestazioni della bontà divina anche nei fenomeni del maligno e della sofferenza esistenziale.
"L'Etica di Romano Guardini rappresenta non solo una «sorta di sintesi» del suo pensiero, ma un grande affresco in cui troviamo rappresentata con rara chiarezza ed efficacia le dimensioni morali dell'esistenza e le grandi figure dell'etica filosofica e teologica. L'Etica è uno sguardo sulla vita concreta, in un costante confronto con i classici del pensiero occidentale, con la rivelazione cristiana e con la storia dell'Occidente sfociata nei totalitarismi e nel dominio della tecnica. È la vita concreta dell'uomo a suscitare l'attenzione e la riflessione di Guardini, che si accosta con discrezione alle realtà più profonde con la preoccupazione di chi è interessato più a comprendere che a giudicare. Scevra da moralismi così come da ogni tentazione semplificatrice, l'etica guardiniana ha il sapore di un invito a dare sempre nuova forma umana alla vita, nella tensione - spesso drammatica - tra la realtà oggettiva del bene e l'incancellabile richiamo della coscienza." (Michele Nicoletti e Silvano Zucal). Premessa di Franz Henrich.
Opere di Dietrich Bonhoeffer – Volume 6
Edizione critica in lingua tedesca a cura di Ilse Tödt, Heinz Eduard Tödt, Ernst Feil e Clifford Green
Edizione italiana a cura di Alberto Gallas
Nella biografia teologico-esistenziale, l’Etica è il tentativo di far sfociare le conoscenze acquisite e le esperienze sofferte in una visione teologica collegata con il presente. Bonhoeffer la considerava “il compito della sua vita”. Viene qui pubblicata per la prima volta nella sequenza ricostruita del suo formarsi.
Gesù Cristo: il Signore della vita, il grande compagno di gioie e dolori, la forza di amare e di sperare anche nelle ore più difficili, il Dio con noi, vicino da sempre e per sempre, l’eterno Emmanuele. Di Lui tratta questo volume, che raccoglie alcuni dei testi nati nell’ambito del servizio teologico e pastorale dell’Autore. Si tratta di una scelta di contributi, unificati dalla passione per Cristo che anima ognuna delle riflessioni proposte e dal riconoscere in Lui la luce della vita in ogni aspetto dell’esistenza personale e collettiva: il rapporto fra cristologia, etica e spiritualità ne costituisce il comun denominatore.
Destinatari
Sacerdoti e religiosi.
L’autore
Bruno Forte è uno dei teologi più conosciuti in Italia e nel mondo. Nel 1996 egli ha portato a compimento la sua summa, la "Simbolica ecclesiale" in 8 volumi, una tra le poche opere sistematiche del dopo concilio. Ha pubblicato numerosi volumi per le Edizioni San Paolo, tra i quali: "L’acqua della vita" (2008), "Alla scuola di Paolo per vivere Cristo" (2009), "Confessarsi perché" (2007), "Cresimarsi perché" (2009) e il trattato Simbolica Ecclesiale in 8 volumi.
La teologia cristiana vuol testimoniare il valore della concezione dell'uomo, che la tradizione biblica offre alla storia. Il volume considera anzitutto il soggetto storico nelle sue strutture cognitive e nei suoi dinamismi di chiusura ed apertura all'Eterno, per evocare infine il paradosso del tempo accolto nell'eternità.