
''Sei un lavoratore? Sei sposato? Sei una consacrata o un consacrato? Sei genitore o nonna o nonno? Sei in autorità? Sii santo. Tutti siamo chiamati a essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova''. Papa Francesco
Da buon 007, Tosatti ama le sfide, e con Stilum Curiae gioca a tutto campo. Che si tratti di un’enciclica o di una nomina vescovile, di un viaggio papale o di un pettegolezzo curiale, di uno scandalo da svelare o di una grande questione culturale da sviscerare, lui è lì, impavido, e fornisce al lettore, assetato di informazioni non asservite, tutte le chiavi di lettura di cui dispone. Mettendoci la faccia.
Una volta, in un’intervista, Marco ha detto: “Un vaticanista è prima di ogni altra cosa un giornalista. Vale a dire che il suo compito è quello di informare, nel modo più veritiero e corretto possibile”. Sembra quasi un’ovvietà, ma oggi non è mica tanto ovvio. Come nella politica, anche nella “vaticanistica” ormai ci si muove in bande e si ragiona in termini partitici: pro o conto il papa, pro o contro una certa linea. Sempre con l’attenzione rivolta al palazzo, al referente di turno. Cercare semplicemente di utilizzare il cervello, per mettersi al servizio del lettore, è diventata quasi una bizzarria.
Il vangelo di Giovanni, da molti considerato il più bello, da altri il più complesso e profondo, letto, spiegato e commentato passo dopo passo da papa Francesco. Cos'è, cosa rappresenta per noi la Luce che viene nel mondo, che scende a rischiarare le tenebre? Come dobbiamo fare per riconoscere ogni giorno il Verbo negli altri uomini, negli ultimi, in tutta la creazione? Francesco riflette sul grande mistero che sta al cuore della fede e, con semplicità, ne attualizza il significato per le nostre vite, in un'epoca in cui è apparentemente difficile trovare le tracce del divino nel mondo. Il papa esorta a mettere le Scritture, e in primo luogo la Parola di Gesù, al centro del cammino spirituale di ogni cristiano e le propone alla ricerca del senso di una società in crisi, esortando ognuno a non scoraggiarsi e a cercare, con gioia, lo spirito di Dio in tutte le cose.
Leggere il vangelo insieme al papa. Il vangelo di Matteo, il primo dei sinottici nell'ordine canonico, commentato da papa Francesco, passo dopo passo, ripercorrendo gran parte dei momenti della vita e della predicazione di Gesù. Il commento del papa fa emergere il significato dei brani evangelici per gli uomini del nostro tempo, alla luce del messaggio di misericordia e di apertura alle periferie sociali ed esistenziali che caratterizza questo pontificato. Il vangelo diviene così concreto strumento di ausilio per la pratica della lectio divina, guida quotidiana per i momenti bui, dono di gioia per gli attimi più lieti, e soprattutto sentiero per quella santità della vita quotidiana dischiusa dall'ascolto della Parola. Con la curatela dell'esegeta, esperto del vangelo di Matteo, professor don Santi Grasso. Selezione dei testi a cura di Alessandra Peri.
Messaggio per la celebrazione della seconda giornata mondiale dei poveri 2018
Quindici lettere indirizzate a Papa Bergoglio. Quindici lettere che non hanno mai ricevuto risposta. Sono le lettere che l’avvocato spagnolo Enrique J. Vila Torres ha redatto di proprio pugno per implorare il Pontefice di aprire finalmente gli archivi che permetterebbero a lui, e a centinaia di altri “bambini rubati”, di ritrovare la propria madre biologica. Ancor oggi, infatti, a distanza di trent’anni, molte istituzioni religiose rifiutano di aprire gli archivi, impedendo il desiderato incontro tra madri e figli sottratti coercitivamente o con l’inganno alla nascita. Le lettere, qui pubblicate per la prima volta in un libro, sono il grido accorato di un’intera comunità che reclama giustizia e verità. Nel rivolgersi al Papa, Vila Torres non nasconde le responsabilità di alcuni esponenti della Chiesa cattolica nel fenomeno del furto dei bambini durante la dittatura, ma il suo tono è gentile e si pone su un piano di fraterna intesa riguardo il bene della vita che può essere salvaguardato anche in circostanze molto difficili. Risponderanno questa volta le istituzioni religiose? Potranno finalmente tante persone vedere riconosciuti i loro diritti?
Enrique J. Vila Torres
(Valencia, 1965) Nato nella Casa Nido Santa Isabel e adottato da una coppia del posto, da oltre venticinque anni dedica la sua attività di avvocato a far luce sulle storie di adozioni false o illegali. In questo campo gode di fama nazionale e internazionale. È autore di vari libri. Castelvecchi ha già pubblicato Storie rubate e Durante la tua assenza (2017).
