
Dicembre 1981. Vanni Maestri è l'anima di una piccola libreria nel centro di Bologna, nota per una particolare tradizione: i clienti scrivono su dei foglietti i loro propositi per l'anno nuovo e li lasciano dentro alle pagine dei volumi usati. C'è chi spera in una nuova casa, chi in un lavoro, chi nella vittoria dell'Italia ai prossimi mondiali di calcio. Accantonato il suo sogno di gioventù, Vanni ha scelto di essere il custode di quelli altrui, di vivere una vita tranquilla e di tenere a distanza il ricordo di un amore rimasto sospeso nel tempo. Ma quando Agata, la sua giovane assistente, trova il primo buon proposito nell'archivio del retrobottega, è come se scoprisse, tra le ceneri della memoria, la scintilla di un dolore che non ha smesso di bruciare. Nelle stesse ore, nello studio di un notaio, la contessa Costanza Castelvetri scopre che il suo defunto marito le ha lasciato in eredità un manoscritto di cui nessuno era a conoscenza: è la storia di tre studenti universitari, di un amore segnato dalle sirene del conflitto mondiale e dalle persecuzioni razziali. Quelle pagine ingiallite non possono risarcire le ferite del passato, ma saranno l'occasione - per tutti i personaggi della storia - di scegliere finalmente, in un tempo presente, la felicità. Attraverso un mosaico di storie che si intrecciano e a volte soltanto si sfiorano, Sabrina Gabriele racconta la tenerezza dei sogni arenati nel passato e la dolce ostinazione di quelli ancora da realizzare, ricordandoci che per andare incontro al destino bisogna prima di tutto ascoltare se stessi.
C’è una voce che non è mai stata ascoltata davvero. È quella di Miryam, madre di Yeshua. Nel cuore ferito della Giudea, in un tempo di ferro e di speranza, una donna racconta ciò che i Vangeli hanno taciuto. La sua voce risale da un passato lacerato: l’adolescenza spezzata da una violenza, la nascita di un figlio segnato dal destino, l’ombra lunga della guerra, della fede, della rivolta. Yeshua cresce tra silenzi e furore, tra compagni che non sono santi ma uomini, combattenti, spiriti inquieti. Le sue mani non moltiplicano soltanto il pane: stringono il cuore di un popolo che sogna la libertà. Ma il cerchio si chiude là dove era cominciato, nella ferita mai rimarginata di una madre. Tra fonti antiche e scrittura accesa d’invenzione, questo romanzo rovescia la prospettiva e riporta i protagonisti della storia sacra nella loro verità più umana, più dolorosa, più viva. Un romanzo storico che frantuma il mito per restituire alla storia la carne, il sangue e le ferite del tempo.
Il sopraggiungere della vecchiaia segnata dalla sofferenza induce la protagonista a raccontare l’ultimo arco di tempo della sua vita. Ne nasce una sorta di diario da cui emerge, accanto al decorso della malattia, la determinazione a voler fronteggiare il tratto finale in modo partecipato, senza passività. Viene ribadito, così, un assioma universalmente riconosciuto e cioè l’inutilità di opporsi con strenuo sforzo allo scorrere del tempo il quale – come ben si sa – accompagna tutti, indiscriminatamente, allo stesso traguardo. Poiché si può solo assecondarne il corso, tanto vale, allora, affrontare, a testa alta l’epilogo. In complesso, il messaggio lanciato esorta a meditare sul senso del vivere, ma pure sul valore totalizzante dell’eternità verso cui si tende, giorno dopo giorno.
Un romanzo distopico, in cui Benson, all’inizio del 1900, immagina un mondo e un tempo alternativi, inventa un “futuro” in cui si decide di fare a meno di Dio. In una Londra tappezzata di gomma, anestetizzata dall’assenza di rumore, in cui il mito del progresso sta avendo la meglio e ci si illude di non aver più bisogno di Dio, la misura di tutto è l’uomo e si arriva all’assurdo per cui l’uomo stesso è identificato con Dio e può decidere sulla vita e sulla morte. In questo mondo, i cattolici sopravvivono a fatica nell’indifferenza prima e nella persecuzione poi. Protagonisti indiscussi e contrapposti sono padre Percy Franklin, futuro ultimo Papa, e Julian Felsenburgh, figura dell’Anticristo. Si tratta di un romanzo scritto più di un secolo fa, ma capace di leggere i segni dei nostri tempi, come ha avuto modo di sottolineare anche papa Francesco.
