
"Ho fatto circa 2.000 chilometri fra terra e mare sulle tracce di una donna. È una donna di 'una bellezza indescrivibile', assicura chi l'ha incontrata." Così Antonio Socci racconta il suo primo viaggio a Medjugorje, sui luoghi dove, il 24 giugno 1981, alcuni adolescenti videro su una collinetta, nei pressi del villaggio bosniaco, una giovane ragazza, splendida, dolce, che si sarebbe presentata come la "Beata Vergine Maria" e che tuttora appare loro quotidianamente. A oltre vent'anni di distanza, oggi che Medjugorje è diventata meta di milioni e milioni di pellegrini, Socci ricostruisce la storia e il mistero di questi fatti: visita i luoghi, incontra i protagonisti, ascolta sacerdoti, teologi, scienziati.
"Ho fatto circa 2.000 chilometri fra terra e mare sulle tracce di una donna. È una donna di 'una bellezza indescrivibile', assicura chi l'ha incontrata." Così Antonio Socci racconta il suo primo viaggio a Medjugorje, sui luoghi dove, il 24 giugno 1981, alcuni adolescenti videro su una collinetta, nei pressi del villaggio bosniaco, una giovane ragazza, splendida, dolce, che si sarebbe presentata come la "Beata Vergine Maria" e che tuttora appare loro quotidianamente. A oltre vent'anni di distanza, oggi che Medjugorje è diventata meta di milioni e milioni di pellegrini, Socci ricostruisce la storia e il mistero di questi fatti: visita i luoghi, incontra i protagonisti, ascolta sacerdoti, teologi, scienziati.
La sofferenza è un’esperienza universale e l’umano è “homo patiens”, conosce la sofferenza e da essa non può fuggire. La sofferenza, fisica, psichica o morale, è il caso serio della nostra esistenza; sentiamo la nostra vita fragile, minacciata e limitata dal male, e non cessiamo di interrogarci: “Perché?”. In verità non c’è spiegazione al problema del male, della malattia, della morte; anche per chi ha fede in Dio, la sofferenza resta un enigma che può oscillare tra scandalo e mistero.
Ma alla sofferenza si può dare un senso quando, negata ogni rassegnazione, senza cadere nella rivolta che contesta la vita o Dio, senza disperare, ci si sottomette con un “amen”. Allora si può dire: “Io sono più grande della sofferenza che vivo, perché trovo il segreto della mia esistenza nell’amare e nell’essere amato”. Gesù ha tracciato per noi una via riguardo alla sofferenza, un cammino di mitezza e di umiltà. “Ecce homo!” (Gv 19,5). Egli è l’uomo, debole, precario, che ha vissuto fino all’estremo l’amore, e nella sofferenza ha dato la vita per noi, vincendo con l’amore la morte.
Le meditazioni qui raccolte presentano il mistero della Pentecoste partendo dalla lettura che Luca ne fa negli Atti, Giovanni nel suo Vangelo e Paolo nelle sue Lettere.
Mettendo insieme i loro punti di vista diversi e complementari, si ottiene un'immagine per così dire tridimensionale dell'evento dello Spirito Santo.
Una riflessione sul Dio della Bibbia è particolarmente ardua perché egli è presentato in moltissimi modi, nessuno in grado di esaurire la sua infinita ricchezza. Ancor più difficile è analizzare il mistero della Trinità nella Scrittura, soprattutto nell'Antico Testamento, in cui, esplicitamente, la Trinità non compare.
«L'unicità di Dio rimane, per l'Antico Testamento, la professione di fede più importante eppure, mediante la luce emanata dalla rivelazione neotestamentaria, possiamo intravedere, già nell'Antico Testamento, come la Parola, la Sapienza, lo Spirito di Dio, sono quasi delle realtà, delle figure in sé considerate, che ci permettono di vedere profilarsi, sia pure ancora in maniera abbozzata e soltanto ammiccante, la figura del Padre, del Figlio e dello Spirito. Il Nuovo Testamento, illuminandole, ce ne fa cogliere la portata, perché è proprio grazie a queste sfumature presenti nell'Antico Testamento che gli apostoli e i discepoli di Gesù hanno potuto comprendere e raccontare il mistero trinitario».