Il volume raccoglie le conversazioni radiofoniche di padre Vito Magno con i giovani e sui giovani. Sono presenti i dialoghi con: Roberto Vecchioni, Franco Garelli, Aldo Maria Valli, Gianfranco Ravasi, Andrea Monda, Dario Edoardo Viganò, Luigi Ciotti, Valerio Albisetti, Maria Beatrice Toro, Fabio Rossini, Giusy Buscemi, Giovanni Caccamo, Suor Cristina, Bebe Vio.
La visione della Sapienza di Dio nelle parole del Papa. Colei che è stata assistente, compagna e consigliera di Dio nella Creazione, diviene compagna degli uomini dopo di essa. Se dunque la Creazione è l'opera che Dio ha realizzato con la Sapienza, essa continua a essere donata all'uomo per guidarlo nella vita come aiuto, fortezza e sostegno. In questi libri biblici è illustrata l'esperienza critica della vita, un'esperienza che nasce dalla fede e la mette in discussione. Attraversando il quotidiano, con le sue gioie e i suoi dolori, l'uomo è chiamato a leggere la propria vita e le proprie vicende scoprendo in esse la Sapienza che è stata riversata in ogni creatura, fino a giungere al punto di vedere il mondo con gli occhi di Dio.
Come la persona di papa Francesco ha portato un’ondata di freschezza e di risveglio nella Chiesa, così è per il suo pensiero nell’ambito della teologia morale.
Valentino Salvoldi, grazie alla sua lunga esperienza di docente di filosofia e morale biblica, ha saputo cogliere e presentare, nella sua essenziale semplicità, questa ventata di cambiamento e radicale rinnovamento della teologia.
Le principali caratteristiche sono la narrazione, la centralità di Cristo, la legge dell’amore più che l’amore per la legge, la misericordia e il concetto fondamentale per cui se l’uomo pecca, egli non è il suo peccato...
Si tratta di riflessioni accessibili a tutti i fedeli, perché gradevoli nella loro presentazione: biblica nella sua impostazione, ecclesiale nel contenuto e con stile giornalistico (papa Bergoglio parte sempre da un fatto curioso
Nelle omelie di Santa Marta, divenute ormai il luogo di un magistero umile e feriale, ma anche nell'Evangelii gaudium e nella Gaudete et exsultate, papa Francesco spesso ci mette in guardia dalla tentazione di essere oggi un po' "pelagiani" o meglio "neopelagiani". Cosa vuole dire il Papa con il richiamo a questa antica eresia? Pelagio, monaco cristiano vissuto tra il IV e il V secolo, riteneva l'uomo capace di meritare la salvezza con le sue sole forze, senza l'ausilio della grazia. Rapportata al vivere ecclesiale odierno, questa concezione dell'uomo e del suo rapporto con Dio potrebbe portare la Chiesa a confidare più nelle sue strutture che nel primato della grazia, a cui Francesco ha dato il nome di «misericordia». A questa riduzione del cristianesimo antica, ma sempre nuova, il Papa, come ben dimostra il presente volume, contrappone la centralità del compito «pastorale», con una Chiesa chiamata a favorire in tutti i modi possibili l'incontro fra Cristo e l'uomo e non semplicemente a «regolarlo» con delle norme.
L’immagine della carovana, che la creatività di papa Bergoglio aggiunge alle altre sue metafore ecclesiologiche ormai note, si trova nella II sezione del capitolo II di Evangelii gaudium a cui è dedicato questo volume. In quelle pagine papa Francesco si sofferma sulle ormai famose «tentazioni degli operatori pastorali»: eccessiva ricerca di spazi personali di autonomia e distensione, individualismo, crisi di identità e calo di fervore; complesso di inferiorità; relativismo pratico; accidia pastorale; mummi cazione e tristezza dolciastra; pessimismo sterile; fede senza carne né ossa; fuga dall’incontro con l’altro; mondanità spirituale; gnosticismo e neopelagianesimo; invidie, gelosie e ricerca di potere nella comunità.
Come rimedio il Papa propone la «“mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un
po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza
di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. In questo modo, le maggiori possibilità di comunicazione si tradurranno in maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti. Se potessimo seguire questa strada, sarebbe una cosa tanto buona, tanto risanatrice, tanto liberatrice, tanto generatrice di speranza! Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene. Chiudersi in se stessi signi ca assaggiare l’amaro veleno dell’immanenza, e l’umanità avrà la peggio in ogni scelta egoistica che facciamo» (EG 87).