Racconta Andrea Camilleri che dopo "La forma dell'acqua", che è del 1994, il commissario Montalbano non era ancora una figura completa. «Ebbi la sensazione che mi era rimasto con un piede alzato. Allora scrissi il secondo della serie che è "Il cane di terracotta". A questo punto questo personaggio era diventato un personaggio anche per me». Le informazioni di un pentito su un traffico d'armi portano Montalbano a ispezionare una grotta, lì scopre un passaggio che conduce a un'altra caverna dove trova i cadaveri di due giovani amanti. Sono abbracciati, abbandonati da decenni, sorvegliati da un enorme cane di terracotta. Il commissario si trova così a svolgere due indagini: la prima su una pericolosa cosca mafiosa, l'altra su un delitto compiuto nel 1943 durante i confusi giorni che precedono lo sbarco americano in Sicilia. Ed è questa ad appassionarlo maggiormente. Quel che rende Il cane di terracotta un libro unico non è solo la sovrapposizione di due trame, due delitti, ma l'intrecciarsi degli elementi collegati alla leggenda cristiana dei Sette Dormienti di Efeso con quelli della versione coranica della stessa tradizione: «E li avresti creduti svegli, e invece dormivano mentre il loro cane era accucciato con le zampe distese, sulla soglia». Con una nota di Alberto Manguel.
Col teatro di Shakespeare abbiamo a che fare con un corpus letterario analogo a quello di Omero, di Dante, di Cervantes e di altri grandi della letteratura in cui la portata dell'opera viene decisamente a superare l'autore. Osservando i pregi e i difetti dell'animo umano, Shakespeare ha operato da vero artista, accogliendo nella trama delle sue opere teatrali e nella scelta dei personaggi quei riferimenti fondamentali dell'etica cristiana necessari a ridestare la coscienza di un'umanità decaduta. I molteplici passi shakespeariani citati, tratti da tutte le opere teatrali del bardo di Stratford-upon-Avon e debitamente contestualizzati e commentati dai due autori, fanno cogliere il messaggio etico e religioso, specificamente cristiano, di cui l'opus shakespeariano è pregno. Siamo tutti invitati a riconoscerlo e a farlo nostro.
La vicenda particolare, quella autobiografica di un amore tragicamente deluso, è punto di partenza di una sublime riflessione sull'amore. C'è un'insolita lucidità nei due giovani che si incontrano sotto le stelle del Libano nei giardini di Ali spezzate, una capacità di delineare con chiarezza la propria situazione interiore e gli sconvolgimenti che l'amore provoca in loro. L'immediata frustrazione del desiderio li rende maturi, li obbliga a compiere delle scelte anche radicali e, in tutto questo, a illustrare agli occhi del lettore le altezze più vertiginose che un legame tra spiriti assonanti dischiude agli esseri umani. Le ali degli amanti, seppur spezzate, definiscono la perfetta traiettoria di un volo verso vette raggiungibili solo in una parabola d'amore.
Nella Milano del 1820, governata dagli austriaci, gruppi di cospiratori agiscono nell'ombra per riportare il potere nelle mani dei cittadini. Bianca Monti, giovane pittrice dal temperamento libero e indipendente, entra in contatto con una di queste organizzazioni segrete, la Società delle Giardiniere, composta da sole donne. Comincia così per lei una doppia vita: una alla luce del sole, che trascorre fra ritratti, acquerelli e serate musicali; un'altra notturna e decisamente più movimentata, fatta di travestimenti, parole d'ordine e messaggi cifrati. Bianca affronta missioni sempre più pericolose, nelle quali coraggio e prontezza di spirito sono continuamente messi alla prova da un nemico invisibile. Un racconto ricco di ironia e colpi di scena sullo sfondo dell'Italia risorgimentale.
Sara è sola. Completamente sola su di su una piccola isola remota. Un'epidemia inarrestabile ha spazzato via l'umanità, lasciandola inspiegabilmente in vita. Con il cane Buck come unico compagno, Sara impara a procurarsi il cibo, a pescare, a coltivare l'orto, a difendersi dagli animali selvatici. Ma soprattutto, cerca di non perdere la speranza. Ogni giorno osserva il mare, scruta l'orizzonte in attesa di un segno. Lancia messaggi in bottiglia, raccontando la sua storia a chiunque possa leggerli. I ricordi del passato si mescolano alla dura realtà del presente: la sua famiglia, gli amici, Alessandro il primo amore. Cosa resta di loro, oltre alle immagini che tornano nei sogni? In bilico tra il desiderio di arrendersi e la volontà di resistere, Sara si interroga sul senso della sua esistenza. È davvero l'ultima rimasta? O oltre il mare c'è ancora qualcuno?