In forma rivista dall'autore si presentano le conferenze da lui tenute presso il Centro culturale San Fedele di Milano nella Quaresima 2000.
Sommario
1. Il mistero di Dio nell'Antico Testamento: la Parola. 2. Il mistero di Dio nell'Antico Testamento: la Sapienza e lo Spirito. 3. La Trinità nella teologia dei Vangeli. 4. La Trinità nella teologia paolina. Conclusione. Piste di approfondimento. Bibliografia.
Note sull'autore
GIANFRANCO RAVASI, del clero ambrosiano, biblista di fama internazionale, autore di opere scientifiche e grande divulgatore, dal 2007 è presidente del Pontificio consiglio della cultura e delle Pontificie commissioni per i beni culturali della Chiesa e di archeologia sacra. È stato creato cardinale da Benedetto XVI nel concistoro del 20.11.2010. Noto esegeta, già prefetto della Biblioteca Ambrosiana, è autore tra gli altri di due grandi commenti biblici più volte ristampati (Il libro dei Salmi, 3 voll., EDB, Bologna 1983; Il Cantico dei cantici, EDB, Bologna 1992). Le EDB pubblicano inoltre sia le registrazioni sia le rielaborazioni in volume delle Conversazioni bibliche da lui tenute al Centro culturale S. Fedele di Milano (circa 50 titoli, sull'Antico e il Nuovo Testamento).
«Le meditazioni riunite in questo libro - nato dalla predicazione alla Casa Pontificia - sono altrettante salite mattutine al monte Tabor per passare mezz’ora tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede (Eb 12, 2) e ritornare poi ritemprati al lavoro quotidiano» (dalla Premessa).
Padre Raniero presenta davanti agli occhi - quasi dipingesse un’icona con le parole - il Mistero della Trasfigurazione che, meditato e contemplato, porta la Chiesa e il discepolo alla trasfigurazione del proprio volto.
dalla presentazione di padre Raniero Cantalamessa:
«Avevo iniziato la lettura per puro dovere, con tutte le prevenzioni e le riserve del caso e forse anche qualcuna in più. Non può essere -mi son detto più volte, leggendo- una donna lontanissima dai dibattiti teologici di oggi a scrivere questo, e a scriverlo di getto, senza la minima correzione, senza un libro davanti, senza una ripetizione, con coerenza assoluta dall'inizio alla fine, pur separandosi da ogni foglio appena finito di scrivere e non potendo quindi neppure rileggere ciò che precedeva. Soprattutto, cose "artificiosamente inventate", come le chiama la Seconda lettera di Pietro, non infiammerebbero il cuore e non metterebbero salutarmente in crisi, come fanno le cose che si leggono qui.
Per me è stato un autentico piacere spirituale e intellettuale leggere queste pagine (e un privilegio leggerle in anteprima). Penso che lo sarà per molti altri. E non per un anno o due soltanto...».
INDICE
I Parte: Ti consegno il mio corpo e il mio sangue. Il dono dell'Eucaristia; II. Resta qui e veglia con me. La preghiera nel Getsemani; III. La luce del mio sguardo. Giuda e Pietro; IV. La verità del mio amore. Il processo di fronte a Pilato; V. Per adempiere ogni giustizia. Il cammino verso il calvario; VI. Mendicante del tuo amore. La crocifissione di Gesù; VII. Ti chiamo all'amore che trasforma. La risurrezione di Gesù.
Brevi riflessioni introduttive che intendono favorire una rilettura della dottrina generale dei sacramenti e del mistero dell'eucaristia.
È una edizione economica, in brossura, de Il mistero del Natale che padre Raniero Cantalamessa ha pubblicato con Àncora nel 2001, con una nuova premessa e con il pregio di concentrare in un piccolo libro due serie di meditazioni sul mistero del Natale e dell’Incarnazione, tenute originariamente alla Casa Pontificia alla presenza di papa Giovanni Paolo II. Nella prima serie si medita sugli eventi dell’infanzia di Cristo, mentre nella seconda serie sull’insieme dei “Vangeli dell’infanzia”, alla luce di tre parole-chiave: gioia, umiltà, silenzio. Poche pagine dense di signifi cato per scoprire la vera luce e la vera gioia che il Natale porta con sé.